Destiny 2: Ombre dal Profondo

Destiny 2: Ombre dal Profondo

Bungie torna alla carica con una nuova espansione del suo shooter di massa, che ci riporta sulla Luna.

Tornare sulla Luna dopo due anni dall’ultimo contatto è stato certamente come tornare a casa. Destiny 2: Ombre dal Profondo è un gradito viaggio alla (ri)scoperta del passato, una storia oscura che risponde ad alcune domande lasciate in sospeso per tanto, forse troppo tempo, ma nel concludere la sua sceneggiatura, dopo un colpo di scena inatteso, introduce nuovi quesiti, nuovi interrogativi che danno il via a un nuovo corso. È questo il modo in cui Bungie vuole estendere la narrazione del suo sparatutto di massa, con una storia persistente, un universo in continua evoluzione che cambia sotto ai nostri occhi, che si evolve settimana dopo settimana, che non manca mai di sorprendere il giocatore. Sotto questo punto di vista, Destiny 2: Ombre dal Profondo è probabilmente tutto ciò che Destiny 2 avrebbe dovuto essere al lancio sul mercato. Ombre dal Profondo è come Destiny avrebbe dovuto essere sin dal principio.

Tuttavia, sebbene con questa espansione Bungie abbia dimostrato di che pasta è fatta, con scelte audaci che virano verso l’utenza più hardcore, l’indipendenza da Activision, a lungo ricercata dalla software house dopo che il brand di Destiny aveva preso una piega indesiderata, porta con sé una grande pecca: da sola, senza il supporto dei team interni al publisher californiano, per gli sviluppatori di Bungie è davvero complesso creare una mole di contenuti tale da soddisfare per la sua esigente community. Senza il supporto di Activision, senza Beenox o Vicarious Visions, per Bungie sarà davvero difficile dar vita a una nuova espansione vasta e complessa come I Rinnegati.

Destiny 2: Ombre dal Profondo

UN’OMBRA SUL FUTURO

A dimostrazione di ciò, ci pensa la campagna di Ombre dal Profondo, che ci riporta sulla Luna per rispondere alla chiamata di Eris Morn, vecchia conoscenza del primo episodio che, dopo una misteriosa scoperta, ha risvegliato un antico male che porta con sé degli avversari temibili. Si tratta di veri e propri Incubi, che riprendono le fattezze dei nemici già affrontati in passato: Crota, Skolas, Taniks, Omnigul, persino Dominus Ghaul tornano con lo scopo di tormentare il giocatore e ricordargli le scelte compiute in passato. Scelte che avranno un peso importante sull’evoluzione della storia e sul futuro di Destiny come franchise. Già, perché se è vero che la campagna di Ombre dal Profondo è molto breve e può essere conclusa nel giro di 4-5 ore (di cui buona parte è caratterizzata da una fase di grinding eccessiva e fine a sé stessa), è altrettanto vero che i nuovi elementi introdotti da Bungie portano avanti la storia di Destiny in modo netto e deciso.

Resta da capire, però, quali siano le intenzioni di Bungie per supportare a dovere una storia che, proprio al momento decisivo, si conclude improvvisamente, con un plot twist a dir poco inatteso che precede i “titoli di coda”. Come detto, la software house punta a una narrazione persistente, con piccoli passi compiuti di settimana in settimana, tuttavia allo stato attuale non c’è modo di capire se le domande introdotte da quest’espansione saranno risolte con la prossima stagione o con il prossimo contenuto major, in arrivo tra circa un anno. Se la storia dovesse restare così com’è, stagnante per dodici mesi, quello di Bungie potrebbe essere un buco nell’acqua clamoroso, un passo indietro rispetto al modello utilizzato in precedenza. Vien da pensare, dunque, che l’azienda abbia idee ben precise e un piano che preveda la realizzazione di molteplici storyline che si evolvono e progrediscono durante la stagione, fino a culminare nella prossima espansione “comet”, termine utilizzato dagli sviluppatori per definire i contenuti principali tra un episodio e l’altro. In questo senso, gli indizi su un mondo in continua evoluzione ci sono tutti: c’è una nuova zona in costruzione sulla Torre, che si espande a ogni reset settimanale e che lascia presagire a un (nuovo) disastro che potrebbe colpire l’umanità. C’è lo spettro di un temibile ritorno all’orizzonte, e poi c’è quella rivelazione finale che non lascia sperare nulla di buono per il futuro. Insomma, tanta carne al fuoco che Bungie sta cuocendo con calma ma che speriamo non venga “bruciata” dopo essere stata in caldo troppo a lungo.

A livello di attività vere e proprie, Bungie ha optato per una ristrutturazione di contenuti e playlist per abbracciare la nuova anima free-to-play, che passa dal lancio dell’edizione gratuita Destiny 2: Una Nuova Luce. Ed è per questo che, a prescindere dal possesso di espansioni come Ombre dal Profondo o I Rinnegati, tutti i giocatori potranno esplorare l’intero sistema solare (Luna, Riva Contorta e Città Sognante incluse) e persino avviare la prima missione della nuova espansione per “provare” l’esperienza di gioco. Buona parte delle attività è diventata accessibile per chiunque, lasciando così la facoltà di acquistare il solo pass stagionale (al prezzo di 10 euro per ogni stagione) per accedere ai contenuti di quella stagione specifica, oppure l’espansione singola, che offre anche l’accesso alla Stagione dell’Intramontabile, attiva fino a dicembre.

Ed è così che i giocatori potranno scoprire le nuove attività: come parte dell’espansione, c’è una nuova incursione sul Giardino Nero e le cosiddette Cacce all’Incubo, degli assalti in miniatura caratterizzati da una difficoltà crescente (e modificatori sempre più difficili) che ci porteranno ad affrontare vecchie conoscenze, mentre i possessori della Stagione dell’Intramontabile potranno contare anche su una nuova attività cooperativa per sei utenti, l’Offensiva Vex, che parte tuttavia da un nuovo genere di evento pubblico che si trova sulla Luna, l’Invasione Vex. Si tratta di una buona aggiunta per l’offerta PvE, che è più ricca che mai allo stato attuale, tuttavia l’assenza di stimoli e di ricompense valide è uno dei motivi che spinge ben presto ad abbandonare le attività. Mi spiego meglio.

Destiny 2: Ombre dal Profondo

SPARATUTTO DI RUOLO

Bungie ha reso incredibilmente ostica la scalata al level-cap: una volta raggiunto il nuovo soft-cap di Potere 900, infatti, diventa particolarmente arduo raggiungere l’hard-cap di 960, complice una riorganizzazione delle attività settimanali e una ridistribuzione delle fonti di ricompense potenti che tende per ovvi motivi verso le nuove attività. Tuttavia, a rendere le cose più complesse ci pensa una distinzione delle sorgenti di potere, con tre gradi di ricompense che rendono alcune attività davvero poco utili per la progressione del personaggio. Tra queste, appunto, ci sono le Cacce all’Incubo e l’Offensiva Vex, che non offrono sufficienti stimoli per essere ripetute con continuità una volta esaurita la sfida che premia il giocatore con un engramma potente.

Nel primo caso, come dicevo, si tratta di un assalto in miniatura che ci proietta in uno scontro con un Incubo, e che diventa progressivamente più difficile scegliendo uno dei quattro nuovi livelli di difficoltà (Adepto, Eroe, Leggenda, Maestro), ognuno dei quali va ad aggiungere nuovi modificatori e variabili, come ad esempio i cosiddetti Campioni che risultano insuperabili se non utilizzando appositi elementi (ci arriviamo tra un attimo). Tuttavia, l’assenza di ricompense di rilievo ai livelli di difficoltà più elevati, magari con loot di rarità prodigiosa e perk “pre-confezionati” da Bungie, rende inutile svolgere tali attività una volta esaurito il “compitino” settimanale”. Lo stesso dicasi per l’Offensiva Vex, nuova attività legata al pass stagionale in corso che svanirà alla prossima stagione: si tratta di una modalità in stile orda ambientata nel Giardino Nero e che include una serie di meccaniche (come l’uso dei crani Vex per distruggere Oracoli e gli scudi di un Guardiaporta), ma che una volta portata a termine 3-4 volte perde tutto l’appeal iniziale a causa della succitata assenza di stimoli.

A poco serve, in tal senso, l’introduzione di nuovi tipi di nemici che richiedono l’uso di mod particolari, legate al nuovo Manufatto Stagionale (altra novità del nuovo corso di Destiny 2 voluto da Bungie): si tratta di una variante degli Artefatti vista nell’espansione I Signori del Ferro di Destiny, che oltre a sbloccare nuovi livelli di potere per incrementare la forza del giocatore e superare il level cap, permette di accedere a nuove modifiche da applicare ad armi e armature per cambiare il proprio modo di giocare. Alcuni Campioni infatti potranno essere arrestati esclusivamente con una mod, applicabile tuttavia a una tipologia specifica di arma. Si tratta di nuovi modi di giocare che rendono più complesso l’ecosistema di Destiny 2 e costringono i Guardiani a sperimentare approcci differenti e nuovi archetipi di armi.

Quella del Manufatto Stagionale è certamente una novità gradita, che viaggia di pari passo a un nuovo sistema di armature che consentono l’alloggiamento di un numero incredibile di modifiche e consentono una personalizzazione quasi totale del proprio stile di gioco. Le Armature 2.0, infatti, offrono la possibilità di alloggiare un numero di modifiche proporzionale all’energia presente su quel pezzo d’equipaggiamento, dando la possibilità di incrementarlo spendendo risorse rare che “forzano” il giocatore a darsi da fare in un grinding lungo e faticoso, ma che permette di personalizzare in modo più profondo le abilità del proprio personaggio. L’anima ruolistica di Destiny torna con una prepotenza inaudita, e sebbene possa sembrare un po’ troppo complessa da gestire in prima battuta, con il passare del tempo ci si abitua e si iniziano ad apprezzare le nuove possibilità offerte dalla software house per rendere più personale l’esperienza di gioco.

Non mancano i difetti, come l’affinità elementale (che rende impossibile l’uso di alcune mod con determinati elementi) e in particolare l’impossibilità di creare “build rapide” da richiamare con un singolo tasto all’interno del gioco, così da creare un set per il PvP, un set per un raid specifico e così via, ma sono sicura che con il tempo Bungie sarà mettere una pezza anche a un simile “problema”.

Destiny 2: Ombre dal Profondo

L’INCURSIONE: UN RITORNO AL PASSATO

La somma di questi elementi diventa fondamentale quando si tratta di affrontare le più importanti attività dell’end-game come l’incursione Giardino della Salvezza, il nuovo raid per sei utenti ambientato nel Giardino Nero che mette a dura prova l’abilità dei singoli giocatori e la loro capacità di coordinazione. Giardino della Salvezza è un raid basato sul continuo bisogno di muoversi, sulla capacità di adattarsi in corsa alla situazione e che, proprio per l’elevata difficoltà degli scontri, richiede la creazione di build specifiche per adattarsi alle dinamiche previste dal raid, con alcune meccaniche molto interessanti che confermano come Bungie sia maestra nella creazione di attività impegnative, divertenti ed emozionanti.

Giardino della Salvezza è un gradito ritorno al passato, una delle migliori incursioni che Bungie abbia mai creato e una delle più affascinanti dal punto di vista della direzione artistica e delle ambientazioni, con scorci che lasciano letteralmente a bocca aperta e un assaggio di quello che il futuro potrebbe riservarci con i prossimi contenuti di Destiny 2.

Destiny 2: Ombre dal Profondo

IL CROGIOLO: COME CAMBIA IL PVP

A livello di PvP, uno degli aspetti più critici di Destiny 2 dopo i continui bilanciamenti e cambi di rotta di Bungie, la software house ha scelto di reintrodurre nell’ecosistema la selezione delle singole modalità, oltre a una graditissima playlist come Eliminazione, la base delle indimenticabili “Prove di Osiride”. Allo stato attuale, il comparto PvP sembra essere tornato a splendere con un meta più “bilanciato”, tuttavia sempre soggetto alle mode e alle esigenze dei giocatori che, complici alcune imprese che obbligano all’uso di armi specifiche, rende alcune partite monotone. Ombre dal Profondo ha portato con sé una nuova mappa, “Frattura”, e due graditi ritorni come “Corte della Vedova” e “Breccia del Crepuscolo”, entrambe teatri di scontri molto emozionanti sia dalla distanza che nei combattimenti a corto raggio.

Abbiamo atteso il debutto del primo Stendardo di Ferro dell’Anno 3 per valutare il PvP a dovere e dobbiamo ammettere di essere rimasti un po’ delusi dall’assenza di armature e armi inedite, o magari di qualche mod specifica legata all’attività più importante della scena competitiva. Certo, mai come in questa edizione dello Stendardo di Ferro si nota una differenza tra i Guardiani più vicini a raggiungere il level-cap e tutti coloro che sono di Potere più basso. Lo scontro è impari, ma stimolante, e devo ammettere di essermi divertita a fare stragi di nemici con un Potere di 20-30 più alto rispetto alla mia Strega Evocatempeste. Fortunatamente, il nuovo sistema di taglie proposto da Lord Saladin dà la possibilità di potenziarsi a dovere in vista dell’arrivo di nuove sfide, quali ad esempio il dungeon cooperativo per tre giocatori o l’assalto finale dei Vex. E qui arriviamo al punto cruciale dell’essenza di Destiny 2: Ombre dal Profondo.

La fruizione dei contenuti, la distribuzione delle attività, un calendario ricco di cose da fare: Bungie sta sperimentando diversi approcci ormai da tempo, e difficilmente finora è riuscita ad accontentare tutti. C’è chi consuma contenuti a una velocità tale da rendere la vita difficile anche a una squadra composta da milioni di giocatori, e chi invece non ha il tempo nemmeno di completare le pietre miliari settimanali. Bilanciare le due tipologie di utenza non è mai stato semplice, e sebbene in questo caso l’ago sembri pendere dal lato della community hardcore, c’è da dire che probabilmente la mole di attività e novità presenti al lancio è inferiore alle aspettative. Certo, è ancora presto per giudicare, se si pensa che alcune delle nuove modalità (come lo stesso dungeon) citato in precedenza non arriverà prima della fine del mese, e che l’Offensiva Vex (uno dei temi portanti della stagione in corso) giungerà a un epilogo solo a novembre. Tuttavia, dopo tre settimane trascorse in compagnia di Ombre dal Profondo, si avverte la sensazione che il contenuto aggiuntivo sia di dimensioni forse troppo modeste, rispetto al prezzo di vendita (di poco inferiore a I Signori del Ferro, che dalla sua però poteva contare su una maggiore varietà di nuovi oggetti, artefatti, armi e armature da inseguire).

Probabilmente la formula migliorerà nelle prossime settimane, ma allo stato attuale non possiamo considerare Ombre dal Profondo il miglior contenuto aggiuntivo mai creato nell’universo di Destiny. Ed è un peccato, perché come al solito la cura riposta da Bungie nel comparto artistico, nella splendida colonna sonora e nella realizzazione di alcuni dei nuovi scenari (come ad esempio la Fortezza Scarlatta o il Giardino Nero) testimoniano il grande amore che la software house prova nei confronti del suo franchise. Come detto in apertura, l’assenza di altri team a supporto dell’ecosistema rende difficile arricchire il mondo di Destiny più di quanto fatto con Ombre dal Profondo, ma sono fiduciosa che la strada intrapresa da Bungie sia quella giusta. Aspettando la nuova stagione, quella che dovrebbe “sistemare la timeline” e approfondire ulteriormente la lotta tra buio e luce, tra bene e male, tra il Viaggiatore e la sua antica nemesi, di una cosa sono sicura: questo è il momento migliore per tornare a giocare a Destiny 2, o per scoprire questo universo per la prima volta. Provatelo, anche sfruttando la nuova versione free-to-play, e lasciate che lo Spettro vi guidi nel viaggio per diventare Leggenda. Non ve ne pentirete.

Destiny 2: Ombre dal Profondo
Destiny 2: Ombre dal Profondo
GIUDIZIO
Con Ombre dal Profondo, Bungie intraprende un percorso molto interessante, abbracciando un'anima più votata agli utenti hardcore che passa tanto dalla rinnovata anima ruolistica quanto dalla difficoltà di alcune attività endgame. Ciò nonostante, è difficile valutare un'espansione come Ombre dal Profondo, che segna anche un approccio differente dal punto di vista della narrazione e della distribuzione dei contenuti. Di certo è pregevole la volontà di mantenere l'interesse della community costante nel tempo, tuttavia la mole di attività e "stimoli" presenti dopo due settimane potrebbe non essere sufficiente rispetto a quanto proposto lo scorso anno da un'espansione incredibile come I Rinnegati. Si tratta certamente di un ottimo cambio di direzione per Bungie, che speriamo possa mantenersi tale anche con i prossimi contenuti previsti nell'Anno 3.
GRAFICA
9
SONORO
9
LONGEVITÀ
7.5
GAMEPLAY
8.5
PRO
Le nuove Armature 2.0 e il Manufatto danno un'anima più ruolistica al gioco
L'incursione Giardino della Salvezza è uno spettacolo
Storia interessante, con un buon colpo di scena finale...
CONTRO
...ma la campagna dura troppo poco
Dopo due settimane, si avverte l'assenza di qualche contenuto in più o di novità rilevanti
La diluizione di contenuti e storyline nel tempo potrebbe allontanare parte dell'utenza
8
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