Call of Duty: Black Ops 4
Versione testata: PS4 Pro

Call of Duty: Black Ops 4 – Provata la closed beta su PS4 Pro

Dopo aver analizzato le novità presentate da Treyarch all’atto della sua presentazione, è finalmente giunto anche il momento di provare con mano Call of Duty: Black Ops 4. Dal 3 al 6 agosto infatti gli utenti PlayStation 4 hanno potuto beneficiare di una sessione di prova esclusiva in virtù degli accordi di marketing tra Activision e Sony, mentre i giocatori delle altre piattaforme dovranno attendere i prossimi giorni per provare lo sparatutto.

In attesa di provare anche l’attesissima modalità Battle Royale a settembre, abbiamo testato a fondo le principali novità del nuovo Call of Ca tra graditi ritorni e meccaniche completamente inedite. Scoprite come è andata insieme a noi di VGN.it con il nostro provato della closed beta di Black Ops 4.

Call of Duty: Black Ops 4

TRA RITORNI E NOVITÀ

Non può che risultare convincente la riproposizione della filosofia “boots on the ground” già apprezzata con Call of Duty: WWII che segna un ulteriore avvicinamento ai vecchi fan della storica saga o semplicemente verso quei giocatori stufi di esoscheletri, corse sui muri e jetpack. Un altro gradito ritorno, direttamente da Black Ops 3, è quello del sistema Pick 10 per la creazione di classi, che permette la più totale personalizzazione dell’armamento; una delle novità che salta all’occhio è lo spostamento degli shotgun tra le armi secondarie, mentre le wildcard (già viste in Black Ops 3) permettono ad esempio di scegliere un quarto accessorio per la nostra arma o una seconda specialità appartenente allo stesso gruppo. Anche i menu di gioco hanno subito un restyling che rendono l’interfaccia più moderna, con tanto di cursore in stile Destiny, mentre si registrano miglioramenti vari anche alla gestione del gruppo e relativa lobby.

La closed beta in questione è stata anche l’occasione giusta per provare una novità assoluta della serie, ovvero la rimozione della rigenerazione automatica della salute in favore di uno specifico accessorio con cui curarsi, che ha suscitato un discreto clamore da parte degli appassionati dello sparatutto. All’atto pratico il sistema funziona e garantisce un certo tatticismo agli scontri, a patto di utilizzarlo al momento giusto, visto che durante l’animazione di cura il personaggio sarà completamente in balia del fuoco nemico. Intelligentemente i ragazzi di Treyarch hanno impostato un recupero della salute non istantaneo ma graduale, permettendo comunque di avere la meglio su un nemico affrontandolo nuovamente durante il periodo di recupero mentre il cooldown di questa abilità evita il suo abuso parte dei giocatori. Il rovescio della medaglia è un time-to-kill fin troppo basso che dà origine al cosiddetto scambia-bare, che spesso rende del tutto superflua un’aggiunta così interessante.

Pur trattandosi di una beta siamo riusciti a provare tutte quelle che sono le principali novità presenti in Black Ops 4, con una serie di partite su mappe e modalità differenti. Oltre alle classiche Deathmatch a squadre o Dominio, quella più divertente è stata Cattura, nella quale le due squadre devono difendere a turno due zone dagli attaccanti nemici: si può vincere attaccando o difendendo con successo le due zone entro il tempo limite o portando a zero il numero di rinforzi avversari. Le altre modalità, pur riuscendo comunque a divertire, tendono a risultare confusionarie a causa degli spazi ristretti in cui si svolgono gli scontri, creando così una sorta di imbuto mortale da cui è difficile uscire indenni. Da segnalare anche un aumento considerevole del tempo di attesa nella lobby pre-partita, che può richiedere oltre sessanta secondi prima dell’inizio del match, in netta contrapposizione con la natura da “una partita veloce e via” che ha da sempre caratterizzato la serie.

Call of Duty: Black Ops 4

UNO SPECIALISTA PER OGNI OCCASIONE

Pur non trattandosi di una novità ma di un ritorno, la closed beta di Black Ops 4 ci ha permesso di testare a fondo i dieci specialisti e le loro abilità. A metà tra gli operatori di Rainbow Six: Siege e gli eroi di Overwatch (anche dal punto di vista del character design) gli specialisti rappresentano l’elemento di maggiore valore del nuovo FPS di Activision. La peculiarità di ciascuno di essi è senza ombra di dubbio quella di adattarsi a un gran ventaglio di situazioni e soddisfare qualsiasi esigenza, anche quelle più particolari, e gli stili di gioco: offensivo, difensivo o di supporto, le alternative come sempre non mancano. Nell’apposito menu dedicato sono presenti dei video tutorial in cui vengono illustrate nel dettaglio le caratteristiche degli specialisti. Ognuno di essi può contare su un’abilità unica che necessita di un periodo di tempo per poter essere utilizzata nuovamente e su una sorta di super che è attivabile accumulando punti derivanti da uccisioni, assist e completando obiettivi.

Tra quelli che abbiamo apprezzato particolarmente troviamo Ruin, che grazie al suo rampino può raggiungere velocemente un punto designato e può scatenare tutta la sua potenza con un potente attacco ad area, Torque, invece, oltre a piazzare del filo spinato che rallenterà i nemici è in grado anche di posizionare sul terreno una grossa barricata balistica per far fuoco e al tempo stesso ripararsi da quello nemico. Chi ama entrare nel vivo dell’azione apprezzerà sicuramente Battery, che vanta una certa somiglianza con Zarya di Overwatch, il cui potenziale offensivo è composto da una granata a grappolo e un potente lanciagranate mentre per chi ama giocare di squadra non troverà uno specialista migliore di Crash grazie alla distribuzione speciali munizioni che conferiscono più punti derivanti dalle uccisioni effettuate dai compagni di squadra e la possibilità di curarli istantaneamente dando loro anche una corazza aggiuntiva.

Call of Duty: Black Ops 4

PIÙ SPETTACOLARE, MA ANCHE CAOTICO

Prerogativa della serie è sempre stata quella di aver un gunplay frenetico e divertente, ben lontano da qualsiasi forma di simulazione; questa volta gli sviluppatori sono andati alla ricerca di una spettacolarizzazione che appare più di contorno che di gameplay. Lo testimonia l’inserimento delle schermate raffiguranti uno degli specialisti da noi scelti per comparire nella lobby multiplayer o la killcam che non si focalizza più l’uccisione decisiva, ma mostra la miglior giocata di quel un round o match. Spazio anche alle statistiche personali visibili questa volta anche durante il caricamento del match prima di un match multiplayer dove vengono mostrati alcuni dati relativi alla mappa e alla modalità a cui si sta prendendo parte. È chiara la volontà di Activision di avvicinarsi in un certo modo ad alcune meccaniche presenti nei titoli di punta del settore eSports, puntando a intrattenere i giocatori anche da un punto di vista scenografico.

Più spettacolare sì, ma una volta scesi in battaglia capita non di rado di ritrovarsi in un putiferio di proiettili ed esplosioni, specie in quelle in cui bisogna conquistare un obiettivo, rendendo le azioni di gioco molto confusionarie: non è difficile immaginare le cause di tutto ciò da ricercare soprattutto in una dimensione delle mappe non eccezionali e un time-to-kill decisamente basso. Non è un caso che su mappe più ampie la situazione migliora sensibilmente ma rimane un problema di fondo che andrà comunque discusso per non rendere le partite caotiche o frustranti. Quelle presenti in questa versione di prova non ci hanno entusiasmato pur vantando una buona conformazione con tanti percorsi da sfruttare per colpire alle spalle il nemico. Il problema è che spesso e volentieri l’azione si stagna in determinati punti della mappa a discapito di una dinamicità che tende a esaurirsi non appena una delle due squadre prende il sopravvento. Ed è un peccato perché dal punto di vista del level design alcune di queste offrono spunti interessanti come Contraband, con tanto di scontri a fuoco sott’acqua, o Frequency che porta i giocatori a fronteggiarsi in quello che appare come una sorta di centro di ricerca.

Call of Duty: Black Ops 4

DIFETTI STORICI

Oltre al già citato problema delle mappe, abbiamo riscontrato anche quelli che sono i difetti storici che la serie si trascina dietro nel corso degli anni tra cui un sistema di respawn che in più di un’occasione ci ha visti rientrare in partita salvo poi venire eliminati in tempo zero senza la possibilità di rispondere al fuoco avversario. Ma in termini più generali il grosso delle problematiche deriva da un bilanciamento di accessori e armi non propriamente perfetto, con mitragliette che ci sono sembrate decisamente troppo potenti al contrario di alcuni fucili di assalto. Da rivedere anche la gestione delle hit-marker e l’annosa questione che sembra premiare i giocatori dotati di una buona connessione: in più di una circostanza non siamo riusciti a eliminare un avversario anche anticipando nettamente la sua reazione durante lo scambio di proiettili.

Treyarch avrà quindi bisogno di trovare un giusto compromesso anche per quanto riguarda gli eroi e da parte nostra non manca qualche appunto derivante dall’eccessiva potenza dell’abilità speciale di Ruin o da quanti giocatori sceglieranno effettivamente di usare uno specialista come Crash. Niente che un buon lavoro di bilanciamento non possa risolvere ma è evidente che anche in questo caso tutto è legato al sottile file che lega tutti gli elementi di gioco e che, oltre a dati e statistiche, dovrà seguire anche il feedback dei giocatori. Ma d’altronde quella da noi testata è una versione che non rispecchia appunto la qualità del prodotto finito e non possiamo che essere fiduciosi sul di alcuni degli aspetti che al momento appaiono meno riusciti.

Call of Duty: Black Ops 4

La prima prova con mano di Call of Duty: Black Ops 4 ci è parsa tutto sommato positiva pur mostrando una serie di mancanze che non ci hanno convinto pienamente. Da un lato l’inserimento degli specialisti e il ritorno di alcune caratteristiche provenienti dal precedente episodio, tra cui il sistema di creazione classi Pick 10, riporta lo sparatutto alle sue origini ma dall’altro permangono quelli che sono i difetti storici della serie tra cui un time-to-kill troppo basso e certi aspetti del bilanciamento che speriamo vengano sistemati già a partire dalle prossime versioni di prova. Per il resto Black Ops 4 si conferma un FPS divertente e fedele a quello che sono i suoi dogmi; la propensione verso la scena competitiva data da Treyarch con il ritorno degli specialisti risulta interessante così come l’aver proposto alcune feature più tattiche come la rigenerazione manuale della salute. Tutte novità che sulla carta appaiono interessanti ma che si riveleranno vincenti se gli sviluppatori riusciranno a inserirle nella giusta maniera nell’ecosistema di gioco.