PONG Quest

Il classico di Atari si è reinventato di nuovo, questa volta in chiave RPG.

Era il 1972 quando Atari rilasciò PONG in cabinato, uno dei primissimi videogiochi della storia. Il gameplay era quello del tennis da tavolo: le due racchette e la palla erano rappresentati rispettivamente da due rettangolini e un quadratino mentre l’input sonoro era solo quello di un semplice “bip”.

In quasi 50 anni il medium ne ha fatta di strada, e sebbene PONG sia stato riproposto in varianti con power up, edizioni speciali o semplicemente come minigioco, nessuno aveva mai pensato di trasformarlo in un dungeon crawler con elementi RPG. PONG Quest di Chequered Ink è ambientato in un mondo fantasy abitato da buffe racchette rettangolari: tra queste c’è l’eroe protagonista che riceve dal re l’incarico di recuperare delle misteriose sfere in dei dungeon tematici.

Fa un certo effetto immaginare un classico come PONG reinventato in chiave ruolistica.

BATTAGLIE A COLPI DI PING PONG

Le aree di gioco sono procedurali, il nostro alter ego dovrà esplorarle da cima a fondo per trovare il prezioso bottino superando enigmi e sconfiggendo nemici. E a proposito di combattimento, è proprio questo aspetto il fulcro del gioco: gli scontri si svolgono come una partita del classico PONG, soltanto che i due sfidanti al posto dei punti avranno una barra della vita. Questa diminuisce di un’unità con i rimbalzi della palla sulle rispettive racchette e di cinque quando si subisce una segnatura.

Non pensate tuttavia che il combat system si limiti a questo, perchè durante la partita gli sfidanti possono raccogliere differenti tipologie di sfere come la palla infuocata che infligge un maggior danno, quella curativa, la palla rimpicciolita o addirittura quella invisibile. Altre tipologie di palla modificano il campo di gioco, come quello che genera un muro di blocchi protettivi. Lo scontro, generalmente poco longevo, finisce quando la barra della salute dell’avversario raggiunge lo zero.

PONG IN SALSA GDR

Come in ogni GDR il nostro eroe a forma di racchetta riceve alla fine di ogni battaglia punti esperienza e tipologie di palle appena citate, ma attenzione perché possiamo portarne con noi solamente un numero limitato. Fortunatamente è possibile trovarne in abbondanza anche nel mondo di gioco nei vari forzieri e come ricompensa per la risoluzione degli enigmi. Al raggiungimento di un nuovo livello il nostro personaggio potrà sbloccare nuove abilità come uno slot aggiuntivo per le palle, un aumento di energia vitale oppure altri bonus come la diminuzione del danno ricevuto dagli avversari. Il giocatore procede fino alla fine del dungeon dove c’è un boss finale da sconfiggere per poi passare al successivo.

Il gameplay di PONG Quest sembra rinnovare la formula del titolo originale che ormai ha mezzo secolo, tuttavia dopo un’ora di gioco ci renderemo conto che tolti gli enigmi (per giunta ripetitivi) e lo scorrazzare per i dungeon, tutto si riduce ad una serie di partite a Pong con la variante dei potenziamenti. Alla lunga potrebbe apparire ripetitivo, se non frustrante; non c’è nemmeno la scusa di voler scoprire la storia dato che è davvero basilare mentre i personaggi sono di un piattume inaudito.

POCHI ALTI E TANTI BASSI

Oltre alla modalità avventura che vi durerà qualche ora potete giocare dei combattimenti contro gli amici in locale, online (anche se non abbiamo trovato nessun giocatore da sfidare) o a Pong nella modalità classica. Piccole aggiunte apprezzabili per un titolo poco longevo come PONG Quest. Dal punto di vista grafico e artistico il titolo è esilarante: gli sviluppatori hanno cercato di creare un mondo in cui le racchette prendono vita, quindi tutti i personaggi sono letteralmente dei rettangolini.

Apprezzabile anche l’intento di caratterizzarli con vestiti, cappelli e facce buffe, ma resta tutto un po’ anonimo e decisamente forzato. Inoltre gli ambienti di gioco sono quasi tutti spogli e, a eccezione di qualche dettaglio, sono fin troppo simili tra loro. Fortunatamente si può ripiegare su delle piacevoli musiche accompagnate purtroppo da un sound design piuttosto debole.

PONG Quest
GIUDIZIO
Tirando le somme, PONG Quest prova a riportare in auge una vecchia gloria, riuscendovi solo a metà. Forse con un approccio diverso si sarebbe potuto realizzare un titolo più interessante anche se crediamo che in fin dei conti sarebbe meglio lasciarlo in pensione nella sezione retrogaming. Vale la pena provarlo giusto per soddisfare la vostra curiosità visto il prezzo assolutamente accessibile.
GRAFICA
6
SONORO
6
LONGEVITÀ
5
GAMEPLAY
5
PRO
Le modalità di contorno offrono una discreta varietà
Le battaglie a colpi di ping pong sono divertenti
CONTRO
La realizzazione generale lascia a desiderare
Si completa in poche ore
5.5