Crysis Remastered

Crysis Remastered, l’analisi tecnica su PlayStation 4 Pro

Come si comporta la versione rimasterizzata dello sparatutto di Crytek?

In ambito videoludico il nome Crysis è da anni sinonimo di grafica e potenza tecnica, in virtù dei tre capitoli della saga che hanno sempre puntato dritto su questa componente. Lo stesso discorso può essere riservato per Crytek, nota software house tedesca artefice delle avventure di Nomad che nelle proprie produzioni si è sempre distinta cercando, e spesso riuscendoci al di là del franchise Crysis, di proporre un comparto visivo d’eccellenza assoluta.

Come ben analizzato dal nostro Filippo Scaboro nella recensione della versione per Nintendo Switch, Crysis Remastered si è rivelata una conversione molto interessante per l’ibrida del colosso nipponico, con prestazioni effettivamente impressionanti se pensiamo alla sua dotazione hardware (è tutto in un tablet!). Un lavoro di conversione dunque che ha permesso di sfoggiare su Switch tutte le capacità tecniche del software firmato Crytek, con qualche inevitabile compromesso dettato dalle limitate capacità della piccola console Nintendo.

Alla luce di queste considerazioni, l’arrivo di Crysis Remastered per PlayStation 4 ha suscitato immediatamente parecchio interesse, soprattutto perché avrei potuto verificare l’ambizione di Crytek tenendo ben presente che il primo capitolo di Crysis è rimasto un banchmark tecnico su PC per almeno una decade. Va inoltre considerato giocoforza che la versione che avrei testato sarebbe stata quella PlayStation 4 Pro, ossia quella sulla carta, insieme a Xbox One X, migliore in ambito console. Insomma dopo un’attenta analisi, e dopo aver sviscerato tutte le potenzialità tecniche e non solo di Crysis Remastered, sono dunque pronto a darvi il mio giudizio definitivo. Buona lettura!

Crysis Remastered
Alcuni scenari di Crysis hanno subito ulteriori miglioramenti in questa rimasterizzazione del capitolo originale.

Inutile girarci intorno, la componente che più ha fatto parlare di Crysis Remastered è senz’altro l’implementazione del ray-tracing, ossia uno dei “vezzi” tecnici che fino a oggi pensavamo sarebbero stati appannaggio delle sole console di nuova generazione. Per chi non lo sapesse, il ray-tracing in ambito videoludico è un sistema che permette di avere riflessi in tempo reale sulla maggior parte delle superfici a schermo, e al momento per gli hardware presenti sul mercato è senza dubbio la soluzione più pesante da gestire. Va specificato che il ray-tracing di Crysis Remastered è una tecnica sulla carta molto interessante, ma che a conti fatti non raggiunge i risultati che si sarebbero potuti pensare in fase di annuncio; vediamo precisamente come funziona.

Crysis Remastered prevede ben tre preset grafici prestabiliti selezionabili dal menù di gioco: Qualità, Prestazione e appunto Ray-tracing. Ciascuno dei tre ha ovviamente un target differente, e cerca di accontentare i palati più disparati in ambito tecnico/grafico, in modo da proporre un’alternativa appetibile a ciascun potenziale acquirente. Selezionando Qualità il motore di gioco va a privilegiare la risoluzione di rendering, raggiungendo i 1800p a schermo a fronte di 30fps. Si tratta del preset forse più consono alla capacità hardware di PlayStation 4 Pro, in quanto mette da parte la fluidità, sicuramente più complicata da raggiungere dati i “soli” 4,2 teraflop della GPU aumentando però i pixel senza tuttavia raggiungere i 4K nativi. La resa è sostanzialmente buona, ma comunque non eccezionale dato che gli asset base rimangono, a parte qualche aggiustamento qua e là, quelli del Crysis originale senza aggiunte significative.

Crysis Remastered
A sinistra la versione originale di Crysis, a destra la remastered.

Il secondo preset chiamato Prestazione è invece quello pensato per privilegiare i frame per secondo: impostando una risoluzione nativa a 1920×1080 pixel si ottiene così un frame-rate completamente sbloccato, che quindi punta ai 60fps anche se non sempre li mantiene, pur garantendo un’esperienza complessivamente di buon livello. Si tratta della soluzione che più mi ha convinto, e che a mio modo di vedere permette di gustarsi Crysis Remastered nel migliore dei modi.

La terza soluzione, solo sulla carta la più accattivante, è quella chiamata Ray-tracing, che appunto implementa rigorosamente via software il ray-tracing utilizzando un sistema molto interessante. In pratica questo preset gestisce una versione parallela del motore di gioco a 540p, con cui gestisce i riflessi completamente in tempo reale. Essendo una soluzione comunque molto dispendiosa, nonostante la bassa definizione di questi riflessi, la risoluzione di rendering viene impostata a 1920×1080 pixel e il frame rate bloccato a 30 fps, per poter permettere alla GPU di operare senza causare crolli improvvisi all’apparire delle zone in cui il ray-tracing è implementato.

Se il coraggio di Crytek va senza dubbio premiato, il risultato finale non mi ha convinto appieno, dato che lo scotto da pagare per avere questo primo assaggio di ray-tracing su console ne limita molto le performance base, oltretutto visto che causa difetti come il flickering, in alcuni casi un po’ di tearing e persino alcuni caricamenti di elementi in ritardo, che invece non si presentano giocando nella modalità Qualità e Prestazione.

Crysis Remastered
Il ray-tracing proposto da Crytek su console non fa gridare al miracolo.

Pur trattandosi dunque di un esperimento non certo facile e di semplice lavorazione, il lavoro di Crytek mi ha convinto solo in parte, tanto da convincermi a rigiocare il titolo nella modalità Prestazioni, e non con quella diciamo più sponsorizzata mediaticamente. D’altro canto, la godibilità del titolo lato gameplay rimane la stessa in tutte le configurazioni, ed essendo uno sparatutto in soggettiva ho ritenuto migliore la scelta di privilegiare la fluidità a discapito delle altre proposte.

Crysis Remastered è dunque un lavoro solo in parte convincente, e che sicuramente mi ha più impressionato nella versione per Nintendo Switch piuttosto che in quella per PlayStation 4 Pro. Questo perché, seppur coraggiosa, la soluzione dedicata al ray-tracing non convince più di tanto, penalizzando però parecchio le performance generali rispetto alle altre due più canoniche soluzioni. L’ultima fatica firmata Crytek, al di là del comparto tecnico, rimane comunque uno sparatutto dal gameplay solido, spettacolare anche se ormai un po’ rigido e oltretutto piuttosto punitivo, ma consigliabile principalmente a coloro che non abbiano giocato all’originale.

Per tutti gli altri, magari interessati al ray-tracing o a eccellenze tecniche di alta caratura, il consiglio è di pensare all’acquisto di una delle console next-gen, dove sicuramente soluzioni di questo tipo potranno essere implementate con risultati molto più soddisfacenti.