Mafia III

Mafia III

Dopo sei lunghi anni, l’attesa è terminata. Mafia III è finalmente disponibile sul mercato europeo, e i giocatori con qualche anno in più sulle spalle sanno bene di cosa si tratta. Nonostante il genere dei free-roaming su stampo third-person-shooter sia stato negli ultimi quindici anni il terreno di caccia preferito dai ragazzi di Rockstar e del loro Grand Theft Auto, il titolo proposto da Illusion Softworks nel lontano 2002 ebbe il merito di ritagliarsi uno spazio importante, con una formula ben caratterizzata e un’ambientazione, quella degli anni ’30, che da un lato garantiva sicuro fascino, dall’altro evitava in maniera intelligente di scontrarsi apertamente con un colosso come GTA.

Al centro della narrazione c’erano personaggi della malavita italo-americana, sullo stereotipo lanciato dai grandi film hollywoodiani che tanto successo erano riusciti a riscuotere. Nel primo capitolo era Thomas Angelo a scalare le gerarchie mafiose nella riproposizione videoludica della New York anni ’30. Nel secondo capitolo, uscito solo nel 2010 – questa volta sotto la guida degli studi 2K Czech – vestivamo i panni di Vito Scaletta, impegnato tra i loschi affari della malavita di Empire Bay. A sei anni dall’ultima riproposizione su PS3 e Xbox 360, Mafia III fa il suo esordio sull’attuale generazione di console nel pieno della maturazione hardware e software, con un’eredità piuttosto pesante che grava sulle spalle di Lincoln Clay. Ecco la nostra recensione della versione Xbox One.

Mafia III

TRA VIETNAM E RAZZISMO

Il nuovo capitolo presentato da 2K e dallo studio Hangar 13, è ambientato a circa vent’anni dalla conclusione delle avventure del secondo episodio, e sebbene Scaletta sia ancora presente nel cast e nella trama di questo terzo capitolo, le storie non saranno direttamente collegate. Lincoln Clay torna a casa dopo aver combattuta la guerra del Vietnam, in una New Bordeaux (riproposizione videoludica di New Orleans) che non sembra essere cambiata poi tanto. Se le prime battute possono richiamare le gesta del buon Vito, le analogie tra i due personaggi si fermano qui.

L’ambientazione storica e sociale ha sempre assunto un ruolo importante nella narrazione dei precedenti titoli, ma in Mafia III questo aspetto è ancora più evidente e marcato, con una cura davvero maniacale in ogni singolo dettaglio, partendo dal menu principale, con la chitarra di Jimi Hendrix in All Along the Watchtower, brano tratto dall’album Electric Ladyland edito proprio nel 1968, anno di inizio dell’avventura di Lincoln.

Se Thomas Angelo e Vito Scaletta erano italo-americani e dunque bianchi, Lincoln Clay è un giovane ragazzo di colore originario della zona meridionale di New Bordeaux, e questo, lo si capisce subito, non è solo un dettaglio. La fine degli anni ’60 negli Stati Uniti è caratterizzata non solo dal fermento per una guerra, quella del Vietnam, che resta tra le più controverse della storia americana, ma soprattutto dalla lotta contro il razzismo, con il famoso discorso di Martin Luther King nel 1964. Razzismo che, però, purtroppo è ancora estremamente radicato nel mondo di Mafia III, e questo aspetto si rifletterà in diversi modi anche su molti aspetti del gameplay.

Diciamolo subito: Mafia III è un titolo crudo e violento, non solo per le sparatorie e per gli scontri a fuoco, aspetti che ormai siamo abituati ad affrontare nella maggior parte dei titoli action. Temi delicati, come razzismo, atrocità di guerra, violenza sulle donne e allusioni a sfondo sessuale sono trattate con estremo realismo e con pochissima censura, rendendo il titolo di 2K e Hangar 13 ruvido e spigoloso, ma proprio per questo realistico, quasi una sorta di documentario da vivere in prima persona. Inutile sottolineare che proprio questo aspetto ci è piaciuto molto, soprattutto nel delineare un personaggio, quello di Lincoln (ma non solo), con un background narrativo solido e ben preciso, che ci permette di comprendere la sua storia ed evoluzione, e di immedesimarci nel personaggio.

Lincoln Clay è un giovane afro-americano che, rimasto orfano, trova la sua famiglia in una piccola organizzazione mafiosa capeggiata da Sammy Robinson e suo figlio Ellis. Questa diventa dunque una vera e propria famiglia per il giovane Lincoln, che trova in essi e in Padre James un vero e proprio punto di riferimento. Non entreremo volutamente nei dettagli della trama per garantirvi l’esperienza di gioco migliore possibile, ma vi basterà sapere che al ritorno dal Vietnam, Lincoln pensa di andare via da New Bordeaux e di trovare un onesto lavoro, prima di scoprire che la famiglia Robinson è nei guai per via di uno scontro con il clan degli Haitiani. Da qui in poi, i piani del veterano verranno stravolti dal corso degli eventi, in una scia di sangue e vendetta che vi porterà per le strade e nei vicoli per iniziare la scalata alla piramide mafiosa capitanata dal Boss Salvatore “Sal” Marcano.

PER LE STRADE DI NEW BORDEAUX

La mappa di gioco presentata da Hangar 13 è, come ormai consuetudine del genere, davvero enorme, ma ciò che merita un approfondimento è il modo di gestire i contenuti di gioco e le varie attività. Gli appassionati del genere free-roaming sono ormai abituati a mappe gigantesche, contrassegnate da una marea di indicatori e di attività – siano esse primarie o secondarie – da svolgere, con il rischio concreto di trovarsi spiazzati e spaesati di fronte a una tale mole di contenuti, o peggio ancora, di perdere il filo della trama e il ritmo della narrazione. Da questo punto di vista, invece, Mafia III rappresenta certamente una piacevole eccezione: la mappa di gioco rimane infatti sempre piuttosto pulita, fornendo gli obiettivi principali della missione ed eventuali missioni secondarie con una certa moderazione, e comunque rigorosamente inserite nel contesto narrativo e di gameplay.

Le varie attività sono forse meno di quanto ci saremmo aspettati, ma questo garantisce uno spessore e un ritmo narrativo che è difficile trovare in un titolo così aperto, e che rappresenta probabilmente il più grande punto di forza del gioco. Certo, potrete comunque darvi alla ricerca dei numerosi collezionabili sparsi per la mappa, come copertine di Playboy, album in vinile o vecchi quadri, ma niente che vi distragga veramente dalla campagna.

Mafia III

Il background storico-sociale influisce, come già anticipato, anche negli aspetti di gameplay. Lincoln infatti non potrà entrare nei locali pubblici dei bianchi senza allertare i presenti, che non esiteranno neanche un attimo a chiamare la polizia. Dal canto loro, le forze dell’ordine reagiranno molto prontamente se agirete nella parte centrale della città, solitamente gestita dall’élite bianca, mentre saranno decisamente più lenti i tempi di reazione nelle periferie. I cittadini, oltretutto, non esiteranno a chiamare la polizia se vi vedranno intenti a commettere un crimine; che si tratti di una rissa, di un omicidio o di un semplice furto d’auto, potrete scegliere se togliere di mezzo il testimone prima che riesca a raggiungere il telefono più vicino,o semplicemente darvela a gambe lasciando al più presto la zona del misfatto, magari a bordo di un’auto sportiva.

Le auto, appunto. Altro elemento importante dell’esperienza di gioco, presentano un modello di guida come da tradizione particolarmente accurato, permettendovi oltretutto di selezionare un modello di guida più simulativo, che però si è rivelato non particolarmente convincente, spingendoci a tornare su quello tradizionale (abbastanza impegnativo, a onor del vero) dopo aver guidato – o meglio, sbattuto – per ore e ore con entrambi i modelli. Da una parte, il modello simulativo conferisce alle auto reazioni più lente, con un’inerzia maggiore che comporterà un ingresso in curva più lento, aspetto che vi porterà spesso a sbattere contro edifici o altri mezzi, evidenziando un sistema di collisione davvero ottimo, con urti violenti capaci di rendere al meglio la pesantezza delle auto e il senso di velocità all’impatto, caratteristiche comunque presenti anche nel modello di guida standard, che d’altra parte ci è sembrato più naturale e più fruibile. Attraverso il mercante di armi, sarà inoltre possibile acquistare dei potenziamenti per la vostra auto nel tentativo di migliorarne efficacia e prestazioni.

Tornando nei panni di Lincoln Clay, Mafia III sfrutta un sistema abbastanza classico del genere degli sparatutto in terza persona, privo di innovazioni clamorose. Un ottimo sistema di coperture rende i numerosi conflitti sempre abbastanza dinamici, complice una buona distruttibilità delle coperture. Questo vi impedirà di restare troppo a lungo dietro lo stesso riparo, costringendovi a spostarvi spesso, e anche quando sarete al sicuro dietro una superficie che non può essere scalfita dai proiettili, l’intelligenza artificiale proverà a stanarvi a suon di molotov. Questa rappresenta però l’unica vera minaccia negli scontri a fuoco: l’IA nemica infatti non brilla per varietà di pattern di attacco, e anche in situazioni di netta superiorità numerica difficilmente i nemici riusciranno ad impensierirvi, persino al livello di difficoltà più alto. A mancare, oltre alla già citata mancanza di diversità nei pattern di attacco, è un po’ di mobilità: i nemici rimangono sempre abbastanza statici, aspetto che li rende facili prede dei colpi di Lincoln, complice un sistema di shooting veramente pregevole da ogni punto di vista.

Le armi, numerosissime e varie (anche se non sono presenti i nomi su licenza), restituiscono un feeling molto credibile e diversificato, imponendo una scelta diversa a seconda della situazione di gioco. Potrete raccogliere ogni arma nell’ambiente circostante o lasciata a terra dai nemici, o addirittura potrete chiamare un vostro alleato (una volta sbloccato) tramite la pressione del dorsale sinistro e selezionandolo nella ruota di armi e alleati. Così facendo un mercante di armi vi raggiungerà presso la vostra posizione mettendovi a disposizione un arsenale molto ben fornito, a patto di avere fondi a sufficienza.

Gli scontri risultano essere dal punto di vista balistico validissimi, con una gestione della fisica incredibilmente accurata: un headshot preciso garantirà infatti un’uccisione sicura, anche nel caso di nemici più ostici. Un elemento di realismo sicuramente apprezzabile, anche se parzialmente vanificato dalla pochezza dell’intelligenza artificiale. La salute di Lincoln verrà parzialmente ripristinata restando al riparo dagli attacchi nemici, mentre per recuperare pienamente le forze sarà necessario usare una siringa di adrenalina tramite la pressione continua della freccia superiore del D-Pad, per evitare guai peggiori. In caso di morte, infatti, parte del denaro presente nel vostro portafogli sarà perduto: il consiglio dunque, è quello di metterli al sicuro nella cassaforte del vostro rifugio o tramite l’alleato “a domicilio”, che si renderà disponibile nel corso dell’avventura.

Sparatorie e scontri a fuoco non rappresentano però l’unica via da percorrere per portare Lincoln Clay in cima alle gerarchie di New Bordeaux. La principale novità del terzo capitolo della serie Mafia è infatti il grande spazio lasciato all’approccio stealth. Con una pressione dello stick destro è infatti possibile procedere in maniera furtiva, riducendo il rumore di passi e movimenti, così come le probabilità di essere individuati dai nemici. Alla pressione del tasto Options sarà possibile visualizzare la posizione dei nemici nei dintorni, con una sorta di marcatura che permette di seguirne i movimenti, risultando utile soprattutto nel pianificare attacchi o irruzioni contro gruppi di nemici piuttosto nutriti. Una volta dietro a un riparo potremo attirarli con un fischio tramite la pressione della freccia sinistra del D-Pad, per poi farli fuori furtivamente con il tasto B. In alternativa, è possibile distrarre i nemici lanciando un’esca sonora, così da attirarli in un determinato punto e sgombrare la strada verso il nostro obiettivo. Per i più “pacifisti”, invece, si potrà optare per l’uccisione dei nemici o il semplice stordimento, tramite l’apposita voce nel menu Impostazioni.

Mafia III

Tutto molto bello, grazie anche alle animazioni veramente ben fatte e anche piuttosto varie: Lincoln è infatti una macchina da guerra, addestrata dai reparti speciali dell’esercito, e questo traspare nella brutalità delle esecuzioni, armato di coltello d’ordinanza in stile “John Rambo”. Anche in questo caso però, l’indiscutibile bontà del sistema stealth proposto da Hangar 13 viene parzialmente minato da un’intelligenza artificiale troppo poco “intelligente”, facile da aggirare e lenta nelle reazioni, che difficilmente vi richiederà un approccio più attento e meticoloso. In sostanza, una parziale occasione sprecata.

LA ROTTA VERSO IL SUCCESSO

La vendetta di Lincoln passa attraverso i loschi traffici della mafia, stanando uno a uno i boss dei racket principali prima di poter arrivare al famigerato Sal Marcano. Una gestione, quella proposta dalla software house ceca, che si è rivelata piuttosto azzeccata, dando un senso preciso all’interno della struttura narrativa e fornendo al contempo una struttura di gioco valida e credibile. Per poter arrivare a Marcano, Lincoln Clay decide di sfidarlo prendendo gradualmente il controllo della città, quartiere dopo quartiere, con l’aiuto di John Donovan, mentore del giovane Clay e ufficiale della CIA. Proprio Donovan rappresenta uno dei personaggi più carismatici dell’intera avventura, e ricopre un ruolo fondamentale nella risalita di Lincoln verso il potere.

Per fare in modo che uno degli scagnozzi esca allo scoperto, basterà dunque compiere qualche missione e attività per sabotare il relativo racket. Per esempio, fare irruzione in un club di prostitute, sterminando gli ostili al suo interno, liberando tutte le ragazze e rubando i guadagni del racket. Una volta compromessi definitivamente gli introiti del racket avrete la possibilità di affrontare il relativo mini-boss, sempre scortato da numerosissimi nemici, tra cui diverse sentinelle, che daranno l’allarme chiamando rinforzi se non eliminate prontamente. Se i danni economici al racket non sono ancora sufficienti, o se vorrete semplicemente incrementare i vostri introiti, potrete uccidere qualche scagnozzo dopo averlo interrogato, o risparmiarlo e convincerlo a passare dalla vostra parte, garantendovi ulteriori entrate a lungo termine.

Sottolineiamo come una volta ucciso il mini-boss, ogni missione o attività secondaria legata al racket verrà persa, e non avrete più possibilità di incrementare i vostri guadagni. Uccidendo ill boss, assumerete infatti il controllo del relativo racket potrete prendere il controllo della zona e assegnarla a uno dei vostri alleati, che lo gestirà per voi, garantendo gli introiti delle varie attività senza trascurare ovviamente la vostra cospicua percentuale. Ogni alleato vi garantirà dunque un bonus una volta ottenuto un quartiere: ad esempio un mercante di armi pronto a recapitarvi qualsiasi cosa, o un contatto pronto a tenere al sicuro i vostri soldi.

NEXT-GEN A METÀ

A sostenere una struttura narrativa e di gioco piuttosto solida troviamo un motore grafico dal rendimento più che mai altalenante, che rende Mafia III un gioco dalle due facce. Da un lato infatti vediamo animazioni molto fluide e ben fatte, che trovano la naturale esaltazione nelle movenze di Lincoln Clay e nelle espressioni facciali di tutti i protagonisti della storia, particolarmente apprezzabili nel corso delle numerose cut-scene di stampo prettamente cinematografico. Gli sguardi di ogni personaggio lasciano trasparire ogni emozione, rendendo la campagna di Mafia III davvero emozionante e coinvolgente.

Dall’altro lato, invece, abbiamo una New Bordeaux piuttosto anonima dal punto di vista tecnico: texture non particolarmente definite e modelli poligonali poco dettagliati fanno sì che l’ambiente circostante risulti davvero poco ispirato, dando al quadro d’insieme un aspetto piuttosto datato, inadeguato agli hardware a disposizione e non al livello degli altri aspetti della produzione, pur presentando un frame-rate sempre stabile sui 30fps, che non può bastare a giustificare la realizzazione approssimativa del comparto tecnico. Il sistema di illuminazione svolge bene il suo compito, soprattutto negli ambienti chiusi, mostrando invece qualche pecca in quelli esterni, con un aliasing marcato soprattutto sulle ombre.

Buona invece la componente audio, che presenta colonne sonore di livello eccelso in ogni fase di gioco. Dalle stazioni radio che è possibile ascoltare in auto sarà possibile notare brani contestualizzati con il periodo storico, e anche i dialoghi e gli speaker radiofonici faranno riferimento a eventi perfettamente inseriti nell’universo di gioco e nel background narrativo del titolo. Molto buono il doppiaggio italiano, ben sopra la media soprattutto nei dialoghi principali della storia. Buona anche la componente effettistica e il campionamento del sonoro delle armi.

Mafia III
MAFIA III
GIUDIZIO
Mafia 3 non è un gioco perfetto. Un motore di gioco non sempre adeguato e un’intelligenza artificiale non proprio stimolante pesano sul giudizio finale e sull’esperienza di gioco, almeno in parte. L’esperienza narrativa riesce tuttavia a colmare quasi tutte le carenze tecniche del titolo di Hangar 13, con personaggi sempre carismatici e caratterizzati in maniera profonda e mai approssimativa. Il tutto condito da un ritmo narrativo incalzante e coinvolgente che offre momenti emozionanti e colpi di scena, anche grazie alla tecnica di narrazione che prevede l’utilizzo di flashback e interviste a molti dei protagonisti della storia. Un titolo dunque che saprà tenervi incollati alla sua storia, nonostante le imperfezioni tecniche, per molte ore. Consigliato agli amanti del genere open-world.
GRAFICA
8
SONORO
9
LONGEVITÀ
8.5
GAMEPLAY
9
PRO
Campagna emozionante e coinvolgente, con personaggi carismatici e profondi
Contesto storico e sociale caratterizzato perfettamente
Animazioni ed espressioni facciali sontuose
Localizzazione italiana di buona fattura
CONTRO
Intelligenza artificiale prevedibile
La realizzazione della città è insufficiente rispetto al resto
Scarsa rigiocabilità, nonostante una buona longevità complessiva
8.5
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