Guilty Gear -Strive- provata la closed beta su PS4 Pro

Spettacolari botte da orbi nel nuovo capitolo della storica serie picchiaduro di Arc System Works.

Per un videogiocatore a cavallo degli anni ’90 era prassi passare ore e ore insieme a un picchiaduro 1Vs1, tanto quanto fare colazione la mattina per un qualunque altro essere umano. Parliamo di un genere che a partire da Street Fighter II di Capcom ha partorito centinaia di esponenti per circa un decennio, per poi affievolire progressivamente la propria potenza commerciale nei successivi anni. Oggi i picchiaduro sul mercato sono molti di meno, e sono sicuramente meno seguiti di un tempo anche se, nonostante tutto, è rimasta una fanbase molto solida soprattutto a livello competitivo.

Arc System Works, team di sviluppo giapponese con sede a Yokohama, è certamente uno dei punti di riferimento dell’attuale panorama, e non a caso l’annuncio di Guilty Gear -Strive- all’EVO 2019 ha destato immediatamente grandissimo interesse: si tratta infatti di una delle saghe più seguite nel proprio genere di appartenenza, e soprattutto più giocate dai giocatori professionisti. Noi di VGN.it abbiamo ricevuto un codice per la beta chiusa di Guilty Gear – Strive- che si è svolta nei giorni scorsi su PlayStation 4, ecco le nostre impressioni a caldo!

UN ANIME IN MOVIMENTO

Prima di addentrarsi nelle nuove meccaniche Guilty Gear – Strive-, che anticipiamo presentano diversi cambiamenti rispetto alle passate edizioni, vogliamo subito descriverne la fantastica realizzazione tecnica, già apprezzabile seppur si tratti di una versione ben lontana dall’essere definitiva. L’utilizzo di Unreal Engine 4 da parte di Arc System Works attraverso la tecnica del cell-shading è una vera gioia per gli occhi: animazioni rifinite, fondali animati e personaggi realizzati davvero con grandissima cura fanno di Guilty Gear -Strive- uno dei picchiaduro più belli da guardare.

Inoltre, già in questa versione beta non c’è la minima incertezza a livello di fluidità, dunque 60fps sempre e assolutamente costanti anche nelle situazioni più concitate. Se pensiamo che il supporto a PlayStation 4 Pro non è ancora disponibile, si nota infatti una risoluzione non altissima se, come nel nostro caso, si utilizza un televisore 4K, chissà cosa potremo aspettarci quando il titolo arriverà sul mercato in versione definitiva, e supportando anche la console mid-gen di Sony.

CAMBIAMENTI SIGNIFICATIVI

Come specificato sin dall’annuncio, con Guilty Gear -Strive- il team di Arc System Works ha voluto creare un netto punto di rottura, cosa che inevitabilmente ha sollevato un polverone tra gli appassionati della serie. L’impalcatura del gameplay è stata completamente rivista, con una certa semplificazione nella realizzazione delle combo e una riduzione delle mosse a disposizione per ciascuno dei personaggi. Un’evoluzione che però, va specificato subito, non si traduce in una semplificazione complessiva dell’esperienza. Le novità introdotte senza dubbio portano a match fin dal principio molto spettacolari anche per i neofiti, ma non ne limitano la profondità per i giocatori più smaliziati, dato che padroneggiare per bene i frame e le tecniche dei personaggi è necessaria tantissima pratica.

Il nostro test si è svolto utilizzando un arcade stick Hori compatibile con PlayStation 4, senza dubbio il modo migliore per dare un primo giudizio sull’ultima fatica targata Arc System Works. Sebbene si noti effettivamente un ridimensionamento nella difficoltà di realizzazione di combo e attacchi collegati, è altrettanto innegabile che la tattica sia un elemento più importante rispetto al passato, soprattutto per due scelte precise di game design.

La prima riguarda senz’altro la questione del fight-corner, ossia quando uno dei due combattenti viene chiuso nell’angolo dello schermo, visto che in Guilty Gear -Strive- dopo un numero preciso di colpi il malcapitato è automaticamente scagliato dall’altra parte dello schermo, riportando di fatto in parità lo status dei frame dell’incontro. Questo aspetto inevitabilmente cambia un po’ le carte in tavola, e dimezza di fatto la possibilità di subire danni pari a metà o più della propria barra energetica, asciugando inoltre il giocatore in difficoltà dai frame necessari a rialzarsi dopo un’importante combo subita.

L’altro elemento importante è l’introduzione del Risc Gauge: in pratica si tratta di un sistema che penalizza tantissimo chi combatte in maniera troppo difensiva, aumentandone i danni subiti successivamente al riempirsi di una barra apposita. Viene pertanto valorizzato un approccio per lo più offensivo, che da un lato potrebbe premiare la spettacolarità, ma dall’altro penalizzare determinati stili di combattimento molto consolidati in passato.
In Guilty Gear -Strive- in ogni caso non mancano dash, anche aerei, varie super mosse attivabili caricando l’apposita barra Tension e, ovviamente, le Roman Cancel, uno dei marchi di fabbrica delle produzioni Arc System Works, ossia la possibilità di cancellare improvvisamente una serie di colpi con un ulteriore affinamento rispetto alle edizioni passate.

L’ONLINE, UN MEZZO DISASTRO

Eccoci invece al lato dolente, ovvero il comparto online, peraltro storicamente il punto debole di questo capitolo di Guilty Gear, un cruccio che speriamo prima o poi Arc System Works possa finalmente risolvere. Questa closed beta, se non altro, avrebbe dovuto proprio avere l’obiettivo di testare l’intera struttura di rete al fine di non ritrovarsi all’uscita del titolo con enormi problemi. Bene, non abbiamo dubbi che la software house giapponese avrà da lavorare da qui all’uscita, dato che da quello che abbiamo testato attualmente i problemi sono piuttosto consistenti. Intanto la struttura stessa, realizzata in simil pixel art con piccoli personaggi che si muovono pare del tutto inadeguata, ma soprattutto, fatto ancor più grave, rende estremamente complicato trovare partite, con un matchmaking oltremodo soporifero.

l fatto singolare è che la versione completa, come da dichiarazione ufficiale degli stessi sviluppatori, si baserà finalmente sul rollback netcode (che elabora costantemente gli input dei giocatori online), mentre la beta usava ancora il tanto odiato delay netcode (che invece elabora gli input dei giocatori sequenzialmente causando ritardi) che ha creato così tanti problemi sui titoli passati. Allora perché implementarlo nella beta, se questa è chiaramente utilizzata per testare le capacità della struttura online in vista della release finale? Un rompicapo che potremo forse risolvere quando avremo il titolo definitivo tra le nostre mani.

Insomma questo primo contatto con Guilty Gear -Strive- ci ha lasciati perlopiù soddisfatti, comparto online a parte, per quello che si prospetta sicuramente uno dei picchiaduri più attesi del 2020. Speriamo che Arc System Works possa risolvere i problemi di cui vi abbiamo parlato grazie all’introduzione del rollback netcode (e migliorando anche l’interfaccia), che a questo punto non vediamo l’ora di provare una volta che il titolo sarà giunto sul mercato.