A Plague Tale: Innocence

Tra il dominio inglese e l’Inquisizione, Asobo Studio ci porta in una Francia tormentata dalla peste nera.

Tutto sommato siamo fortunati, forse fin troppo. Letti comodi, affetti, cure per ogni malanno: ci sentiamo al sicuro in una società in cui la prosperità viene forse data per scontata. Abbiamo dimenticato quanto la vita sia stata, fino a una manciata di secoli fa, precaria e preziosa. L’odissea di Amicia de Rune e di suo fratellino Hugo è un memento, un monito che ci ricorda attraverso cosa l’occidente sia dovuto passare per giungere sino all’odierna sicurezza.

Se da un lato la Guerra dei Cento Anni ha mietuto vittime, dall’altro il morbo portato dai ratti ha richiesto un tributo in anime fin troppo esoso. Le vicende dei due giovani nobili decaduti hanno luogo nel 1349, proprio nel bel mezzo di tale orrore. Trattasi di una storia di perdita, vessazione e tormento, ove malattia, guerra e Inquisizione sapranno come far perdere – a tratti – la speranza al giocatore. Senza girarci troppo intorno, A Plague Tale: Innocence è una delle esperienze più sorprendenti di questo 2019 e saprà come stupirvi, commuovervi e colpirvi nello stomaco come un pugno. Scoprite perché nella nostra recensione.

A Plague Tale: Innocence

SENZA UN ATTIMO DI TREGUA

Mai la giovane Amicia, figlia del nobile de Rune, avrebbe immaginato che una tranquilla battuta di caccia col padre sarebbe diventata l’inizio di un viaggio tormentato. Le fronde oscure dei boschi attorno casa nascondono l’avvento di un male implacabile e presagiscono il dipanarsi di una trama a tinte fosche. Prendendo con sé Hugo, il fratellino perennemente malato col quale ha un legame ancora tutto da costruire, la nostra protagonista è costretta a scappare a causa dell’Inquisizione.

Essendo A Plague Tale: Innocence un titolo fortemente incentrato sulla trama, eviteremo di fornirvi ulteriori dettagli, onde evitare spoiler presenti già nelle prime scene. Ciò che più ci ha colpiti nel corso di tutta l’avventura è stata la qualità della narrazione, col suo ritmo serrato e il susseguirsi di pericoli. Lungo i sedici capitoli verso l’agognata salvezza, il giocatore avrà più di una volta la sensazione di non ricevere nemmeno un attimo di pace, poiché i momenti di reale respiro sono davvero pochi e dovrà imparare a farne tesoro. Gli sceneggiatori hanno saputo ricreare con accuratezza un secolo in preda al caos, dove rifugi e persone disposte ad aiutarci sono più unici che rari.

Con immagini incredibilmente toccanti, la trama di A Plague Tale ci costringe a farci largo in ambienti ostili, ci tortura col suo senso di morte e oppressione a ogni angolo delle strade. Fa male più di ogni altra cosa pensare che tutto ciò debba essere visto dagli occhi di un bambino, un’anima innocente ancora vergine, che vorrebbe scoprire tutte le meraviglie del mondo ma è costretta ad affacciarvisi proprio nel suo momento peggiore.

Roghi di eretici, caccia a streghe e untori, predoni e cadaveri ovunque non sono di certo il miglior biglietto da visita per la Francia del quattordicesimo secolo, ma la giovane Amicia si dimostrerà essere – oltre che una sorella premurosa e gentile – anche una donna coraggiosa, in grado di superare le più insormontabili delle avversità. Partita come una fanciulla delicata, l’eroica de Rune diviene una guerriera, sviluppa abilità di sopravvivenza e non ha problemi nello sporcarsi le mani: tutte abilità sufficienti e necessarie per rimanere vivi nel baratro buio del suo tempo. Dopo un incredibile climax iniziale e una parte più tattica e compassata nel mezzo, la narrazione esplode e conduce il giocatore verso una fase conclusiva degna dei migliori titoli tripla-A.

A Plague Tale: Innocence

AMA IL PROSSIMO TUO

Nel caso avvertiate una sensazione à la The Last of Us giocando ad A Plague Tale: Innocence, siete sulla strada giusta. Sebbene il prodotto prodotto da Focus Home non inventi nulla di nuovo per quanto riguarda il suo genere d’appartenenza, è proprio il saperne ereditare gli elementi migliori che ha saputo soddisfarci in questo modo. Un lungo viaggio, con una persona che per noi diventerà fondamentale, è solo il primo di molti elementi che ci hanno fatto ricordare da vicino l’opera di Naughty Dog: per quanto affetto da un gravissimo morbo, Hugo non è affatto una zavorra e imparerà come comportarsi al meglio in ogni occasione. Dovendoci di tanto in tanto prendere cura del pargolo, è impossibile non calarsi nei panni della protagonista, sviluppando un genuino senso d’attaccamento nei confronti di un fratellino ingenuo, buono e gentile. Unico faro di speranza nella notte, Hugo ci aiuterà nel portare a termine enigmi ambientali ma fate attenzione, poiché lasciarlo solo in situazioni di pericolo scatenerà il terrore proprio dei bimbi, portandolo verso crisi nervose e panico.

Il gameplay si basa fortemente su sezioni stealth e semplici rompicapo: sia le prime che i secondi sono piuttosto basilari e non richiederanno mai davvero sforzi al di sopra delle vostre abilità. Ciò che potrebbe talvolta mettervi in difficoltà è l’IA dei compagni nel corso dei puzzle, poiché finiranno – seppur raramente – per bloccarsi in vicoli ciechi e non vi seguiranno. Sfruttando diversivi ambientali e i colpi con la fionda, Amicia deve farsi largo tra i nemici per raggiungere ogniqualvolta la sua destinazione.

Capitolo dopo capitolo, il crafting diviene dunque fondamentale, per realizzare armi alchemiche e potenziare il nostro equipaggiamento. Una volta trovato un banco da lavoro (o sbloccando l’abilità apposita) possiamo creare borselli, impugnature migliorate, parti di vestiario e anche munizioni. Semplici da trovare, i materiali spaziano da tessuti a minerali, rendendo quasi piacevole il processo di ricerca e creazione, per una sezione d’artigianato intuitiva, facile e del tutto non invasiva. Dai semplici sassi fino a sonniferi ed esplosivi, l’alchimia sarà nostra grandissima alleata per eliminare minacce umane e non. Oltre infatti ai semplici soldati nemici, il vero pericolo di tutta l’esperienza restano le ondate di ratti neri: per quanto non siano storicamente accurate, queste orde riescono a incutere un senso di sano terrore nel giocatore, che dovrà trovare costantemente riparo nella luce e vicino a ogni fonte di fuoco. Talvolta sarà possibile sfruttare gli odiati sorci a nostro vantaggio, attirandoli verso i cavalieri ignari e assistendo a un cruento banchetto a base di carne umana.

Di tanto in tanto è possibile imbattersi in qualche collezionabile, dai fiori dell’erbario, passando per i reperti storici fino ai doni per gli orfanelli. Quest’ultimi non sono eccessivamente difficili da trovare e – per quanto stupisca la cura riposta nel ricreare i documenti dell’epoca – a onor del vero piuttosto insignificanti. Il ritmo incalzante della narrazione potrà a volte scoraggiare la più salutare esplorazione e probabilmente avrete bisogno di più di una run per trovare tutti gli oggetti extra. Per quanto siano artisticamente molto ispirate, le ambientazioni non sono propriamente reattive, lasciando che il giocatore interagisca esclusivamente coi beni da raccogliere e con le poche porte da aprire. Al netto di qualche piccola imperfezione, il gameplay di A Plague Tale: Innocence ha saputo soddisfarci al punto giusto, regalandoci momenti di grande tensione ed emozione. È possibile quindi chiudere ben più di un occhio sui suoi piccoli difetti o sulla mancanza d’originalità di determinate scelte di design, perché quella di Focus Home Interactive e Asobo Studio è un’opera confezionata con amore, diligenza e tanta passione.

A Plague Tale: Innocence

C’È BELLEZZA ANCHE NEL MARCIUME

Per quanto le immagini siano terrificanti, mai ci saremmo immaginati di restare tanto di stucco dinanzi alla loro bellezza. Tra scorci paesaggistici e urbani, A Plague Tale: Innocence sa far felici anche gli amanti del fronte audiovisivo, con un comparto tecnico abbastanza solido, un doppiaggio inglese di buon livello e una colonna sonora azzeccata. Anche nei momenti meno adatti all’osservazione, non abbiamo potuto fare a meno di soffermarci a contemplare alcuni scenari, sia per via della loro ottima realizzazione sia per la loro incredibile crudezza. Accompagnate da note malinconiche o volte a instillare il più sano terrore nel giocatore, quest’ultime ci hanno mozzato il fiato, confermando come tutta la produzione sappia emozionare anche senza le parole.

Mettendo da parte le sensazioni e concentrandoci più sul fronte pratico, Asobo Studio ha svolto un lavoro egregio col motore grafico, regalandoci modelli dei personaggi, degli ambienti e animazioni facciali di tutto rispetto. A tratti si ha come la sensazione di trovarsi tra le mani una vera e propria produzione tripla-A e ciò testimonia come non sempre il budget sia fondamentale per effettuare un lavoro con tutti i crismi. Per tornare con i piedi per terra, però, è possibile notare tempi un po’ troppo lunghi per quanto riguarda alcuni caricamenti, tanto nelle schermate d’intermezzo quanto in alcune texture.

Non abbiamo invece riscontrato particolari problemi di frame-rate, stabilmente ancorato ai trenta fotogrammi al secondo. Il livello di dettaglio, dal canto suo, subisce invece sensibili abbassamenti quando avviene una transizione dalle sequenze filmate al gameplay, smorzando il feeling di fluidità che gli sviluppatori hanno cercato di ricreare. L’immagine delle sezioni giocate risulta infatti un po’ sporca in determinati frangenti, ma con la patch day-one tali problemi dovrebbero venir limati. Quelli elencati sono in conclusione solo dei nei, i quali non infastidiscono più di tanto l’utente e non rovinano un titolo bello da giocarsi quanto da vedersi.

A Plague Tale: Innocence
GIUDIZIO
A Plague Tale: Innocence è una sorpresa vera e propria. Al pari di Hellblade: Senua’s Sacrifice dello scorso anno, anche il 2019 ha saputo regalarci una perla di narrazione ed emozioni. L’epopea di Amicia de Rune e suo fratello Hugo è senza dubbio più che valida, un’esperienza story-driven capace di sfidare anche le produzioni più blasonate del medesimo genere. Crudeltà, terrore ma anche speranza e ingegno sono le chiavi di un titolo incredibile, appagante e sorprendente. Un gameplay semplice ma efficace e una direzione artistica davvero ispirata si affiancano a uno storytelling toccante e a un comparto audiovisivo solido. Sebbene non sia esente da piccoli difetti di natura tecnica, non possiamo fare a meno di consigliare a chiunque il titolo di Asobo Studio e Focus Home Interactive. Se amate le grandi storie, allora saprete apprezzare le tribolazioni della giovane dai capelli intrecciati, facendone prezioso tesoro nella vostra collezione.
GRAFICA
8.4
SONORO
8.3
LONGEVITÀ
8.5
GAMEPLAY
8.2
PRO
Narrazione incalzante
Scrittura emozionante, ottima caratterizzazione dei personaggi
Scenari capaci di mettere i brividi
CONTRO
Il gameplay non è particolarmente innovativo
Tempi di caricamento a volte molto lunghi
IA dei compagni non sempre impeccabile
8.5
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