Dinocide

I giorni in cui i platform a scorrimento orizzontale facevano rima con “videogioco” sono ormai soltanto un vago ricordo, ma nonostante questo, capita ancora che qualche nostalgico team di sviluppo decida di investire tempo e risorse sulla creazione di esperienze di tale natura. E questo è ovviamente il caso di AtomicTorch Studio, piccola software house indipendente che con Dinocide, ha voluto creare quello che potremmo definire un vero e proprio omaggio all’epoca d’oro dei platform a 8-bit. Questo tuffo nel passato si sarà però rivelato davvero piacevole?

IL PRINCIPE… CAVERNICOLO

Incentrato sulle vicende di un misterioso cavernicolo sulle tracce della sua amata compagna dopo il rapimento di quest’ultima ad opera di un preistorico Godzilla, Dinocide propone un’esperienza molto classica, capace tuttavia di regalare più di qualche soddisfazione a patto, ovviamente, di non avvicinarsi la prodotto con chissà quali aspettative. Parliamo infatti di un titolo strutturalmente molto antiquato (e non potrebbe essere altrimenti vista la particolare impostazione data all’esperienza) che si basa, peraltro, su due semplici azioni: saltare e attaccare.

Ciò implica ovviamente che l’intera avventura, suddivisa in immancabili scenari a difficoltà crescente, sia caratterizzata da una progressione piuttosto tradizionale, ma ciò non toglie che il team di sviluppo abbia comunque arricchito il tutto con diversi, pregevoli spunti. In termini di armi, ad esempio, il nostro bizzarro cavernicolo può passare da sassi a frecce, senza dimenticare varianti più fantasiose come boomerang o clave, e come se questo non fosse già abbastanza, sono presenti anche svariante “mount”, ognuna con peculiarità uniche, che contribuiscono parecchio ad accrescere la varietà di gioco.

Il tratto distintivo di Dinocide è tuttavia la sua particolare gestione dell’energia vitale, che risente non solo di eventuali danni subiti ma anche… della fame. All’inizio di ogni singolo scenario l’energia vitale del nostro barbuto protagonista comincerà infatti a calare progressivamente, e questo vuol dire che dovremo cercare cibo con estrema regolarità se vorremo far sì che l’energia si mantenga sempre entro livelli accettabili. Una dinamica pregevole dunque, specie se consideriamo che la velocità con cui l’indicatore decresce non risulta affatto eccessiva, ma soltanto funzionale a rendere il ritmo un po’ più veloce e incalzante, specie in virtù di una difficoltà media tutt’altro che proibitiva.

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Al di là di qualche pregevole spunto non si può comunque negare che Dinocide denoti comunque un allarmante mancanza di veri e propri cambi di ritmo, proponendo un’esperienza che per quanto caratterizzata da scenari e nemici differenti e infarcita da qualche discreta boss-fight, segue un binario ben definito dall’inizio alla fine. Non che ci si potessero aspettare miracoli visto e considerato che parliamo di un platform dal sapore estremamente antico (e lo stesso discorso lo potremmo ovviamente fare per il comparto tecnico, davvero mediocre) ma nel complesso forse qualcosa in più si poteva anche fare per rendere l’esperienza più godibile.

GIUDIZIO

Antiquato tanto nello stile quanto nelle meccaniche, Dinocide si regge su alcuni buoni spunti che si rivelano comunque insufficienti per portarlo oltre la sufficienza.