Ion Fury

Ion Fury

Ion Fury è l’essenza di uno sparatutto old school catapultato nell’era moderna.

Siamo nel 1992 e nella sua camera, davanti ad un computer, Ken Silverman sta creando il Build Engine, un motore grafico ispirato da quel Wolfenstein 3D che tanto stava facendo parlare di sé. Flashforward, maggio 2020. Ci troviamo a scrivere davanti a un computer la recensione di Ion Fury, un gioco sviluppato sullo stesso motore grafico concepito in quella camera ventotto anni fa di fronte a un PC 486.

Se pensiamo a tutto questo in termini informatici sembra quasi impossibile che oggi un motore grafico così giurassico possa ancora essere usato per fini non attinenti a un fenomeno culturale come quello del retrogaming. Ma Ion Fury è un titolo commerciale e gira sulle moderne piattaforme, PC e console, ed è maledettamente divertente.

Ion Fury omaggia continuamente l’epoca d’oro degli FPS, facendo rivivere le stesse adrenaliniche emozioni.

UNO SPARATUTTO OLD SCHOOL

Ion Fury vuole essere un fenomeno e lo fa portandoci indietro nel tempo, a quando gli FPS erano così veloci e dissacranti, carichi di insensata violenza fatta di pixel grossi come i tasti di quelle tastiere pesanti e senza led o funzioni multimediali incluse. Difficile al punto giusto, avido di munizioni che dovrete utilizzare al meglio nei vari livelli che presentano mappe sempre ben strutturate e ricche di segreti, passaggi e anfratti più o meno oscuri da sfruttare come ripare o in in cui i nemici si saranno nascosti per farvi la pelle.

La storia dietro Ion Fury passa in secondo piano come nelle affermazioni d’epoca dello stesso John Carmack, personaggio che ha ispirato tanti spratutto in prima persona e continua a farlo ancora oggi: “La trama in un videogioco, è come la trama in un film porno. Ti aspetti che ci sia, ma in fondo non serve a niente”. Questo è anche il caso di Ion Fury perché non abbiamo filmati in FMV o introduzioni cinematografiche, ma una serie di didascaliche vignette in 4:3 che ci introducono alle vicende di gioco, per poi essere accolti da esplosioni e proiettili ovunque.

SANGUE E PIOMBO

Sul piano tecnico non c’è molto da dire, perché Ion Fury è il massimo che si possa desiderare sia dal punto di vista artistico e tecnico, sia di quello legato al comporto sonoro e al gameplay, con un titolo che sembra essere uscito da un’altra epoca a noi lontana. Ma quindi, considerando che al giorno d’oggi gli sparatutto sono concepiti diversamente, come comportarsi di fronte ad un titolo simile? Si tratta dunque di una nostalgica operazione commerciale?

Assolutamente no, la cura nella realizzazione del titolo e le mille citazioni e le situazioni che incontrerete mano a mano proseguendo nel vostro sterminio vi porteranno indietro nel tempo facendovi apprezzare e giocare il titolo come se vi trovaste in un distopico periodo precedente al nuovo millennio con ancora la promessa dei Maya di una fine del mondo incombente che pare, ora possiamo dirlo, non essersi avverata.

DUKE, TI PRESENTO SHELLY

Il titolo messo a punto da Voidpoint è una piccola perla capace di farci veramente divertire con un design dei livelli che riesce a stupire passo dopo passo, e una protagonista che potrebbe tenere tranquillamente testa al suo “collega” Duke Nukem. Shelly “Bombshell” Harrison non risparmia nessuno con le sue battute e i suoi commenti durante il gioco (vi consigliamo di attivarli nelle opzioni) e, arma dopo arma, farsi strada tra i nemici in compagnia della donna sarà una esperienza che vi regalerà enormi soddisfazioni. Ovviamente Ion Fury potrà non piacere a tutti proprio per via della sua impostazione vecchia scuola e un tasso di sfida piuttosto impegnativo.

Se vogliamo trovare un difetto (che pare verrà risolto con un update dopo il lancio del gioco) è la mancanza di una opzione per invertire gli assi del controller, cosa che è stranamente possibile fare nella versione PC del gioco ma non in quella per console. Oltre a questo non sarebbe guastata una maggiore varietà di armi che, per quanto alcune presentino una modalità alternativa di fuoco, sembrano stare un po’ strette alla nostra Shelly.

La colonna sonora e gli effetti audio sono rigorosamente stereo, ma all’altezza di quello che ci si può aspettare dalla migliore Sound Blaster in commercio. Una volta terminata la sessione di gioco continuerete a sentire in testa il motivetto del livello appena affrontato, aspetto che sottolinea quindi la bontà del comparto sonoro. Ion Fury è un titolo da apprezzare e scoprire, e nonostante la sua frenesia è bello perdersi nei livelli alla ricerca di particolari e citazioni che spesso oltrepassano la soglia del politically correct, ma tutto questo ci ricorda un’epoca in cui tutto (o quasi) era tollerabile.

Ion Fury
Ion Fury
GIUDIZIO
Shelly "Bombshell" Harrison è quello che ci vuole per portare gli FPS al loro antico splendore. Ion Fury è un titolo che rapisce in fretta, divertente, violento, frenetico e volgare come non mai.
GRAFICA
8.6
SONORO
8.5
LONGEVITÀ
9
GAMEPLAY
9
PRO
Level design molto curato
Un FPS vecchia scuola divertente e impegnativo...
CONTRO
...ma che non potrebbe piacere a tutti
L'impossibilità di invertire gli assi del controller
8.8