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Perception

Buio, rumori, colpi netti e ridondanti, vibrazioni. L’esistere e il non esistere che convivono in un unico istante, l’essere visto, senza vedere.

È così che inizia Perception, un titolo particolare sviluppato da The Deep End Games e tratto da fatti realmente accaduti, che vuole distaccarsi dai sentieri comuni affrontando una metodologia di comunicazione, soprattutto visiva, diversa da quello a cui siamo soliti vedere: è proprio questo che consentirà di mantenere un piacevole ricordo di questa breve avventura in prima persona che tende a sfiorare il survival horror.

Perception

NON TUTTI I SOGNI SON DESIDERI

Come dicevamo prima, la peculiarità principale di Perception riguarda proprio tutto il modo in cui è strutturato l’impatto visivo: la protagonista è Cassie, una ragazza non vedente ma caratterizzata da una spiccata intelligenza. Angosciata dall’immagine ricorrente di una casa che le appare in sogno, Cassie decide di capire cosa la lega alla casa una volta scoperta la reale esistenza della dimora.

E così, giunta nelle vicinanze del luogo dei suoi sogni, verremo letteralmente guidati dal vento, che infrangendosi lungo la strada e avvolgendo completamente la struttura, ci permetterà di raggiungerla facilmente, lasciando che le tenebre ci avvolgano completamente una volta entrati all’interno. Ed è proprio tra scatoloni vuoti, inquietanti scale e innumerevoli porte che ha inizio la nostra breve ma intensa avventura. State attenti però, perché una volta entrati, sarà impossibile tornare indietro… e indovinate? Non siete soli.

EPPUR SI MUOVE

In un primo momento ci verrà spiegato proprio come intraprendere quest’avventura, possibile grazie al bastone in nostra dotazione, che picchiettando su diverse superfici permetterà di sfruttare l’ecolocazione, cioè l’emissione di vibrazioni che andranno letteralmente a creare l’area di gioco, riflettendosi su tutti gli oggetti nelle vicinanze e creando così l’immagine degli stessi. L’ambiente è abbastanza semplice ed intuitivo, e una volta presa confidenza con il meccanismo di “visione”, non si avranno molti problemi nell’orientamento.

L’esplorazione è molto basilare e consiste per lo più nel cercare gli indizi sparsi per le varie stanze che raccontano passo passo la storia di chi ha vissuto in precedenza nella casa, il tutto tramite lettere, messaggi audio e brevi flashback originati da oggetti a essi appartenuti. Ad aiutarci nella raccolta degli indizi sarà il nostro smartphone che, dotato ti speciali applicazioni, ci consentirà sia di scannerizzare e trasformare in audio tutto ciò che appare scritto sulle lettere, sia di contattare – in determinate zone di gioco – un operatore che ci descriverà le immagini da noi inoltrategli.

Perception

Seppur l’andamento sia molto lineare, una delle poche cose che rende l’esplorazione non troppo stancante è che la casa sia in costante mutamento, aspetto che si noterà molto nell’arco dei quattro capitoli che compongono l’avventura. A ogni capitolo, infatti, si può dire che corrisponda – in parte – una diversa area di gioco, ambientazione che, purtroppo, solo dalla metà del terzo capitolo fino alla fine avrà un mutamento degno di particolare nota.

Altro aspetto fondamentale del gioco sono le presenze sparse per l’abitazione, sia quelle di cui si potrà ricostruire il passato, che una vera e propria presenza oscura che non farà altro che seguirci per tutto il tempo di gioco. Quando gli spiriti inizieranno ad avvicinarsi, l’intera schermata si tingerà di colore arancio, che inizierà a tendere al rosso non appena inizieranno a seguirci. In queste situazioni sarà impossibile combattere, l’unica scelta attuabile è quella di scappare per poi cercare riparo nei pochi nascondigli presenti nella casa, tra cui ceste, tende, quadri e letti. Cosa importante è che le suddette presenze sembrano attratte dal rumore provocato dal picchiettamento del bastone, aspetto dalla difficoltà decisamente trascurabile per via della presenza di numerose fonti di vibrazioni sparse nelle varie stanze, come televisori o radio, che riducono notevolmente la frequenza d’uso del bastone.

NON TUTTO IL MALE VIENE PER NUOCERE

Perception non è sicuramente l’apoteosi della coerenza: ci sono infatti molti aspetti poco credibili, e alcuni dettagli che invece rafforzano il tutto. Dimostrazioni pratiche dei fatti che attribuiscono al titolo poca credibilità, si hanno ad esempio nella scelta di attribuire la possibilità di correre alla protagonista stessa, che ricordiamo trovarsi in un luogo completamente sconosciuto seppur apparso in sogno, oppure nella pura capacità di percorrere determinati tratti dell’abitazione, anche quelli più ostici, in maniera fin troppo naturale, nonostante le sue capacità di orientamento e di sopravvivenza siano ottime.

Ad accreditare invece tutta la metodica che ha articolato trama e modus operandi, abbiamo ad esempio la particolare tecnologia di cui è dotato lo smartphone di Cassie. Il modo in cui Perception è stato strutturato lascia ben poco allo spirito di iniziativa; è praticamente impossibile perdersi, soprattutto per via di uno spiccato “sesto senso” della protagonista che ci indicherà, premendo un semplice tasto, la posizione dell’obiettivo seguente.
Nonostante molti aspetti della trama siano particolari e di ottimo gusto narrativo, troviamo che non siano riusciti a sfruttarne completamente le potenzialità; tutto sommato resta un’avventura della durata di 4-5 ore al massimo dalle tematiche interessanti e dal sound design ottimo che trova il suo picco narrativo e suggestionale quasi solamente verso la fine, tratti che avrebbero potuto tranquillamente essere curati di più anche nei primi due capitoli.

Vista l’importanza del team The Deep End Games, che può vantare la presenza di sviluppatori che hanno lavorato a titoli come Dead Space e BioShock, le aspettative erano decisamente più alte; tutto sommato resta comunque un titolo con buone potenzialità alla base, che sfrutta un modo di interazione poco utilizzato che lo rende dunque particolare nel suo genere.

Perception
GIUDIZIO
Perception vuole essere un titolo dalla trama e dal concept particolari, che trova risvolti interessanti soprattutto nell'ultimo capitolo e in un finale degno di nota. Non riesce, però, a esordire nel suo intento iniziale: gli aspetti negativi che caratterizzano il gameplay sono molti, tra cui la mancanza sia del fattore sfida che della padronanza esplorativa e decisionale. Nonostante le aspettative fossero più alte, Perception resta un titolo dalle potenzialità buone, seppur non sfruttate nel migliore dei modi. Nota di merito è sicuramente la dedica di The Deep End Games rivolta a chiunque sia stato sottovalutato, incompreso o giudicato male.
GRAFICA
6
SONORO
6.6
LONGEVITÀ
5
GAMEPLAY
5.5
PRO
Trama interessante
Caratterizzazione della protagonista molto particolare
CONTRO
Manca un senso di sfida
Esplorazione inesistente
Eccessivamente lineare
6
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Contributor