Alcune volte si avverte il bisogno di staccare dai giochi con approcci lenti, con trame lunghe e meccaniche che, seppur appaganti, risultano complesse. Proprio da questa necessità nasce un nuovo shoot ’em up prodotto da Thunderful Games, dal titolo Hellfront: Honeymoon! Si tratta di un titolo dalle poche pretese che chiede solo di convogliare la propria grinta e rabbia in uno twin stick shooter dalla visuale isometrica, e dà il massimo se giocato con i propri amici! Noi lo abbiamo provato a lungo in versione PS4 per comprenderne le potenzialità.
ONE SCREEN, ONE WINNER
Sviluppato dal team indipendente SkyGoblin, Hellfront: Honeymoon è un titolo da assaporare in compagnia: potete infatti giocare in multiplayer locale in sessioni per un massimo di quattro giocatori, dalle quali uscirà solo un vincitore: quello con i riflessi più veloci! Per chi non ama il multiplayer cooperativo ma vive di sola competizione, è presente l’immancabile leaderboard con la quale confrontare i propri punteggi con altri giocatori da ogni parte del mondo. Tuttavia, dal momento che il gioco non propone un vero e proprio multiplayer, è difficile appassionarsi al suo gameplay in single-player, sebbene la presenza di una serie di livelli a difficoltà crescente riesca in parte a compensarne la mancanza.
Nonostante il gioco parli da sé e abbia un approccio immediato capace di creare letteralmente il caos su schermo premendo tasti a ripetizione, per gli utenti più pazienti non mancano una serie di accorgimenti e un pizzico di strategia che potrebbero fare la differenza sul campo di battaglia.
UN VIVACE MIX DI RIFLESSI E INGEGNO
Oltre a usare i due stick per controllare il movimento e la direzione dello sparo, il giocatore ha a disposizione anche una serie di piattaforme sulla mappa, tramite le quali potrà costruire due tipi di edifici in modo rapido: le caserme e le torrette. Con le prime saremo in grado di generare delle truppe di soldati periodicamente e in seguito collocarli tramite un singolo comando in un’area ristretta attorno al nostro personaggio; le torrette, invece, un ruolo difensivo fornendo fuoco di sbarramento.
Gli edifici potranno comunque essere danneggiati durante la loro costruzione, quindi occorre il giusto tempismo per posizionarli ed eventualmente difenderli. Finché uno solo dei nostri sarà attivo, alla morte verremo riportati in vita in maniera casuale davanti a uno di essi, altrimenti verremo eliminati in un turbinio di esplosioni casuali, sempre per mantenere una certa sobrietà.
STILE OLD-SCHOOL CON PERSONAGGI ICONICI
Bisogna fare attenzione alla distruzione degli edifici, poiché in tal caso potreste incappare anche nel terzo incomodo: gli alieni. Sotto forma di blatte voraci, infatti, queste creature ostili faranno la loro comparsa subito dopo un’esplosione, attaccando senza distinzione noi e le nostre truppe, ma anche gli avversari nel caso volessimo utilizzarli come diversivo. Gli alieni si trovano inoltre all’interno di bozzoli presenti in determinati scenari, pronti a fuoriuscire in massa non appena un malaugurato giocatore avrà fatto fuoco per errore verso uno di essi. Sfortunatamente, però, a livello di design si nota una certa monotonia di fondo e i livelli finiscono con l’assomigliarsi un po’ tutti, scelta questa probabilmente discutibile e che finisce con il rendere il comparto grafico, nonostante i suoi colori e le incessanti esplosioni, nulla di particolarmente clamoroso.
Peccato, perché il mix funziona decisamente bene. In tal senso è doverosa una menzione d’onore al comparto audio: un mix di synthwave proposto dall’artista Megadrive, che si sposa in maniera eccellente con uno stile grafico e ambientazioni in puro stile anni ’80. In un intervista rilasciata da Theo Waern, un designer del team SkyGoblin, la software house ha confermato che l’intero processo di sviluppo del gioco si è svolto lavorando con la soundtrack sempre in sottofondo per mantenere il ritmo di lavoro “alto e brutale”.