darksiders_2_feat_1

Darksiders 2: Deathinitive Edition

Ogni qualvolta mi capita di pensare a Darksiders non riesco davvero a fare a meno di provare un profondo senso di tristezza. Considerata una delle IP più promettenti della scorsa generazione, la saga si è infatti interrotta a metà di quello che sarebbe dovuto essere il suo “ciclo vitale” per ragioni che purtroppo esulano da ragioni puramente videoludiche, e sebbene esista ancora una flebile speranza che, prima o poi, le vicende dei quattro cavalieri possano concludersi, al momento tutti gli appassionati possono consolarsi solo con i ricordi. Ed è proprio per far leva su questo profondo senso di nostalgia che Nordic Games ha pensato bene di riproporre sul mercato la Deathinitive Edition di Darksiders II, ma… ne sarà valsa la pena?

IL GRANDE RITORNO DI MORTE

Tralasciando un nome obiettivamente terribile, la Deathinitive Edition  di Darksiders II si dimostra sin dai primissimi minuti una riedizione di tutto rispetto, capace di accrescere ulteriormente il valore di un’esperienza che, già all’epoca della sua prima release, era riuscita ad appassionare milioni di videogiocatori in tutto il mondo. Sebbene il titolo sia infatti identico alla sua controparte originale in termini di concept e struttura, proponendo dunque la medesima avventura che molti di voi potrebbero aver già giocato tre anni fa, è infatti impossibile non accorgersi degli evidenti passi avanti fatti in termini tecnici.

La resa grafica a 1080p garantisce infatti un impatto visivo nettamente superiore rispetto alle vecchie edizioni del prodotto sia su PC che su Xbox One o PlayStation 4, arricchendo così non solo la ricercatezza stilistica del prodotto, ma anche l’intensità di un’atmosfera che brillava già all’epoca del suo debutto. Per il resto, come detto in apertura, il titolo non ha subito particolari variazioni, confermandosi dunque estremamente godibile dall’inizio alla fine. Complice un gameplay molto solido, la lunga serie di combattimenti proposti si confermano particolarmente stimolanti anche a distanza di tutti questi anni, e se a questo aggiungiamo una progressione ricca di ottimi spunti, il titolo assicura un’esperienza frenetica il cui ritmo, sempre incalzante, non lascia davvero il minimo respiro.

Quella di Morte è infatti un’avventura epica, intensa e soprattutto mai banale, in cui i limiti di una struttura narrativa non sempre all’altezza delle aspettative, vengono quasi totalmente oscurati dalle indiscutibili emozioni che il prodotto è in grado di offrire lungo tutto il suo corso. Oltre a un sistema di combattimento brutale e ricco di sfaccettature, il titolo denota infatti una profondità tattica davvero inaspettata – legata in particolare alla necessità di adattarsi a nemici sempre diversi – offrendo così un’esperienza divertente ma al tempo stesso anche piuttosto impegnativa.

Insomma per farla breve parliamo di uno dei prodotti che meglio incarnano il concetto di “action-rpg moderno”, e se a questo aggiungiamo anche una ricchezza contenutistica non indifferente visto che il “pacchetto” comprende anche tutti i DLC della prima versione del gioco, è davvero difficile trovare un motivo per sconsigliare l’acquisto di questa riedizione. L’unica cosa davvero inspiegabile, almeno agli occhi di un appassionato della saga come il sottoscritto, è tuttavia la decisione di Nordic Games di omettere da questa riedizione anche il primo, straordinario capitolo: perché mai non sfruttare questa occasione per rilanciare la saga nella sua “totalità”?

GIUDIZIO

Una riedizione di assoluto valore che sarebbe risultata ancora più imperdibile se all’interno del pacchetto ci fosse stato anche il primo, storico capitolo.