The Elder Scrolls V Skyrim - Special Edition
Versione testata: PS4

The Elder Scrolls V: Skyrim – Special Edition

Questa recensione non poteva che iniziare da un fenomeno che in molti considerano sempre più preoccupante, ovvero l’invasione delle remastered. Si sono moltiplicate come funghi negli ultimi anni, in particolare con l’avvento della nuova generazione. Alcuni vi hanno letto i sintomi di un’industria al palo, incapace di proporre idee nuove e desiderosa di spennare i suoi nerd. Altri, al contrario, le vedono come nuove occasioni per godere di un titolo che al tempo non hanno avuto modo di giocare.

The Elder Scrolls V: Skyrim - Special Edition

PARTE PRIMA, L’INVASIONE DELLE REMASTERED

La remastered, in altre parole, è un gioco che torna a nuova vita, in barba a quelle logiche commerciali che l’hanno già visto sparire dagli scaffali. Nel mezzo molteplici sfumature e posizioni. Ci sono coloro, per esempio, che pur lamentando un certo abuso di questa pratica, non vedono l’ora di tornare in quei mondi virtuali rimessi a lucido. Se un gioco è rimasto nel cuore, quale migliore occasione per un nuovo viaggio? Senza aliasing, con nuove texture ed effetti di luce, magari pure qualche contenuto inedito.

Bisogna sempre valutare caso per caso. Ci sono remastered che migliorano di molto l’opera originale, aggiornandola a dovere al gusto e alla sensibilità estetica del pubblico contemporaneo. Ci sono remastered pigre, che si limitano a qualche ritocco superficiale, un paio di frame in più, una risoluzione più generosa e il gioco è (ri)fatto. Anche in questo caso, con tutte le varianti del caso. Arriviamo ordunque a Skyrim.

The Elder Scrolls V: Skyrim - Special Edition

PARTE SECONDA, SKYRIM IN PILLOLE

Prima di addentrarci nell’analisi di questa Special Edition è opportuno rispolverare la memoria. Skyrim viene pubblicato da Bethesda nel 2011 su PC, Xbox 360 e PS3. Sono passati ben cinque anni, in realtà sembra l’altro ieri. L’RPG della casa statunitense viene accolto con estremo calore da critica e pubblico. Skyrim si presenta al pubblico come la naturale evoluzione di Oblivion: un gioco di ruolo di stampo occidentale che, al netto di qualche imperfezione, rende l’esperienza di gioco meno macchinosa e più “morbida”.

Il sistema delle classi, per esempio, viene eliminato. Sono le razze a condizionare le statistiche di base; le abilità migliorano con l’utilizzo e concorrono a far crescere di livello il personaggio; gli attributi vengono accorpati in tre categorie (Salute, Magicka e Vigore); a ogni passaggio di livello il giocatore ha a disposizione due punti da spendere per migliorare una delle tre categorie e un’abilità specifica.

Skyrim: Special Edition

Ne deriva una progressione meno lineare e più sfaccettata, oltre che una maggior facilità nell’approcciare alle meccaniche di gioco anche per i meno avvezzi al genere. Nella provincia settentrionale di Tamriel fanno la loro comparsa anche i draghi, nemici temibili, e gli urli del drago, variazioni magiche estremamente potenti. Skyrim è una regione fredda e impervia, caratterizzata da aree in cui i nemici si adattano al livello del protagonista e altre aree da cui è meglio stare alla larga senza un adeguato equipaggiamento. Il bignami si conclude qui.

PARTE TERZA, IMPRESSIONI E FRAGILITÀ

Skyrim, dicevamo, è una fredda regione del nord. Sono lontani i verdi prati e le morbide distese di Cyrodiil. Il territorio si fa inospitale, le nubi circondano le montagne, basta salire di qualche metro per ritrovarsi nel bel mezzo di una tormenta di neve. Skyrim stupisce per la coerenza dei suoi scenari, solo in apparenza poco vari; in linea invece con ciò che ci si aspetta da una “tundra” del nord. Il fantasy, in genere, tende a mescolare location lontane tra loro: deserti, pianure, montagne. Spesso i mondi fantasy diventano calderoni poco verosimili; condensano in pochi chilometri quadrati variabilità geografiche poco plausibili. Skyrim opta per un mondo coeso e credibile, cromaticamente compatto. Per questo affascinante.

The Elder Scrolls V: Skyrim - Special Edition

A fronte di una direzione artistica ragionata e sapiente, Skyrim si era dovuto scontrare – quantomeno su console – con i limiti tecnici di piattaforme non esattamente performanti. Su PS3, in particolare, il gioco soffriva e non poco. Il colpo d’occhio, pur notevole, doveva fare i conti con texture a tratti dozzinali, aliasing, pop-up all’orizzonte, glitch di varia natura. Skyrim era un gioco in cui l’impressione, meravigliosa, cozzava con la tecnica, fragile. Il ruolo di una remastered dovrebbe essere proprio (e anche) questo: eliminare le fragilità del tempo e dare a un gioco la dimensione che merita. The Elder Scrolls V: Skyrim – Special Edition va in questa direzione, ma quell’impressione meravigliosa, per chi a suo tempo ha giocato l’originale, è ormai svanita.

PARTE QUARTA, L’EDIZIONE SPECIALE

Il salto tecnico, da Xbox 360/PS3 a PS4 (la versione da noi testata) si vede, questo è fuori discussione. Ma non si vede così tanto. Avremmo voluto rivivere quella sensazione quasi sublime di fronte alle montagne di Riverwood, ma così non è stato. È il concetto di esperienza replicata a limitare il giocatore: il nuovo Skyrim è pur sempre Skyrim, l’emozione della prima volta è andata perduta. Alcune remastered talvolta riescono nell’intento, ma si tratta di giochi molto lontani nel tempo, che beneficiano in maniera massiccia dell’operazione di restauro.

The Elder Scrolls V: Skyrim - Special Edition

Nel caso di Skyrim i benefici sono decisamente più contenuti. Il pop-up è praticamente assente, le texture sono più definite e il colpo d’occhio è più solido. I materiale appaiono più “concreti”; i raggi di luce che ora attraversano gli alberi sono deliziosi. Il mondo di Skyrim ne ha guadagnato in profondità, nulla tuttavia che rinnovi realmente l’esperienza estetica. Per cui accogliamo con piacere questa remastered, ma vogliamo sottolinearne la freddezza emotiva.

Certo è che questa nuova versione è davvero quella definitiva. Non solo perché contiene tutte le tre espansioni (Dawnguard, Hearthfire e Dragonborn) ma anche perché consente ai giocatori console di avere accesso alle mod (generalmente appannaggio dei giocatori PC). Basta registrarsi al sito Bethesda e collegare poi il proprio account dal menu in-game. Le mod vanno a impattare più o meno sensibilmente sul mondo finzionale: alcune aggiungono la segnaletica per i viandanti più sprovveduti; altre aumentano il numero e la tipologia di incantesimi; altre ancora ritoccano la mappa; altre rendono gli animali meno ostili e così via.

Skyrim: Special Edition

La versione definitiva di Skyrim è indubbiamente questa, ma cinque anni videoludici sono tanti. I modelli poligonali mostrano i segni del tempo, soprattutto sul versante degli NPC. La complessità architettonica è altalenante. Dopotutto, ultimamente abbiamo visto opere come Uncharted 4: difficile non farsi influenzare dagli inevitabili progressi tecnologici. Il voto finale tiene conto di questo “salto mancato”, di una remastered discreta ma non imponente (per forza di cose). In ogni caso, se non avete mai giocato a Skyrim e vi apprestate a farlo ora su PS4 (o Xbox One), un po’ vi invidiamo.

The Elder Scrolls V Skyrim - Special Edition
THE ELDER SCROLLS V: SKYRIM - SPECIAL EDITION
GIUDIZIO
Una special edition coi fiocchi. L'avventura originale, tutti i DLC, il supporto alle mod. Skyrim si è rimesso a lucido in questa remastered, per quanto il peso degli anni si faccia comunque sentire, soprattutto di fronte alle produzione odierne. Al di là della tecnica, Skyrim rimane un signor RPG, un'avventura affascinante e longeva, di grande atmosfera. Se avete già giocato l'originale e i DLC, tuttavia, pensateci due volte prima di acquistare questa remastered.
GRAFICA
7.5
SONORO
8
LONGEVITÀ
9
GAMEPLAY
8.5
PRO
La regione di Skyrim toglie il fiato
Tantissimi contenuti (DLC e mod)
Discreto lavoro di rimasterizzazione...
CONTRO
...ma il peso degli anni si fa sentire
Se l'avete già divorato pensateci due volte
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