The Persistence

Il viaggio a bordo della Persistence sarà all'insegna del sangue.

Dopo aver provato in anteprima The Persistence qualche settimana fa, abbiamo finalmente potuto mettere le mani sulla sua versione finale, risalendo a bordo della Persistence consapevoli di quello a cui saremo andati incontro inoltrandoci tra quei terrificanti e desolati corridoi di una nave spaziale il cui destino sembra tutt’altro che roseo.

Ma facciamo un breve riepilogo di quale sia la situazione che i ragazzi di Firesprite ci propongono con The Persistence. A seguito di un misterioso incidente spaziale, legato a quanto pare a un buco nero molto prossimo al tragitto che l’astronave stava compiendo, sulla Persistence non ci sono sopravvissuti, e l’unico che potrà far luce sull’accaduto è il clone del responsabile della sicurezza Zimri Eder.

La Persistence brulica di cloni aggressivi e assetati di sangue.

LE BASI PER SOPRAVVIVERE

Dopo che il solito, rapido tutorial ci avrà spiegato le basi di gioco e introdotti al contesto di gioco, tutto ci sarà più chiaro: un’anomalia funzionale ha mandato in tilt tutte le stampanti di cloni presenti sulla nave, rendendole di fatto capaci di generare unicamente mostri aberranti pronti a darci la caccia. Ora, guidati dall’inconfondibile voce di Serena, rimasta senza corpo ma perfettamente cosciente, non ci resta che addentrarci nei misteri della Persistence per cercare di rimetterla in funzione e raggiungere un’insperata salvezza.

Concluso il tutorial, e dunque l’esplorazione del primo piano, saremo pronti per addentrarci nella nave armati soltanto di una strana pistola in grado di risucchiare le cellule staminali dai nemici, uccidendoli, e fornendoci preziosissimo materiale per il nostro potenziamento, sia per quanto riguarda le abilità di base e sia per i vari equipaggiamenti. Nel corso dell’esplorazione troveremo infatti delle stazioni di potenziamento e creazione, le quali ci permetteranno di fabbricare armi (per un totale di diciotto differenti tipologie) e di potenziarle agendo sul loro danno e sulla capienza dei caricatori per le munizioni.

QUASI CLONI

Non tutto però sarà così semplice come potrà sembrare a prima vista. A metterci i bastoni tra le ruote subentrerà la questione che, qualora dovessimo morire, verranno persi i nostri progressi tecnologici, stampando di fatto un altro clone che manterrà unicamente le abilità individuali e non gli oggetti potenziati e fabbricati nella sessione precedente. Un bel problema dunque, se consideriamo anche che alla nostra morte la Persistence si stravolgerà nella sua architettura, andando di fatto a modificare l’ordine delle stanze e il posizionamento dei nemici all’interno di essa, rendendo imprevedibile ogni nuovo tentativo di ripulire all’astronave.

Questo piccolo escamotage, che narrativamente parlando è comunque collegato alla presenza del buco nero nei pressi dell’astronave, risulta essere un piccolo tocco di classe che permette di rendere il gioco meno monotono sul lungo periodo, e soprattutto di conservare quell’atmosfera horror che altrimenti andrebbe persa dopo una dozzina di tentativi falliti. Purtroppo la proceduralità degli scenari non riesce a fare miracoli, soprattutto a causa della ristrettezza intrinseca delle ambientazioni di gioco, e spesso ci capiterà di imbatterci in situazioni già affrontate, ma quantomeno ciò non accadrà due volte di fila.

Recuperare le cellule staminali dai cloni nemici è il miglior modo per potenziare il proprio personaggio.

UN BUON LAVORO

Per quanto riguarda il gameplay confermiamo pregi e difetti di quanto accennato nella nostra anteprima di qualche settimana fa. Il compromesso nell’adattare il gioco dalla realtà virtuale c’è ed è evidente, a partire dalla visuale in prima persona, sino alle interazioni con gli oggetti, i quali verranno raccolti, aperti e utilizzati semplicemente posando il mirino ben posto al centro della visuale su di essi. Invece è migliorata la situazione per quanto riguarda i combattimenti: non abbiamo riscontrato le indecisioni negli attacchi corpo a corpo di cui avevamo accennato in fase di anteprima, soprattutto durante la parata dei colpi nei quali era presente un lieve, ma decisivo, input lag. Questi miglioramenti di fatto hanno permesso al nostro scudo di energia oscura di erigersi esattamente quando richiesto.

Interessante la presenza delle Sfide, una categoria di livelli a sé stanti che si sbloccano ottenendo determinati risultati durante la campagna principale. Un esempio è quello che ci vedrà impegnati nell’attraversamento dell’astronave nel minor tempo possibile, riuscendo a sopravvivere dovendo di fatto rinunciare alla nostra energia oscura, e quindi alla possibilità di parare i colpi nemici. Il comparto tecnico si conferma più che buono, con una grafica pulita e chiara ma non mancano ambienti prevalentemente spogli e privi di dettagli, anche se possiamo giustificare quest’ultima mancanza essendo The Persistence ambientato in una nave spaziale distrutta e fortemente turbata da misteriosi fenomeni.

The Persistence
GIUDIZIO
The Persistence è un gioco che vale la pena giocare, sopratutto se siete amanti del genere sci-fi horror. L'immediatezza del suo gameplay rende il titolo di Firesprite adatto anche a chi non è molto abile con il controller, senza nulla togliere al grado di sfida che si mantiene su un buon livello per tutta la durata della campagna e delle sfide. Parliamo dunque di un ottimo compromesso tra tanti generi, sparatutto, horror e stealth in primis, il tutto accompagnato da un comparto tecnico che ben si difende e che rende giustizia all'atmosfera di gioco.
GRAFICA
7
SONORO
6.9
LONGEVITÀ
7
GAMEPLAY
7.5
PRO
Buono il comparto tecnico
Alcune meccaniche risultano originali e interessanti
Gameplay complessivamente ben strutturato
CONTRO
Si poteva osare di più dal punto di vista artistico
7
Contributor