Quando Xenoblade Chronicles 2 venne mostrato al grande pubblico durante la presentazione di Nintendo Switch dello scorso gennaio, furono in molti a dubitare della sua uscita nel corso del 2017, sebbene fosse proprio quella la data sottoscritta sin dal primo trailer mostrato. A scatenare alcune perplessità non fu tanto la mancanza di fiducia nei confronti di Monolith Soft, ma piuttosto l’incredulità sull’arrivo di così tante esclusive per la console Nintendo in soli nove mesi di vita. Con il passare dei mesi, però, il timore si è diradato con convinzione; i dubbi avanzati dai numerosi fan e addetti ai lavori, in definitiva, sono stati spazzati via con l’annuncio ufficiale da parte di Monolith Soft e Nintendo, che confermavano l’uscita dell’attesissimo JRPG per il 1 dicembre 2017.
I primi mesi di Nintendo sul mercato si chiudono dunque con un’altra esclusiva di lusso, un titolo come vedremo molto ambizioso, che in qualche modo consacra definitivamente il team di sviluppo giapponese e consolida una partnership importante per Nintendo. Come specificato più volte dagli stessi sviluppatori e ribadito nella nostra più recente anteprima, Xenoblade Chronicles 2 è il seguito diretto del capitolo originale, che nonostante qualche piccola similitudine a livello di ambientazioni, si distingue nettamente da Xenoblade Chronicles X, spin-off della saga esordito sull’ormai defunta Wii U: nell’ultima opera firmata Monolith Soft, infatti, l’esplorazione esasperata vista su Mira nel capitolo X viene messa leggermente in secondo piano (ma non troppo, non preoccupatevi), per riprendere invece con forza un comparto narrativo epico e l’importanza della connotazione di ogni personaggio, aspetti sui quali la software house giapponese ha calcato davvero la mano, centrando perfettamente il bersaglio.
LA VITA TRA I TITANI
Il viaggio meraviglioso di Xenoblade Chronicles 2 racconta di Alrest, un continente molto particolare nel quale tutte le civiltà esistenti risiedono sui cosiddetti titani, delle gigantesche creature che galleggiano tra le nuvole di un cielo sconfinato. La bellezza e naturalezza dei titani è condita dalla presenza dei Gladius, preziose entità inclini al combattimento che possono essere controllate in battaglia solamente dai Ductor, veri specialisti nella gestione di queste creature nonché gli unici a poterne sfruttare tutte le temibili potenzialità. Il protagonista dell’avventura raccontata da Xenoblade Chronicles 2 è Rex, ricercatore di materie che si riscopre improvvisamente Ductor non appena venuto a contatto con Pyra, Gladius leggendaria anche conosciuta come Aegis. Oltre che per la smisurata potenza, Pyra si contraddistingue anche per la presenza di un prezioso cristallo di color smeraldo sul petto, che risplende quando si trova impegnata in battaglia. Proprio il legame tra Pyra e Rex nella lotta contro il perfido Mor Ardein e nella ricerca dell’Elysium è la chiave della storia messa in piedi da Monolith Soft, sia in termini di pura narrazione ma anche per quanto riguarda il gameplay e, in generale, tutta l’impalcatura di gioco.
Un legame forte, indissolubile, sul quale gran parte dei momenti topici della trama si scontrano anche in maniera crudele e imprevedibile. Se la narrazione era stata quasi accantonata in Chronicles X rispetto al primo episodio, aspetto che aveva portato alla realizzazione di personaggi poco accattivanti e privi di mordente, questo sequel va a riportare in primissimo piano questo aspetto: la storia infatti è ricca di eventi importanti fin dalle prime ore di gioco e incalza con gran ritmo invogliando il giocatore a procedere per capire cosa succederà ai protagonisti, con un forte senso di immedesimazione garantito dalle tante cut-scene presenti tra un incontro e l’altro. A reggere la narrazione con basi ancora più solide ci pensa la colonna sonora realizzata dal compositore Yasunori Mitsuda, in grado di accompagnarci costantemente con melodie davvero strepitosa. Non a caso, Mitsuda ha partecipato agli accompagnamenti di celebri saghe come Final Fantasy, Secret of Mana e Chrono Trigger, per citarne alcuni, e che con Xenoblade Chronicles 2 sembra aver raggiunto la piena maturità realizzando uno delle sue migliori opere. Le musiche sono fantastiche e molto diversificate tra loro, sposandosi perfettamente con l’incedere degli eventi; ci sentiamo di dire, senza timore di essere smentiti, che si tratta probabilmente di una delle migliori colonne sonore mai composte in un videogioco.
L’EVOLUZIONE DEL JRPG
Xenoblade Chronicles 2 è lo stereotipo del JRPG moderno, più dinamico rispetto al passato grazie all’abbandono definitivo del sistema di combattimento a turni, a favore di scontri rigorosamente in tempo reale dalle influenze occidentali. Il combat system ruota attorno al rapporto che si instaura tra il Ductor e il suo Gladius, che matura e progredisce a seconda di quanto viene impiegato in combattimento. Più l’intesa cresce e più è possibile sbloccare abilità dedicate a ciascun Gladius, di fatto rendendolo sempre più forte e temibile. Nel momento in cui si viene a contatto con un nemico sulla mappa, Rex attiverà automaticamente la modalità d’attaco, nient’altro che una serie di tre colpi consecutivi che permettono, una volta andati a segno, di caricare gli attacchi del Gladius equipaggiato in quel frangente. I Gladius dispongono infatti di tre attacchi standard, ognuno con una propria peculiarità (ad esempio, alcuni attacchi permettono di sbloccare pozioni che recuperano parte di energia), e un attacco speciale, che a sua volta può sprigionare tutto il proprio potenziale contro il nemico una volta che l’avrete caricato.
Dato che un Ductor solitamente può servirsi di tre Gladius contemporaneamente e che nel party possono esserci anche tre o quattro Ductor nello stesso momento (pur potendone utilizzare solo uno alla volta), diventa cruciale calibrare ogni mossa in funzione della fase del combattimento, anche perché le mosse speciali dei vari Gladius possono essere concatenate attraverso l’uso di spettacolari combo. Ogni scontro richiede pazienza e dedizione, soprattutto se il livello del nemico è più elevato del nostro, aspetto che spinge a favorire l’uso di una strategia ben precisa, in grado di regalare grandi soddisfazioni. Dal menù di pausa è possibile gestire tutti i potenziamenti di Rex e degli altri membri del team (siano essi Gladius o Ductor) per migliorarne il livello e le abilità. Grazie a dei particolari frammenti nascosti nell’enorme mondo di gioco è possibile creare abilità molto specifiche, come un incremento del 20% nell’energia vitale o resistenze percentuali a varie tipologie di attacchi, che possono essere equipaggiate in slot predefiniti. È invece stata completamente rimossa la possibilità di personalizzare le vestigia dei protagonisti, caratteristica fondamentale del gameplay di Xenoblade Chronicles X. Sinceramente avremmo preferito che questa possibilità fosse mantenuta anche per variare l’aspetto del personaggio; ciò nonostante il livello di personalizzazione raggiungibile è comunque altissimo e di grande profondità.
L’IMPORTANZA DEI CRISTALLI
Chi ha giocato Xenoblade Chronicles X ricorderà senz’altro l’importanza degli Skell, gli enormi robot di cui si poteva accompagnare ciascun personaggio dopo aver raggiunto un determinato livello di abilità. L’impostazione di Xenoblade Chronicles 2 ha alcune similitudini con il precedente capitolo, ma concentra l’aspetto del partner intorno alla figura del Gladius, come detto importantissima sia a livello di trama che di dinamiche nel gameplay. Il fatto particolarmente interessante è che questi Gladius, al di là di quelli più importanti legati alla trama che si palesano semplicemente procedendo con l’avventura, possono essere scovati in giro per Alrest recuperando dei particolari cristalli. Attraverso un processo chiamato Risonanza (accessibile in qualunque momento dal menu di pausa), questi cristalli possono essere messi in vita attraverso il sacrificio di oggetti o sostanze accumulate in giro per la mappa.
Ciascun Gladius creato parte da un elemento di distinzione ben preciso e da un livello di abilità, e a seconda di quanto viene utilizzato e sviluppato, può crescere esponenzialmente, ovviamente sempre in stretta relazione con il proprio Ductor. Le combinazioni di Gladius sono davvero tantissime, e se si esplorano con cura i vari titani è possibile collezionarne tantissimi dotati con abilità differenti, per poi scegliere i più adatti a ogni battaglia. Anche in questo senso assume notevole importanza l’esplorazione, che sebbene sia meno esasperata rispetto all’episodio Chronicles X, risulta comunque importante per accumulare oggetti, sbloccare più Gladius possibili attraverso la ricerca di cristalli, ma anche potenziare i propri personaggi combattendo con tutte le creature presenti.
UN VIAGGIO SENZA TEMPO
Ciò che stupisce di Xenoblade Chronicles 2 è la possibilità di perdersi, nel vero senso della parola, mentre si procede sulla groppa di un titano, anche senza cercare una meta ben precisa. Questo perché il collante principale, ossia il level design, è curato nei minimi dettagli nonostante l’ampiezza del mondo di gioco. Ogni titano nasconde diversi segreti, e per raggiungerli spesso è necessario capire come arrivarci: bauli contenenti degli oggetti preziosi posizionati in improbabili sporgenze, particolari nemici da affrontate, e così via… Alrest è un regno ricchissimo e tutto da esplorare. Ogni zona è presidiata da vari nemici che possono passeggiare acconto a Rex come il più dolce e simpatico degli animali domestici, ma anche attaccarlo non appena a tiro. Letale può essere passare di fianco a mostri di livello particolarmente alto, soprattutto nelle prime fasi dell’avventura, quando sarete polverizzati con un solo colpo da un qualsiasi mostro di livello 90 che passava di lì.
Ci ha convinto anche il sistema di quest secondarie, forse in numero inferiore rispetto ai capitoli passati, ma più curate e meno ripetitive con anche un discreto numero di cut-scene dedicate all’approfondimento del contesto di gioco. Inoltre, quando si parla di ricerche di materiali, finalmente sulla mappa vengono indicate le varie zone di interesse, feature che invece nel capitolo X era completamente assente e costringeva a lunghissime passeggiate spesso fini a sé stesse.
COLPO D’OCCHIO TITANICO
Pensare che in una console così piccola possa girare un titolo enorme come Xenoblade Chronicles 2 sembra quasi impossibile, ma se ci si sofferma maggiormente sui dettagli vengono a galla alcuni inevitabili compromessi con cui gli sviluppatori hanno dovuto fare i conti per poter raggiungere questo mastodontico risultato. Il primo, senza dubbio, è quello da risoluzione, che parte da 720p sia in modalità docked che in quella portatile, con l’eccezione che nella seconda, quando il carico degli elementi da gestire a schermo aumenta, diminuisce vertiginosamente, un effetto distinguibile anche da un occhio non particolarmente esperto. Il secondo difetto riguarda la qualità delle texture, che in molti casi appaiono sgranate e poco rifinite, peggiorando la qualità generale soprattutto in modalità portatile quando anche la risoluzione tende a scendere. Abbiamo anche notato qualche calo nel frame-rate, ma nulla di drammatico: i 30fps dichiarati vengono mantenuti abbastanza agevolmente per la maggior parte del tempo.
Detto questo, il colpo d’occhio che regala Xenoblade Chronicles 2 è fantastico in più di un’occasione, dato che la realizzazione dei titani è decisamente molto varia, l’orizzonte vastissimo e le ambientazioni, accompagnate da un meteo dinamico sempre credibile, sono egregiamente dettagliate oltre dense di nemici e personaggi secondari. Anche il design dei personaggi, dal classico tratto giapponese, è credibile e ben disegnato, anche se in alcuni casi forse troppo marcato. Chiudiamo specificando che il titolo è doppiato in inglese con i sottotitoli in italiano, ma con la patch day-one disponibile dal 1 dicembre sarà implementata la possibilità di selezionare il doppiaggio in giapponese, ovviamente mantenendo i sottotitoli in italiano per un’esperienza ancor più fedele all’originale.