Days Gone, i Furiosi e gli altri zombie: un confronto tra i non-morti videoludici

Days Gone: I Furiosi

Gli zombie sono ormai cosa ben nota nell’immaginario comune. Più inquietanti, più marci, più feroci, ogni volta che una pellicola, un fumetto o un videogioco ha voluto trattare queste immonde creature, è stato aggiunto un dettaglio in grado di renderli, se possibile, ancora più raccapriccianti di prima. Ma se fino a qualche tempo fa eravamo abituati ai morti viventi lenti e inesorabili à la The Walking Dead, da qualche anno abbiamo imparato a convivere anche con alcuni esemplari più rabbiosi, come quelli di World War Z.

Days Gone è ormai pronto a mostrarci cosa significa avere paura, a rimanere soli in un mondo che non è per nulla amichevole. Le orde di non-morti vagano per Farewell in cerca di prede: che sia un cervo o una persona poco importa, la loro fame è insaziabile. Il virus inoltre non si ferma ai soli uomini, ma colpisce anche gli animali. Se inizialmente incontrare un orso sarebbe stato problematico, ma quanto meno gestibile, ora anche il re delle montagne diventa suscettibile al virus, rendendolo la macchina assassina perfetta.

Chi sono i Furiosi? A oggi si sa ben poco della piaga che ha colpito la regione, tranne che è violenta così come le vittime colpite dal ceppo virale. Chi viene colpito perde qualsiasi facoltà mentale ed è spinto da una cieca fame che lo spinge a cacciare qualsiasi cosa si muova. Ciò che rimane è un guscio corrotto e glabro, che vaga insieme ai simili a gruppi di centinaia individui. Il loro comportamento imprevedibile è il punto di forza di questa progenie deforme che metterà in difficoltà Deacon St. John nella sua avventura.

Nella nostra rassegna totalmente dedicata al nuovo open-world di Bend Studio in arrivo su PS4, abbiamo voluto parlare delle varie tipologie di zombie che hanno popolato il mondo videoludico, facendo un piccolo paragone con la nuova “razza” che infesta l’Oregon di Days Gone.

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>>> RESIDENT EVIL – GLI INFETTI DEL T-VIRUS

RESIDENT EVIL – GLI INFETTI DEL T-VIRUS

Resident Evil è da sempre considerato uno dei fondatori del genere horror. Dal primissimo episodio, che ci vedeva esplorare in una famosa villa sperduta in mezzo al nulla, gli zombie sono sempre stati protagonisti della serie. Tutto nasce dal cosiddetto Tyrant Virus, meglio noto come T-Virus, un patogeno creato dalla divisione farmaceutica della malvagia Umbrella Corporation. L’obiettivo era quello di perfezionare i soldati, facendoli diventare così forti da dover ridurre drasticamente il numero di unità presenti sul campo di battaglia. La prima versione del virus però fu un fallimento totale, in quanto, se iniettato nel paziente, ne causava la morte. La versione successiva, invece, si rivelò efficace: i soggetti erano diventati quasi immuni ai danni e la loro forza era aumentata, ma di contro si assistette a molti atti di cannibalismo.

Nonostante gli effetti catastrofici, il gruppo Umbrella continuò il lavoro di ricerca e a venderne i campioni al miglior offerente, e gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. L’uso del T-Virus ha causato sulla popolazione effetti disastrosi, come durante la crisi di Raccoon City vista in Resident Evil 2. Questi esseri totalmente senza scopo hanno la capacità di infettare, con un semplice morso, un individuo sano, fattore che ha contribuito a una rapida diffusione. Non tutti soffrono degli effetti del T-Virus allo stesso modo. Alcuni si trasformano in mutanti dominanti, di alta statura e quasi indistruttibili, detti anche Tyrant. Tra questi ricordiamo i T-103, come Mr. X del secondo capitolo o il Nemesis, la temibile controparte di Jill Valentine.

Gli zombie di Resident Evil rappresentano la classica tipologia lenta e facile da abbattere se in solitaria, vista in altre produzioni come Dead Rising, Dead Island o anche Left 4 Dead. Un gruppo di infetti potrebbe essere problematico, al pari dei Furiosi. La differenza sta nel fatto che i primi sono invulnerabili ai colpi in petto, mentre i secondi cadono facilmente. Tuttavia le creature di Days Gone sono molto più veloci e conviene certamente scappare che affrontarli a viso aperto, mentre combattere gli infetti del T-Virus potrebbe essere l’unica soluzione disponibile tra i corridoi della stazione di polizia di Raccoon City.

>>> DYING LIGHT – I VOLATILI

DYING LIGHT – I VOLATILI

Tra tutti gli zombie, quelli di Dying Light hanno terrorizzato i giocatori a causa della loro oscura peculiarità. L’infezione nasce come pericolosa mutazione della rabbia, anche se la causa effettiva della loro massiva diffusione rimane un mistero. Secondo un cospirazionista francese, il Virus di Harran è stato disperso da alcuni alieni grazie a un meteorite che si è schiantato sulla cittadina turca, implicando che la malattia abbia origine aliena. Tuttavia, secondo il DLC The Following, il paziente zero sarebbe stato in realtà una donna, una militare che avrebbe contratto il virus dopo aver bevuto direttamente da una misteriosa tanica con all’interno un fluido bluastro.

Tra le altre caratteristiche del Virus di Harran, troviamo l’intolleranza a qualsiasi tipo di radiazione UV. Lasciare un campione sotto il sole equivale a ucciderlo, così come utilizzare una lampada UV. Non a caso gli accampamenti dei sopravvissuti sono muniti di tali lampade e, durante il giorno, gli infetti vagano per la città ma lenti e goffi. Di notte, invece, il virus dona forza e velocità sovraumana alle creature e per tutta le ore buie operano anche i Volatili, la versione più pericolosa degli infetti di Harran. Questi di giorno sono nascosti in gallerie e luoghi sotterranei in quanto la luce solare brucia fortemente la loro pelle. Infine il virus è facilmente trasmissibile in quanto basta un contatto tra fluidi per venire contaminati. Se si viene morsi, l’opzione più sensata è quella di tagliarsi l’arto, bloccando l’espandersi dell’infezione alla radice. Un’altra soluzione è assumere l’Antizin, un farmaco efficace contro la malattia: tuttavia questo medicinale calma gli effetti, ma non li cura totalmente, costringendo la persona a doverlo prendere in continuazione.

In entrambi i casi, la miglior opzione per il giocatore è quella di fuggire in direzione opposta dalla provenienza dell’orda. Inoltre entrambi i feroci esseri cadono a terra dopo aver ricevuto qualche colpo. Le varie mutazioni del Virus di Harran incutono pari terrore e vanno affrontate con coscienza, o addirittura evitate totalmente se possibile. La presenza limitata di risorse è un altro grande problema che costringe il più delle volte il giocatore a dover ingaggiare il corpo a corpo, una soluzione per nulla piacevole quando si ha di fronte un Volatile. Altra caratteristica in comune con i Furiosi è l’incredibile velocità con cui gli infettati dal Virus di Harran possono spostano, anche se nel caso di Dying Light questo avviene solamente di notte. Per questo motivo conviene sempre spostarsi di giorno, trovando rifugio in una zona protetta dalle lampade UV durante le ore notturne.

>>> THE EVIL WITHIN – GLI SPIRITATI E I PERDUTI

THE EVIL WITHIN – GLI SPIRITATI E I PERDUTI

Come se non bastassero degli zombie nella vita reale, c’è anche chi viene infettato in una sorta di simulazione. La situazione proposta nel titolo di Tango Gameworks e Bethesda, The Evil Within, è una delle più inquietanti presenti nel panorama videoludico e per certi versi ci ricorda l’Agente Smith di Matrix, che aveva la capacità di infettare altri soggetti della simulazione trasformandoli in loro copie. Nel nostro specifico caso non è una funzione nociva a colpire gli ospiti, ma è la stessa macchina simulatrice che va a compromettere l’esperienza, trasformando le proiezioni delle persone coinvolte in esseri demoniaci chiamati Spiritati o Perduti, rispettivamente nel primo e nel secondo capitolo.

Da cosa ha origine questa piaga virtuale? Tutto parte dalla creazione del sistema STEM da parte del dottor Ruben Victoriano, una speciale infrastruttura di rete in grado di creare una seconda vita a discrezione del creatore. Tuttavia lo scopo iniziale è quanto di più nobile il dottore possa immaginare: vivere al fianco della sua amata sorella. Quando però un progetto simile, dalle potenzialità altissime, arriva all’attenzione di una società come MOBIUS, ciò che era nato con obiettivi precisi diventa un mezzo per il dominio mondiale. Dopo una prima collaborazione, Victoriano si ritroverà pian piano stretto in una morsa che si chiuderà con la totale esclusione dal progetto e la conseguente e “misteriosa” dipartita. MOBIUS, per conservare le idee del professore, estrapola il cervello di questo, posizionandolo come core centrale del sistema STEM. Ma i piani non vanno come previsto e il cervello di Victoriano si ribella, uccidendo tutti coloro che osano entrare nella simulazione, i quali finiranno per popolare l’oscuro mondo di The Evil Within.

A seconda dello STEM ospitante, il nostro protagonista ha che fare con questi esseri spaventosi, diversi nell’aspetto ma uguali nello scopo: catturare chi entra e trasformarlo in un loro simile. La prima grande differenza con i principali zombie, e quindi anche con i nostri Furiosi, è la surreale capacità di brandire armi, sia da fuoco che bianche. Questo perché in loro è residua ancora una piccola parte di intelligenza che gli permette, tra l’altro, di effettuare imboscate al giocatore. Tra le due versioni, i Perduti del secondo capitolo sono molto più vicini agli zombie di Days Gone poiché sono più animaleschi e imprevedibili e ciò è visibile anche nella loro conformazione più corrotta rispetto agli Spiritati, i quali assomigliano più a manichini di ceramica.

>>> DEAD SPACE – I NECROMORFI

DEAD SPACE – I NECROMORFI

Quando la USG Ishimura, una nave di classe Planet Cracker, prelevò dalla superficie di un pianeta alieno un misterioso monolite, la Concordance Extraction Corporation fu entusiasta di aver trovato quello che si credeva un incredibile manufatto pregiato. La scoperta del Marchio Rosso su Aegis VII fu un importante balzo tecnologico per l’umanità in quanto permetteva una risorsa di energia praticamente illimitata, una caratteristica che fece gola ai capi di una Terra ormai senza risorse. Tuttavia questa sua grande capacità nascondeva un retroscena inquietante. Il segnale a spettro emesso aveva un duplice effetto: negli esseri vivente creava allucinazioni, facendo impazzire le menti deboli, ma poteva anche modificare il DNA dei cadaveri, trasformandoli in Necromorfi, le creature feroci e difficili da abbattere di Dead Space.

Nonostante il governo sapesse degli effetti mostruosi, ordinò l’estrazione del monolite, grazie anche alla collaborazione del capitano della nave Ishimura, noto soprattutto per la sua militanza con Unitology. Questo gruppo credeva nella Convergenza, un evento che avrebbe visto tutti uniti dall’azione salvifica del Marchio. L’infezione partì dalla colonia umana di Aegis VII, che si ritrovò con un esercito di Necromorfi all’interno della base. La nave Ishimura fu compromessa quando un Infettatore, una variante simile a un pipistrello che infetta i cadaveri, salì di nascosto su una delle due navette partite dalla colonia. Questo iniettò il veleno nel corpo di uno dei passeggeri, portando il morbo anche all’interno dell’immensa nave.

Mentre l’infezione dei Furiosi potrebbe avere matrice virale causata dalla trasmissione diretta del virus, quella dei Necromorfi è una piaga che colpisce i cadaveri. Da quanto detto, è una variazione del DNA biologico causato appunto dal Marchio che colpisce unicamente i tessuti morti mentre crea disagi a livello mentale a chi ancora vive. L’unico metodo per fermare queste creature sarebbe distruggere il Marchio, polverizzando qualsiasi frammento, poiché anche una piccola roccia ha gli stessi effetti. Inoltre per abbattere un Necromorfo occorre privarlo di più arti in quanto colpirlo in corpo lo rallenterà solamente e staccare la testa lo farà andare alla cieca, a differenza di un Furioso, a cui basta solo qualche colpo ben assestato. Anche le modalità di attacco dei due non-morti differiscono totalmente. Infatti i Furiosi attaccano in branco e senza una logica, se non quella di inseguire il malcapitato di turno fino a quando questo non si ritrova stanco o in un vicolo cieco. I Necromorfi sono nettamente più subdoli e grazie alle loro diverse conformazioni, sfruttano l’ambiente circostante per tendere imboscate alla vittima. Per certi versi, incontrare quest’ultimi in un corridoio stretto è peggio di trovare decine di Furiosi in un ambiente aperto.

>>> FORBIDDEN SIREN – GLI SHIBITO

FORBIDDEN SIREN – GLI SHIBITO

Il Giappone è una terra unica e incantata, con tante leggende e miti che rendono il folklore dell’arcipelago decisamente interessante. Ma tra armature scintillanti e fiori di pesco, ecco che si cela una cultura dei morti che è stata poi ripresa più volte nei vari media per raccontare storie raccapriccianti. In questa macabra rassegna non possono mancare gli Shibito di Forbidden Siren, i poveri abitanti del paese Hanuda colpiti da una grave maledizione. L’abitare in mezzo alle montagne, ha reso gli abitanti di questo paese più integralista e xenofobo, e quindi a chiudersi in loro stessi.

Gli Shibito (letteralmente “Uomo morto”) sono frutto del volere di Hisako Yao, misterioso capo religioso di Hanuda, che, pur di evocare Datatsushi, un’immensa creatura aliena insettiforme, è disposto a sacrificare i suoi compaesani. Durante il rituale per richiamare l’essere, Yao non riesce a portarlo a termine correttamente, maledicendo la sua città. Un rosso mare infinito sostituisce le alte montagne verdi e gli abitanti, ormai soggiogati, ci si buttano dentro, divenendo dei cadaveri ambulanti. Il loro cieco e unico scopo è costruire al più presto un nido, dove Datatsushi potrà crescere e vivere.

Gli Shibito non sono molto interessati al giocatore, che potrà anzi sfruttare questo loro disinteresse per proseguire nel gioco. Ciò nonostante, avvicinarsi troppo equivale a disturbare la loro blasfema mansione. Come possiamo notare, gli Shibito sono diametralmente opposti ai Furiosi. I primi sono contraddistinti da un comportamento pacato e placido a causa di quello che un tempo era il loro comportamento da contadini. Inoltre quella degli Shibito è una comunità ad alveare, che vede Yao a capo e il resto dei posseduti come formiche operaie. I Furiosi invece si distinguono per una ferocia impareggiabile e travolgente anche se, al momento in cui scriviamo, non sappiamo se la loro organizzazione sia a branco, con un alpha al comando, o più semplicemente la casualità abbia voluto unire cinquecento zombie in un’orda infernale, come accennato nella nostra intervista a John Garvin.

>>> THE LAST OF US – I CLICKER

THE LAST OF US – I CLICKER

Non possono assolutamente mancare all’appello i carissimi e inquietanti non-morti di The Last of Us, più comunemente noti come Clicker, a causa del caratteristico verso agonizzante che emettono. Gli zombie dell’altra grande produzione first-party di Sony hanno dimostrato di tenere testa alle versioni più classiche e disparate, incutendo terrore come pochi altri esemplari di non-morti sono riusciti a fare. Per affrontare questi esseri spaventosi, il protagonista Joel tenta di passargli di fianco senza farsi sentire. Lo stealth rappresenta abitualmente la migliore opzione, o quantomeno quella che non ti condanna a una morte truculenta. Eppure, nonostante siano la fase dell’evoluzione dello zombie più famosa, i Clicker non nascono con un immenso fungo sopra la fronte.

La causa della diffusione del virus Ophiocordyceps Unilateralis, più comunemente conosciuto come Cordyceps, rimane tutt’ora un mistero. L’unico fatto noto è la violenza con cui ha colpito il territorio, trasformando gli Stati Uniti in un paese ridotto allo stremo e costringendo i superstiti a vivere in piccoli avamposti sotto legge marziale. Purtroppo, al di fuori dei muraglioni, il fungo attacca chiunque venga in contatto, trasformandolo in poche ore in un mostro estremamente violento con un semplice morso. Il Cordyceps infatti, venendo a contatto con l’ospite, prolifera al suo interno fino ad attaccare i sistemi nervosi del cervello tranne nel caso in cui sia immune agli effetti nocivi del fungo. Questo parassita man mano si espande anche esternamente all’involucro e man mano passiamo da uno stadio del Runner, che ha perso la ragione ma conserva ancora un minimo di caratteristiche dell’uomo, fino al terrificante Bloater, versione totalmente ricoperta di funghi, cieca e pronta a esplodere disperdendo le spore.

Il vero punto debole del Clicker è la sua cecità. Mentre aggirare un gruppo di Furiosi potrebbe risultare complicato, a causa della loro capacità visiva, passare a fianco di un Clicker è possibile, a patto di essere silenziosi. Questi ultimi molto raramente si muovono in gruppo: aal contrario, è più facile trovarli isolati, rendendo un eventuale approccio meno proibitivo che in Days Gone. Non lasciatevi ingannare: ciò che gli ospiti del Cordyceps perdono in termini di capacità visive, lo guadagnano in un udito estremamente elevato. Basta anche il minimo scricchiolio per metterli in allarme. Un’altra caratteristica che rende un Clicker più difficile da abbattere è il fungo stesso che funge da scudo per testa, cosa totalmente assente in un Furioso, che invece si butterà a testa bassa sulla vittima.

>>> TUTTI GLI ALTRI ZOMBIE

GLI ALTRI ZOMBIE

In questa pagina abbiamo voluto raccogliere tutti quegli zombie noti che possono essere definiti tali, ma non hanno un storia ben precisa o che non infettano gli altri direttamente. Nonostante ci siano molti titoli che sfruttino queste creature deformi, solo pochi si sono fatti riconoscere.

La varietà di non-morti di Plants vs. Zombies è davvero unica.

Plants vs Zombies

Certamente nessuno si aspettava che un gruppo di zombie, muniti di coni stradali come elmetto, potessero decidere di attaccare un rigoglioso giardino al fine di rovinare il buon lavoro di un povero contadino. Ed ecco che intervengono le piante, una linea di difesa composta da patate e girasoli agguerriti. Plants vs Zombies è un titolo relativamente semplice, con dinamiche da tower defense. Al giocatore viene lasciato il compito di posizionare le coltivazioni, che difenderanno la posizione automaticamente o attaccheranno gli zombie in arrivo.

Gli sviluppatori del titolo si sono scervellati al momento della differenziazione di questi zombie, che vanno dal Colosso, quasi impossibile da abbattere, fino alla versione Yeti. All’appello non poteva mancare certamente il Re del Pop, che in questo gioco si presenta nella sua classica veste da zombie di Thriller, con l’abilità di resuscitare i suoi ballerini, e altre decine di varianti che si sono fatte apprezzare nello spin-off Plants vs. Zombies: Garden Warfare e il suo sequel.

I Nazi Zombies di Call of Duty: WW2 sono solo alcuni degli infetti proposti negli anni dalla saga di Activision.

Call of Duty – Zombies

La modalità Zombies di Call of Duty ha stregato tutti i giocatori dello sparatutto di Activision, un lavaggio del cervello (positivo, s’intende) che ha spinto Treyarch ad abbandonare una campagna single-player a favore di un titolo totalmente da giocare online. La modalità Zombies è sempre risultata semplice e divertente, con pochi fronzoli e tanta carne da macellare.

Gli infetti di questa modalità di gioco sono conosciuti per il loro gutturale verso con cui fanno avvertire il loro arrivo all’inizio di ogni ondata, caratterizzata da una difficoltà sempre crescente con varianti più difficili e un numero di nemici che aumenta esponenzialmente. L’unico modo per andare avanti è di continuare a muoversi il più velocemente possibile, senza fermarsi mai e senza sprecare le poche munizioni che i bauli demoniaci offrono.

“Non voglio che mi prendano” (cit.)

Minecraft

La rivoluzione portata avanti dal sandbox di Mojang riuscì a sorpassare le grandi produzioni tripla-A, grazie alla sua semplicità grafica e di gameplay. Il gioco era semplice: sopravvivere, raccogliere blocchi e costruire il mondo dei propri sogni. Eppure questo desiderio di gloria e pace veniva disturbato dalle creature della notte, intente a uccidere il povero Steve.

Tra questi mostri notturni vi sono anche i classici zombie che girovagano sotto il chiarore lunare o nelle gallerie sotterranee. Il loro punto debole, infatti, è il sole, da cui scappano rapidamente, onde evitare di andare a fuoco. La loro lentezza è un altro fattore che li rende i nemici più facili da abbattere di Minecraft, anche possono compensare in numero. Proprio come per i Furiosi, meglio non ritrovarsi in mezzo a un folto gruppo.

A rivederli oggi sembrano un ammasso di pixel, ma all’epoca erano tra le cose più raccapriccianti di sempre.

Half-Life

Il titolo di Valve è stato uno dei grandi capolavori del genere FPS, ispirando la realizzazione dei futuri sparatutto. Nella sua avventura distopica, Il protagonista Gordon Freeman ha dovuto confrontarsi con una miriade di creature, tra cui appunto i terribili Headcrab Zombie.

In realtà questi nemici non nascono da una particolare infezione o una maledizione ma è solo il controllo mentale esercitato dagli Headcrab. Se riescono a raggiungere il capo di una persona, questi piccoli esseri la inglobano all’interno della loro grande bocca posta sul ventre, innestando un beccuccio nel cranio e costringendo la persona a fare ciò che vuole. D’altra parte gli Headcrab Zombie sono molto lenti e facili da uccidere, non rappresentando una minaccia concreta per il protagonista dell’indimenticabile saga di Half-Life.

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Questo articolo fa parte della nostra Cover Story di Days Gone, al cui interno troverete articoli, guide, video e approfondimenti sulla prossima esclusiva PlayStation in arrivo il 26 aprile.

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