A due anni di distanza dall’epica vittoria di Federer in finale contro Nadal agli Australian Open 2017, Big Ant Studios sfoggia nuovamente il proprio dritto lungolinea. AO Tennis 2 è infatti la seconda iterazione tennistica della serie, a due anni esatti da quel torneo, e dal capitolo d’esordio che, grazie ai preziosi feedback ricevuti dalla community, è stato aggiornato con circa sessanta patch.
AO Tennis 2 si propone ancora una volta come una via di mezzo tra simulazione e arcade, con miglioramenti e implementazioni per un unico obiettivo: far rivivere agli appassionati di questo nobile sport le adrenaliniche sfide della leggendaria serie Top Spin di 2K (ormai assente da diversi anni, ma ancora apprezzata dai fan del genere), in un panorama, quello degli sportivi dedicati al tennis, che negli ultimi anni sembra essere stato trascurato dai team di sviluppo. Sarà riuscita Big Ant Studios a imporsi con il suo simulatore sportivo dedicato al Grande Slam australiano? Scopriamolo insieme nella nostra recensione di AO Tennis 2, testato per l’occasione su Xbox One X.
PICCOLI NADAL CRESCONO
Che per la produzione di AO Tennis 2 non sia stato investito un grande budget lo si intuisce da numerosi aspetti: menu essenziali, un comparto tecnico godibile (ma non certo al top) e licenze ufficiali ridotte all’osso. Niente di nuovo insomma per chi avesse giocato l’edizione passata, con ancora il maiorchino Rafael Nadal a fare da testimonial d’eccezione; è però vero che l’impegno e la passione del team è fin da subito tangibile, tanto che i miglioramenti in questo secondo capitolo non sono per poi così irrilevanti come potrebbe sembrare all’apparenza.
AO Tennis era nato come un titolo in divenire, con l’intento dunque, grazie al feedback dell’utenza, di essere un prodotto destinato a migliorare mese dopo mese grazie a numerosi aggiornamenti, come ho accennato in precedenza. AO Tennis 2 invece parte da una base molto più solida, frutto della maturazione del team di sviluppo che è riuscito questa volta a proporre un prodotto in una veste più completa sin dal principio, ma con le stesse ambizioni di migliorarlo nei mesi a venire.
AO Tennis 2 non è quindi un simulatore puro, ma il gameplay realizzato da Big Ant Studios è allo stesso modo solido e funzionale, e soprattutto molto divertente. Ogni tasto corrisponde a un colpo: top spin con B, colpo piatto con A e backspin con il tasto X, mentre il tasto Y è dedicato al pallonetto. Attraverso il grilletto destro RT, premuto unitamente a uno dei precedenti tasti, è possibile “forzare ” il colpo se si vuole entrare nello scambio con maggiore decisione, mentre con il tasto LT il tennista si sposta sul dritto per tentare l’inside-out; ma occhio agli errori! Perché AO Tennis 2 non è un titolo intuitivo e, nonostante alcune giocate non propriamente credibili, per padroneggiare al meglio tutti i colpi occorrono tempo e dedizione, per di più perché l’intelligenza artificiale è molto ostica anche ai livelli di difficoltà standard (sette quelli a disposizione, da Principiante a Grande Slam). Se poi non vi convince una chiamata arbitrale, potete sempre richiedere il Challenge per verificare la chiamata, proprio come nelle partite vere.
Giocare a AO Tennis 2 risulta divertente, anche più del primo capitolo, anche se non mancano imperfezioni, soprattutto nel gioco a rete. È vero che le animazioni sono molto più fluide, credibili e dettagliate in ogni scambio, ma le discese a rete ci sono parse tutt’altro che naturali. Quando lo scambio si decide con una volée si avverte una certa imperfezione nelle animazioni che fa un po’ storcere il naso. Questo difetto è ancora più eclatante quando si gioca in doppio, una delle novità di quest’anno, dove ovviamente il gioco a rete è preponderante rispetto a quello da fondo.
Il MIO DJOKOVIC È PIÙ BELLO DEL TUO
Pur offrendo un’esperienza di gioco godibile sotto vari aspetti, il fiore all’occhiello di AO Tennis 2 è senza ombra di dubbio il suo editor. Come anticipato in apertura le licenze ufficiali sono molto limitate, con soli 25 giocatori reali a disposizione: ci sono Nadal, Kyrgios, Stan “the Man” Wawrinka e Monfils, tra i più noti per gli uomini, Kerber e Pliskova tra le donne. Se ci soffermiamo però sui giocatori assenti, con nomi altisonanti come quelli di Roger Federer e Novak Djokovic, è chiaro che parliamo di mancanze degne di nota. A queste vanno aggiunte altre esclusioni eccellenti come il greco Tsistipas, Murray, gli italiani Fognini e Berrettini, e le giocatrici femminili come le sorelle Williams. Insomma, è chiaro che il risparmio dettato dalla rinuncia di alcune licenze testimonia in qualche modo il ridotto budget a disposizione di Big Ant Studios, che però, grazie all’implementazione dell’editor, è riuscita parzialmente a mettere una pezza sulle mancanze elencate.
Il lavoro della community è comunque riuscito a rinfoltire il roster dei tennisti a disposizione, grazie alla quale l’impiego in gioco del campione serbo e quello elvetico non è più un miraggio: è possibile infatti realizzare un giocatore da zero agendo su parametri estetici (anche per quanto riguarda l’abbigliamento), atletici e tecnici, per poi condividerlo e metterlo a disposizione di chiunque, con risultati finali davvero convincenti. Altra novità in questo senso è l’editor degli stadi, dato che la licenza ufficiale, come anticipa anche il titolo del gioco, è dedicata solamente agli Australian Open (primo Slam della stagione che avrà luogo alla fine di gennaio).
Alla stessa stregua dell’editor dei giocatori, è possibile personalizzare gli stadi con campi e strutture in modo da avere tornei fedeli a quelli originali, e perché no, con un po’ di fantasia aggiungere anche la propria competizione personalizzata. Tutti i contenuti creati dalla community possono essere scaricati nella sezione Accademia, consultabile attraverso l’apposito menu, oppure filtrando la ricerca inserendo il nome del giocatore creato o la gamertag del creatore.
ALLA CONQUISTA DEL GRANDE SLAM
Anche la modalità carriera è stato uno degli aspetti su cui Big Ant Studios ha lavorato con dedizione, rendendola più approfondita e completa rispetto al passato, anche nelle attività di contorno. La scalata verso il tetto del mondo comincia dalla creazione del consueto alter ego digitale (ma è possibile utilizzare anche un giocatore reale), personalizzabile attraverso il solito dettagliatissimo editor, da far crescere progressivamente a suon di risultati. Grazie alle vittorie sul campo si ottengono punteggi con cui è possibile potenziare il tennista, scegliendo le voci su cui intervenire al fine di ottenere caratteristiche tecniche assolutamente personali e adatte al proprio stile di gioco tennistico.
Ogni stagione, a seconda dei risultati e dei tornei a cui si vuole partecipare (con tanto di calendario dedicato), porterà il giocatore a concedere interviste ai media e gestire al meglio il proprio percorso verso il primo posto nel ranking mondiale. Se questi aspetti erano assenti nel primo capitolo, è sicuramente vero che in altre produzioni sportive similari si è visto ben di più, mentre la carriera di AO Tennis 2 alla lunga finisce per risultare un po’ ripetitiva e senza spunti in grado di migliorarne l’appeal.
UN ROVESCIO IMPERFETTO
AO Tennis 2 è migliorato anche tecnicamente rispetto al suo predecessore, com’era lecito aspettarsi, ma il motore grafico non è stato di certo stravolto. I volti e le fattezze dei giocatori sono più simili alle loro controparti reali, e ci sono tante chicche che aumentano l’immedesimazione, come i tic di Nadal prima del servizio o le lamentale di Kyrgios. Certo, niente di stupefacente, ma la cura generale rende l’esperienza gradevole e al servizio del gameplay.
È possibile inoltre gustarsi i replay delle giocate migliori e, soprattutto con i colpi da fondo campo, apprezzare le nuove animazioni, più curate e naturali di quelle viste nel primo capitolo firmato Big Ant Studios, a maggior ragione se possedete una Xbox One X, considerato il pieno supporto alla potenza dell’ammiraglia Microsoft con tanto di risoluzione in 4K, HDR e 60fps.