Shadow of the Tomb Raider
Versione testata: Xbox One X

Shadow of the Tomb Raider: provate in anteprima le prime ore di gioco

Shadow of the Tomb Raider, il terzo capitolo della saga dedicata alle origini del mito di Lara Croft, è ormai in dirittura d’arrivo e noi di VGN.it abbiamo avuto il piacere il giocarlo a fondo su Xbox One e scambiare quattro chiacchiere con gli sviluppatori, per scoprire quelle che sono tutte le novità in arrivo in questo episodio.

L’evoluzione di Lara dal reboot del 2013 a oggi è quasi compiuta: la giovane archeologa si prepara ad abbracciare il suo destino e diventare la Tomb Raider che abbiamo imparato ad amare, ma il nuovo episodio sviluppato per la prima volta da Eidos Montréal sarà in grado di rinnovare la formula del gameplay e arricchire l’ormai consolidato sistema di gioco? Scopriamolo nella nostra anteprima!

Shadow of the Tomb Raider

NON È PIÙ LA STESSA LARA

Che ci sia stata una forte volontà da parte degli sviluppatori di rinnovare il sistema di gioco e renderlo più vario e appassionante lo si intuisce in poco tempo: i cambiamenti che sono stati apportati sia in termini di level design che di possibilità per il giocatore sono molto rilevanti e allontanano definitivamente lo spauracchio del “more of the same” per la serie. Si abbandonano le nevose e rigide condizioni del precedente capitolo e ci si immerge a capofitto nella cultura e nelle credenze delle antiche popolazioni mesoamericane. Dal bianco della neve siberiana all’oscurità delle foreste pluviali, per la prima volta nel nuovo Shadow of the Tomb Raider troviamo una Lara che non prova più alcuna pietà per i suoi nemici, decisa e convinta come non mai a sgominare chi la vuole mettere fuori dai giochi.

Le paure sono infatti ormai alle spalle, e questo lo si vede bene non soltanto nei filmati di gioco ma anche nel vero e proprio gameplay. Lara è diventata una vera e propria cacciatrice, abile con l’arco e con le bocche da fuoco, agile e spietata come mai prima d’ora. Con alle spalle i lavori su Deus Ex e Thief, il team di Eidos Montréal ha cercato di valorizzare e arricchire in particolare la componente stealth del gioco andando a introdurre alcune possibilità interessanti per la protagonista e lavorando a una maggiore verticalità in termini di mappe di gioco. Si ha quindi l’impressione di essere un tutt’uno con l’ambiente: possiamo salire sugli alberi, sui rami più alti, mimetizzarci nel fogliame e sporcarci di fango allo scopo di ridurre la capacità dei nemici di identificarci. Anche il vestiario assume adesso una funzione di gameplay e non è più limitato soltanto all’aspetto estetico ma può essere scelto, acquistato o sbloccato dal giocatore in modo da adattarsi al suo stile di gioco. Si parla quindi di una suddivisione del corpo in due parti che permette quindi all’utente di valutare eventuali combo tra elementi che ne migliorano lo stealth, il combattimento o l’esplorazione.

Shadow of the Tomb Raider

UN NUOVO STILE DI GIOCO

Rispetto al passato, oltre a scalare la pareti rocciose adesso ci è data anche la possibilità di calarci con delle corde o di salire verso l’alto per avere una visuale migliore sulla mappa di gioco e, soprattutto, l’identificazione da parte dei nemici adesso non è più definitiva come prima ma si può rimediare in parte tentando di sparire nuovamente nell’oscurità della foresta. In questo modo è possibile rimediare nel caso in cui si venga scoperti ma per bilanciare questa possibilità, i nemici sono stati resi mediamente più aggressivi rispetto al passato. Questo si traduce in una maggiore cooperazione tra di loro in termini di strategia e accerchiamento, il che non può che rendere preferibile nelle maggior parte dei casi, almeno idealmente, un approccio silenzioso.

In termini di varietà delle situazioni invece, il gioco alterna in maniera piuttosto intelligente le parti più concitate ai filmati, momenti su binari a risoluzioni di enigmi, esplorazione e piccole boss fight. Tra le fila dei cattivi, non ci sono soltanto i mercenari ma tornano a fare la loro comparsa anche gli animali che, come nel caso del precedente episodio, vi daranno un po’ di filo da torcere in più di una situazione. Maggiore spazio viene dato anche alle fasi di esplorazione sott’acqua le quali, in perfetto stile Tomb Raider, non sono più ridotte alla sola funzione di ‘corridoio’ per andare da un punto all’altro ma appaiono ora più esplorabili e pericolose, non solo per la scarsità dell’ossigeno ma anche per la presenza di murene.

Nel corso della nostra prova abbiamo potuto notare con piacere come il cambio dei luoghi e delle ambientazioni non sia più vittima dei continui salti temporali a cui ci sottoponeva Rise of the Tomb Raider, ma piuttosto come riesca ad assumere una sua continuità in base agli eventi che vengono mostrati, apparendo così come il frutto di una fase di scrittura della sceneggiatura più oculata e accurata. La parte per così dire storica di questo episodio è relativa alle popolazioni mesoamericane del passato come i Maya e gli Inca che sono stati riprodotti nel pieno del loro stile e che riscontriamo maggiormente in grosse architetture e meccanismi del passato.

Si parla della popolazione Inca e allora come non citare Paititi, la leggendaria città perduta nascosta da qualche parte a est delle Ande, dove la nostra Lara si imbatterà e che fungerà da vero e proprio hub centrale di Shadow of the Tomb Raider. L’hub, il più grande mai visto nell’intera saga, fornirà nuovi equipaggiamenti, la possibilità di comprare e vendere oggetti, iniziare missioni secondarie e schierarsi in una delle due fazioni contrapposte della popolazione. Inoltre, in base al kit di vestiti indossato da Lara, potremmo ottenere vantaggi o missioni esclusive dai vari NPC sparsi per la città.

Shadow of the Tomb Raider

STILE PERSONALE

Shadow of the Tomb Raider è un videogioco molto intrigante che ci appare come sapientemente lavorato per adattarsi al giocatore come mai prima d’ora. L’intento di Eidos Montréal è stato quello di creare un’esperienza di gioco malleabile, capace di adattarsi all’utente e non viceversa. Per questo motivo ci sono grandi novità, a partire già dal livello di difficoltà, che non limita la scelta standard tra facile, normale e difficile ma che è suddiviso in tre parti: combattimento, puzzle ed esplorazione. Per ognuno di questi ci sono tre livelli di difficoltà, con un quarto che invece elimina completamente l’interfaccia. L’aspetto più intrigante è che sarete liberi di personalizzarli come preferite, per cui se desidererete dei combattimenti non troppo impegnativi ma una esplorazione il meno guidata possibile (senza pitture bianche a indicare gli appigli, senza istinto di sopravvivenza etc.) sarete liberi di farlo.

Rimane presente la tripartizione delle abilità potenziabili in ogni accampamento in esploratrice, guerriera e saccheggiatrice ma appare ora arricchita nelle scelte e meglio strutturata per una maggiore immedesimazione del giocatore nel personaggio di Lara. Lo stesso discorso permane anche per quanto riguarda le armi utilizzabili tra archi, pistole silenziate e fucili d’assalto, a ognuno è data la possibilità di esprimere al massimo il proprio stile di gioco e di godere di un’esperienza che è differente da quella di un altro giocatore.

Shadow of the Tomb Raider

Insomma, facendo tesoro delle esperienze di sviluppo passate, il team di Eidos Montréal è riuscito a lavorare con criterio e professionalità a questo terzo capitolo della serie reboot, innovando laddove era giusto svecchiare degli aspetti dello stile di gioco non troppo convincenti e rivoluzionandone degli altri senza però snaturare quello che è l’iconica forma ed espressione di un Tomb Raider.

Per scoprire se il team avrà fatto centro bisognerà però attendere il lancio di Shadow of the Tomb Raider, fissato al 14 settembre su PC, PS4 e Xbox One.