Horizon: Zero Dawn
Versione testata: PS4 Pro

Horizon: Zero Dawn

Da oltre un decennio, gli studi Guerrilla Games sono tra le colonne portanti del catalogo first-party di Sony, con una saga, quella di Killzone, capace nel corso delle generazioni di catalizzare su di sé l’attenzione di tutti i fan del genere sparatutto. I prodotti della software house hanno sempre potuto vantare un comparto tecnico ad altissimi livelli e un gameplay molto solido e ben strutturato, ma a far storcere il naso ai giocatori è stato puntualmente il comparto narrativo, vero punto debole della casa olandese, con sceneggiature mai davvero incisive o comunque non all’altezza della maestria tecnica che caratterizza ogni singola produzione dell’azienda.

In questo senso, non aveva fatto eccezione nemmeno Killzone: Shadow Fall, punta di diamante della line-up di PS4 al suo debutto sul mercato: il gioco proponeva un comparto tecnico sbalorditivo, accompagnato dal solito gameplay consolidato e senza crepe. Ancora una volta però personaggi poco carismatici e un comparto narrativo non certo memorabile avevano lasciato l’opera di Guerrilla Games a metà strada tra un buon gioco e un potenziale capolavoro.

Horizon: Zero Dawn

L’annuncio di un nuovo franchise era dunque probabilmente ciò che serviva allo studio olandese per cimentarsi in un progetto ambizioso e affascinante, che rappresenta innanzitutto un deciso cambio di rotta rispetto a quello a cui ci ha abituato con Killzone. Dalla distruzione degli inquietanti Helghast al mondo affascinante e variegato di Horizon: Zero Dawn, la nuova saga che ci porta a vivere in un mondo che, per alcuni versi, propone tematiche più primitive, senza tuttavia rinunciare a un’ambientazione futuristica. Niente più mirini, armi e visuale in prima persona; non più uno sparatutto, ma piuttosto un gioco di ruolo dalle tinte action, ambientato in un suggestivo scenario open world. Un cambio netto e per molti versi forse eccessivamente drastico, che vuol fare dell’equilibrio e dello spessore narrativo i punti cardine di un nuovo brand che, per stessa ammissione dei ragazzi di Guerrilla Games, rappresenta il progetto più ambizioso su cui il team abbia lavorato nella sua storia.

UNO SGUARDO AL PASSATO, UN TUFFO NEL FUTURO

Il concept di Horizon: Zero Dawn ha saputo affascinare tutti sin dalle prime immagini mostrate nel corso dell’E3 2015, con un’ambientazione selvaggia e incontaminata fusa alla perfezione con una matrice futuristica e sci-fi. Il racconto di Guerrilla Games è ambientato in uno scenario post-apocalittico in cui l’uomo non è più l’essere supremo a calpestarne il suolo, ma ha dovuto piegarsi a misteriose macchine che hanno relegato la popolazione superstite in diverse tribù. La naturalezza con cui tutti questi elementi contrastanti sanno fondersi in un universo coerente è chiara sin dalle prime battute di gioco e rappresenta un forte elemento di caratterizzazione del nuovo brand di Sony. Al centro di questo universo, fatto di scorsi mozzafiato e macchine alte decine di metri, troviamo la storia di Aloy, nuova icona della saga che caratterizzerà il futuro del marchio PlayStation negli anni a venire.

Con Horizon: Zero Dawn, il team di sviluppo olandese ha scelto di puntare principalmente sugli aspetti più deboli dei titoli precedenti: il comparto narrativo e il carisma dei personaggi. La storia di Aloy è il cardine dell’universo di Horizon, con un tocco di curiosità, mistero e soprattutto empatia con il personaggio. Chi attendeva un inizio roboante e spettacolare resterà probabilmente deluso: nelle battute iniziali, infatti, il nuovo titolo si prende tutto il tempo necessario per introdurre il personaggio principale fin dai primi momenti della sua vita, il legame con il suo mentore Rost e con la tribù dei Nora, dando un assaggio delle principali meccaniche di gioco. Nelle prime fasi di gioco assisteremo alla crescita di Aloy, un espediente narrativo particolarmente efficace che permette all’utente di affezionarsi immediatamente alle vicende della giovane ragazza dai capelli rossi (che ricorda particolarmente la bella Ygritte di Game of Thrones) e partecipare al suo addestramento con Rost.

Proprio il legame tra i due personaggi caratterizza le prime ore del gioco, approfondendo un rapporto di cui però preferiamo non rivelarvi molto per evitare di rovinarvi la sorpresa. Nel corso dell’avventura, potrete scegliere il tipo di personalità che la giovane Aloy potrà avere nelle varie situazioni, scegliendo diverse reazioni distinguendo tra un approccio deciso ed energico, astuto o sentimentale. Una buona trovata, senza dubbio, che però non trova un reale riscontro nell’avventura, dato che a prescindere dalle risposte che daremo non ci sarà praticamente mai una reazione tangibile nell’avventura, nessun bivio o possibile cambio nel canovaccio: non si tratta, dunque, di un sistema eroe/rinnegato come, ad esempio, la trilogia di Mass Effect. Le domande di Aloy sulle sue origini e la sua identità aumenteranno con il passare degli anni e forniscono il vero incipit per l’inizio dell’avventura. Un prologo ponderato ed emozionante, capace di mettere in risalto un contesto narrativo finalmente solido e maturo, che viene accompagnato dal solito comparto tecnico sontuoso infarcito da scorci artistici di grande ispirazione.

Horizon: Zero Dawn

A CACCIA CON ALOY

La struttura di Horizon: Zero Dawn è quella di un gioco di ruolo con ambientazione open world, che i ragazzi di Guerrilla Games hanno deciso di interpretare a loro modo cercando di proporre un equilibrio tra le componenti che non spezzasse eccessivamente il ritmo della narrazione. La mappa di gioco è particolarmente estesa e varia, ma nonostante la grandezza è possibile spostarsi rapidamente con l’ausilio delle macchine oppure utilizzando il viaggio rapido dai falò già sbloccati (al costo di un kit viaggio rapido) che potrete acquistare dai mercanti oppure trovare in giro per il mondo di gioco. Un po’ come accade nella saga Tomb Raider, potrete inoltre utilizzare i falò per salvare i progressi, anche se la gestione dei checkpoint è sempre molto intelligente e mai frustrante.

Aloy interagisce con l’ambiente circostante con l’ausilio del Focus, un dispositivo rinvenuto nelle prime fasi di gioco che permette di individuare nemici, punti di interesse o seguire tracce tramite un’interfaccia olografica attivabile alla pressione dello stick destro. L’utilizzo di questa preziosa tecnologia appartenente all’era del metallo non ha alcun limite, ma limiterà i movimenti di Aloy, imponendone quindi l’utilizzo da un nascondiglio oppure da un punto di osservazione sicuro. L’utilizzo del focus risulta particolarmente utile per aggirare le Sentinelle, la prima tipologia di macchina con cui la giovane Aloy dovrà confrontarsi. La pressione del tasto R1 permette infatti di visualizzare le tracce di una singola Sentinella, evidenziandone il percorso di pattuglia e consentendo dunque alla nostra cacciatrice di evitare lo scontro. Le armi e le risorse a disposizione di Aloy non sono certamente poche e si riveleranno ben presto anche piuttosto efficaci, ma l’approccio stealth è nella maggior parte dei casi quello più proficuo visto il grande potenziale offensivo delle macchine, capaci di metterci KO con un paio di colpi bene assestati.

Con la pressione del tasto Quadrato potremo procedere accovacciati, rendendo più difficile essere individuati da nemici e producendo meno rumore negli spostamenti. Nascosti nell’erba alta o da un punto di vantaggio potremo eliminare un nemico ignaro della nostra presenza con la pressione del tasto R1 quando entrerà nel proprio raggio d’azione, ovviamente una volta sbloccata l’opzione dal consueto albero di abilità. Gli amanti dell’azione potranno invece sfruttare il potenziale offensivo a disposizione di Aloy, che si tratti della lancia nel combattimento corpo a corpo o delle diverse armi utilizzabili dalla distanza: arco da caccia, arco di precisione, fionda, lancia-trappole, utilizzabili con diversi tipi di munizioni a seconda degli effetti desiderati. Premendo il tasto R2 potrete assestare un colpo potente ma decisamente lento, mentre con R1 potrete scagliare il colpo standard, meno potente ma più rapido.

Selezionando invece una nuova arma dalla ruota delle armi con la pressione del tasto L1 potremo iniziare scontri dalla distanza, con diverse tipologie di frecce che diventano più efficaci se scoccate con il nostro arco in massima tensione. Nel caso in cui aveste valutato lo scontro con eccessivo ottimismo, potrete scegliere di darvi alla fuga (scattando rapidamente senza alcun tipo di vincolo legato alla resistenza) o ripristinare la salute con l’utilizzo di pozioni curative o erbe mediche, tentando di portare a casa la vittoria contro le imponenti belve meccaniche.

Horizon: Zero Dawn

Proprio questi aspetti ci portano ad analizzare uno degli aspetti solitamente più delicati del genere ruolistico: il crafting. Gli amanti dei giochi di ruolo conoscono bene la spiacevole sensazione dell’essere costretti a mettere da parte la storyline principale per concentrarsi sulla ricerca dei materiali più disparati, fondamentali per il crafting di oggetti, potenziamenti, pozioni curative, munizioni e provviste di ogni genere. Intendiamoci, ognuno di questi aspetti ha un ruolo prezioso nell’esperienza di gioco concepita dalla software house, ma la disponibilità delle varie risorse non rappresenta quasi mai un problema da spingerci a trascurare l’aspetto narrativo per dedicarsi a una noiosa ricerca di risorse, fornendo un equilibrio tra l’aspetto puramente action, quello narrativo e la componente GdR, che raramente possiamo riscontrare in titoli analoghi.

Equilibrio che riguarda anche il numero di attività assegnate al giocatore: chiunque avesse vestito, fosse anche per pochi istanti, i panni di Geralt di Rivia in The Witcher 3: Wild Hunt conoscerà sicuramente quella sensazione di smarrimento dovuta alla miriade di attività da fare, con una minimappa caratterizzata da decine di indicatori che scoraggiano il giocatore a lanciarsi nell’esplorazione delle attività secondarie. Intendiamoci: le cose da fare nell’universo che ruota attorno ad Aloy non mancano, anzi, sono numerose, variegate e ben connesse alla trama principale, ma sono gestite con intelligenza e difficilmente il giocatore si troverà sommerso di compiti e quest che potranno disorientarlo.

UOMO E MACCHINA

Nel corso dell’avventura sono molte le macchine che Aloy incontrerà sulla sua strada, ognuna caratterizzata non solo da modelli tridimensionali eccezionali, ma anche da componenti differenti, punti deboli specifici, pattern d’attacco e comportamenti unici. Un lavoro eccezionale, che assume ancora più importanza se si considera che i modelli di macchina presenti sono più di una ventina. Le macchine possono rappresentare un grande pericolo o rivelarsi preziosi alleati nel corso di scontri difficili o di spostamenti molto lunghi: grazie all’override, infatti, la nostra Aloy potrà utilizzare la sua lancia per prendere il controllo delle macchine tramite l’hacking, ottenendo così preziose informazioni, un mezzo di trasporto temporaneo o un alleato da utilizzare per combattere orde di nemici. Aloy imparerà a eseguire l’hacking di nuove macchine nell’esplorazione dei calderoni, una delle attività secondarie più interessanti.

Si tratta di grandi fonderie sotterranee, ben sorvegliate, nelle quali vengono assemblate tutte le macchine che si troveranno nel mondo di Horizon. Esplorando queste zone, che verranno progressivamente sbloccate nel corso dell’avventura, Aloy scoprirà nuovi importanti segreti sull’esistenza di queste bestie tecnologiche, imparando di volta in volta a eseguire l’override su nuove tipologie di macchine. Una meccanica senza dubbio interessante e gestita sapientemente, che contribuisce alla scoperta del mondo di gioco con l’hacking di un particolare tipo di macchina. I Collilunghi, ad esempio, sono delle macchine alte decine di metri e dispongono di un radar ad ampio raggio per osservare l’ambiente circostante, comunicando con le altre macchine presenti nella zona. Sfruttando l’ambiente a suo vantaggio, Aloy potrà arrampicarsi sul dorso di questa singolare e affascinante macchina per controllarla: così facendo, la protagonista sbloccherà una nuova porzione della mappa e relative attività al suo interno. Anche in questo caso, si tratta di una meccanica perfettamente integrata nell’universo creato da Guerrilla Games.

Horizon: Zero Dawn

Tuttavia vi accorgerete ben presto che le macchine non sono l’unica minaccia presente nel gigantesco open world: non tutte le tribù si riveleranno infatti amichevoli e gli scontri contro altri esseri umani saranno molto frequenti, nonché piuttosto complessi. L’intelligenza artificiale degli umani si è rivelata infatti molto precisa nell’uso di arco e frecce, anche se i pattern di attacco non risultano mai particolarmente diversificati e preoccupanti. Interessanti, tra le attività secondarie, si sono rivelate le incursioni negli accampamenti dei banditi: in questi momenti, Aloy dovrà vedersela contro un numero incredibilmente elevato di avversari, spingendoci ad adottare un approccio più ragionato e silenzioso. Queste situazioni si sono rivelate molto appaganti se pianificate nel modo giusto: errori o azioni avventate possono infatti portare a situazioni difficili da gestire, ma basterà una fuga repentina per trovare nuovamente un punto di osservazione adeguato e ritentare l’attacco.

TECNICA, MA NON SOLO

Da anni ormai Guerrilla Games è sinonimo di un comparto tecnico di altissimo livello. In questo, Horizon: Zero Dawn non solo non fa eccezione, ma conferma in pieno la tradizione dello studio olandese nel proporre dei titoli capaci di riscrivere gli standard tecnici del momento. Se siete i fortunati possessori di PS4 Pro e disponete di un televisore dotato di tecnologia 4K e HDR, allora Horizon: Zero Dawn è un titolo che per nessun motivo dovreste lasciarvi sfuggire. La potenza messa in campo dal motore grafico lascia a bocca aperta sin dai primi istanti, con texture incredibilmente definite e un sistema di illuminazione dinamica che attualmente ha pochissimi rivali e si mostra in tutta la sua bellezza nella Photo Mode, nella quale avrete persino la possibilità di cambiare l’orario del giorno (minuto per minuto), apprezzando così ogni piccola sfumatura di tonalità del tramonto, dell’alba o delle notti cupe e piovose.

Anche le mimiche facciali dei personaggi, soprattutto di quelli principali, restituiscono al giocatore una credibilità che abbiamo riscontrato solo nelle produzioni di eccellenza: lo sguardo di Aloy è talmente espressivo e realistico da darci la sensazione di essere vivo. Sul suo viso, infatti, potremo cogliere sfumature di rabbia, dolore, tristezza o preoccupazione, con un’espressività davvero eccezionale. Ottimo anche il sistema di effetti particellari, che ha goduto dei benefici della maggior potenza messa a disposizione da PS4 Pro per offrire scorci mozzafiato insieme al pregevole sistema di illuminazione. Proprio per quanto riguarda gli effetti particellari dobbiamo segnalare però la presenza di alcuni glitch, soprattutto in situazioni di pioggia, con una realizzazione dell’acqua non eccezionale, texture delle gocce non proprio bellissime da vedere, che spesso si infrangono sui personaggi in maniera quasi bidimensionale. Nulla che possa rovinare un comparto tecnico maestoso, ma in un lavoro come quello compiuto da Guerrilla sbavature del genere saltano immediatamente all’occhio. Il team di sviluppo  è ancora al lavoro sulle ultime rifiniture e ci auguriamo che queste piccole imprecisioni vengano corrette con il rilascio di patch future.

Granitico invece il frame-rate, stabile sui 30fps anche nelle situazioni più caotiche. Di grande livello è anche il comparto audio, strepitoso in Dolby Surround, soprattutto se avete la possibilità di godere dell’esperienza di gioco con delle cuffie da gaming oppure con un buon impianto surround. Le colonne sonore sono sempre ispirate e sottolineano splendidamente ogni scorcio, ogni emozione, ogni ritratto proposto dal titolo Guerrilla Games, che trova dal punto di vista artistico pochi rivali. Di buon livello anche la localizzazione in italiano, con un doppiaggio che pur non raggiungendo i livelli dell’originale risulta abbastanza espressivo e ben sincronizzato nel lip-sync.

Horizon Zero Dawn
HORIZON: ZERO DAWN
GIUDIZIO
Basta una manciata di minuti per rimanere rapiti e affascinati dall’universo ideato da Guerrilla Games e dalla giovane Aloy. Un personaggio finalmente carismatico, un comparto narrativo solido e interessante, con un taglio squisitamente cinematografico che esalta alla perfezione la solidità tecnica del motore grafico. Tecnicamente siamo di fronte a un vero e proprio gioiello, che beneficia di una direzione artistica sublime che saprà lasciarvi senza fiato innumerevoli volte. Il gameplay risulta solido, e sebbene non rivoluzionario, presenta spunti di grande originalità che distinguono Horizon Zero Dawn da ogni altro titolo. Guerrilla Games riesce a dare una sua interpretazione del mondo action-GdR, fondendo tutti gli elementi classici del genere in un equilibrio nuovo e che ci è sembrato fatto su misura per Aloy. Peccato solo che la trama manchi di punti di svolta netti e che non si sia deciso di puntare in maniera più decisa sull’influenza del giocatore sulle scelte di Aloy, ma possiamo considerarli peccati di gioventù di un nuovo brand che sembra avere davanti a sé un futuro luminoso.
GRAFICA
9.5
SONORO
9
LONGEVITÀ
8.5
GAMEPLAY
8.5
PRO
Comparto tecnico e direzione artistica da urlo
Personaggi ben caratterizzati e comparto narrativo solido
Ottima longevità, esperienza di gioco divertente
Mappa molto vasta e varia
CONTRO
Piccole sbavature sugli effetti particellari
Gameplay appagante, ma non rivoluzionario
Nessuna libertà di scelta (o quasi)
9
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