The Legend of Zelda: Link’s Awakening, il ritorno minimalista di una grande avventura

Ventisei anni dopo, arriva il remake del capitolo lanciato da Nintendo sulla storica console portatile Game Boy.

Indubbiamente uno dei titoli più attesi del 2019 di Switch, abbiamo finalmente messo le mani e provato la demo di The Legend of Zelda: Link’s Awakening. Aspettando l’uscita dell’attesissimo seguito di Breath of The Wild, abbiamo provato con mano il remake di Link’s Awakening, il celebre capitolo portatile della serie uscito su Game Boy ben ventisei anni fa.

Quella di mettere sul mercato un remake è un’operazione non certo nuova a Nintendo ed è pensata principalmente per far conoscere alle generazioni più giovani gli episodi meno recenti della serie, forti di una veste grafica moderna pur mantenendo intatto il loro scheletro. Ecco tutto ciò che dovete sapere sul remake del celebre capitolo uscito su Game Boy nel lontano 1993!

UNA CASETTA PICCOLA COSÌ

Le premesse per un ottimo lavoro non mancano: già in passato, con Wind Waker su Wii U e Ocarina of Time su 3DS, Nintendo aveva infatti dimostrato una grande capacità nel rimettere mano ai suoi capolavori del passato. Nel caso di quest’episodio, trattandosi di un’avventura con visuale isometrica e dai toni molto fanciulleschi, lo stile che è stato scelto è molto minimale, con colori luminosi, una forte predominanza di riflessi e colori caldi e confortanti.

Il gioco è davvero molto carino da vedere ma forse, per essere su console (lo abbiamo provato in versione TV, ndr), non riesce a convincere fino in fondo o meglio, a esprimere al massimo il suo potenziale. L’idea che ci siamo fatti è di un gioco che sarebbe stato fenomenale, per semplicità del sistema di controllo e bontà dell’avventura, su mobile, in primis per la presenza di touchscreen di qualità nettamente superiori a quello di Switch. Sulla console di Nintendo, invece, il piccolo Link non brilla come avremmo sperato, pur mantenendo comunque uno stile piacevole da vedere che però, scalato alla risoluzione di 720p in modalità portatile, potrebbe risultare decisamente più spento.

ALL’AVVENTURA!

L’inizio della demo coincideva esattamente con l’inizio dell’avventura, pertanto abbiamo preso i comandi del piccolo Link subito dopo l’essere naufragato su un’isola misteriosa. L’inizio è dei più classici per chi ha familiarità con la saga e ci invita, dopo il nostro risveglio, a recuperare i due oggetti che saranno fondamentali per una permanenza felice sull’isolotto. Armati dunque di spada e scudo, abbiamo assecondato la nostra indole avventuriera esplorando la baia e il bosco adiacente, alla ricerca di nuovi dettagli sulla misteriosa isola e la sua storia.

Il gameplay è volutamente semplice e ridotto all’osso e quindi, di conseguenza, molto facile da assimilare. Le animazioni sono molto carine da vedere e ricordano quelle degli episodi usciti su 3DS, mentre il comparto audio risulta decisamente piacevole: gli effetti dei nostri colpi, il rumore metallico delle parate con lo scudo e la colonna sonora che ci accompagna contribuiscono a creare un clima rilassato e gustoso.

UN DESIGN DOLCE

Come ogni capitolo della serie che si rispetti però, la progressione porta con sé diversi miglioramenti e nuove possibilità: in particolare, gli oggetti di cui potremo disporre più avanti nell’avventura torneranno molto utili per esplorare zone del mondo altrimenti inaccessibili e superare alcune fasi più ostiche. Link’s Awakening non ci è sembrato mai voler esagerare nella difficoltà ma richiede comunque un minimo di padronanza e coordinazione delle nostre mosse.

Nella nostra prova, siamo riusciti a raggiungere il primo dungeon che farà parte di Link’s Awakening, giusto il tempo di spingere qualche blocco che ostacolava il nostro cammino e fare attenzione al pavimento che crolla dopo il nostro passaggio, senza dimenticare il fastidioso Hardhat Beetle che non può essere ucciso se non spingendolo, con un colpo di spada, fino a farlo cadere nel vuoto. Cerchiamo di procedere quanto più velocemente possibile per superare le prime aree e arrivare al cospetto del boss, ma c’è una chiave da raccogliere, altri nemici da sconfiggere e persino un mini-boss come Rolling Bones da affrontare prima di giungere dinanzi a Moldorm. A quel punto, però, i quindici minuti concessi da Nintendo per la prova di The Legend of Zelda: Link’s Awakening sono giunti al termine, lasciandoci con un’incredibile voglia di tornare nel dungeon per completare il nostro compito.

E a proposito di dungeon, sarà interessante vedere come una delle novità principali del remake, appunto l’editor di dungeon personalizzati, sarà in grado di dare nuova linfa a un episodio che, probabilmente, non è da annoverare tra quelli più riusciti della serie. In ogni caso, questa riedizione merita di essere giocata e fatta giocare anche ai più piccoli, i quali, grazie alla nuova veste grafica, potrebbero avvicinarsi per la prima volta a uno dei franchise videoludici più belle di sempre.

E poi chissà, magari dopo questo esperimento, Nintendo si deciderà finalmente a offrire ai fan di Zelda un’alternativa a Super Mario Maker per creare avventure personalizzate per il prode Link. Fino ad allora, ricordiamo che The Legend of Zelda: Link’s Awakening sarà disponibile in esclusiva su Nintendo Switch il prossimo 20 settembre.