Red Dead Redemption 2
Versione testata: Xbox One S

Red Dead Redemption 2

Dopo averlo atteso veramente a lungo, è giunto il momento di tirare le somme sull'ultima, mastodontica opera di Rockstar Games.

Per quello che risulta essere a tutti gli effetti il progetto più ambizioso che sia mai stato creato da Rockstar Games, non potevamo che ipotizzare in questi mesi un livello di attenzione e aspettativa da parte della stampa e dei giocatori di così ampia portata. Già, perché Red Dead Redemption 2 è proprio questo: un blockbuster pazzesco in grado di canalizzare e attirare a sé in maniera piuttosto inedita l’attenzione di tutto il medium, nel bene e nel male.

Per cui, discostandoci nettamente dal solito chiacchiericcio che accompagna come di consueto ogni uscita importante sul mercato, seguiteci nella nostra disperata e (dis)onorevole avventura nel selvaggio West!

Red Dead Redemption 2

COME UNA FOTOGRAFIA

In maniera piuttosto peculiare, abbiamo scelto di iniziare questa recensione parlando del comparto tecnico del gioco o meglio, di quello che è il colpo d’occhio che ne deriva e della cura che è stata riposta nel creare la visuale e le animazioni che danno vita a Red Dead Redemption 2 per cercare di riprodurre quello che nella pratica è stato il nostro primo impatto in assoluto col gioco. Nonostante le primissime ore abbiano come ingrediente principale un’ambientazione nevosa (pertanto con panorami e vedute monocromatiche e nebbiose che potrebbero spezzare l’entusiasmo iniziale, ndr), il gioco riesce comunque a farsi apprezzare per il suo esagerato dettaglio grafico, il design delle ambientazioni riprodotte e una certa uniformità tra i filmati e il giocato. Da questo punto di vista gli sviluppatori sono riusciti in una impresa veramente unica: il titolo, nonostante sia multipiattaforma, è il risultato di un lavoro certosino di sviluppo che tocca un certo grado di realismo e che si sviluppa sotto molti aspetti. L’elemento che più colpisce in assoluto non è tanto questa o quella texture ma il colpo d’occhio che ne deriva osservando gli ambienti, in qualsiasi momento della giornata. Chiaramente, anche la luce ha un ruolo predominante e gli effetti riprodotti dal motore di gioco contribuiscono al raggiungimento di un livello di realismo ancora più elevato, schivando così il rischio di una sorta di appiattimento o monotonia nel gustarsi i panorami ma rendendo piuttosto ogni momento sempre unico e nuovo.

Ma a parte gli effetti di luci e ombre e l’effettiva varietà dei luoghi proposti, a rendere il tutto ancora più accattivante e calibrato sull’utente ci pensano le tre differenti visuali proposte ovvero quella in prima persona, quella in terza (la cui distanza dal personaggio è regolabile su livelli come in GTA V, ndr) e la cosiddetta visuale dinamica. In sostanza si tratta di tre modi completamente diversi di godere il gameplay, dove ognuno di questi è pensato e consigliabile per alcuni momenti in particolare. Personalmente, non esiste la visuale perfetta per ogni occasione ma piuttosto, come per altri elementi dell’HUD, il gioco delega all’utente la scelta consentendo lo scambio in ogni momento tra l’uno e l’altro stile.

Ed è proprio questa soluzione quella migliore per assaporare al massimo il titolo: infatti, per esplorare il mondo di gioco e galoppare abbiamo preferito sempre la prima persona, la visuale più coinvolgente in assoluto ma anche quella che ci fa apprezzare al massimo diverse animazioni o segmenti del gameplay come la manutenzione delle armi, la pesca o il bere e il mangiare per recuperare salute ed energia. Per tutto il resto, e in particolare per le fasi di shooting, la visuale alle spalle del giocatore rappresenta invece il giusto mezzo tra comfort visivo e l’utilità di avere un’inquadratura più ampia per tenere meglio a bada i nemici. Infine, la visuale dinamica rappresenta praticamente una novità assoluta ed è uno stile di visuale perfetto da utilizzare durante le lunghe cavalcate o le missioni della storia. Questo perché si tratta appunto di una visuale a mo’ di cut-scene che riprende il nostro eroe da diversi punti di vista e con differenti inquadrature in maniera del tutto automatica e consequenziale. Ciò che ne deriva è praticamente la possibilità di trasformare un noioso spostamento in una gioia per gli occhi, con primi piani, inquadrature a volo d’aquila e campi lunghi che si alternano in maniera incredibilmente coerente.

Ma non è una questione di pura tecnica o soltanto di effettistica, perché il vero collante di tutta l’opera, che garantisce realismo e coerenza a ogni azione, è rappresentato dal profondo e accurato sistema di animazioni messo in piedi da Rockstar. Dieci volte le animazioni personalizzate presenti in GTA V e trecentomila animazioni singole ci dovrebbero dare una dimensione dell’entità di lavoro celato in ogni singolo istante di gameplay. Questi numeri che abbiamo appena snocciolato potrebbero nella pratica non dirvi niente ma vi basterà semplicemente muovere i primi passi nel mondo di Red Dead Redemption 2 per accorgervi di quanti sono i piccoli dettagli presenti lì, nel sistema di gioco, a fare la differenza.

Red Dead Redemption 2

CIAK, SI GIRA

Dopo il sorprendente salto di qualità avuto con GTA V, la narrazione e le prestazioni degli attori in Red Dead Redemption 2 riescono nell’impresa di raggiungere un nuovo picco per quanto riguarda caratterizzazione e doppiaggio dei personaggi all’interno dello script. Per mettere in piedi un prodotto di queste dimensioni sono stati impiegati più di mille attori, i quali hanno saputo restituire al gioco quella vera impronta in salsa western mai troppo scontata o parodistica del mondo americano del 1899.

Ed è proprio sotto questo aspetto, nonostante non manchino i richiami al passato e un po’ di autoreferenzialità, che il gioco è risultato in grado di elevare la simulazione di un periodo temporale e la rispettiva vita contemporanea a un livello inedito non soltanto per la serie ma per l’intero mondo videoludico. L’incanto che si ha semplicemente passeggiando per una cittadina o immersi nella natura è veramente assurdo: la vita del tempo scorre beata, la gente è un po’ più rozza e si ubriaca per le strade o scatena risse nel saloon, si intrattiene con le prostitute o si esalta con le prime tecnologie del tempo. Tutto scorre molto più lentamente rispetto alla vita a cui siamo abituati oggi e così anche il gioco e il gameplay vengono calibrati in questo senso. Il ritmo del gioco e la narrazione sono costantemente alla ricerca di un giusto mezzo tra il lento e l’affascinante, non riuscendo però sempre dove vorrebbero, rischiando talvolta di annoiare o mancando di un po’ di suspense nei momenti più concitati.

E quando parliamo di ritmo tarato verso una sorta di lentezza intendiamo proprio che molte azioni come lo smontare da cavallo, muoversi in città o nell’accampamento siano veramente lente e potrebbero annoiare chi tra i giocatori ricerca un po’ più di velocità e ritmo in ogni momento. La scelta autoriale che è stata fatta dal team di sviluppo però punta in un’altra direzione e cerca, anche con i suoi tempi, di inglobare il giocatore nella vita del 1899, mettendo parzialmente in secondo piano la volontà dell’utente.

Red Dead Redemption 2

FUORILEGGE

Dopo un colpo andato male nella città di Blackwater, la banda di Van der Linde e il nostro Arthur sono costretti a scappare con la coda tra le gambe, inseguiti dagli agenti federali e con una ricca taglia sulla testa. La nostra avventura inizia dunque in un momento veramente brutto per i fuorilegge: gli uomini e le donne della banda sono costretti a combattere per sopravvivere, a rubare e a cacciare per provare a riemergere dall’oblio. Capitanati dal carismatico Dutch, piano piano impariamo a conoscere ogni singolo componente della banda e il suo ruolo ai fini della sopravvivenza di tutti. Il sogno di questi uomini e donne è quello di vivere in completa indipendenza e libertà, al di fuori della giurisdizione di un qualsiasi governo o sistema di leggi imposte dall’alto.

Conoscere dunque i componenti della banda attraverso le missioni che hanno per noi o per le quali ci chiedono aiuto o anche semplicemente parlandoci rappresenta probabilmente l’aspetto più ricco e stupefacente in termini di narrazione. Così come è stato per GTA V, che vedeva coesistere ben tre protagonisti ben delineati e caratterizzati, anche in questo caso la scrittura è risultata veramente profonda, in grado di creare personalità diverse e rapporti umani credibili e sfaccettati. Che si tratti di pistoleri impazziti, donne provocanti e truffaldine o strozzini della peggior specie, ognuno di loro è legato in un modo o nell’altro da un senso di lealtà nei confronti della banda e dei suoi ideali.

Pertanto, il giocatore si troverà spesso dinanzi a scelte di differente natura che ne stabiliranno il senso dell’onore e andranno così a modificare le opportunità e le conseguenze che potremo vivere. E ciò non andrà a influire soltanto nei rapporti con il resto della banda ma anche con tutto il mondo che ci circonda: potremo essere più o meno temuti in base alle nostre azioni o all’eventuale taglia sulla nostra testa. In questo senso, il gioco permette davvero il massimo della libertà e riesce anche a farci percepire le nostre azioni come veramente rilevanti, in un complesso sistema di causa ed effetto mai visto prima.

Rapimenti, minacce, furti, risse e omicidi peseranno non poco sulla nostra avventura, mettendoci alle calcagna spietati cacciatori di taglie e cambiando il modo di reagire delle persone comuni, alcuni eventi, i sogni e le inquietudini del nostro protagonista e anche, in diverse occasioni, il tema musicale.

Red Dead Redemption 2

COMPLESSO È BELLO?

E qua arriviamo a uno snodo veramente centrale della nostra recensione, ovvero perché parliamo della ricerca del realismo che è stata perseguita da parte dello sviluppatore. Da una parte abbiamo il sistema di gioco e la costruzione delle meccaniche più innovative che propendono per una sensazione di realismo sempre maggiore, un gameplay ancora più profondo e sfaccettato che però, dall’altra parte, corrisponde a una maggiore complessità per il giocatore, minandone talvolta l’immediatezza nella fruizione del gioco. Ciò lo si ha a partire dallo schema dei comandi che, in maniera preliminare per qualsiasi azione, richiede la pressione di L2 o LT per sbloccare una piccola interfaccia ai margini dello schermo che ci illustra le azioni disponibili. Per quanto contribuisca a mantenere il più pulita e libera possibile l’inquadratura, questa volontà di correlare e subordinare a tutti i costi le azioni a menu e sottomenu nascosti rende un po’ troppo lento e poco intuitivo l’approccio al gioco. Inoltre, specie nei momenti più concitati, finisce per spezzare parzialmente il ritmo costringendo il giocatore a rallentare l’azione mentre esplora menu e sottomenu alla ricerca di un’arma o della cura desiderata nella propria bisaccia o in quella del cavallo.

Da questo punto di vista sembra che Rockstar abbia scelto di perseguire una strada che mira a un realismo sempre più preponderante per donare spessore al proprio prodotto tuttavia doveva prestare più attenzione nel lavorare al sistema di controlli, rendendolo un po’ più snello e immediato. Anche perché il gioco dimostra di non voler inseguire una sorta di ‘realismo a tutti i costi’ e lo vediamo bene in quasi tutto ciò che concerne il cavallo che sì, può morire o non sentirci più se lo chiamiamo da troppo lontano ma che può anche essere recuperato in caso di smarrimento in una stalla qualsiasi. Ed è giusto che sia così perché il confine tra una meccanica realistica e una noiosa oppure una frustrante è veramente sottile per cui è necessario trovare un giusto mezzo tra le due parti, che sappia sorprendere il giocatore senza mai risultare pedante.

Concentrandoci poi su quelle che sono le meccaniche RPG principali che regolano e caratterizzano la gestione del personaggio, del cavallo e dell’accampamento, dobbiamo ammettere di essere rimasti veramente sorpresi dal livello di profondità e personalizzazione realizzato dagli sviluppatori. Chiaramente, per monitorare e tenere traccia della nostra condizione, dell’accampamento e del nostro fido destriero sono presenti degli indicatori chiamati Nucleo che indicano lo stato di salute, la forza, la resistenza e così via. Ha rilevanza poi, sulla prestanza fisica del protagonista e del cavallo, la nostra condizione di salute e il clima che, in caso il personaggio non sia adeguatamente riposato, nutrito o vestito in maniera appropriata per sopportare il freddo o il caldo, possono danneggiare la nostra resistenza.

Il rapporto con il cavallo poi è speciale e non è subordinato soltanto alla comodità data dallo spostarsi più velocemente o dal poter depositare armi e oggetti, ma è presente un vero e proprio legame che si instaura in base alle nostre azioni. Lo si può sgridare, coccolare, nutrire e confortare dinanzi al pericolo per renderlo più legato alla nostra persona e di conseguenza affidabile. Utilizzare sempre lo stesso destriero permetterà dunque di stringere con lui un rapporto di intesa che donerà maggiore salute e resistenza al cavallo, una migliore capacità di affrontare predatori e cavalcare su terreni difficili e la capacità di rispondere al richiamo da più lontano.

La stessa attenzione deve essere riposta nella gestione dell’accampamento dove, guidati da Dutch, Arthur e gli altri si adoperano per il sostentamento di tutti, depositando una parte dei guadagni nella cassa comune. Si può così migliorare la condizione delle tende, la fornitura di cibo o l’equipaggiamento del nostro Arthur. La banda di Van der Linde è l’unica famiglia che il nostro Arthur abbia mai conosciuto e si basa dunque sulla massima cooperazione tra i vari componenti e il supporto reciproco.

Red Dead Redemption 2

VECCHIO E NUOVO SEMPRE INSIEME

Abbiamo parlato finora di come il gioco abbia saputo sorprenderci con i suoi azzardi e le sue peculiari innovazioni promosse da Rockstar Games, ma dall’altra parte c’è un aspetto del gioco che continua a restare immobile per scelta dello sviluppatore e che invece, almeno stavolta, avremmo gradito riscoprire in una veste migliore. Se infatti il gioco sorprende per il nuovo sistema di gioco, l’ambientazione, la cura nelle animazioni e la recitazione degli attori, non possiamo non dirci un po’ infastiditi per la tendenza del team di sviluppo di proporre ancora una volta lo stesso sistema di shooting poco esaltante del più recente GTA V. Interfaccia minimale, numero di colpi in canna e nel caricatore indicati in alto e un singolo puntino – sia in prima che in terza persona – a indicare il nostro mirino.

Un sistema di shooting poco ingombrante, che non vuole sporcare la spettacolarità grafica e dell’azione ma che risulta ancora una volta fin troppo ridotto all’osso e quasi anacronistico. Certo, lo sviluppatore ormai ne fa una questione di stile ma oltre a essere piuttosto scomodo, questo sistema di mira costringe spesso e volentieri i giocatori a ripiegare – almeno da cavallo – su un sistema di mira che aggancia automaticamente i nemici, rompendo ogni incanto o divertimento possibile. Ed è un peccato perché si tratta praticamente dello stesso stile visto in quel di Los Santos ma contestualizzato comunque con novità interessanti e ben congegnate come la possibilità di poter usare assieme due armi a una mano, sparare in aria per spaventare qualcuno o effettuare una raffica di colpi.

Red Dead Redemption 2

I DETTAGLI FANNO LA DIFFERENZA

Nonostante ci possiate giocare abbondantemente sopra il centinaio di ore, il gioco è talmente ricco di piccoli dettagli che sono proprio quelli che finiscono per fare la differenza: cose che non ti aspetti dal gioco ma che invece sono lì, che difficilmente verrano scoperte da tutti i giocatori ma a cui il team ha voluto dare comunque spazio per arrivare a un livello di precisione e meticolosità assurdo. Come già citato, il modo di vestirsi e l’alimentazione avranno un peso sulla prestanza fisica nostra e del cavallo ma è tutto ciò che concerne l’interazione con gli altri NPC a sorprendere. Quando commettiamo un crimine, può capitare che nei paraggi ci sia qualche testimone: ecco, nel caso in cui la persona inizi a scappare, magari per riportare il crimine allo sceriffo, la possiamo inseguire e fermare in tempo per decidere che cosa fare. Possiamo scegliere di minacciarla, intimorirla o addirittura provare a derubarla. Chiaramente, uccidere anche un testimone potrebbe non essere la scelta migliore perché rischieremmo di innescare una catena di eventi più difficile da gestire. È allora che in quel momento dobbiamo essere abbastanza bravi da valutare il comportamento dell’IA, per capire se si può trattare di qualcuno facilmente impressionabile, corruttibile o disposto a tirare fuori l’arma e affrontarci.

Questo perché Red Dead Redemption 2 non è mai scontato e l’imprevedibilità del mondo di gioco si rifletta anche e soprattuto nel comportamento delle persone. Allo stesso modo anche le differenti razze di cavalli che possiamo calcavare hanno atteggiamenti differenti dinanzi al pericolo o come sopportazione della fatica oppure, andando a caccia, possiamo studiare le nostre prede per decidere il miglior approccio alla loro cattura.

Un altro pregio assoluto che questo titolo può vantare è la mancanza di problemi comuni in titoli del genere di compenetrazione tra gli oggetti: gli scontri tra corpi rigidi sono gestiti in maniera ottimale, che si tratti di alberi, rami o carrozze e la fisica del gioco, in questo senso, assume un ruolo veramente di rilievo. Il titolo contempla addirittura una gestione del peso che inficia ad esempio nell’attraversamento di un fiume a cavallo, nel caso in cui si stia trasportando un prigioniero o una preda. Sembrano come dicevo, cose da poco ma in realtà sono quelle che fanno la vera differenza e che fanno comprendere al giocatore il livello di cura e meticolosità riposto nello sviluppo del gioco.

Red Dead Redemption 2

LA VERA RIVOLUZIONE

Troppo spesso quando si parla di progresso nello sviluppo di videogiochi si finisce per sottintendere la mera realizzazione grafica dei modelli e delle texture ma in realtà ci sono molti altri aspetti che dovrebbero avanzare di pari passo al contesto grafico. In questo caso, nonostante un comparto grafico eccellente per un gioco multipiattaforma di queste dimensioni che gira anche su console uscite nel 2013 (grazie Rockstar anche per l’ottima gestione dei caricamenti di gioco, ndr) la vera innovazione riguarda l’intelligenza artificiale e quindi la gestione di miriadi di NPC e animali. Gli agglomerati urbani risultano vivi come mai prima d’ora grazie a un livello di intelligenza artificiale e a una capacità di rispondere agli eventi peculiare e credibile.

Le cittadine di Red Dead Redemption 2 sono movimentate e pulsanti e la nostra presenza comporta azioni e reazioni da parte di tutti. Il nostro atteggiamento, la calma o l’aggressività hanno esiti molteplici e sfaccettati in base alla persona con cui abbiamo a che fare, le nostre violenze o intimidazioni possono scaturire paura, coraggio e così via pertanto la possibilità nei dialoghi di scegliere quali parole pronunciare assume un significato ancora più importante. Anche il Poker risulta più divertente e può essere un ottimo passatempo oppure un modo come un altro per racimolare un po’ di denaro.

Anche in combattimento i nemici sembrano parlare tra loro e seguire una certa strategia per stanarci dal nostro riparo oppure per accerchiarci; allo stesso modo infine, i cavalli e la fauna in generale seguono un vero e proprio istinto che spiega e motiva le loro reazioni in base a ciò che accade attorno a loro. Insomma, un qualcosa di inedito e sensazionale di cui difficilmente vi stancherete.

Red Dead Redemption 2
Red Dead Redemption 2
GIUDIZIO
Nei prossimi anni quando si parlerà di open world il riferimento a Red Dead Redemption 2 sarà d'obbligo perché, a oggi, il titolo rappresenta il massimo che si possa a chiedere a un videogioco di questo genere. Rockstar Games è riuscita ad assemblare con grande lucidità un prodotto veramente eccezionale, innovativo per certi aspetti e peculiare per tanti altri. Il ritmo proposto si allontana un po' dalla frenesia di altri concorrenti e per questo potrebbe deludere o spazientire qualcuno ma ciò che offre in cambio, soprattutto in termini di narrazione e come spaccato dell'America spietata di fine '800, è un qualcosa di imprescindibile che non dovreste lasciarvi scappare.
GRAFICA
9.8
SONORO
9.5
LONGEVITÀ
10
GAMEPLAY
9.5
PRO
Il mondo di gioco riesce a coinvolgere il giocatore in maniera unica e inedita
Innumerevoli scelte, possibilità e cose da fare. Davvero, non ve lo potete immaginare
Graficamente appagante e uniforme nel passaggio tra filmati e giocato
Scrittura ed evoluzione dei personaggi sorprendentemente piacevole
CONTRO
Gestione schema dei tasti ridondante
Il solito sistema di shooting ridotto all'osso dei giochi Rockstar Games
9.7
3717
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