Presentato quasi in sordina durante l’evento Treehouse all’E3 2016, offuscato in gran parte dalla presentazione dell’attesissimo The Legend of Zelda: Breath of the Wild, Mario Party: Star Rush arriva sugli scaffali europei giusto in tempo per il periodo pre-natalizio con il compito, non semplice, di rinvigorire l’interesse dell’utenza verso una piattaforma che si sta a poco a poco avviando verso il viale del tramonto. Con l’uscita di NX a pochi mesi di distanza, Nintendo ha deciso di estrarre dal cilindro un nuovo capitolo di una delle proprie serie più popolari e longeve, nonché il secondo ad approdare su 3DS.
ALLA RICERCA DELLE STELLE
Sviluppato dal team di Nd Cube, che prese le redini del brand dalle mani di Hudson Soft dopo l’assorbimento di quest’ultima da parte di Konami, nel 2012, Star Rush si propone in una veste sostanzialmente differente rispetto a tutti i capitoli che l’hanno preceduto. Nato come una versione rivista e corretta del gioco dell’oca, Mario Party aveva sinora utilizzato gli storici personaggi della Grande N quali pedine, da muovere sul tabellone interattivo attraverso un percorso prestabilito.
La modalità principale di Star Rush, denominata “Lotta dei Toad”, offre invece la possibilità ai giocatori di muoversi su una griglia in ogni direzione, rendendo di fatto i tabelloni completamente esplorabili. Ognuno nei panni di un funghetto di colore diverso, i giocatori iniziano la partita in una casella differente del tabellone, mentre una Stella viene risucchiata in un tubo verde e sorvegliata da uno dei miniboss che compaiono durante le partite.
Lo scopo del gioco è quello di raggiungere, spostandosi in base al punteggio fatto registrare durante il lancio dei dadi, la casella in cui si trova il mostro in questione e recuperare di volta in volta le stelle rubate attraverso semplici minigiochi competitivi. Il giocatore che alla fine della partita ne avrà recuperate di più avrà vinto.
LIBERTÀ DI MOVIMENTO
Ovviamente il Regno dei Funghi e la strabiliante quantità di personaggi che lo popolano forniscono il pretesto e il materiale con il quale introdurre una serie di elementi interattivi per rendere il tutto decisamente imprevedibile e movimentato, in pieno stile Nintendo. I tabelloni sono infatti cosparsi di monete, palloncini e di caselle bonus, contrassegnate dal classico punto interrogativo. Le prime sono particolarmente importanti dal momento che da sole possono ribaltare le sorti della partita: dopo aver sconfitto l’ultimo boss si procede infatti al conto delle monete le quali vengono convertite in stelle per multipli di dieci.
Ne deriva per esempio che un giocatore in possesso di 50 monete, pur non avendo ottenuto alcuna stella durante scontri con i boss, possa riuscire a battere un avversario in possesso di 4 stelle ma senza monete sufficienti per aggiudicarsi stelle bonus. I palloncini danno invece il via a un minigioco a scelta durante il quale i giocatori devono scontrarsi per ottenere il relativo premio in monete, mentre le caselle bonus offrono diversi oggetti da utilizzare al lancio dei dadi e che possono offrire aiuto al lanciatore o costituire un ostacolo per gli avversari.
Ulteriore elemento destabilizzante è costituito dai cosiddetti “partner”, personaggi che compaiono di tanto in tanto in vari punti della mappa e che, una volta raggiunti, si uniranno al proprio team offrendo punti aggiuntivi durante il lancio dei dadi. Ogni partner è inoltre dotato di abilità particolari che gli consentono di interagire con vari elementi della mappa e ricavarne preziose monete (se ad esempio Mario può saltare in testa ai Goomba nascosti nell’erba, la sua nemesi, Wario, può invece rompere le rocce a picconate e così via per tutti gli altri partner in gioco).
All’inizio di ogni turno è possibile selezionare il personaggio da utilizzare come leader del gruppo, il quale potrà utilizzare le suddette abilità e soprattutto il proprio dado specifico che, a differenza di uno normale, presenta sei facce alternative dotate di specifici bonus e malus, che vanno da numeri superiori al 6, inferiori all’1 o addirittura negativi e che possono causare la perdita di preziose monete.
MEGLIO SOLI CHE MALE ACCOMPAGNATI?
Le novità introdotte da Mario Party: Star Rush non si fermano certamente qui: è da sottolineare la mancanza, per la prima volta nella serie, dei turni. I giocatori lanciano infatti i dadi contemporaneamente, così come allo stesso tempo si muovono sul tabellone di gioco. Tutto questo rende l’azione decisamente più frenetica, imprevedibile e azzera del tutto i tempi morti. Il fattore tattico assume dunque un ruolo determinante sebbene, come ogni party-game targato Nintendo, i giocatori più in difficoltà vengano premiati con bonus più rari rispetto agli avversari al fine di mantenere le sorti della partita incerte fino alla fine.
La stessa intelligenza artificiale, che governa i partner durante alcuni minigiochi, rende questi ultimi un’arma a doppio taglio nel caso in cui gli avversari si rivelino giocatori capaci. Non di rado infatti l’IA commette degli errori fin troppo “umani” e, dal momento che questi sono spesso severamente puniti, può talvolta capitare che un giocatore abile veda rovinata la propria prestazione dall’inettitudine dei partner, mentre altri siano in grado di aggiudicarsi la prima posizione contando solo su loro stessi. Il fatto poi che chi giunga per primo alla casella del boss sia in grado di iniziare la battaglia con un certo anticipo, dissuade per certi versi i giocatori ad avventurarsi troppo nella mappa per raggiungere bonus e partner lontani e ignorare a lungo il mostro di turno, a tutto vantaggio di partite brevi e veloci.
PARTY GAME
Completando i vari schemi, oltre a sbloccare nuovi mondi e nuovi tabelloni, si ottengono punti esperienza utili ad aumentare di livello e ottenere così nuovi personaggi e modalità di gioco. Mario Party: Star Rush propone otto diverse modalità in totale, una delle quali è riservata al giocatore singolo, mentre le altre, inclusa la collezione di tutti i minigiochi sbloccati, possono essere affrontate in compagnia di uno o più amici. Alcune di esse, come la “Corsa ai palloncini”, sono delle versioni rivedute e corrette della modalità principale e contemplano l’uso di tabelloni ridotti o minigiochi da affrontare in serie mentre altre, come “Blocchi di Boo”, versione mariesca dei rompicapi alla “Bejeweled”, costituiscono dei puzzle game a se stanti.
Dal punto di vista visivo Mario Party Star Rush non fa di certo gridare al miracolo, ciononostante il motore grafico è solido, la palette sgargiante e i tabelloni, soprattutto quelli più avanzati, piuttosto ispirati. I minigiochi sono ben congegnati e piuttosto vari, anche se alcuni risultano meno immediati di altri (ma a tal proposito è possibile fare un minimo di pratica per afferrarne al meglio il funzionamento subito prima di iniziare la sfida vera e propria).
Le musiche propongono motivi spesso piuttosto riconoscibili tratti da altri capitoli legati all’idraulico baffuto, specialmente quelle presenti nella modalità “Tipi da concerto”, in cui si è chiamati a eseguire a tempo alcuni brani, retaggio dei più famosi capitoli della serie di Super Mario, tramite la semplice pressione del touchscreen. Segnaliamo infine la compatibilità con le statuette Amiibo, alcune delle quali sono stati appositamente prodotte, come quelle di Daisy e Waluigi, che possono essere utilizzate per ottenere partner particolari, oggetti utili, ricevere timbri dei personaggi e bonus vari. Tale feature è senza dubbio gradita, ma avremmo onestamente preferito che gli Amiibo introducessero nuovi minigiochi o modalità aggiuntive che avrebbero di sicuro giovato alla longevità complessiva del titolo.