Dopo l’eccellente Dragon Ball FighterZ, Arc System Works ritorna al lavoro su BlazBlue attraverso un progetto piuttosto particolare, che va un po’ a coprire quei filoni crossover iniziati da Marvel VS Capcom. Stiamo parlando di BlazBlue Cross Tag Battle, il nuovo picchiaduro in 2D che vede unirsi all’universo principale anche quelli di Persona 4 Arena, Undernight In-Birth e RWBY in un tripudio votato al puro combattimento tra eroi ed eroine in stile anime.
L’offerta presentata dal team di sviluppo non è certo una novità per gli amanti delle loro produzioni, soprattutto perché alcuni dei combattenti vengono direttamente tirati fuori da altri giochi già usciti in passato, come il recente Persona 4 Arena. Cross Tag Battle infatti non si propone come un nuovo progetto in grado di scuotere il genere dei picchiaduro, ma piuttosto una sorta di somma massima riassuntiva del lavoro di Arc System Works, quasi come a chiudere un ciclo vitale in previsione di nuovi progetti futuri che, possibilmente, vanno a distaccarsi da quanto prodotto finora.
INCROCIO DEI DESTINI
Come è evidente dalle righe precedenti, la struttura di BlazBlue Cross Tag Battle si basa sul fondere i personaggi dei franchise ospiti in un’unica dimensione, una sorta di piccolo universo indipendente in cui i nostri eroi e i loro compagni sono stati trasportati per combattere tra di loro. La narrativa, come da tradizione, viene relegata a una modalità a episodi che esplora brevemente i diversi punti di vista della vicenda. A differenza di quanto visto con FighterZ, la storia risulta piuttosto statica, basandosi principalmente sui dialoghi e sull’eccellente doppiaggio per scandire le varie scene utilizzando la tecnica delle immagini da visual novel. Non mancheranno i colpi di scena, così come l’azzeccato umorismo e i momenti adrenalinici tipici dello scenario shonen, ma lasceremo a voi il piacere della scoperta, data la breve durata di questa esperienza di trama che si mostra più come un contorno che come una feature principale.
Con questo scontro tra universi in atto, l’obiettivo principale del team era quello di riuscire a omologare i vari sistemi di combattimento dei vari titoli di provenienza, sperando che il cast selezionato fosse stato abbastanza adatto al fine di bilanciare i vari ecosistemi da cui gli eroi provengono. Ad esempio, sarebbe stato complesso adattare la dualità utilizzatore/demone di Persona 4 Arena a un unico schema di controlli, eppure Cross Tag Battle si è dimostrato all’altezza delle aspettative, confermandosi come un grande attestato di quanto il team riesca a creare un gameplay fluido e bilanciato indipendentemente dal funzionamento dei singoli personaggi.
Non solo dunque abbiamo un sistema di combattimento estremamente equilibrato rispetto ai suoi combattenti, ma le interazioni – sia narrative che ludiche – dei vari protagonisti sono assolutamente eccezionali e funzionali. Il ritmo degli scontri è frenetico più che mai e l’accessibilità è al centro degli sforzi tecnici, senza però dimenticare i bisogni dei veterani. Per quanto il sistema possa essere complesso da sfruttare al massimo, la fluidità dell’azione rimane sempre elevata a prescindere dal fatto che i giocatori siano neofiti o esperti. Tra tutti i titoli Arc System Works, Cross Tag Battle si piazza degnamente come il più adrenalinico di tutti, puntando tutte le sue carte sul regalare scontri dall’appagante frenesia.
Purtroppo però, per quanto la sua velocità sia un punto a favore, è evidente che alcune eccezioni del cast vadano a essere eccessivamente troppo potenti se combinate in maniera particolare. In giochi simili è inevitabile un certo dislivello di potenza, soprattutto con un roster così ampio, perciò non si tratta di un vero e proprio difetto che va a inficiare la qualità generale del prodotto. Tuttavia se si ha intenzione di scalare la classifica online e buttarsi nel lato competitivo, meglio stare attenti alle tendenze del meta. In particolar modo, a dettare legge nei cosiddetti Tier dei personaggi utilizzabili è l’hitbox delle loro armi.
LA MONOTONIA DELL’ACCESSO
Da quanto emerge, BlazBlue Cross Tag Battle si pone come un gioco molto più amichevole nei confronti dei giocatori che non si ritengono degli esperti del combattimento. Sulla scia di Dragon Ball FighterZ, Arc System Works ha infatti ridotto la produzione delle combo a due semplici pulsanti d’attacco, passando poi a uno che avvia un attacco speciale e a due che controllano i movimenti del partner con il rispettivo tag. Come è evidente, sia che proveniate da Persona 4 Arena o dagli storici BlazBlue, è un sistema molto lontano dalla complessità delle combo a base di input diversi, ora ridotti alla semplice pressione ritmata di un tasto.
Per quanto ciò possa far storcere il naso ai più tecnici tra i nostri lettori, ciò che garantisce la profondità necessaria a Cross Tag Battle è proprio l’interazione con il personaggio in panchina. Mentre le combo per singolo personaggio sono quasi pre-impostate, ciò che serve saper utilizzare è il giusto tempismo nel poter sfruttare i colpi dell’assist per proseguire le proprie mosse al fine di fare il più danno possibile.
Naturalmente ci sono alcuni meccanismi che prevengono il rimanere bloccati in combo infinite, tuttavia bisogna sottolineare che il loro timer non è esattamente misericordioso in relazione alle tempistiche necessarie per avviare una buona combo. Se a ciò si aggiunge l’eccessiva presenza di effetti su schermo che rendono difficile capire che parata effettuare, allora si ha davanti un sistema un po’ troppo clemente nei riguardi di chi si prodiga a tenerci sospesi nei colpi per tutto il match.
Ad aggiungere ulteriore motivo di frustrazione ci sono le motivazioni per cui poc’anzi abbiamo affermato che gli hitbox determinano la usabilità dei vari personaggi all’interno del meta della parte online. Il range – ovvero fino a dove possono colpire i vari eroi – è davvero un’abilità che in Cross Tag Battle fa una differenza abissale. Ruby, ad esempio, è considerata dalla maggioranza degli esperti uno dei combattenti migliori proprio perché non solo possiede una lunga falce, ma può anche trasformarla in una pistola e in altre armi che vanno ad allungare di più il suo raggio d’azione, rendendola poco prevedibile e difficile da contrattaccare. Come lei, anche altri utilizzatori di armamenti lunghi o a distanza risultano i più ostici da battere, compreso Yu Narukami di Persona 4, l’unico del suo universo a essere effettivamente viabile proprio perché gli altri sono quasi tutti degli iniziatori a corto raggio.
Questo sistema porta inevitabilmente a una monotonia piuttosto palese nella parte multiplayer, soprattutto se poi si considera che molti di essi hanno anche combo così lunghe da essere ben più che una minaccia. E infatti, nella mia prova, mi sono ritrovato più volte contro le stesse identiche combinazioni di personaggi che, in un modo o nell’altro, sono in grado di distruggere i personaggi con una semplice combo iniziata dagli hitbox allargati che non danno respiro per un contrattacco. In un certo senso, sembra che in Cross Tag Battle manchino proprio gli strumenti per difendersi adeguatamente, mentre quelli per attaccare strabordino dai gigabyte dei dati d’installazione.
Per fortuna, la rete è buona e le modalità offline di certo non mancano, tuttavia è innegabile che un titolo del genere si basi molto sulla competitività della parte online e, al momento, la situazione non è così tutta rose e fiori. Se a ciò si aggiunge che 20 personaggi presenti nella storia del gioco sono stati tolti via dal titolo originale e messi come DLC, allora il malcontento rischia di amplificarsi.
ANIME A COLORI
Per fortuna, la parte estetica e tecnica di BlazBlue Cross Tag Battle è più che ottima, proponendo vibranti tonalità in una stupenda grafica 2D. I modelli dei personaggi, rifiniti per l’occasione, sono accompagnati da alcune delle arene più iconiche dei giochi di provenienza, insieme alle migliori soundtrack. Naturalmente non mancano le nuove aggiunte, soprattutto legate all’introduzione del franchise di RWBY, ma abbiamo anche delle chicche legate all’originale ambientazione concepita per questo titolo.
Il sonoro è sicuramente la punta di diamante del lato tecnico, data la cura maniacale per il dettaglio che coinvolge sia le OST che il doppiaggio. Mentre le musiche sono eccezionali, ripresentando alcuni dei migliori brani dei vari universi, i doppiatori hanno fatto un lavoro ancora più minuzioso, soprattutto all’interno della Episode Mode. Naturalmente le interazioni non si limitano ai dialoghi di trama, ma sarà possibile ammirare i botta e risposta tra i vari protagonisti dimensionalmente diversi anche durante le intro e i finali degli scontri. Insomma, se esistesse il termine “fanservice uditivo”, BlazBlue Cross Tag Battle sarebbe la perfetta definizione per accompagnare la dicitura sul vocabolario.
A livello di menu e controlli, troviamo il ritorno della lobby popolata da versioni chibi dei vari personaggi. Al suo interno potrete svolgere tutte quelle attività tipiche del menù di gioco – accessibile tramite l’apposito comando – e partecipare alle lobby online. Il netcode è piuttosto stabile, ma il non aver voluto dividere la popolazione in base alla regione di provenienza come avviene in FighterZ potrebbe avere un grosso impatto nelle partite casuali. Per fortuna, la modalità classificata permette agli utenti di porre condizioni sull’area di gioco del proprio avversario. In generale però, la struttura di rete sembra ben sincronizzata e lascia poco spazio al lag, comunque aggirabile evitando di andare a selezionare avversari che hanno l’indicatore di connessione basso.