The Inpatient
Versione testata: PS4 Pro

The Inpatient

I ragazzi di Supermassive Games non hanno bisogno di molte presentazioni: Until Dawn è stato uno dei titoli più apprezzati dell’ecosistema di Sony, tanto da spingere l’azienda a non rinunciare alle atmosfere da brivido create dalla software house nemmeno al lancio di PSVR con Until Dawn: Rush of Blood, che rappresenta tutt’oggi una delle esperienze più divertenti (e allo stesso tempo terrificanti) per godere al meglio dell’headset VR di PS4.

A quasi un anno e mezzo dal debutto sul mercato, PSVR ha visto crescere la sua line-up, ma le esperienze di gioco realmente complete non sono così numerose come ci si poteva aspettare, ed è così che Supermassive Games tenta di stravolgere i canoni delle esperienze virtuali con The Inpatient, avventura che introduce molti dei fattori più interessanti che abbiamo potuto apprezzare nella saga Until Dawn, ma che rappresentano una parziale novità in ambito VR. Indossate il vostro visore, mettetevi comodi e nervi saldi: si torna a Blackwood.

The Inpatient

UN VIAGGIO A DISAGIO

Ambientato circa sessant’anni prima degli eventi visti in Until Dawn, la storia proposta da The Inpatient si svolge nell’ormai famoso sanatorio di Blackwood Pines. L’intento del team di sviluppo è chiaro sin dai primissimi istanti di gioco: mettervi a disagio. E possiamo dire che la software house ha raggiunto il suo scopo: una volta che avrete scelto sesso e colore della pelle del vostro sfortunato alter ego virtuale, vi ritroverete legati a una sedia a rotelle, privi di memoria, con un paio di loschi dottori a farvi compagnia, e quando lo sguardo di uno di loro si poserà su di voi a pochi centimetri dal vostro volto virtuale, sarà difficile impedire a un brivido di risalire lungo la schiena. A questo punto ci ritroviamo davanti a una delle caratteristiche principali di The Inpatient, la comunicazione con i comandi vocali.

Potrete scegliere di interagire con i personaggi parlando con loro oppure selezionando la risposta con lo sguardo, premendo il tasto X per confermare. La meccanica si è rivelata precisissima in condizioni di ambiente silenzioso, riconoscendo le nostre risposte in maniera immediata anche parlando in maniera piuttosto rapida e non a voce particolarmente alta. Questo nuova modalità di interazione garantisce un ulteriore livello di coinvolgimento e di certo contribuisce ad amplificare quel senso di disagio alla base dell’esperienza. Ad avvalorare ulteriormente il sistema di dialoghi c’è poi l’ormai noto effetto farfalla: ogni nostra scelta avrà una conseguenza, per noi e per i personaggi che ci circondano, e quando prenderemo una decisione che porterà delle conseguenze una particolare animazione evidenzierà la nostra scelta.

The Inpatient

Dialoghi a parte, impugnato il DualShock 4 potremo muoverci nell’ambiente circostante e interagire con alcuni oggetti, e in quest’ottica è probabilmente consigliato l’utilizzo dei controller PlayStation Move, che potrebbero rendere alcune operazioni più naturali e fluide, come tenere e puntare una torcia oppure afferrare e manipolare un oggetto. Il sistema di movimento è ben calibrato, con movimenti lenti e una rotazione della telecamera che può essere regolata dal menu opzioni, in modo da consentirvi di trovare il giusto feeling con la gestione della visuale in movimento. Nel nostro caso le impostazioni di default si sono rivelate azzeccate, e non abbiamo mai sofferto del famigerato motion sickness, neppure in maniera lieve. Maneggiare gli oggetti con il pad tradizionale di PlayStation 4, invece, non risulta particolarmente comodo. Considerando che vi capiterà spesso di maneggiare oggetti, sia nel procedere dell’avventura sia per la particolare gestione di Supermassive Games dei collezionabili, è consigliabile optare per un sistema di controllo più comodo per evitare di rendere frustrante l’esperienza.

Il personaggio che creerete per la storia di The Inpatient è privo di memoria: non sa chi è, non sa perché si trovi a Blackwood. Interagire con particolari oggetti nell’ambiente circostante contrassegnati da un mark luminoso potrà innescare dei flashback che permetteranno man mano di ricostruire brevi frammenti del suo passato, unico modo per riprendere possesso della propria vita. Anche in questo caso la meccanica ci è piaciuta particolarmente, visto che restituisce importanza e senso compiuto all’idea di un elemento collezionabile generalmente sterile e fine a sé stesso. Dal punto di vista del gameplay vero e proprio, invece The Inpatient ha ben poco da offrire: nell’ottica dei sempre più moderni walking simulator, ci aggireremo nel sanatorio muniti di torcia in alcuni frangenti, ma oltre a puntare il fascio di luce, interagire con qualche oggetto o aprire porte, non avremo una grande varietà di azioni da compiere, con una esplorazione sempre molto lenta e mai frenetica.

The Inpatient

FINISCE IN UN ATTIMO

Anche in questo caso ci troviamo quindi di fronte a un’offerta più votata all’intrattenimento che all’aspetto ludico vero e proprio, risultando particolarmente riuscita, con un senso di paura, angoscia e disagio che solo raramente abbiamo provato in altre situazioni. A questo contribuisce in modo decisivo il lavoro certosino svolto dal team di sviluppo nel ricreare ambienti e scenari suggestivi e inquietanti, in cui il comparto audio svolge un ruolo davvero importante. Se deciderete di indossare gli auricolari in dotazione con PSVR rimarrete particolarmente stupiti (e allo stesso tempo terrorizzati) della qualità e cura che è stata riposta nella componente sonora del titolo, con una spazialità dei suoni davvero sorprendente rapportata a un set di auricolari. Alla bontà dell’audio si aggiunge un doppiaggio completamente in italiano di discreto livello, che contribuisce a rendere l’atmosfera comprensibile a tutti coloro non masticassero particolarmente bene l’inglese.

Anche a livello grafico è stato fatto un lavoro decisamente convincente per gli standard tecnici della periferica a disposizione: l’atmosfera prevalentemente buia mette particolarmente in evidenza i limiti del pannello del visore, ma le texture e le animazioni sono sempre abbastanza convincenti, con un buonissimo sistema di illuminazione e una buona resa dei volti e delle animazioni dei personaggi, che contribuiranno in molti casi a farvi rabbrividire. La combinazione di tutti i diversi fattori fornisce in ogni caso un risultato davvero ragguardevole, con un titolo che punta a disorientare il giocatore in molti modi diversi, suscitando non solo paura, ma un senso di disagio e fastidio davvero unico. Nonostante questo però è impossibile non menzionare una durata dell’avventura davvero esigua, capace di essere consumata in 2 o 3 ore, e che trova nella possibilità di rigiocare la storia prendendo scelte diverse una giustificazione solo parziale. Per quanto le decisioni riescano a offrire infatti finali multipli, rigiocare un titolo che si basa sostanzialmente su dialoghi e privo di un vero e proprio gameplay non è probabilmente un incentivo sufficiente per ricominciare l’avventura, in particolare in relazione al prezzo di ben 39.99 euro, esborso decisamente esagerato per quella che è l’offerta ludica proposta dalla software house.

The Inpatient
The Inpatient
GIUDIZIO
The Inpatient è senza dubbio un’occasione sprecata. Dal punto di vista tecnico e artistico siamo di fronte a un titolo importante, capace di sostenere il confronto con un colosso come Resident Evil 7 biohazard e soprattutto capace di spaventarvi, mettere alla prova i vostri nervi, farvi sentire a disagio e disorientarvi in maniera pressoché unica. A questo contribuiscono in modo importante un comparto audio tra i migliori mai sperimentati, un sistema di collezionabili davvero interessante e un’interazione vocale precisissima e di grande impatto. Tutti questi elementi però non riescono a sopperire a una sostanziale assenza di gameplay e a una longevità troppo breve che non trova una sua giustificazione nelle scelte capaci di produrre finali multipli, soprattutto in relazione al prezzo proposto. Per i fan irriducibili del genere e della saga di Until Dawn, consigliamo l’acquisto in caso di offerte imperdibili o di un calo di prezzo.
GRAFICA
8
SONORO
9.5
LONGEVITÀ
4
GAMEPLAY
6
PRO
Comparto artistico azzeccato
Audio eccezionale
Fortemente inquietante e spaventoso
Comandi vocali e collezionabili
CONTRO
Prezzo improponibile
Il DualShock 4 è integrato male
Sostanziale assenza di gameplay
Troppo breve
6.5
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