Marvel’s Spider-Man

Marvel's Spider-Man

Nella mia prova di Marvel’s Spider-Man di qualche settimana fa, parafrasando le parole del creative director Bryan Intihar, sottolineavo come le migliori storie dedicate all’Uomo Ragno fossero quelle capaci di mettere sullo stesso piano l’eroe e l’uomo dietro la maschera, il brillante e carismatico Peter Parker. Dopo le circa venti ore che ho impiegato per completare l’avventura della nuova esclusiva PS4 al livello di difficoltà Incredibile (che equivale a quello Normale), posso affermare con certezza che il team Insomniac Games è riuscito non solo a confezionare una storia convincente, alternando sapientemente l’uso di Spider-Man e di Peter Parker nel ruolo di protagonisti, ma ha saputo attingere da una miriade di fonti diverse (sessant’anni di fumetti, serie animate, film e videogiochi) per creare un canovaccio inedito e, per quanto non sempre originalissimo, complessivamente molto valido.

Togliamoci subito il dente: Marvel’s Spider-Man è certamente il miglior videogioco dedicato all’Uomo Ragno che si sia mai visto finora, ma non è un gioco perfetto. Per intenderci, non è alla stessa altezza di un God of War, ma è senza dubbio l’ennesimo titolo di rilievo disponibile in esclusiva su PlayStation 4, la ciliegina sulla torta per Sony in un’annata spettacolare che, oltre al ritorno di Kratos, ha visto anche il debutto di Detroit: Become Human, thriller sci-fi di David Cage e Quantic Dream. In questa recensione, assolutamente priva di spoiler, parleremo di cosa ha funzionato e ciò che al contrario è riuscito meno nella produzione dallo stesso team che ha dato i natali a Spyro the Dragon, Resistance e Ratchet & Clank, ma anche il mai sufficientemente lodato Sunset Overdrive, a cui questo Marvel’s Spider-Man deve certamente tantissimo.

LA DOPPIA VITA DEL RAGNO

La trama di Marvel’s Spider-Man non parla delle origini dell’Uomo Ragno ma di un eroe già nel pieno della sua “carriera” da difensore di New York, con otto anni di esperienza, mazzate e scontri con i temibili villain che fanno parte del suo universo. Tale scelta ha consentito a Insomniac Games di focalizzarsi maggiormente sui rapporti, le dinamiche e le alchimie tra i diversi personaggi che incontrerete nell’avventura, tanto nei panni di Peter quanto in quelli attillati e sgargianti dell’Arrampicamuri per eccellenza. La sceneggiatura, infatti, propone dei continui avvicendamenti tra i protagonisti, testimoniando quante difficoltà sussistano nella gestione di una “duplice vita” come quella di Peter/Spidey. Se nei momenti in cui si controlla Spider-Man potrete svolazzare a piacimento tra le strade di Manhattan, combattere contro le bande criminali o dilettarvi in attività secondarie tra una missione e l’altra, nei momenti in cui gestirete Peter o uno degli altri personaggi secondari il gameplay cambia radicalmente, lasciando spazio a sezioni stealth, momenti d’investigazione e persino minigiochi che sfruttano l’amore di Parker per la scienza per risolvere dei rompicapo a tratti impegnativi e stimolanti.

Nel mezzo ci sono gli intrecci tra Peter e l’amata Mary Jane, il rapporto con zia May e l’evoluzione di personaggi fondamentali nella mitologia dell’Uomo Ragno: Insomniac Games è riuscita a raccontare una storia interessante toccando le corde giuste, lasciando che le cut-scene rielaborassero momenti iconici dei fumetti di Spider-Man in modo da rispettare la tradizione ma narrando allo stesso tempo una storia tutta nuova, ben ritmata e piacevole da vivere in prima persona. Le missioni principali alternano infatti sezioni più introspettive a momenti d’azione, la presenza di molteplici personaggi aiuta ad approfondire le vicende da punti di vista differenti e rende ancora più intriganti quei frangenti in cui i sentieri collidono, una manciata di situazioni in cui la sinergia tra i protagonisti dà vita a momenti intensi e altamente spettacolari. La storia, non certo memorabile ma comunque piacevole e in qualche modo intrigante, è condita dalla presenza di tanti villain storici dei fumetti dell’Uomo Ragno, con Martin Li/Mister Negativo a svolgere il ruolo di principale nemesi di questa prima avventura del nuovo ciclo dedicato a Spider-Man. Nel corso dell’avventura vi imbatterete in tanti altri villain, fino a scontrarvi con il temibile gruppo dei Sinistri Sei, guidati da uno dei più amati arcinemici del personaggio creato da Stan Lee. La figura e il ruolo di questo leader nel quadro generale sarà una delle evoluzioni senza dubbio più interessanti dell’intera campagna.

UN COSTUME PER OGNI OCCASIONE

La somiglianza tra Marvel’s Spider-Man e la saga di Batman: Arkham è stata rimarcata a più riprese, e lo stesso team di sviluppo ammette molto apertamente di essersi ispirato al lavoro di Rocksteady Studios per confezionare il “videogioco definitivo” dell’Uomo Ragno. Le analogie tra i due prodotti passano principalmente dal sistema di combattimento, che in questo caso si manifesta in una deliziosa danza composta da calci, pugni, schivate e gadget basati sulle immancabili ragnatele. A Insomniac Games il merito di aver creato lo Spider-Man più divertente e di certo appagante che si sia mai visto in un videogioco: prendendo spunto dallo stile di combattimento di Batman, con attacchi, schivate e gadget che possono essere concatenati per dar vita a combo estremamente spettacolari, il sistema di lotta in questo caso si sviluppa tanto a terra quanto in aria, sfruttando la possibilità di arrampicarsi in qualsiasi angolo della città per dar vita a colpi volanti, prese, calci fluttuanti e devastanti onde d’urto dall’alto.

Le abilità di Spider-Man si evolvono progressivamente di livello in livello, spendendo i punti esperienza ottenuti in tre rami ben distinti, che consentono di sviluppare tecniche offensive, attacchi basati sulle ragnatele, prese e mosse votate al recupero difensivo, abilità che risulteranno utili nei momenti finali dell’avventura. Sarà possibile inoltre applicare dei perk passivi (per un massimo di tre) al costume, che doneranno bonus e protezione contro determinate armi o nemici.

Inanellando colpi su colpi, Spider-Man può accumulare la cosiddetta Concentrazione, che ha un duplice ruolo: la possibilità di mettere K.O. istantaneamente un nemico una volta che avrete riempito la barra (sacrificandone più di una nel caso di nemici corazzati o dotati di armi speciali) o curandosi con la pressione di un tasto. Come se non bastasse, il team di sviluppo ha pensato di inserire una super abilità che si ottiene dopo un cooldown e si attiva in seguito alla pressione simultanea dei due stick: questa abilità, che inizialmente permette di ripristinare molto più rapidamente la Concentrazione, potrà essere sostituita poi da altri poteri in base ai costumi che sbloccherete.

Già, perché per la gioia degli amanti di lunga data dell’Uomo Ragno, Insomniac ha inserito qualcosa come 27 costumi differenti, 22 dei quali doneranno un’abilità esclusiva al nostro protagonista. I costumi saranno ottenibili progressivamente nel corso dell’avventura, e cambieranno radicalmente l’approccio al gameplay e gli effetti nelle fasi di combattimento o sezioni stealth: c’è il costume da Spider-Punk, che consente di liberare devastanti onde sonore che travolgono i nemici, oppure il celebre costume Noir, che impedisce agli avversari di chiamare rinforzi e risulta particolarmente utile in situazioni in cui l’inferiorità numerica potrebbe essere un problema. Una sorta di componente ruolistica che, tra l’altro, risulta totalmente libera: dopo aver sbloccato un potere, potrete infatti scegliere di applicarlo anche a un altro costume, così da permettervi di unire estetica e funzionalità. Si tratta di un argomento molto vasto che per ovvi motivi non trova spazio nella tradizionale recensione, ragion per cui abbiamo scelto di dedicare un approfondimento con tutti i costumi, le abilità e le modifiche presenti nel gioco finale.

ESSERE SPIDER-MAN

Il sistema di progressione aiuta Spider-Man a ottenere nuove abilità che saranno anche molto utili per oscillare più velocemente tra i grattacieli di New York, rendendo ancora più appagante quello che, a mio avviso, è il punto di forza dell’intera produzione. Insomniac Games è riuscita a sviluppare un sistema di movimento estremamente riuscito e variegato, facile da utilizzare ma tremendamente complesso da padroneggiare. Per muoversi a velocità elevata nella Manhattan virtuale di Marvel’s Spider-Man serve infatti capire bene quando è il caso di accelerare, quando mollare la presa e quando gettarsi in picchiata per acquisire momentum. Con la pressione di R2, infatti, l’Uomo Ragno può volteggiare nei cieli appigliandosi a grattacieli, alberi oppure qualsiasi cosa a cui le ragnatele possano appigliarsi, mentre sbloccando determinate abilità si potrà sfruttare il tasto X per darsi una spinta e L2 per proiettarsi verso il punto su cui poserete la visuale, così da catapultarvi verso un obiettivo più rapidamente. Sfruttando tutti questi elementi con il giusto tempismo potrete coprire distanze enormi molto rapidamente, ma le variabili studiate dal team sono decisamente più complesse e potrete assimilarle a dovere solo dopo aver sprecato dozzine di ragnatele virtuali.

Il motivo per cui il sistema di movimento funziona così bene è da ricercarsi nella qualità e quantità di animazioni realizzate da Insomniac Games, estremamente numerose e in grado di reagire dinamicamente alle situazioni, alla posizione degli arti e alla direzione delle ragnatele, con tanto di modalità freestyle che il nostro protagonista può sfruttare per dilettarsi in eccezionali acrobazie mentre è in volo (che vi premieranno persino con una manciata di punti esperienza). Insomma, ammirare Spider-Man mentre oscilla tra i cieli di Manhattan è uno spettacolo per gli occhi e siamo sicuri che non sarà raro lasciarsi andare all’esplorazione libera, senza una meta, per il semplice piacere di “sentirsi Spider-Man”. Un plauso al team di sviluppo per essere riuscito a creare il miglior sistema di controllo e combattimento mai visti in un gioco dedicato all’Uomo Ragno: eravamo già rimasti particolarmente colpiti nelle prime prove con mano a Los Angeles e durante il press tour italiano, ma raggiungere questo livello di qualità e complessità non era certo semplice (e nemmeno così scontato).

TANTI PREGI, MA…

Insomma, un plauso qui, un complimento lì, ma non avevamo detto che questo Marvel’s Spider-Man non era un gioco perfetto? Infatti, sfortunatamente non lo è, ma i motivi sono meno gravi di quanto possiate immaginare. Il problema più evidente, per quanto mi riguarda, è da ricercare nei combattimenti contro i boss: Spider-Man può contare su alcuni dei villain più iconici, potenti e concettualmente unici che si siano mai visti nei fumetti, e c’è da dire che la trasposizione da parte di Insomniac Games è riuscitissima nella maggior parte dei casi, tanto nel look quanto nelle abilità dei singoli nemici. Il problema, semmai, è che la conduzione delle boss fight è quanto di più monotono si sia visto in un videogioco legato ai supereroi. Qualcosa su cui la software house ha molto da studiare e imparare dal rivale di Rocksteady è proprio la conduzione di combattimenti contro i boss diversificati e in grado di sfruttare le peculiarità di ciascuno per dar vita a momenti significativi e impegnativi.

E invece, per quanto buona parte degli scontri sia spettacolare e certamente scenografica da un punto di vista più cinematografico, a livello prettamente ludico si nota una certa ridondanza nel pattern, praticamente identico per ciascun boss che affronterete. Si schiva, sfruttando l’Istinto di Ragno per accumulare Concentrazione al momento più opportuno e si attende che il nemico abbia esaurito i colpi in canna, magari scagliandogli contro un oggetto al fine di stordirlo, dopodiché si attacca con colpi, K.O. istantanei o gadget. Ripetete quanto scritto per tre o quattro volte, copiate/incollate il tutto per ciascuna boss fight e il gioco è fatto! Fortunatamente, un paio di scontri “più esoterici” (che ricordano alcune situazioni già viste contro dei villain in Batman: Arkham) riescono a convincere, ma l’impressione generale è che Insomniac non abbia avuto particolare fantasia in questo senso.

Ed è un peccato, perché il sistema di combattimento è certamente uno dei maggiori pregi di Marvel’s Spider-Man e lo si avverte in ogni combattimento contro le gang, in ogni tentativo di ripulire i Covi con approccio furtivo, in ogni gadget usato per mettere K.O. i nemici con estrema spettacolarità. Anche perché l’intelligenza artificiale, pur non brillando per acume tattico, riesce a risultare impegnativa giocando al livello di difficoltà più elevato, dando al giocatore un po’ di filo da torcere negli scontri in evidente inferiorità numerica. La speranza, dunque, è che la software house possa fare tesoro dei propri errori e proporre, in un probabilissimo sequel, dei combattimenti più avvincenti, magari cambiando l’approccio di base e sfruttando elementi differenti, un po’ come fu all’epoca per il Cavaliere Oscuro, che ha saputo migliorarsi a ogni iterazione affinando anche questo elemento in particolare.

TRA ZAINI E QUEST SECONDARIE

Se c’è un altro aspetto che ha mi convinto meno, è la qualità delle attività secondarie presenti nella vasta città di New York. Sarà che nel corso degli ultimi anni ho sviluppato una certa avversione per quei giochi open-world estremamente carichi di indicatori, collezionabili ed elementi di contorno tipicamente votati a estendere in modo “artificiale” la longevità di un prodotto, ma nel caso di Spider-Man credo che il team di sviluppo si sia limitato al “compitino” e abbia sprecato più di un’occasione di replicare quanto fatto da Rocksteady con Batman: Arkham e dar vita a scenari interessanti. La città di Marvel’s Spider-Man è infatti suddivisa in vari quartieri, ciascuno con le proprie missioni secondarie e attività da completare tra una missione e l’altra (ma potrete anche dedicarvici dopo aver portato a termine la campagna, non disperate), ma sfortunatamente nella maggior parte dei casi si tratta di attività che diventano ripetitive e monotone. Basi da ripulire, gang da mandare in gattabuia, zaini da scovare e un po’ di oggetti da scovare legati al primo DLC con protagonista la letale Black Cat. Ci sono poi i crimini occasionali, apparentemente casuali, che compariranno di tanto in tanto esplorando la città, ma anche luoghi più iconici che dovrete fotografare (tra scenari reali, come Central Park, o quelli tipici dei fumetti Marvel, come la Stark Tower).

Per quanto si tratti di attività secondarie e come tali opzionali, il team di sviluppo ha pensato di spingere ciascun aspirante Spider-Man a dedicarsi a questo genere di quest per accumulare i cosiddetti Gettoni, con cui potrete sbloccare costumi, gadget e potenziamenti per quest’ultimi, ma anche modifiche e talenti passivi. Qualsiasi cosa vorrete sbloccare per la personalizzazione dell’Uomo Ragno, a eccezione delle abilità in uno dei tre rami succitati, richiederà appunto l’uso di particolari Gettoni, diversi in base al tipo di attività che completerete. Raccoglierete uno zaino nascosto da Peter agli albori della sua carriera da Spider-Man? Riceverete in cambio un po’ di punti esperienza e un Gettone Zaino. Sgominerete una banda di Wilson Fisk? Riceverete un Gettone Base. Fermerete un inseguimento di criminali a bordo di un’auto? La vostra ricompensa sarà un Gettone Crimine.

È chiaro che con un’economia del genere, diventa assolutamente fondamentale portare a termine tutte le attività secondarie per poter sbloccare i costumi e le abilità più interessanti. Il problema, però, è che come accennato poc’anzi dopo poco tempo si avverte una certa ripetitività di fondo, e persino le missioni secondarie, che in giochi come la saga di Batman: Arkham spesso conducevano a epici scontri con boss nascosti, si riducono a missioni scialbe e poco stimolanti. Già in fase di anteprima avevamo denunciato i rischi di questa economia basata su così tante valute, e dopo oltre trenta ore spese nel mondo di Marvel’s Spider-Man possiamo confermare che portare a termine tutto al 100% potrebbe rivelarsi un compito tedioso.

La colpa, se vogliamo, è anche da ricercarsi nel mal riuscito tentativo di diversificare i quartieri di New York City, nella speranza di dare un’anima e carattere alla città che, al contrario, risulta forse eccessivamente piatta vista la presenza di attività tutte simili tra loro. Gli stessi scenari, a eccezione di luoghi reali e location celebri dei fumetti, risultano forse monotoni e quasi riciclati con lo stampino, nonostante il colpo d’occhio dall’alto e in lontananza sia decisamente bellissimo. Certo, anche a livello di missioni secondarie ci sono delle gradite eccezioni, come ad esempio alcune quest in cui dovrete portare a termine una serie di ricerche scientifiche sfruttando i vari poteri di Spider-Man, oppure una serie di missioni secondarie che vi porteranno a combattere contro una celebre nemesi dell’Uomo Ragno, ma sfortunatamente la mole di attività facoltative non riesce a offrire la stessa qualità e varietà delle missioni principali, né raggiungere lo stesso livello di completezza (e se vogliamo complessità) di storyline e quest secondarie viste in Batman: Arkham City e Arkham Knight. D’altra parte, nonostante quanto esposto fino a questo momento, non è il caso di dare eccessivamente peso a quelli che potremmo considerare dei veri difetti di gioventù per la nuova serie di Insomniac: d’altronde, la stessa Rocksteady ha avuto tre capitoli (oltre allo spin-off creato da WB Games Montréal) per affinare una formula di gioco come quella dedicata all’Uomo Pipistrello.

ALLA RICERCA DELLE POZZANGHERE PERDUTE

E veniamo dunque all’annosa questione che, da qualche giorno, sta tenendo banco sul web, sui forum e sui social network: è vero che Marvel’s Spider-Man ha subito un downgrade rispetto al primo trailer ufficiale? Negare che il gioco sia diverso dai primi video di gameplay e dalle foto che vedete nel corpo di questo articolo, in particolare su PS4 base, non sarebbe onesto, ma ciò non toglie che il lavoro di Insomniac Games sia assolutamente valido. Non è all’altezza di God of War, né di tanti open-world decisamente più ricchi, curati e variegati, ma il colpo d’occhio è come dicevamo sicuramente molto buono, così come alcuni giochi di luce che si vengono a creare oscillando tra i tetti di Manhattan. Certo, alcuni elementi fanno un po’ storcere il naso, come la mancanza del ciclo giorno/notte dinamico: ci saranno momenti in cui determinate missioni richiederanno una specifica ora del giorno e dovrete sorbirvi un caricamento dello scenario per far sì che New York City si adatti, ma per il resto potreste passare ore e ore girovagando per la città senza notare il minimo cambiamento, che avverrà solo progredendo con la trama o in base all’intervento manuale del giocatore (tramite appositi punti della città sarà infatti possibile cambiare ora del giorno, previo caricamento).

A livello di dettagli, è vero che il gioco è probabilmente meno rifinito rispetto a quanto mostrato inizialmente da Insomniac Games, con le famigerate pozzanghere assenti da uno dei Covi di Fisk e altri dettagli (come le texture riciclate, pedoni tutti eccessivamente simili tra loro, palazzi che si somigliano un po’ tutti) che rendono la città meno bella da vedere di quanto non credessimo nelle prime battute di gioco. Ciò non toglie che, lo ripetiamo, a livello tecnico si tratta di una produzione di altissimo livello che può contare su un frame-rate granitico anche in presenza di decine e decine di avversari su schermo, e che deve per forza di cose accettare qualche compromesso per far sì che il gioco sia fruibile su tutti i modelli di PlayStation 4. A tal proposito, però, stupisce l’assenza di una serie di modalità di visualizzazione legate all’hardware di PS4 Pro, come buona parte delle esclusive Sony o dei prodotti ottimizzati per sfruttare a dovere la maggiore potenza del modello hi-end. Avremmo certamente gradito la possibilità di sbloccare il frame-rate e dilettarci in esplorazione e combattimenti a 60fps, ma è probabile che anche nel caso di PS4 Pro la potenza a disposizione non fosse sufficiente per garantire un frame-rate più elevato senza ulteriori compromessi a livello grafico.

A livello sonoro, è doveroso un altro plauso al team di sviluppo, capace di creare una soundtrack di alto livello su cui spicca senza dubbio il tema originale composto da Insomniac per la sua saga. La colonna sonora è infatti uno dei punti di forza di Marvel’s Spider-Man e riesce ad accompagnare l’avventura con grande decisione e potenza nelle fasi più concitate della campagna, salvo poi assumere con pacatezza e melodie sommesse nei momenti più intimi, con un finale da brividi e una qualità complessivamente molto elevata. Le cut-scene possono contare su una recitazione di buona qualità, impreziosita da un ottimo doppiaggio originale.

Buono anche quello in italiano, con la scelta di ottimi doppiatori per le voci principali, sebbene nella versione pre-lancio da noi testata (priva di patch day-one) in alcuni casi si siano avvertiti dialoghi in inglese sovrapporsi a quelli nella nostra lingua. Da segnalare, infine, che al lancio dell’update day-one saranno disponibili anche una ricca modalità Foto, con cui personalizzare gli scatti grazie a sticker ed elementi tipici dei fumetti, ma anche la modalità New Game Plus, che sarà accompagnata da un quarto livello di difficoltà dedicato a tutti i giocatori più esigenti.

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