Due anni di Switch: com’è cambiata la nostra vita da giocatori grazie alla console di Nintendo

Due anni di Nintendo Switch

Due anni fa, dopo pochi mesi dal suo annuncio ufficiale Nintendo dava in mano ai giocatori di tutto il mondo la settima console della sua storia, conosciuta dapprima con il nome di Nintendo Fusion, poi identificata con il nome in codice di Nintendo NX, e infine giunta sul mercato con il nome, quanto mai azzeccato, di Nintendo Switch. Per festeggiare il secondo anniversario della console ibrida della casa di Kyoto, abbiamo deciso di ripercorrere la genesi di questa piattaforma così particolare e il modo in cui ha cambiato il nostro modo di giocare, giorno dopo giorno.

Parlando per la prima volta della console, il compianto Satoru Iwata affermò che sarebbe stato un hardware completamente nuovo e con un concept del tutto inedito. Aveva ragione.

L’EREDITÀ DI WII U

La curiosità attorno a Fusion/NX/Switch era forte visto anche l’andamento delle vendite di Wii U, che non hanno saputo minimamente eguagliare quelle impressionanti di Wii, complici una serie di fattori che hanno creato non poca confusione agli stessi acquirenti. Basti pensare a tutti quei negozi che riportavano sugli scaffali avvisi sulla compatibilità dei titoli, illustrando come i giochi per Wii U non fossero compatibili con Wii mentre quelli per Wii fossero compatibili con Wii U (a patto però di possedere Wii Remote e Sensor Bar, non inclusi nel pacchetto base ma acquistabili separatamente).

Scelte discutibili di brand e marketing a parte, un altro problema cronico che ha caratterizzato il fallimento di Wii U fu la mancanza di software di terze parti: Nintendo infatti ce l’ha messa tutta per sfruttare al massimo l’hardware della sua console e le possibilità offerte dal suo controller, ma non era abbastanza. Mancavano comunque i giochi di sviluppatori esterni, che sono arrivati troppo tardi e solo su eShop, un negozio digitale certamente ricco di piccole perle indie che però non hanno aiutato le vendite della console visto il suo destino già segnato.

Con Nintendo Switch, la musica è cambiata, con la casa giapponese che ha voluto mettere le cose in chiaro sin da subito: pieno supporto degli sviluppatori esterni e una console ibrida utilizzabile sia in mobilità che a casa collegandola alla TV di casa attraverso un dock apposito.

Nintendo aveva sulle spalle una pesante eredità e Switch doveva essere la sintesi di tutto questo. Dubbi e perplessità non sono di certo mancati: durante la presentazione ufficiale di Switch si era visto poco, quantomeno per quanto riguarda i giochi, mentre l’attenzione era tutta puntata sulle modalità di utilizzo della console e su come si potesse giocare in una sorta di continuità mobile-casa-mobile senza interruzioni o senza modifiche all’hardware.

Non sono mancati i meme su questo aspetto, ma si tratta della “parte bella dell’internet” e va citata per completezza storica.

Karen!

IL MOMENTO DELLA VERITÀ

Passata la presentazione ufficiale non sarebbero poi trascorsi molti mesi dalla messa in vendita della console: Nintendo ha iniziato ad abituarci a date di lancio vicinissime agli annunci ufficiali e quindi dal 20 ottobre 2016 passiamo direttamente al 3 marzo 2017, giorno che ha visto in tutto il mondo il debutto della nuova console.

Fatemi per un attimo aggiungere un appunto personale: sono un fanatico dei “day-one”, per una qualche strana malattia devo necessariamente acquistare le console il giorno stesso dell’uscita, e per “devo” significa che ho passato ore in coda davanti ai negozi aspettando l’apertura dei vari punti vendita. Con l’affermarsi delle vendite online (leggasi: da quando c’è Amazon in Italia) le cose sono un po’ diverse e possiamo liberamente sperare di riuscire a fare il pre-order online e ricevere tutto comodamente a casa nel giorno dell’uscita ufficiale.

Basta quindi code al freddo, basta pioggia e soprattutto niente più vergognose file ad aspettare l’apertura di un negozio. Switch l’ho ordinata immediatamente nella versione grigia, salvo poi disdire il pre-order originale a favore della colorazione Neon Rosso/Blu, per poi optare di nuovo per la versione grigia… insomma, nell’indecisione ho prenotato tutte e due le versioni, sperando di riuscire a decidermi con l’avvicinarsi della data d’uscita.

Poi, il colpo di scena: decido di disdire entrambe le versioni e acquistare solo la mia copia di The Legend of Zelda: Breath of the Wild, ma finisco per passare il day-one di Switch senza console, nella speranza di una sorta di “visione” o “ispirazione” che potesse indicarmi la via: il più freddo grigio o il più estroso neon colorato. Intanto, avevo a casa la mia copia di Breath of the Wild ma non potevo giocarci. Non certo il day-one che avevo immaginato all’annuncio di Switch…

In effetti avrei dovuto comprarlo per Wii U…

Terminato l’angolo delle confessioni, torniamo a occuparci di Nintendo Switch: la piccola console poco dopo l’uscita ha iniziato a regalarci una serie infinita di emozioni inanellando, uno dietro l’altro, tutta una serie di successi incredibili. Breath of the Wild, Mario Kart 8, ARMS, Splatoon 2 e Super Mario Odyssey sono solo alcuni dei titoli first-party che hanno monopolizzato le attenzioni dei giocatori, a cui sono seguiti in supporto anche software house esterne come Ubisoft, che sulla console di Nintendo ha sfornato un capolavoro come Mario+Rabbids: Kingdom Battle. Non sono mancati poi numerosi prodotti su eShop, che vanno dalla ripubblicazione di vecchi titoli arcade a nuove esperienze e titoli indie che hanno trovato nella console di Nintendo nuova linfa vitale.

Alcuni dei titoli previsti nei primi mesi di vita di Nintendo Switch.

Molti titoli presenti già nello shop di Wii U sono stati dirottati verso la nuova console di Nintendo e hanno finalmente ottenuto l’attenzione meritata. Così, col passare del tempo l’attenzione verso Switch si è fatta sempre più alta e molte software house hanno iniziato a bussare alle porte della casa di Kyoto, che le ha accolte con un inchino e un devkit della console per mettersi all’opera su nuovi giochi. Nemmeno troppo lentamente sono arrivati una seconda ondata di titoli che prima pensavamo fossero impossibili tanto da realizzare quanto da vedere sul piccolo grande schermo di Nintendo Switch.

Giochi del calibro di DOOM, Wolfenstein, Dark Souls Remastered e persino Assassin’s Creed (via cloud) si sono fatti largo nello schermo da 6,2 pollici della console, che ha dimostrato come ogni gioco possa vivere una nuova vita sulla piccola piattaforma ibrida di Nintendo. La portabilità è probabilmente un aspetto determinante: il solo fatto di aver sempre con sé i propri titoli preferiti e poi continuare liberamente la partita una volta arrivati a casa è una forte componente a favore della macchina di Nintendo. Ammetto di aver acquistato Skyrim nuovamente solo per il gusto di giocarlo ancora una volta ovunque mi trovassi, e che molti titoli disponibili anche su PS4 o Xbox One ho preferito averli su Switch, anche a scapito di una resa grafica ottimale, pur di godere di quell’esperienza di gioco in qualsiasi frangente.

Hai mai fatto un sogno tanto realistico da sembrarti vero? E se da un sogno così non dovessi più svegliarti? Come potresti distinguere il mondo dei sogni da quello della realtà?

DUE ANNI DI SUCCESSI

Due anni dopo la situazione è decisamente a favore di Nintendo che prosegue a gonfie vele annunciando valanghe di nuovi prodotti nei suoi Direct e facendoceli trovare dopo pochi mesi su eShop. Sempre più spesso e volentieri abbiamo potuto provare diversi prodotti tramite Network Stress Test o simili, mentre versioni dimostrative e free-to-play come Fortnite e Warframe hanno iniziato a popolare lo shop, che ha così visto l’invasione in massa di titoli indie capaci di vendere più su Nintendo Switch che su qualsiasi altra piattaforma.

La base installata in costante crescita ha dato fiducia a sviluppatori e alla stessa casa giapponese, che dopo il mancato successo di Wii U aveva davvero bisogno di rialzarsi ed è stata premiata per la sua capacità di andare controcorrente, distaccarsi dalle logiche di mercato e creare un nuovo segmento che ispirasse gli altri a “emularne” la strategia.

Un aspetto che forse è passato un po’ in secondo piano è quello delle capacità offerte dai Joy-Con: se nei primi mesi di vita della console si era puntato molto sulle funzioni dei due controller in miniatura e sul loro utilizzo alternativo in ogni gioco (1-2-Switch su tutti), lentamente gli sviluppatori sembrano aver quasi dimenticato le possibilità offerte dalle periferiche, che sono tornate a essere viste come semplici controller la cui unica funzione utilizzata è lo straordinario HD Rumble.

Certamente sfruttare appieno le caratteristiche di Switch senza intervenire pesantemente sullo sviluppo non è facile, specialmente se si tratta di porting di titoli già esistenti, ma non possiamo non notare con un certo rammarico come l’unico utilizzo alternativo dei Joy-Con sia stato dato da Nintendo con il suo Labo. Tuttavia, per analizzare la questione dovremmo aprire una parentesi davvero enorme, che abbiamo già trattato più volte in queste pagine. Se siete interessati a una analisi più approfondita, vi rimandiamo al nostro speciale sulle origini di Labo a alle primissime impressioni sulla nuova creatura di Nintendo.

L’affermarsi di Switch e la fiducia data a essa da giocatori e sviluppatori ha fatto sì che la console potesse affermarsi nel mercato attuale e rivaleggiare in una maniera del tutto differente con le altre piattaforme disponibili. Forse per il fatto di non essere vista come una vera minaccia dopo l’insuccesso di Wii U, la piccola console di Nintendo appariva come un possibile fallimento ma ha dimostrato a tutti il contrario. Proprio di recente, si sono visti i primi segnali di avvicinamento, dialogo e collaborazione tra le tre grandi, con una storica apparizione dei tre leader di Microsoft, Nintendo e Sony sul palco dei The Game Awards.

Il cross-play tra console “rivali” è una realtà che sta diventando sempre più normalità e le recenti voci che vogliono un qualche tipo di stretta collaborazione tra Nintendo e la casa di Redmond si fanno sempre più incessanti (di recente, i personaggi di Splatoon 2 sono apparsi nell’interfaccia di Xbox One). Qualunque sia il futuro, siamo pronti ad accoglierlo perché sembra davvero molto promettente. E se lo dicono loro…

Tasto destro, salva. Tasto destro, imposta come sfondo.

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Proseguiamo ora con le esperienze personali di alcuni membri della redazione di VGN, cercando di analizzare come Nintendo Switch sia entrato nostre abitudini con i suoi pregi e difetti.

Gaspare Belmonte

Sebbene non abbia acquistato Switch al suo lancio, ho fin dalla presentazione creduto nel potenziale della console, in Nintendo e nalla sua visione rivoluzionaria nel modo di giocare. Si, perchè Switch è una console fuori dagli schemi per le sua possibilità portatili che offre ai giocatori. Si sente spesso che i videogiochi e le console allontanano le persone, isolandole in 4 mura domestiche ma, Nintendo, con Switch ha voluto in un certo senso abbattere questo pregiudizio creando appunto un hardware in grado di far giocare tutti e insieme: bastano un paio di Switch che un’intera comitiva può dar vita a partite divertitenti da party o anche competitive o dar vita alla propria creatività (pensate a Nintendo Labo) in qualsiasi luogo, a casa in famiglia, in ufficio con i colleghi e persino al parco con amici. I momenti che più mi hanno fatto amare questa console sono un’intera redazione alle prese con un torneo di Mario Kart Deluxe 8 su un banchetto di fortuna durante una fiera a Milano e una sessione co-op a 4 mani su Lovers in a Dangerous Spacetime su un tavolino di un bar durante la pausa pranzo. Dopo 2 anni penso che Nintendo abbia già vinto la sua scommessa Switch, una scommessa in cui a vincere siamo stati principalmente noi nel trovare un nuovo modo di giocare e di relazionarci con gli altri. Auguri Switch e al prossimo anno.

Stravaccato con Switch

Filippo Ceron

Quasi due anni fa ho deciso di dare un’altra possibilità a Nintendo, portando a casa una Switch al day-one, cosa che non avevo fatto con il suo sfortunato predecessore. Ciò che mi ha spinto a farlo è stato una cosa sola e si chiama ovviamente The Legend of Zelda. Pur avendo provato una demo per Wii U che mi aveva inizialmente lasciato sensazioni contrastanti, ho deciso di tuffarmi senza pregiudizi in questa nuova versione di Hyrule. Dopo quasi 200 ore di gioco e ancora un sacco di cose da portare a termine, posso dire senza remore che ne è valsa la pena.

Molti potrebbero considerare Switch una console secondaria, una portatile travestita da console domestica, eppure la softeca disponibile fino a oggi ha saputo soddisfarmi in pieno. E anche non approfittando poi così spesso del fattore portabilità, mi piace sapere di averla sempre nello zaino ovunque vada, che sia durante un fine settimana con gli amici o per un viaggio in Giappone on the road, possibilmente con qualche titolo multiplayer a disposizione per poter sfidare chiunque in qualunque momento! Non ci credete? OK, ve lo dimostro.

Filippo ci ha mandato la sua testimonianza durante il suo viaggio in treno verso Sapporo.

Piersandro Guerrera

Nella mia carriera di videogiocatore sono rimasto raramente indifferente al lancio di una nuova console Nintendo. Pur non essendo un fan sfegatato dell’azienda giapponese, il fascino di Mario e i suoi compagni di viaggio mi ha sempre spinto a portarmi una console con cui poterci giocare in casa. Fin dal suo annuncio non ho risparmiato critiche alla Switch, in primis per l’ampia cornice nera intorno allo schermo che si sarebbe sicuramente potuta evitare in favore di un display più grande, il costo degli accessori spropositato (i singoli Joy-Con costano un occhio della testa) e non ultimo il prezzo finale dell’intero pacchetto. Approfittando di uno sconto sul catalogo di una delle più note catene di elettronica di consumo, ho avuto la possibilità di acquistare e provare Switch a pochi mesi dal lancio e capire se poteva essere una console adatta anche alle mie esigenze. Dopo quasi due anni, Switch è ancora in casa mia anche se non utilizzata quanto avrei sperato (anche se prende meno polvere della precedente Wii U).

Switch è una console che mi fa compagnia in viaggio, soprattutto in treno ma anche in albergo tra una sosta e l’altra. In casa davanti alla TV ho giocato per lo più a Mario Kart 8, esattamente come facevo in precedenza con Wii U. La portabilità della console mi ha permesso però di fare qualche partita con amici quando avevo la Switch nello zaino ma per lo più ho apprezzato la possibilità, schermo alla mano, di giocare con tranquillità a titoli come Mario Odyssey (finito), Zelda (mai finito) e Donkey Kong (finito). Ho voluto provare qualche racing, ma la mancanza di grilletti analogici si fa sentire, rendendo di fatto l’esperienza poco piacevole e addirittura meno gratificante rispetto a quanto offerto dagli smartphone di ultima generazione.

In questi due anni ho odiato di Switch il Joy-Con sinistro, spedito in assistenza ben quattro volte prima di riuscire ad adoperarlo senza disconnessioni; ho odiato i crampi alle mani per le lunghe sessioni di gioco in mobilità, risolto con l’acquisto del GripCase di Skull&Co; ho odiato gli update software che non portano mai nulla di significativo (due anni dopo mancano un browser web, i temi, applicazioni come Netflix, ecc.), e pur essendo arrivati alla versione 7.0, sembra sempre la stessa console del primo giorno.

Per me Switch è una console di cui apprezzo la portabilità, l’ho usata davvero poco seduto sul divano davanti alla TV e di conseguenza l’esperimento della console ibrida almeno con me non ha funzionato. Se Nintendo dovesse riuscire a migliorarne le funzionalità multimediali e rendere l’esperienza d’uso dell’interfaccia di sistema più adatta ai tempi che corrono, non escludo che in futuro potrei usarla più spesso anche collegata alla TV. In ogni caso, rispetto a Wii U, non mi sono mai pentito di aver acquistato quest’ultima proposta firmata Nintendo.

Piersandro e The Legend of Zelda: Breath of the Wild all’aria aperta. Riuscirà a finirlo prima o poi?

Tommaso Stio

Nintendo Switch ha portato senza ombra di dubbio una ventata d’aria fresca nel mondo del gaming: è una console fatta nel segno del compromesso tecnologico, che può dunque migliorare molto dal punto di vista tecnico ma che ha già tirato fuori gli artigli e svelato le sue potenzialità con svariati software di eccellente fattura.

Tuttavia, peso, cornici, retroilluminazione, riflesso e autonomia sono tutti upgrade necessari che auspico Nintendo sarà in grado di portare il prima possibile, assieme a svariate funzioni inedite per un sistema operativo che pare, a oggi, ancora troppo scarno.

Dopo aver recensito Dead Cells, Tommaso lo ha fatto comprare a tutta la redazione…

Francesca Guido

Negli ultimi due anni, la mia vita e quella della mia famiglia sono molto cambiate. Il lavoro ci ha portati a viaggiare tanto, e ovviamente a non poter portare con sé console, giochi e accessori. Spesso, questo è stato conseguenza di giornate piatte e noiose, in cui abbiamo dovuto dire addio alle sessioni di gioco insieme agli amici. Switch è stata la mia salvezza, proprio perché è riuscita a condensare la praticità della console portatile, creata per un’esperienza individuale, a quella di una qualsiasi console domestica, dandomi l’opportunità di ricreare il mio “piccolo ambiente videoludico” in qualsiasi luogo. Viene da sé il fascino che una console del genere crea e il fatto che mi abbia aiutato a fare amicizia più facilmente, riempendo i momenti di noia.

Quindi buon compleanno Switch, principalmente per avermi dato l’opportunità di portare con me una parte importante delle mie abitudini. Ma voglio anche ringraziarti perché sei riuscito a condensare in un oggetto così piccolo una intera libreria dei miei giochi preferiti, spingendomi a ricominciare Diablo III per la ventesima volta, a scoprire piccole perle come Detective Gallo, che mi ha fatto rivivere i bei tempi delle avventure grafiche e a farle scoprire anche a mio figlio insieme ai beniamini Nintendo di sempre. Ancora oggi lo sento urlare dall’altra stanza mentre gioca a Mario Kart con un compagno di scuola, e forse è proprio questo il tuo merito più grande: aver dato modo a tutti di provare esperienze di gioco genuine e divertenti con un gesto semplice e immediato, quello di condividere un piccolo pezzo di plastica colorata con chiunque si desideri. Ancora buon compleanno Switch, per avermi fatto provare fino in fondo la sensazione più bella: quella di sentirsi sempre a casa, anche lontana da casa.

Francesca ha ricominciato per la millesima volta Diablo III, ma per una volta non ha scelto la monaca.

Nicola Del Giudice

Acquistare Switch è stata un’idea alquanto ponderata. Ne valeva la pena? Forse no. Ma so che mi sarei precluso la possibilità di giocare a titoli davvero importanti. Perciò, ormai un annetto fa, mi sono recato dal rivenditore di fiducia, quello che ti mette da parte la Collector’s Edition di Fallout 76, nonostante gli frutti un nulla.

Ed eccola lì: piccola e colorata. Volevo prendere il bundle con Zelda, ma l’offerta più conveniente era quello con Xenoblade Chronicles 2. Devo dire che non mi sono pentito di nulla e ho passato le successive settimane dietro a quel JRPG che, ahimè, mi ha portato via centosessanta ore della mia esistenza. Ne è valsa certamente la pena.

Nicola ha acquistato Switch con Xenoblade Chronicles 2, spendendo centinaia di ore alle prese con il gioco di ruolo.

Giovanni Marrelli

Quella di Switch è stata una scommessa che Nintendo ha vinto a mani basse. Riuscire a rialzarsi dopo il fallimento di Wii U non era semplice, ma la casa giapponese è riuscita, con la semplicità e originalità che la caratterizza, a stravolgere nuovamente i canoni dell’industria e a ritagliarsi un segmento di mercato inedito. Personalmente, dopo essere rimasto scottato da Wii U (che è stata probabilmente l’unica console che ho riposto nella confezione prima che si esaurisse il suo ciclo vitale), non ho acquistato Switch al lancio, salvo poi approfittare di una promozione allettante a distanza di qualche settimana dal debutto.

Nei primi mesi non ho giocato con Switch quanto avrei voluto, vuoi perché di giochi da portare a termine per motivi redazionali ce n’è sempre un’infinità, vuoi perché assorbito da altri titoli che su Switch, sfortunatamente, non c’erano (Destiny in primis), ma con una maggiore frequenza nei viaggi oltreoceano è coincisa un maggior utilizzo della console di Nintendo, che si è rivelata ben presto un’ottima alleata. Partite mordi e fuggi, sfide con gli amici e prodotti riscoperti dopo anni dal lancio su altre piattaforme, ma con il bonus di poterli provare in qualsiasi momento o luogo, sono dei vantaggi non indifferenti che solo una console come Switch offre.

Ed è per questo motivo che, tranne in rari casi, ultimamente preferisco acquistare la maggior parte dei giochi su Switch. Il tempo è tiranno e di mettermi davanti alla console, se non per motivi lavorativi, spesso non ne ho particolarmente voglia. Switch mi ha permesso di giocare ovunque, dalle partite a FIFA Ultimate Team sul divano di casa alle sfide mordi e fuggi alle prese con Dead Cells mentre sono in treno, ed è per questo che spero vivamente che la collaborazione tra Microsoft e Nintendo si concretizzi presto. Godere del catalogo Xbox su Switch sarebbe per me una manna dal cielo e mi permetterebbe di godere di tutte quelle esperienze lasciate a metà, magari durante i viaggi, i press tour particolarmente estenuanti o i semplici momenti di pausa. Sarebbe una svolta storica per questa industria, ma sono fiducioso. My body is ready!

Trivia: una volta avevo due Joy-Con grigi, poi ho acquistato Dead Cells su consiglio di Tommaso. Ora ho due Joy-Con colorati. Morale: non ascoltate i consigli di Tommaso.

Concludo questo articolo con un’altra nota personale. Lo so che tutti vi starete chiedendo quale colore abbia scelto alla fine, e dopo l’indecisione che mi ha tormentato per mesi e mesi, alla fine ho visto la Luce:

Sì, li ho presi tutti e due. I Joy-Con degli altri colori sono in lista desideri…
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