ASTRO's Playroom

ASTRO’s Playroom

Scopriamo insieme ad Astro tutte le potenzialità di PlayStation 5.

Ogni console ha la sua mascotte che ne rappresenta lo stile e la filosofia della macchina da gioco a cui fa riferimento. I tempi in cui Sonic, Crash Bandicoot e Super Mario si contendevano il favore dei giocatori sono ormai storia passata, e soltanto il baffuto idraulico di Nintendo è ancora oggi al suo posto nel professore il ruolo di ambasciatore universale per conto della grande N. In casa Sony poi i rappresentati delle console dell’azienda giapponese si sono moltiplicati al crescere delle nuove proprietà intellettuali (leggasi esclusive), e nelle ultime generazioni abbiamo accolto con piacere personaggi diventati icone PlayStation come Nathan Drake, Sackboy, Aloy, Astro e i suoi amici.

Proprio l’allegra combriccola di piccoli robot è entrata nella grande famiglia Sony ai tempi di PlayStation 4, dapprima come protagonisti di The Playroom e successivamente in ASTRO BOT Rescue Mission, uno dei migliori platform pubblicati per PlayStation VR nella scorsa generazione. E in occasione dell’arrivo sul mercato di PlayStation 5 il simpatico e intrepido Astro ritorna di gran carriera in ASTRO’s Playroom, un platform pieno di rimandi e disponibile gratuitamente per tutti gli acquirenti della nuova console Sony, realizzato ad hoc per mostrarne approfonditamente le caratteristiche principale della macchina da gioco next-gen.

ASTRO's Playroom
Benvenuti all’interno di PlayStation 5, pronti a vivere un’esperienza sensoriale unica nel suo genere?

ESPLORANDO PLAYSTATION 5

Quale modo migliore di presentare PlayStation 5 ai giocatori se non trasportandoli all’interno della stessa console? Quella partorita da ASOBI Team è un’idea geniale e che strappa sempre un sorriso nell’apprendere in che modo gli sviluppatori giapponesi hanno trasformato la componentistica di PlayStation 5 in una stanza dei giochi a misura di robot, tra scenari ghiacciati che fanno il verso al sistema di raffreddamento e giungle tropicali dedicate al ray-tracing. In pratica vi ritroverete presto a fare un giro panoramico e interattivo sotto il cofano della console, venendo istruiti simpaticamente sulle caratteristiche hardware di PlayStation 5. Ogni area tematica ha poi un suo level design che sprizza energia colorata da ogni pixel, tra monete e collezionabili da raccogliere, minacce da scacciare e piattaforme da raggiungere saltando, rimbalzando e rotolando. A cui vanno aggiunte poi delle sfide a tempo da battere per scalare la classifica mondiale, in quella che è l’unica funzionalità online del titolo.

Parliamo comunque di meccaniche di gameplay molto comuni in un platform che alterna sapientemente sezioni tridimensionali ad altre bidimensionali, che non fanno di ASTRO’s Playroom né un capolavoro del genere in senso stretto né si fa avviatore di una rivoluzione sorprendente, ma che lo etichettano come un titolo senza infamia e senza lode. Rimane comunque un titolo gratuito e sviluppato con amorevole cura, non particolarmente longevo ma estremamente intenso sotto tanti aspetti sensoriali. Il punto è che questa caterva di azioni come saltare o prendere a pugni diaboliche (ma puccettose) entità robotiche, sulla carta piuttosto scontate, acquisiscono uno spessore incredibile quando entra prepotentemente in scena lui, il piatto forte dell’intera offerta di gioco che caratterizza PlayStation 5: l’innovativo DualSense.

IL SENSO DEL DUALSENSE

Non si riescono a comprendere fino in fondo le potenzialità del DualSense finché non si avvia ASTRO’s Playroom e si muovono i primi passi nella CPU di PlayStation 5. Da quel momento in poi il mondo di gioco prende vita nelle mani di chi impugna il controller attraverso vibrazioni, suoni provenienti dall’altoparlante e grilletti da premere con decisione per vincere una resistenza di fondo. E la magia del DualSense continua quando ci si muove su superfici diverse come metallo, legno, plastica e vetro, fatti percepire con suoni cristallini e vibrazioni che simulano il calpestio di Astro sopra piattaforme o intere aree realizzate con materiali diversi. Ma il controller di PlayStation 5 osa ancora di più e trova sempre il modo di sorprendere quando il protagonista di questa piccola, grande avventura si avvale di tute speciali che sfruttano in maniera grandiosa le tecnologie innovative del DualSense.

Come rane si rimbalza da una piattaforma all’altra sfruttando i sensori di movimento, si esplora lo spazio siderale usando come propulsori la resistenza dei grilletti adattivi e si rotola come biglie di un flipper agendo sul touchpad. È la fiera dell’intrattenimento totale, e in effetti si ritorna un po’ bambini quando per la prima volta si testa questo modo di giocare inedito e totalmente appagante. Ammetto che ho dovuto soffocare un sorriso ebete mentre mi divertivo puerilmente a oscillare il DualSense in ogni direzione; questo è sintomatico (in senso buono) di quanto il controller si adatti a usi così diversi per favorire l’immedesimazione e il coinvolgimento. Non a caso nel mio speciale a seguito delle 72 ore trascorse con PlayStation 5 ho espresso l’augurio di vedere tanti sviluppatori sfruttare al massimo questa strabiliante periferica.

Non c’è recensione o speciale che tenga, le sensazioni tattili trasmesse dal controller di PlayStation 5 non possono essere narrate come un poema epico qualsiasi, ma tale “epicità” deve essere vissuta impugnando un DualSense. Siamo davvero oltre la demo di The Playroom che esauriva la sua fonte di divertimento e senso di meraviglia nel giro di un’ora o poco più, giusto il tempo di testare la funzionalità del DualShock 4 (poi sfruttate poco nel corso della scorsa generazione) e di PlayStation Camera. È giusto sottolineare che ASTRO’s Playroom è nato proprio in funzione di un soddisfacente, divertente e completo tutorial del DualSense, motivo per cui il controller viene sfruttato in lungo e in largo. Infatti basta passare ad altri giochi come Bugsnax per rimanere un po’ delusi dalla mancata centralità del DualSense, che per forza di cose non riesce a eguagliare le percezioni scaturite nella vivace avventura a base di robottini.

I LOVE PLAYSTATION

Un concentrato di amore così platonico per PlayStation non si era mai visto in questi venticinque (e passa) anni di vita dell’universo videoludico eretto da Sony nel 1994. La mole di giochi e periferiche omaggiati e citati in ogni singola area è da capogiro e vede gli amabili robottini vestire i panni di icone PlayStation come Snake, i cacciatori di Monster Hunter, Aloy, Kratos, Nathan Drake e tantissimi altri, mentre in altre occasioni li vediamo indossare un visore Playstation o divertirsi con una console portatile PlayStation. Ovunque si posa lo sguardo c’è sempre un rimando a tema videoludico, amplificato dalla quantità industriale di collezionabili da trovare e poter ammirare nell’apposita area PlayStation Labo che funge da vero e proprio museo interattivo che mette in bella mostra console, accessori, giochi e periferiche legate indissolubilmente a un quarto di secolo di vita del marchio PlayStation.

Quindi più che giocare ad ASTRO’s Playroom la sensazione è di farlo con i ricordi di una vita trascorsi tra console ed esperienze ludiche degne di nota, in cui il platform di ASOBI Team rientra appieno e con indiscusso merito. Non è ovviamente uno di quei titoli che in passato venivano chiamati “killer application”, ma è il classico gioco che ogni giocatore dovrebbe provare con mano per comprendere tutto il potenziale di PlayStation 5. Chi conosce bene l’ecosistema PlayStation verrà sopraffatto dalla nostalgia dei bei tempi andati, mentre le nuove leve videoludiche avranno modo di osservare per la prima volta (e da ogni angolazione) quei dispositivi così strambi ai loro occhi abituati a ben altre modernità elettroniche. Ecco dunque che PlayStation 5 diventa punto di partenza per riscoprire i modelli che l’hanno preceduta, oltre a farci ammirare in che modo Sony ha plasmato la sua idea di gaming nel corso degli anni.

BELLO, BELLISSIMO

L’avventura di Astro nei meandri del mondo PlayStation è una continua meraviglia per gli avventurosi giocatori che intraprendono un viaggio incredibile, squisitamente delizioso anche sul versante tecnico-artistico. Mai un momento di incertezza o uno scenario che appare sotto tono rispetto agli altri mondi di gioco, sempre impeccabili e allegri tra elementi in primo piano e quelli di contorno che si fondono per dar vita a un pregevole spettacolo audiovisivo. Già, perché gli effetti acustici che fuoriescono dall’altoparlante del DualSense sono fantastici ma anche le orecchiabili musichette tematiche non scherzano mica grazie al Tempest 3D AudioTech (disponibile su una selezione di cuffie compatibili). Anche in questo caso si può parlare di un amorevole omaggio alla storia PlayStation con suoni ed effetti che rimandano a quelli ascoltati migliaia di volte nelle schermate di avviamento della storiche console Sony. Tutto appare a schermo ben definito e con una fluidità notevole, senza mai mettere in crisi la console che si conferma (finalmente) silenziosa e non più un calorifero infernale.

Da applausi i caricamenti ridotti all’osso grazie all’SSD custom, che di fatto elimina i tempi morti e permette di passare da un’area all’altra in uno schiocco di dita (l’operazione dura meno di dieci secondi). ASTRO’s Playroom è un titolo relativamente facile e adatto anche ai più piccoli, quindi raramente si è costretti a riprovare determinate sezioni, ma è quasi rilassante sapere che in ogni caso basteranno un paio di secondi per ripartire dal checkpoint. Schede Attività, aiuti per il recupero dei collezionabili (feature disponibile per gli abbonati a PlayStation Plus) e caricamenti veloci diventano parte integrante dell’esperienza ludica, non a caso vengono serviti su un piatto d’argento per mostrare quanto PlayStation 5 sia a tutti gli effetti una vera console next-gen. Di certo miglior biglietto da visita non poteva esserci, se poi consideriamo che si tratta di un titolo plug and play e completamente gratuito allora sarete d’accordo sul fatto che Sony abbia fatto centro ancora una volta.

ASTRO's Playroom
ASTRO’s Playroom
GIUDIZIO
Cosa possiamo chiedere di più ad ASTRO’s Playroom? Niente, se non un seguito più ampio e realizzato con la stessa amorevole cura che ASOBI Team ha riversato in un platform divertente, portentoso nel ripercorrere le tappe e i grandi successi che Sony ha collezionato negli anni. Concettualmente nato per essere una tech demo, l’opera degli sviluppatori giapponesi è l’esclusiva che non ti aspetti per qualità e l’infinita cura per il dettaglio tipicamente nipponica. Come esponente del genere platform non rivoluziona o aggiunge qualcosa di nuovo, ma sa elevarsi per un uso encomiabile delle caratteristiche del DualSense e per il modo in cui sfrutta la potenza di PlayStation 5. Peccato che non duri in eterno e riesca a tenere incollati allo schermo per poco più di tre ore, ma tra collezionabili da raccogliere ed easter egg da scoprire è sempre un piacere ritornare nella stanza dei giochi di Astro. Tutti i fortunati e fieri possessori di PlayStation 5 dovrebbero avere l’obbligo morale di giocarci, da soli o con famiglia a seguito, non solo perché è incluso nella console ma poiché chi ama il brand di Sony non può esimersi dal farsi contagiare (in senso buono, di nuovo) dalla nostalgica magia racchiusa in ASTRO’s Playroom.
GRAFICA
9
SONORO
9
LONGEVITÀ
7.5
GAMEPLAY
8.3
PRO
Puro spettacolo per gli occhi e le orecchie
Un sentito omaggio al mondo PlayStation, a costo zero
Superbo nel mostrare tutte le potenzialità del DualSense
CONTRO
Si completa in qualche ora
Senza il DualSense sarebbe un platform discreto
8.5
Senior Editor