PES 2019 - Coutinho
Versione testata: PS4 Pro

PES 2019 provato in anteprima su PS4 Pro

Qualche giorno prima di testare con mano le potenzialità del nuovo FIFA 19, abbiamo partecipato al Pre-Season Press Tour di PES 2019, prossimo capitolo della saga calcistica di Konami che abbiamo avuto modo di provare approfonditamente per oltre tre ore all’interno degli studi milanesi di Halifax. Per l’occasione, ci è stato possibile assistere a una presentazione delle novità in ambito di gameplay tenuta da Lennart Bobzien, brand manager di PES per l’Europa, che ci ha illustrato i cardini della nuova simulazione della casa giapponese.

Durante la presentazione, il responsabile ci ha parlato della partnership con l’FC Internazionale, che ha portato a una versione esclusiva del gioco realizzata in collaborazione con la squadra nerazzurra, oltre alla conferma della demo di cui vi abbiamo annunciato l’arrivo nelle scorse ore. Scopriamo insieme, dunque, quali sono le novità più importanti di questa edizione di Pro Evolution Soccer, dopo la prova di una build PS4 molto vicina alla demo che sarà pubblicata ad agosto su PC e console.

SUBITO IN CAMPO

Dopo l’infarinatura generale da parte degli sviluppatori, ci siamo dunque gettati sul campo virtuale della Veltins-Arena, stadio dello Schalke 04 che il team ha scelto di mostrare insieme al consueto Camp Nou del Barcellona. Si tratta di un teatro perfetto per mettere in risalto una delle principali innovazioni a livello tecnico: la tecnologia Software Enlighten, che ha permesso al team di sviluppo di replicare l’effetto delle ombre in modo dinamico, e cioè in base alla posizione della luce solare e di quelle artificiali dei fari, così da rendere decisamente più realistico il colpo d’occhio. Il risultato, specialmente nelle partite diurne, è davvero notevole e conferma gli evidenti passi in avanti compiuti dal team nella realizzazione di un comparto grafico di altissima qualità.

Undici le squadre disponibili nella versione da noi testata: oltre al solito Barcellona del testimonial Coutinho, c’è stato spazio anche per provare Colo Colo, Flamengo, Inter, Liverpool, Milan, Monaco, Palmeiras e Schalke 04, in aggiunta alle squadre nazionali di Francia e Argentina. Un buon pretesto per osservare più da vicino il nuovo set di animazioni e soprattutto i nuovi volti dei giocatori più importanti, come Icardi per l’Inter, su cui una agenzia esterna specializzata nello scanning 3D ha lavorato nel tentativo di sfruttare la potenza del FOX Engine e offrire quel tocco di realismo in più nelle animazioni ed espressioni facciali dei giocatori.

Pad alla mano, PES 2019 ha quel un tocco di familiarità che permette a coloro che hanno apprezzato gli episodi precedenti di trovarsi a proprio agio sin dalle prime battute, ma ciononostante riesce a mostrare chiaramente le novità principali della sua simulazione: la prima riguarda il “peso”, l’intensità e se vogliamo la velocità con cui il giocatore è capace di sviluppare un’azione, e in questo senso, oltre alla fisica del pallone e il ritmo leggermente più compassato rispetto alla concorrenza, parte del merito è certamente della tecnologia Visible Fatigue, che permette di assistere a una dinamica riduzione dello stato di forma del giocatore.

Ogni calciatore si affatica progressivamente in base al suo impiego in campo, e nel caso insistiate particolarmente nel passare la palla a un giocatore stanco o a effettuare uno scatto con un atleta privo di energie, rischierete molto più spesso di incappare in un infortunio. Fortunatamente, grazie al nuovo sistema Quick Substitutions preso in prestito dalla serie FIFA, potrete effettuare sostituzioni rapide con la pressione di pochi tasti durante le battute di arresto, come rimesse e calci d’angolo.

PES 2019

CONTRASTI E TOCCHI DI PRIMA

Nel complesso, PES 2019 sembra puntare maggiormente al realismo rispetto alla serie di Electronic Arts, con una fisica della palla che ci è parsa infatti molto più “pesante”, accompagnata da una IA ora perfettamente in grado di supportare la squadra con azioni corali e strategie che tentano di sfruttare la sinergia tra i calciatori e uno stile di gioco variabile in base all’undici titolare che metterete in campo. Così, mentre il Barcellona si diletta nei passaggi sullo stretto tentando di sfinire gli avversari fino a trovare il varco giusto, nel caso del Liverpool la CPU tenta con frequenza di innescare la velocità di Salah per andare a rete.

Negli scontri tra le varie squadre, abbiamo appurato come la nuova gestione dei contrasti sia molto più realistica e avvincente: messe da parte le assurde compenetrazioni che caratterizzavano i modelli poligonali nelle passate edizioni, la tecnologia First Touch Impact si basa sulla posizione del corpo, la direzione e velocità della sfera e una moltitudine di altri elementi per migliorare ulteriormente l’impatto del Full Body Touch nell’economia del gameplay. Una gestione così dinamica della sfera sarebbe stata fine a sé stessa senza un sistema di dribbling che tenesse conto della posizione del corpo del giocatore, oltre alle peculiarità stesse del calciatore in uso, per dar vita a nuove movenze e animazioni ancora più verosimili.

PES 2019

In questo senso, Konami ha ulteriormente ampliato il parco abilità introducendo tecniche come il no look pass e portando a quasi quaranta le “specialità” per i calciatori più famosi. Eludere le tattiche difensive degli avversari non è semplice, ma quando riuscirete finalmente a prevalere, magari con un tocco di fino, un uno-due o un lancio filtrante, il senso di appagamento che proverete sarà decisamente elevato. Come nel caso del più recente capitolo di FIFA, anche PES ha studiato un nuovo sistema che gestisce le conclusioni a rete, con meccaniche inedite e una serie di animazioni basate sulla posizione del corpo, la velocità e direzione della sfera, ma anche le condizioni del manto erboso, la sua lunghezza e l’eventuale influenza di agenti atmosferici come pioggia e neve.

Sebbene non ai livelli di complicazione del nuovo sistema di FIFA 19, anche in PES 2019 la gestione dei tiri è più complessa che in passato, ma ciò che preoccupa maggiormente è un’intelligenza artificiale dei portieri che, allo stato attuale, non risulta all’altezza: laddove negli altri reparti la CPU sembra godere di un acume tattico di tutto rispetto, nella gestione dei portieri ci sono incredibili lacune che, anche nell’uno contro uno, vedono il portiere attendere che un attaccante completi la sua volata e si prepari alla conclusione prima di valutare una possibile uscita dallo specchio della porta. Nella maggior parte dei casi, ci siamo trovati di fronte a strafalcioni davvero inspiegabili, e non siamo sicuri che dopo aver provato una versione tecnicamente “avanzata” come questa (e con la demo ormai in dirittura d’arrivo), Konami abbia effettivamente il tempo di intervenire sul miglioramento dei portieri in tempo per il lancio sul mercato.

A TESTA ALTA SENZA CHAMPIONS

Insomma, nonostante la pesante assenza delle competizioni UEFA (sia Champions che Europa League sono infatti passate alla concorrenza) e una serie di campionati su licenza che hanno ben poca rilevanza per gli utenti del vecchio continente, le premesse per un simulatore calcistico di rilievo ci sono tutte. Dopo la seconda prova con mano, non posso che confermare le impressioni sul maggior senso di realismo offerto da PES 2019 rispetto a FIFA, sebbene nella scelta di uno o l’altro titolo calcistico giocherà moltissimo anche l’annuncio delle novità per la modalità myClub, che ancora una volta ha preso spunto dalla produzione di EA Canada, e della sempreverde Master League, su cui al momento vige il massimo riserbo.

L’appuntamento con PES 2019 resta fissato al 28 agosto su PC, PlayStation 4 e Xbox One, con le versioni per piattaforme old-gen che sono state definitivamente abbandonate per permettere al team PES Production Team di concentrare tutte le risorse sul miglioramento di quelle principali.