The Falconeer

The Falconeer

Solcare i cieli sopra una gigantesca aquila? Perché no!

Il mito greco racconta di Dedalo e Icaro, rispettivamente padre e figlio, che intrappolati nel labirinto di Creta decidono di scappare utilizzando delle ali ricavate dalle varie piume raccolte per sorvolare la titanica struttura. Una storia che conosciamo tutti, con un epilogo, ovvero la caduta di Icaro, tragico e significativo. A quel tempo osare così tanto era un gesto da folli, ma ciò non ha fermato l’uomo dal realizzare uno dei suoi sogni più reconditi: quello di poter volare. E così oggi pensare di solcare i cieli non è più qualcosa di fuori dal mondo, ma qualcosa che si può fare da un momento all’altro.

Ora immaginiamo un secondo che al posto di metallo ed elettronica ci fossero delle enormi aquile che libere ci conducono dove vogliamo, con il vento tra i capelli. Se lo state immaginando due sono i casi possibili. Nel primo state giocando a The Falconeer, protagonista della recensione di oggi e titolo sviluppato autonomamente da Tomas Sala e pubblicato da Wired Productions sulle piattaforme di casa Microsoft. Nel secondo caso invece significa state immaginando di trovarvi… ne Il Signore degli Anelli.

The Falconeer
Una rilassante gita a bordo della nostra aquila.

…MA ANCHE UN PO’ GAME OF THRONES

Non posso negarlo. L’effetto che mi ha fatto solcare i cieli è stato lo stesso di quando Gandalf fugge dalla Torre di Isengard cavalcando una delle enormi aquile della Terra di Mezzo. Ma ovviamente qui non siamo nel fantastico mondo plasmato da Tolkien, bensì nell’Ursee, un’immensa distesa d’acqua disseminata di piccoli isolotti. La storia di The Falconeer non segue un unico personaggio, piuttosto ci permette di scoprire cosa si cela dietro al conflitto a cui prenderemo parte come spettatori che seguono punti di vista diversi.

Il gioco è diviso in capitoli di difficoltà crescente e, nonostante il gioco non ponga limiti al come affrontare l’avventura, è ovviamente consigliabile seguire l’ordine dato per due motivi. Il primo è già stato evidenziato, a maggior ragione viene indicato il livello personaggio con cui affrontare la sezione della storia, e il secondo (scontato) è il filo narrativo. Come abbiamo detto poco fa, la struttura è episodica, ciò significa che non si vive le gesta di un membro di una fazione, ma magari anche quello della parte opposta. Nell’Ursee ci sono diverse parti in contrasto, alleanze bizzarre e tutta una serie di intrecci che ricordano Game of Thrones (ovviamente molto in piccolo).

IL GRANDE URSEE

Questa decisione alla lunga ripaga e quello che viene messo in risalto è un mondo unico. Quello creato da Tomas Sala è un paesaggio vivo che si muove ed evolve anche fuori dalle missioni. I temporali si spostano così come le correnti d’aria e le navi che addirittura potremmo accompagnare in cambio di qualche frammento, la moneta di gioco. Inoltre le missioni da completare per le diverse roccaforti e cittadine arroccate ci spingeranno a esplorare in lungo e in largo scoprendo così sempre di più sulla lore di gioco

Nonostante ci troviamo a quella che è a tutti gli effetti un’immensa distesa d’acqua, il world design riesce a essere sempre vario. Gli scogli che ogni tanto affiorano dalle acque hanno qualcosa da raccontare, in maniera indiretta o tramite le storie narrate da quella stessa sciamana che ci accoglie ogni volta che cadiamo in battaglia. A fare compagnia a questi immensi faraglioni inoltre ci saranno templi e santuari abbandonati e dedicati ad antichi culti o addirittura potreste trovarvi a esplorare delle grotte sottomarine, per non parlare dell’immensa spaccatura al centro della mappa, che rende ancor di più particolare l’ambientazione.

The Falconeer
Le Fauci dividono l’Ursee in due.

MIGHTY EAGLES

L’Ursee non è certamente un luogo pacifico in cui passare le vacanze estive e la guerra che imperversa costringe tutti a vivere alla giornata. Allo stesso modo il protagonista deve riuscire ad adattarsi alle sempre più pericolose minacce rappresentate da predoni e fazioni avversarie, che si valgono di terribili creature alate come coleotteri giganteschi o dragoni. Non esiste un vero e proprio sistema di progressione classico basato sui punti esperienza, anche se ovviamente sconfiggendo avversari saliremo di livello e quindi miglioreremo le nostre statistiche. Piuttosto, per sopravvivere nell’Ursee dovremo completare quanti più incarichi possibile per comprare miglioramenti e armi potenti.

Un fattore interessante di The Falconeer è che non tutti gli avamposti sono disposti a commerciare o anche solo dialogare con noi e quindi per ottenere il massimo in termini di possibili incarichi e merce acquistabile dovrete avere il giusto permesso. Fortunatamente una volta acquistati potenziamenti e permessi con uno dei personaggi, questi verranno trasferiti al prossimo, senza perdere perciò i progressi fatti. Una piccola nota di demerito, ma che non influisce particolarmente al gameplay, va alla gestione dell’inventario e degli scambi coi commercianti. Se da un lato comprare e vendere oggetti non ha variazioni di prezzo, è comunque possibile comprare di nuovo un oggetto che già si possiede, ma senza che questo venga sommato al precedente. Ovviamente viene segnalato che si possiede un determinato oggetto, ma fa sempre male vedere mille frammenti vaporizzarsi per un acquisto di troppo.

COMBATTERE NEL VENTO

Passiamo ora al cuore del titolo di Tomas Sala, ovvero i combattimenti. The Falconeer, se considerato ai minimi termini, è un simulatore di volo. Certamente non si guida un aeroplano o un jet di linea ma un’aquila, e comunque ci sono tutti i crismi per avvicinarlo al genere. La nostra maestosa aquila però non ha la “benzina” infinita di un biplano, ma durante il volo, e soprattutto gli scontri, il giocatore deve tenere traccia di due valori: la salute e la resistenza. Mentre nel primo caso viene da sé la motivazione per cui è importante, la resistenza dell’aquila ci permette di eseguire importanti e vitali acrobazie che segnano il confine tra vittoria e sconfitta. La resistenza si ricarica comunque in maniera molto semplice, basta andare leggermente in picchiata e la barra si è riempie immediatamente.

Per abbattere le altre creature potremo avvalerci del nostro armamentario composto da cannone e munizioni. Il primo può essere di diverso tipo e, a seconda delle nostre preferenze, può avere maggior rateo di fuoco o danni migliorati: in ogni caso, è possibile acquistarli presso uno dei rivenditori citati precedentemente e rivendere i vecchi modelli per ottenere quelli migliorati. Per quanto riguarda invece le munizioni è interessante vedere come in realtà non ci sia mai una situazione di penuria, e quindi di crisi, in quanto ci sarà sempre un modo più o meno convenzionale per recuperarle. Il metodo classico infatti prevede di passare in mezzo ai temporali e catturare le celle temporalesche, oppure recuperare l’energia delle capsule lasciate dalle navi avversarie. Attenzione però a non essere troppo golosi, o farete esplodere i contenitori che portate sulla schiena, diminuendo di fatto la quantità trasportabile.

The Falconeer
I combattimenti nelle tempeste sono spettacolo puro.

NEL BLU DIPINTO DI BLU

Grande scoglio del genere è la gestione della telecamera e del personaggio all’interno di un ambiente in cui possiamo muoverci tridimensionalmente. La nostra prova non è stata sempre rose e fiori, anzi diverse volte ci siamo trovati nella situazione per cui non era molto chiaro chi inseguiva chi, trovandoci a girare in cerchio con un senso di nausea e confusione. Anche il mirino, gestito dalla levetta analogica sinistra nel caso di Xbox One, non è precisissimo e riuscire a colpire un nemico lontano, mirando al cerchio che indica la direzione dell’avversario, è un’impresa a dir poco ardua.

The Falconeer, nonostante sia ambientato durante una tremenda guerra fatta di intrighi e battaglie aeree, è per lo più rilassante. Il vasto blu oceanico ci accompagna nel nostro viaggio, che può essere velocizzato grazie alla funzione apposita. Tuttavia non si sente la pesantezza del viaggio che anzi viene accompagnata dal volo disinvolto alla Han Solo, che si attiva dopo un breve lasso di tempo senza attivare i comandi e che permette di apprezzare i dintorni tramite la telecamera indipendente dal movimento. A chiudere il cerchio arriva anche il suono dell’ambiente, in linea con la misteriosa storia dell’Ursee: un’armonia di flauti e cornamuse che ci spinge a prendere il volo e scoprire cosa si cela al di là delle nebbie marine.

The Falconeer
The Falconeer
GIUDIZIO
Per essere un gioco realizzato da una sola persona, The Falconeer surclassa per certi versi tanti altri titoli più blasonati grazie soprattutto a una componente narrativa interessante e che mette al centro il mondo di gioco, piuttosto che il singolo personaggio. Qualche mancanza c'è sul fronte della gestione dell'inventario e sul movimento tridimensionale, che però non penalizza gravemente un'esperienza che andrebbe vissuta il prima possibile.
GRAFICA
8.3
SONORO
7.5
LONGEVITÀ
7.8
GAMEPLAY
8
PRO
L'Ursee è un mondo affascinante e unico
Narrativa particolare e fuori dagli schemi
Colori oceanici che rilassano il giocatore
CONTRO
Un po' di confusione durante i combattimenti
L'inventario sarebbe potuto essere organizzato meglio
8
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