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Oceanhorn: Monster of Uncharted Seas

Quando si attinge a piene mani da immensi capolavori, qualunque sia l’ambito di appartenenza, c’e sempre il rischio di esagerare e rovinare idee che, magari, avrebbero potuto avere un seguito migliore mantenendo una propria originalità e lasciando quindi da parte ogni fonte di ispirazione. Un rischio che i ragazzi di Cornfox & Bros. hanno invece deciso di correre fin dall’inizio con Oceanhorn: Monster of Uncharted Seas, titolo che senza mezzi termini ambisce ad emulare con veemenza la saga di The Legend of Zelda, con riferimenti piuttosto espliciti a vari capitoli della serie.

Detta così su due piedi l’azzardo potrebbe sembrare anche fin troppo elevato per uno studio così piccolo e senza particolare esperienza, ma tutto sommato, dopo diverse ore passate sul titolo, possiamo dire che il risultato finale è senza dubbio superiore alle (basse) aspettative iniziali.

Oceanhorn: Monster of Uncharted Seas

THE LEGEND OF OCEANHORN

L’avventura di Cornfox & Bros., nella nostra prova giocata su Nintendo Switch (ma ricordiamo che il titolo è già disponibile su PS4, PC e mobile dallo scorso inverno) comincia con il padre del protagonista che appare in sogno al proprio figlio, invitandolo a intraprendere una pericolosa battaglia con il temibile Oceanhorn, enorme mostro robotico dalle fattezze simili a un ragno. Al risveglio dal sogno, il ragazzo si trova nella sua tenda completamente solo, con la necessità di ritrovare il padre e intraprendere a sua volta l’avventura che inevitabilmente lo porterà allo scontro con la pericolosa creatura.

Le fasi iniziali mostrano una delle prime somiglianze con le avventure di Link: la visuale è infatti isometrica, e con una veste particolarmente fumettosa che ricorda tantissimo il superlativo The Legend of Zelda: A Link Between Worlds (a sua volta riedizione dello storico The Legend of Zelda: A Link to the Past). Ma le somiglianze con le opere di Eiji Aonuma non finiscono qui perché il piccolo protagonista, oltre a impugnare una spada e uno scudo peraltro non disponibili sin da subito proprio come accade sempre anche a Link, può muoversi per le isole del mare che compongono l’universo di gioco con una barca, all’apparenza alla stessa stregua di quanto visto in The Legend of Zelda: The Wind Waker.

Tutto qui direte voi? Non esattamente, perché ci sono altri dettagli di contorno che cercano di emulare in tutto e per tutto i capolavori Nintendo: alcune musiche di accompagnamento, veramente belle ed epiche, la struttura dei menu, la veste grafica e altri piccoli ma significativi dettagli che non smettono mai di ammiccare alle avventure vissute a Hyrule.

Per esempio esiste il sistema dei cuori, che se collezionati aumentano la vita complessiva dell’eroe, oppure ci sono i cespugli, che se colpiti con la spada possono nascondere monete, utili all’acquisto di potenziamenti o ricariche di vario genere. È presente un arco, che nel momento in cui viene trovato permette di colpire determinati bersagli che consentono di accedere a zone fino ad allora inaccessibili. È presente persino la sciabola di corallo (che come la spada suprema di Zelda rappresenta l’arma più potente del gioco), che vi richiederà di intraprendere una quest specifica per impossessarvene. Non mancano nemmeno gli scrigni, sparsi per la varie isole e spesso ben nascosti, che possono contenere monete ma anche chiavi necessarie ad aprire porte altrimenti insuperabili. Insomma un richiamo dietro l’altro al brand di Zelda, quasi come se si trattasse di un tributo o una dichiarazione d’amore da parte di Cornfox & Bros. ai capolavori della casa di Kyoto.

Oceanhorn: Monster of Uncharted Seas

IL GEMELLO DI THE WIND WAKER

Le prime fasi in barca, spostandosi da un’isola all’altra, effettivamente ricordano molto l’approccio di The Wind Waker, uno degli episodi di Zelda sicuramente più apprezzati dagli appassionati della saga, ma anche tra i più controversi e criticati per una serie di scelte operate da Nintendo in fase di sviluppo che furono all’epoca molto discusse. La verità è che l’universo di gioco di Oceanhorn: Monster of Uncharted Seas è solo lontano parente di quello appartenente al piccolo Link, in particolare per la sua estensione, dato che l’oceano non è assolutamente percorribile liberamente: la scelta della destinazione va effettuata prima di iniziare il viaggio in barca, dopodiché l’imbarcazione procederà per la sua strada fino alla meta in maniera totalmente automatica, e potremo solamente controllare la sua potenza di fuoco per sconfiggere qualche improbabile mostro di mare.

Quello che in un primo approccio sarebbe potuto sembrare un enorme open-world si rivela nei fatti un semplice sandbox, dove tutte le isole fungono da sezioni chiuse, come fossero dei veri e propri piccoli dungeon, e l’unica libertà è data dalla scelta dell’isola da iniziare a esplorare per prima tra quelle scoperte fino a quel momento.

UN LEVEL DESIGN ESPLORATIVO

Il piccolo protagonista può liberamente aggirarsi per le isole, combattendo con spada e scudo le varie tipologie di nemici (non troppe a dir la verità) che occupano i territori sconosciuti. Ma il vero punto forte della produzione non risiede tanto nel gameplay in senso stretto, comunque piuttosto limitato anche se funzionale allo scopo, quanto nel level design grazie al quale tutta l’avventura è collegata fino allo scontro finale. L’architettura delle isole è davvero molto curata tra passaggi segreti, scorciatoie, ricerca di particolari oggetti e un’esplorazione sempre molto intensa che si riflette in un livello di sfida anche piuttosto alto e appagante. Sia chiaro, nonostante i tanti elementi presi in prestito dalla saga di Zelda da parte di Cornfox & Bros., in nessun momento si avverte la sensazione di avere tra le mani un capolavoro paragonabile alle opere firmate Nintendo, ma in definitiva il titolo si rivela molto godibile nelle sue circa dieci ore necessarie al completamento dell’avventura (per ottenere il 100% di tutte le isole il tempo necessario è circa il doppio), in particolare se i capitoli di The Legend of Zelda sono tra i vostri titoli preferiti.

Il nostro test, svoltosi su Nintendo Switch, premia anche la realizzazione tecnica di Oceanhorn, che sebbene non mostri picchi grafici stratosferici è molto ben realizzato anche grazie ai 60 frame per secondo, piuttosto costanti in ogni occasione. Il titolo gira a una risoluzione di 720p in modalità portatile, per poi passare a 1080p nativi in modalità docked con una resa sul TV di buon impatto. Sono presenti anche diverse chicche grafiche che mostrano la cura con cui è stato realizzato Oceanhorn: Monster of Uncharted Seas, come riflessi in tempo reale sul mare di tutti gli elementi a schermo e le ombre dinamiche di tutta la vegetazione in movimento.

Oceanhorn: Monster of Uncharted Seas
GIUDIZIO
Se state cercando un titolo da giocare durante l’estate su Switch, magari da portarvi in vacanza sfruttando anche la portabilità della console Nintendo, e in particolare vi piacciono le avventure à la Zelda, probabilmente avete trovato l’acquisto che fa al caso vostro. Oceanhorn: Monster of Uncharted Seas è un'avventura divertente, sicuramente impegnativa e discretamente longeva, oltretutto venduta a un prezzo molto invitante (14,99 euro). L’unico consiglio che possiamo darvi è di non aspettarvi un vero e proprio clone di Zelda, dato che la struttura dei capolavori Nintendo è presa solo come spunto, sebbene con riferimenti molto espliciti, per poi arrivare a una produzione infinitamente inferiore sia dal punto di vista della vastità che dei contenuti, rimanendo comunque godibile in particolare per partite mordi e fuggi, magari al mare tra un bagno e l’altro.
GRAFICA
7.7
SONORO
8.5
LONGEVITÀ
7.8
GAMEPLAY
8
PRO
Molti elementi presi dalla saga di Zelda
Level design molto ispirato
Perfetto in assetto portatile
Prezzo interessante
CONTRO
Gameplay un po’ troppo basilare
Spostamenti tra le isole un po’ limitati
8
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