Nel 2013, Gravity, il film diretto da Alfonso Cuarón con protagonisti Sandra Bullock e George Clooney, diede un nuovo significato al concetto di “ansia”. Pensare di essere sospesi nel nulla, a migliaia di kilometri dalla Terra è qualcosa di abbastanza terrificante, specialmente se pensiamo che ci troviamo in un ambiente dove il minimo errore potrebbe condannarci.
Tuttavia, per farci provare queste sensazioni da una debita distanza e comodamente seduti sulle nostre poltrone e sedie intervengono i videogiochi, come in questo caso. Abbiamo infatti testato la versione per Xbox One di Deliver Us The Moon, titolo ambientato appunto sulla Luna e sviluppato dai ragazzi di KeokeN Interactive che, oltre al brivido del vuoto siderale, ci fa provare un’avventura intima e piena di emozioni.
LUNA IN CONSEGNA
Nel 2030 la Terra è ormai a corto di risorse. L’uomo non è più capace di sopravvivere su un pianeta morente, flagellato da tempeste e col deserto equatoriale in continua espansione. Tuttavia la speranza arriva con la scoperta dell’Helium-3, una nuova fonte di energia che però si trova unicamente sulla Luna. Fu così che l’umanità colonizzò la Luna, raccogliendo il nuovo elemento e inviandolo sulla Terra grazie a una particolare microonda. Venti anni dopo però la stazione va offline, lasciando i terrestri sull’orlo dell’estinzione. Nei panni di un astronauta dovremo varcare la soglia dello spazio e raggiungere la base lunare al fine di capire per quale motivo la stazione non ha più inviato segnali e sembra essersi disattivata misteriosamente.
Quello che all’apparenza sembra l’incipit di un’avventura horror si è poi rivelata una storia carica di emozioni e malinconia. L’avventura, della durata di circa cinque ore, si dipana tra i cunicoli e le stanze abbandonate della colonia lunare. Il nostro misterioso e silenzioso astronauta scoprirà piano piano la triste e crudele realtà che si cela dietro alla scomparsa dei coloni e del successivo shutdown dell’MPT, ovvero il modulo di trasmissione delle microonde cariche di Helium-3 dirette verso la Terra.
A mano a mano che andremo avanti scopriremo maggiori informazioni sulla missione e dell’equipaggio di cui ora non rimane più traccia, se non nelle registrazioni del nostro piccolo amico volante, l’ASE, un’unità multifunzione che ci mostrerà le agghiaccianti registrazioni sparse per il gioco e che potrà attivare interruttori unici per permetterci di proseguire. Inoltre, considerabile come attività extra, il nostro protagonista potrà scoprire come vivevano gli scienziati, tra riviste scientifiche e lavagne piene di formule da scannerizzare.
NEL VUOTO
Deliver Us The Moon non è solamente un vagare alla ricerca dei presunti sopravvissuti della stazione lunare. Il team di sviluppo non si è infatti lasciato andare alla tipica esperienza da walking simulator, ma ha piuttosto preferito variare il modo in cui il protagonista affronta la sua esperienza. Passeremo quindi da fasi più riflessive, coi classici enigmi, a momenti più concitati che richiedono prontezza e rapidità, come la sequenza nello spazio in seguito a un’esplosione.
Sono proprio queste situazioni a essere le più interessanti, ma allo stesso tempo frustranti, non per la realizzazione in sé, ma per i comandi poco precisi e tutt’altro che reattivi. Questa lentezza si può provare in diverse occasioni, ma se nei momenti meno frenetici può non dare troppo fastidio, quando dovremo correre contro il tempo perché stiamo esaurendo l’ossigeno, o un sistema si sta disattivando, anche girarsi di lato potrebbe richiedere del tempo vitale per non fallire. È probabile che gli sviluppatori abbiano voluto rendere l’esperienza il più realistica possibile, simulando i movimenti degli astronauti, ma vedere il proprio personaggio pattinare dopo aver fatto neanche un metro è abbastanza snervante.
CONTRASTI SILENZIOSI
Se però da una parte il realismo delle animazioni può non soddisfare, c’è da dire che sul fronte grafico e sonoro KeokeN ha fatto un lavoro eccelso. Complice l’utilizzo dell’Unreal Engine come motore grafico, quello a cui abbiamo assistito è un forte confronto tra luce e ombra. Infatti la luce sul suolo lunare si comporta in maniera diversa che sulla Terra, poiché non ci sono effetti di diffusione dovuti all’atmosfera. A causa di questo fenomeno le ombre sono nette e più scure, e gli sviluppatori sono riusciti a rendere giustizia con crateri completamente bui e pianure illuminate.
Certo, non possiamo paragonare questa versione a quella per PC, uscita lo scorso ottobre e che utilizza la tecnologia ray-tracing per un realismo delle luci unico, ma gli ambienti abbandonati su Xbox One S sono di buona qualità, anche se a volte abbiamo notato qualche calo di frame di troppo, nonostante non ci fossero molte texture da caricare in quanto eravamo nelle zone d’ombra.
C’è però una cosa che ci ha lasciato senza parole: il silenzio. Oltre alle musiche placide che accompagnano i momenti più commoventi della storia, abbiamo ascoltato il silenzio. Quello che può sembrare un ossimoro, è in realtà la descrizione perfetta per quanto riguarda il comparto sonoro di Deliver Us The Moon. Anche qui KeokeN ha voluto mantenere fede alla realtà eliminando, o quasi, qualsiasi rumore: Ddventiamo quindi tutt’uno con il nostro astronauta che si trova ad ascoltare solamente il suo respiro, unico rumore nell’immenso mare silenzioso dello spazio.