Until Dawn: Rush of Blood

Until Dawn: Rush of Blood

Until Dawn è uno degli horror-movie interattivi meglio riusciti dell’attuale generazione di console, sia dal punto di vista estetico sia per la trama valida, la varietà di personaggi utilizzabili e i differenti finali proposti. Partendo dagli asset che Supermassive Games aveva a disposizione, e dovendo inventarsi qualcosa per accompagnare il lancio di PlayStation VR, Sony ha pensato di riciclare spettri, mostri e qualche ambientazione per costruire un ipotetico parco divertimenti a tema horror in cui l’obiettivo è arrivare sani e salvi alla fine di sette differenti livelli.

Until Dawn: Rush of Blood poco ha a che fare con quanto visto in passato: manca totalmente una trama e i rari riferimenti al gioco che molti di voi conoscono sono per lo più visivi, non è infatti intenzione della software house approfondire quelle poche scene che propongono situazioni temporali sottintese durante l’originale Until Dawn e che per pochi attimi vengono mostrate durante il vostro giro sul carrello.

COME UN PARCO DIVERTIMENTI…

Seduti su un improbabile carrello di una giostra raggiungerete, dopo aver attraversato un corridoio buio e inquietante, l’inizio di quello che scoprirete essere davvero il gioco di un parco divertimenti. Incontrerete infatti un poco rassicurante giostraio, vecchia conoscenza di Until Dawn ma con una veste differente, che vi introdurrà nel percorso che dovrete affrontare. Con in mano due pistole giocattolo vi addentrerete in quello che, a prima vista, sembra un percorso abbandonato: cartelli rotti, giochi non funzionanti e luci non sempre stabili. Il primo giro, una sorta di tutorial, vi permette di prendere dimestichezza con il sistema di puntamento, a scelta tra DualShock 4 e coppia di Move, e con i vari obiettivi base del gioco: colpire il maggior numero di bersagli sbagliando il meno possibile e, soprattutto, riuscire a trovare lungo il percorso tutti gli oggetti nascosti che hanno la forma di un birillo con la testa di una bambola.

L’atmosfera è già di per sé molto tetra ed è condita di effetti visivi che vi danno la sensazione di essere davvero seduti sul carrello di questa giostra demoniaca da cui, sfortunatamente, non è possibile scappare. A volte sembrerà di essere sulle montagne russe, con vari saliscendi e accelerazioni improvvise, anche perché il gioco non si limita al farvi sparare ma è importante sapere che in alcune occasioni gli spostamenti del corpo sono parte integrale del percorso: a volte dovrete spostarvi a destra o sinistra per evitare degli oggetti che potrebbero colpirvi o tagliarvi in due, in altre dovrete abbassarvi per non sbattere la testa su travi di legno più basse.

…MA CI SI DIVERTE POCO

Ogni eventuale urto o colpo ricevuto da uno dei tanti “cattivoni” disseminati lungo il percorso può infatti portarvi alla morte: avete una soglia di resistenza che è visivamente avvertibile dalla macchia rosso sangue che riempie l’immagine su schermo, con una possibilità di recupero nelle fasi più tranquille, e dovete cercare di evitare di ricevere troppi danni che vi costringeranno a rigiocare il settore in cui avete perso la vita. Per fortuna i checkpoint sono ravvicinati, di conseguenza non sarete costretti a ripartire dall’inizio del livello ma da pochi attimi precedenti al momento in cui non siete riusciti a sopravvivere.

Come ogni buon gioco “horror” ciò che ci aspettiamo prima di tutto è che questo ci spaventi. Anche se a volte l’approccio scelto può sembrare ripetitivo, dato che per lo più ci troviamo di fronte ai soliti espedienti delle luci che si spengono e il mostro che compare all’improvviso di fronte a voi, i ragazzi di Supermassive Games hanno comunque fatto un buon lavoro. In più occasioni salterete sulla vostra postazione, anche perché l’immersione è totale e se siete ben concentrati dall’inizio alla fine del livello le occasioni per avere paura sono sempre dietro l’angolo.

I limiti più grossi di Rush of Blood si vedono al termine dell’intero percorso: il gioco è di per sé troppo corto e l’unico espediente per rigiocarlo è il tentare di superare il proprio punteggio, confrontarlo con gli amici e gli altri utenti di tutto il mondo o cercare uno dei tanti bivi nascosti lungo i livelli. Anche cambiando strada, però, il risultato non cambia e la durata dell’esperienza rimane breve. Peccato.

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Until Dawn: Rush of Blood
UNTIL DAWN: RUSH OF BLOOD
GIUDIZIO
Until Dawn: Rush of Blood soffre il medesimo problema della quasi totalità di prodotti per PlayStation VR disponibili al lancio: dura troppo poco. L'idea non è male ma è ridotta ancora una volta alla stregua di una tech demo per dimostrare le capacità del visore Sony di fronte a una produzione horror. Il prezzo è tutto sommato in linea con l'esperienza offerta ma non tanto da giustificare l'acquisto se ancora non avete altri giochi per VR nel vostro archivio.
GRAFICA
7.5
SONORO
7.5
LONGEVITÀ
4
GAMEPLAY
7
PRO
Immersivo e molto coinvolgente
Tecnicamente valido
CONTRO
Troppo corto
Controlli non sempre precisi
7
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Associate Editor