PaRappa the Rapper Remastered
Versione testata: PS4

PaRappa the Rapper Remastered

Siamo nel 1996 e nel pieno dell’esplosione PlayStation: Sony è talmente innovativa, sicura di sé e prolifica da scommettere anche su generi e titoli totalmente nuovi che in un primo momento non si capisce se potranno effettivamente diventare grandi successi, capaci di attirare anche i primi “casual gamer”, oppure dei videogiochi talmente strani e “diversi” da rimanere di nicchia.

PaRappa The Rapper è probabilmente a metà tra i due scenari qui sopra: ha totalizzato quasi due milioni di copie vendute, non tantissimo soprattutto considerata la base installata di PlayStation, ma sicuramente una cifra interessante per un titolo così strano per l’epoca e che ha fatto della musica la sua principale arma a disposizione.
PaRappa è infatti uno dei primi rhythm game per console casalinghe e la sua meccanica era e rimane semplice e geniale: similmente a tutti gli stessi titoli del genere usciti successivamente, il gioco consiste nel premere il tasto giusto al momento giusto, seguendo il ritmo delle canzoni e soprattutto la sequenza visualizzata su schermo.

TANTA NOSTALGIA DEGLI ANNI ’90

PaRappa The Rapper faceva tutto questo con due tocchi di classe non da poco: la pressione corretta del pulsante al momento giusto infatti permetteva al nostro protagonista (uno strano cane vestito da vero tamarro) di rappare correttamente sulla base musicale, diversa per ogni livello, e non farci sfigurare davanti al nostro avversario virtuale.

La seconda caratteristica brillantissima del gioco era invece lo stile grafico originale e coraggioso per l’epoca: mentre tutti erano alla ricerca del realismo, cercando di sfruttare al meglio i primi poligoni concessi dalle console a 32 bit, PaRappa The Rapper puntava su uno stile semplice e colorato, bidimensionale, simile a quello di un cartone animato, che ha poi anch’esso definito un punto di riferimento per molti altri titoli dello stesso genere.
Non a caso, il successo di questo titolo, sebbene quantitativamente non elevatissimo, ha avuto molto più eco a livello di immagine per la console e per Sony stessa, alla quale venne riconosciuta la capacità di sovvenzionare esperimenti simili, folli, originali, e finalmente possibili solo grazie ai tanto attesi e capienti CD-ROM.

INVECCHIARE MALE

Proporre oggi una Remastered di un gioco così popolare ma strambo potrebbe sembrare un’altra mossa arguta di Sony, e invece no: è stata decisamente una scelta azzardata. Certe volte bisogna fare in modo che i bei ricordi rimangano tali, solo ricordi, e rimettere mano su PaRappa The Rapper, oggi, non fa che farci rendere conto di quanto il gioco sia invecchiato male. Non tanto per la sua semplicità in sé, quanto per il fatto che nel corso di questi ultimi vent’anni il genere dei rhythm game, tutt’altro che morto, si è evoluto, si è ampliato (Beat the Beat, Dance Dance Revolution, Donkey Kong Jungle Beat), si è addirittura rivoluzionato (basti pensare a Just Dance), mentre PaRappa The Rapper paga il prezzo di essere stato il primo e di essere, quindi, rimasto molto indietro.

Questo remake, però, non cerca in nessun modo di aggiornare il titolo Sony, anzi, lo mortifica ripulendolo e riproponendolo addirittura in una risoluzione Ultra-HD 4K su PS4 Pro, ma senza in nessun modo cercare di spolverare contemporaneamente un po’ il gameplay, ormai davvero datato e a tratti anche non chiarissimo.
Non c’è molto di nuovo oltre al rifacimento grafico delle sfide rap, anzi: persino i filmati di intermezzo tra un match e l’altro, in una terribile computer grafica degli anni ’90, non sono stati toccati minimamente (anzi, sono esattamente quelli proposti nel titolo originale) e nemmeno un velo di nostalgia può rendere interessante qualcosa che forse non era gradevole agli occhi nemmeno allora.

Così come anche l’aggiunta della funzione rumble, che fa emettere vibrazioni al pad scandendo il ritmo della pressione dei pulsanti, non è poi una novità così sconvolgente da farci perdonare tutta la “rozzezza” del resto.
Insomma, PaRappa The Rapper non ha superato la prova del tempo, ma ci fa piacevolmente ricordare non solo i pomeriggi dopo scuola passati con la mitica prima console Sony, ma anche come la casa giapponese sia stata una vera rivoluzione nel modo dei videogiochi, con titoli e generi totalmente nuovi. Magari questa uscita improvvisata del primo capitolo potrà aprire la strada a tutti i suoi sequel e spin-off, o magari addirittura a un nuovo episodio aggiornato e dal taglio moderno.

PaRappa the Rapper Remastered
PaRappa the Rapper Remastered
GIUDIZIO
Come alcuni amori del liceo, anche PaRappa The Rapper non ha superato l’impietosa prova del tempo: solitamente il capostipite di un nuovo genere soffre il peso di essere arrivato per primo proprio perché tutti i prodotti successivi evolvono il gameplay, rendendo il titolo originale immediatamente “vecchio”... ed è proprio questo il caso di PaRappa The Rapper. Forse avrebbe avuto senso in una collection con altri titoli musicali usciti negli anni successivi su PlayStation e PS2, ma come titolo standalone, nonostante il notevole restyling visivo subito, PaRappa The Rapper fa davvero fatica a sopravvivere oggi. Meglio continuare a ricordarlo protagonista bizzarro e strambo dei pomeriggi della metà degli anni ’90, prima di una puntata di Dawson’s Creek e dopo una di Friends.
GRAFICA
6
SONORO
8
LONGEVITÀ
6
GAMEPLAY
6
PRO
È sempre PaRappa The Rapper!
Stile grafico ancora bello da vedere e ripulito
Canzoni gradevolissime
CONTRO
Nessuna novità rilevante
I vent'anni sul groppone si sentono tutti
6
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