Bayonetta
Versione testata: Switch

Bayonetta (Switch)

Quello di Bayonetta è un brand che non ha bisogno di presentazioni: la saga creata da PlatinumGames, lanciata nel 2010 in Europa, raccolse l’eredità di giochi d’azione frenetici à la Devil May Cry e Ninja Gaiden elevandone il combat system a un nuovo livello. Un’esperienza plasmata da uno che questo genere l’ha praticamente inventato, quell’Hideki Kamiya che qualche anno prima di lanciare Bayonetta lasciò Capcom per fondare PlatinumGames e avere così il completo controllo creativo sulle nuove proprietà intellettuali.

Da allora, l’avvenente strega ha saputo conquistare anche i fan più esigenti grazie a un sistema che, nonostante la sua apparente immediatezza, nasconde in realtà una profondità disarmante, con la costante necessità di alternare combo e schivate al fine di ottenere una “valutazione perfetta” al termine di ogni scontro. Otto anni dopo l’uscita su console della scorsa generazione, PlatinumGames ha stretto un accordo con Nintendo per la riproposizione dei primi due capitoli di Bayonetta su Switch, così da avere tutto il tempo di “preparare” la community e introdurre il personaggio al pubblico in vista dell’uscita del terzo capitolo in esclusiva per la sua console ibrida.

Bayonetta

IL RITORNO DELLA STREGA

Per il debutto su Switch, Bayonetta non presenta alcuna novità di sorta rispetto all’originale se non la presenza di quattro costumi alternativi a tema Nintendo (ispirati a brand come Super Mario, The Legend of Zelda e Metroid) già presenti, tra l’altro, nella riedizione del gioco su Wii U di qualche anno fa. La vera novità, semmai, è proprio la possibilità di godere della frenetica esperienza di gioco di Bayonetta ovunque vogliate complice la natura ibrida di Switch, capace di offrire un valore aggiunto praticamente a qualsiasi gioco entri a far parte del suo catalogo. Non si è mai visto, infatti, un gioco per console portatile con un combat system di questo livello capace di muoversi a 60fps costanti e offrire lo stesso grado di appagamento di una schivata andata a buon fine e conseguente Sabbath Temporale, una speciale tecnica da strega che Bayonetta può utilizzare per bloccare lo scorrere del tempo dei suoi nemici e infliggere danni ingenti.

Se amate i giochi d’azione e vi stuzzica particolarmente l’idea di provare l’avventura di Bayonetta mentre siete in treno o comodamente sdraiati sul letto, potete star certi: l’edizione Switch del titolo targato PlatinumGames è un acquisto obbligato. Ciò che a mio modo di vedere è un pregio assolutamente da non sottovalutare potrebbe però non rappresentare un motivo di per sé sufficiente a spingere chi avesse già completato l’avventura originale in precedenza su altri lidi, ma chiunque si affacciasse alla serie Bayonetta per la primissima volta si troverà di fronte a un’esperienza coinvolgente, frenetica e davvero ben confezionata, che fa delle innumerevoli possibilità del suo combat system (tecniche da imparare e sbloccare, oggetti da utilizzare in battaglia, armi enormi e gli immancabili Quick-Time Event) il proprio fiore all’occhiello.

JOY-CON O PRO CONTROLLER?

Nel corso della nostra prova alle prese con la versione Switch di Bayonetta, abbiamo potuto appurare come lo stile di gioco si adatti senza patemi anche a un’interfaccia variegata come quella della console Nintendo. Oltre al sistema di controllo touch, adatto ai neofiti ma non particolarmente esaltante per i giocatori più hardcore, questa versione di Bayonetta risulta gradevole da giocare sia utilizzando i due Joy-Con direttamente montati nell’unità centrale di Switch, sia sfruttando il controller Grip in dotazione. Confesso che, tra le due opzioni, ho preferito di gran lunga la seconda, complice una presa decisamente più salda e se vogliamo molto più comoda che favorisce la realizzazione di combo complesse senza patemi. Ai quattro tasti azione del Joy-Con destro sono affidati il salto, le armi da fuoco, il calcio e il pugno, mentre la schivata viene gestita con il trigger ZR. Ho trovato ancora una volta scomoda la scelta di affidare il lock on dei bersagli con il dorsale R, dal momento che spesso e volentieri, vuoi per le dimensioni ridotte dei due Joy-Con, risulta complesso tenere premuto il tasto di agganciamento del bersaglio e schivare senza lasciare inevitabilmente uno dei due tasti.

La situazione migliora decisamente utilizzando il Pro Controller di Switch, che offre una maggiore precisione nei momenti più affollati e nella realizzazione dei bizzarri Quick-Time Event, ma d’altro canto i due Joy-Con si fanno perdonare grazie a un uso molto coinvolgente della tecnologia Rumble HD. Più scomoda, ma comunque godibile, l’impugnatura con i due Joy-Con alloggiati nell’unità centrale, tant’è che a volte ho preferito staccare i due piccoli controller dal corpo di Switch e giocare in modalità tabletop tenendo i due Joy-Con in mano o utilizzando il Grip.

Bayonetta

IL PESO DEGLI ANNI

Ciò che lascia un po’ l’amaro in bocca è certamente il comparto grafico, che è rimasto sostanzialmente fedele al titolo originale e soffre il grande balzo tecnologico raggiunto con le piattaforme di questa generazione e relative revisioni mid-gen. La versione Switch di Bayonetta infatti gira a una risoluzione di 720p sia in modalità portatile che con la console posizionata sul dock, lasciando all’upscaling il compito di allargare artificialmente la cornice per raggiungere i 1080p (o peggio, i 4K). Intendiamoci: il risultato è sempre bello da vedere ma sente un po’ il peso degli anni, e sebbene sia comprensibile la scelta di Platinum Games di sacrificare leggermente la resa per mantenere il frame-rate ancorato ai 60fps, era lecito attendersi un po’ di più per una riedizione che arriva a otto anni di distanza dal titolo originale. In questo senso, Bayonetta rende decisamente meglio se giocato in versione portatile, dal momento che l’immagine si spalma sfruttando ogni pixel dello schermo touch di Switch, e sebbene non sfiguri, rende leggermente peggio quando la console è posizionata sul dock. Bisogna specificare però che, in caso di utilizzo portatile, il frame-rate soffre saltuariamente di qualche calo quando su schermo ci sono troppi nemici, difetto attenuato notevolmente con Switch posizionata sul dock.

Gli anni sul groppone si avvertono tanto nel gameplay quanto nell’interfaccia e nelle scene d’intermezzo, che sono rimaste fedeli alla controparte originale, ma fortunatamente non si notano quando si tratta di analizzare il gioco dal punto di vista artistico: Bayonetta ha carattere da vendere, uno stile estremamente peculiare e  quel pizzico di follia tutta nipponica che è rimasta intatta anche in questo porting per Switch. Oltre alla direzione artistica, c’è la colonna sonora sempre eccezionale, che fa dell’arrangiamento eccezionale di brani come Fly Me to the Moon il suo punto di forza. E poi c’è una longevità fuori dal comune: una storia che si articola attraverso sedici atti, quella costante ricerca della perfezione in ogni livello o scontro con gli ostici boss, un’offerta ludica da non sottovalutare in un prodotto in vendita a soli 30 euro (o disponibile gratuitamente acquistando la versione retail di Bayonetta 2). In attesa del terzo capitolo, è importante – se non fondamentale – fare una ripassata delle origini: acquistate Bayonetta, poi passate al suo sequel. Siamo sicuri che non ve ne pentirete.

Bayonetta
Bayonetta (Switch)
GIUDIZIO
Un titolo immancabile nella collezione di ogni possessore di Switch. Bayonetta è uno dei giochi d'azione più amati e rappresentativi della scorsa generazione, qui riproposto in un porting che, pur senza particolari novità, colpisce per la precisione del suo sistema di combattimento anche in un contesto come quello portatile. Da acquistare assolutamente se non avete mai vissuto le gesta dell'avvenente strega di Umbra, ma anche un titolo da riscoprire se desiderate un'esperienza coinvolgente da giocare ovunque vi troviate.
GRAFICA
7.5
SONORO
8.5
LONGEVITÀ
9
GAMEPLAY
9
PRO
Sistema di combattimento ancora oggi maestoso
Colonna sonora eccezionale
Ottimo porting, adatto da giocare sia a casa che in mobilità
CONTRO
Il comparto grafico sente il peso degli anni
Nessuna novità di rilievo rispetto all'originale
8.5
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