Sono trascorsi quasi tre anni da quando Keiji Inafune si presentò davanti alla sua platea di estimatori annunciando il ritorno di un suo classico, Mega Man, sotto una veste rinnovata dopo l’annuncio pochi anni prima della fine della collaborazione con Capcom e la fondazione di una nuova software house, Comcept, che avrebbe lavorato con lui in questa nuova avventura. Non potendo continuare a utilizzare il suo personaggio creato nel 1987, Inafune prometteva di portare in dote nel nuovo Mighty No. 9 quanto di buono visto in passato, mantenendo le meccaniche di gioco da platform a scorrimento e i tipici combattimenti con i nemici su schermo, con uno stile grafico tutto nuovo più moderno e adatto alle produzioni più recenti.
Grazie al suo nome e alle idee messe in campo, Inafune propose una campagna di crowdfunding su Kickstarter per ottenere un finanziamento da parte degli appassionati e consentire lo sviluppo del suo nuovo progetto. In appena tre giorni il gioco aveva raggiunto i fondi necessari a partire (ben 900.000 dollari) permettendo nell’intero mese di quadruplicare il budget a disposizione per supportare ulteriori piattaforme, essere distribuito in versione retail, proporre anche una serie animata e l’aggiunta di nuovi contenuti insieme a gadget fisici per chi aveva investito cifre più alte.
RICOMINCIO DA 9
La storia proposta da Inafune e il suo team per Mighty No. 9 è potenzialmente interessante. In un futuro in cui le macchine si occupano praticamente di ogni attività, nel momento in cui uno strano virus le porta a ribellarsi e creare il caos nella principale città soltanto l’aiuto di Beck, il nono robot Mighty realizzato dal Professor White che non è stato contagiato, potrà tentare di riportare la normalità sconfiggendo gli altri 8 suoi simili e scoprire quale sia stata la causa di questa inaspettata “rivolta delle macchine”.
Beck non sarà solo in questa avventura: con lui, per lo meno a voce, ci saranno il Professor Sanda e la robot femmina Call. Mighty No. 9 come platform mantiene buona parte delle caratteristiche care al vecchio Mega Man, si cammina, si salta e si spara… quando un nemico colpito è stordito gli si può dare una sorta di “spallata” per distruggerlo. Le sporgenze più lontane con un semplice salto vanno raggiunte in tuffo, utilizzando appunto il tasto dorsale del controller per dare uno scatto in aria e poter allungare la distanza coperta dal vostro personaggio. Ci troviamo di fronte a un gioco semplice, senza enigmi da superare in cui l’obiettivo è sempre quello di andare avanti, evitare i colpi degli avversari e di tanto in tanto scontrarsi con un boss di fine livello prima di passare all’area successiva. La particolarità di questa avventura sta però nel fatto che i famigerati boss vi consentiranno di acquisire nuove abilità: ogni Mighty “cattivo” ha in fatti un potere speciale che Beck acquisirà dopo averlo sconfitto.
LE ASPETTATIVE DISATTESE
Tornando al discorso budget, a mente fredda, i 900.000 dollari richiesti per iniziare lo sviluppo di Mighty No. 9 erano davvero tanti per il tipo di prodotto che ci troviamo oggi a recensire. Il totale dei fondi è stato addirittura di 3.8 milioni e ci pone di fronte ad aspettative molto più elevate, soprattutto perché siamo abituati a veder sfornare dalle piattaforme di crowdfunding produzioni molto interessanti e piccoli capolavori con budget molto più bassi.
Dopo aver avviato Mighty No. 9 sulla nostra PlayStation 4 è bastato poco per cadere nello sconforto. Dal video di presentazione al primo livello giocato quello che ci si chiede è se di fronte ci troviamo una versione demo o qualcosa di ancora incompleto. Le animazioni, i modelli dei personaggi su schermo, le ombre e le esplosioni lasciano davvero senza parole, sia perché inadeguate per una console come PlayStation 4 sia perché neanche minimamente paragonabili al primo video in cui il team mostrava i risultati di una versione embrionale di Mighty No.9 realizzata con Unreal Engine 4 che sarebbe stata, a detta loro, derisa al momento del lancio della versione finale. A essere derisa oggi, spiace ammetterlo, è però proprio la versione finale.
SALVIAMO IL SALVABILE
Indipendentemente dal giudizio tecnico molto negativo, su cui evitiamo di dilungarci per non voler mettere ulteriormente il dito nella piaga, quello che emerge di positivo giocando a Mighty No. 9 è comunque il trovarsi di fronte a un titolo piacevolmente vecchio. Inafune non è stato in grado di rivoluzionare la serie Mega Man come ci saremmo aspettati ma proprio grazie al mantenimento di un concept classico, dal sapore di retrogaming, si riesce a giocare Mighty No. 9 con lo stesso spirito che si aveva trent’anni fa con il primo capitolo della serie.
Mighty No. 9 non riesce a decollare né a soddisfare le aspettative, permette però a chi ama Mega Man di ritrovarselo di fronte in una veste “teoricamente” nuova, ma che in realtà non è mai cambiata. Davvero un peccato perché le promesse (e il budget) facevano pensare a un titolo di ben altro spessore.