Bravo Team
Versione testata: PS4 Pro + PSVR

Bravo Team

I ragazzi di Supermassive Games sono stati tra i primi a valorizzare la periferica per la realtà virtuale di Sony, con l’ottimo Until Dawn: Rush of Blood che, disponibile già al lancio di PSVR, risulta ancora oggi una delle esperienze meglio riuscite. Nel corso dei mesi le idee sono state tante, e si sono raggiunti in alcuni casi picchi davvero alti in termini di offerte di intrattenimento e nuove periferiche. L’introduzione del nuovo Aim Controller con il lancio di Farpoint aveva scaldato gli animi degli amanti degli sparatutto in prima persona, complice un titolo che, seppur privo di grandissimo ritmo, si era rivelato completo e profondo come pochi altri in ambito virtuale.

Da lì in poi, però, la periferica è stata sfruttata in maniera saltuaria, con pochi titoli di rilievo, ma ancora una volta il team che ha dato i natali alla saga Until Dawn e al recente The Inpatient viene in soccorso dei possessori dell’headset PSVR con una nuova esperienza in realtà virtuale. Sfoderate il vostro Aim Controller, Bravo Team è l’occasione giusta per rispolverarlo.

Bravo Team

LAVORO DI SQUADRA

Bravo Team è chiaramente uno sparatutto in prima persona da giocare in maniera piuttosto tattica, ed è proprio per questo che l’esperienza di gioco è consigliata in maniera particolare in modalità cooperativa con un vostro compagno, piuttosto che in un occasionale matchmaking o con un partner guidato dall’IA. Le tre opzioni sono comunque tutte disponibili, in modo da affrontare i sei livelli della campagna in qualsiasi condizione. Avrete la possibilità di scegliere il sesso del vostro alter-ego virtuale e uno dei tre modelli predefiniti per portare a termine la vostra avventura. L’utilizzo dell’Aim Controller si dimostra da subito preciso e intuitivo, ciò nonostante è bene non trascurare il tutorial per familiarizzare con le meccaniche di gioco e il layout dei comandi.

Dai primi momenti appare chiaro di come il lavoro di Supermassive Games sia stato eccellente nella realizzazione tecnica, nel level design e in una ambientazione suggestiva che riproduce una non meglio precisata città dell’Est Europa. Il livello di coinvolgimento è davvero incredibile: potrete ammirare le armi a vostra disposizione da ogni angolatura e in ogni dettaglio tra le vostre mani, mettendo in mostra modelli poligonali tutto sommato di buona fattura considerati gli standard tecnici della periferica VR. Anche in questo caso, però, gli sviluppatori britannici hanno deciso di ricorrere a uno stile su binari, che tanto bene aveva funzionato in Rush of Blood. Puntando verso una copertura e premendo il tasto X, il vostro personaggio si sposterà da un riparo all’altro, mentre la visuale in prima persona stacca su quella in terza persona mostrando delle animazioni abbastanza fluide e credibili, anche in caso di uccisioni furtive e raccolta di munizioni.

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Il cambio di visuale, tuttavia, toglie molto del coinvolgimento e del realismo che solo una produzione in VR può offrire. Se la soluzione su binari ci era piaciuta senza mezzi termini nelle precedenti esperienze, in questo caso è un limite che abbiamo fatto fatica a digerire, sebbene il ritmo degli scontri sia decisamente elevato e il tanto temuto motion-sickness sia praticamente assente. Sarebbe stato forse più saggio dare al giocatore la possibilità di scegliere se adottare un sistema di movimento più libero come visto nel recente The Inpatient, che sebbene fosse caratterizzato da un ritmo assolutamente non paragonabile, non aveva causato nessun disturbo.

Ed è un peccato, perché la risposta del controller è davvero molto precisa, anche più di quanto abbiamo potuto apprezzare in Farpoint. La risposta delle armi presenti (non molte, a onor del vero) è buona e sufficientemente diversificata, anche se in alcuni momenti sembra mancare un pizzico di feedback. Mirare dalle lunghe distanze diventa difficile con un fucile d’assalto, e ancor più con una semplice pistola, mostrando dunque anche una certa cura dell’aspetto balistico. L’approccio agli scontri è assolutamente tattico, e nonostante l’impossibilità di provare la modalità cooperativa con un altro giocatore a causa della mancanza di utenti (il gioco debutterà sul mercato il 7 marzo, ndr) anche l’IA controllata dalla CPU è in grado di offrire il suo apporto in battaglia e sarà utile in alcuni casi per aggirare il nemico da due lati e così avere maggiori chance di vittoria.

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Organizzare le proprie strategie con un partner in carne e ossa risulterebbe di certo più appagante, ma tramite lo stick frontale dell’Aim Controller potremo impartire degli ordini al nostro compagno gestito dalla IA in modo da garantirne un comportamento adeguato in base alla nostra tattica. Dividersi è comunque rischioso, in quanto se verrete feriti e resterete a terra il vostro compagno non riuscirà a rianimarvi, portandovi dunque a ricominciare dall’ultimo checkpoint, anche se fortunatamente il team di sviluppo è stato abile nel confezionare un sistema di caricamento estremamente rapido, praticamente istantaneo su PlayStation 4 Pro, che non rende mai frustrante l’esperienza.

Nonostante il prologo d’effetto, l’espediente narrativo non è particolarmente brillante né originale, e la semplice storyline che fa da contorno agli scontri risulta troppo banale e lineare per sostenere un gameplay che, seppur interessante e divertente in alcuni frangenti, diventa ben presto ripetitivo. Poco da segnalare anche per quanto riguarda l’offerta ludica: i sei livelli necessari al completamento della campagna possono essere portati a termine in circa 3-4 ore in base al livello di difficoltà selezionato, e la partita competitiva a punti rappresenta un diversivo piuttosto sbrigativo per aumentare artificialmente la longevità del titolo. Dal punto di vista tecnico invece siamo di fronte a un titolo di pregevole fattura in ambito VR, con buone texture e modelli poligonali che supportano un mix di animazioni credibili. Da segnalare il pop-up di alcune texture quando ci si trova a stretto contatto con una delle molte coperture e un comparto audio che, nonostante gli ottimi auricolari in dotazione con PSVR, non ci ha convinto a causa della poca spazialità del suono e una campionatura dei rumori delle armi non sufficientemente credibile.

Bravo Team
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GIUDIZIO
Come spesso capita per i titoli PlayStation VR, Bravo Team è un prodotto di pregevole fattura caratterizzato da buonissime potenzialità, che tuttavia restano tali. Nonostante la totale assenza di chinetosi, la formula su binari questa volta non ci ha convinto. Il gameplay è preciso, ma poco profondo e risulta ben presto troppo ripetitivo, nonostante ambientazioni a tratti davvero suggestive che non rappresentano certo una sorpresa nei lavori di Supermassive Games. La longevità non è eccezionale, e il prezzo di acquisto di 40 euro (80 se avete bisogno di acquistare in bundle anche l’Aim Controller), non è particolarmente invitante se rapportata alle circa quattro ore necessarie per completare la campagna e all’offerta ludica piuttosto scarna.
GRAFICA
8
SONORO
6
LONGEVITÀ
6
GAMEPLAY
6
PRO
Sistema di controllo molto preciso usando l'Aim Controller
Buona realizzazione tecnica
CONTRO
Formula su binari non particolarmente azzeccata
Longevità non eccelsa
Gameplay ripetitivo
Comparto audio non brillante
6.5
5680