I 10 momenti più spaventosi nei videogiochi non-horror

I 10 momenti più spaventosi in videogiochi non-horror

Fantasmi, scheletri e demoni popolano le stradine di ogni strada americana in questo periodo dell’anno. In delle piccole città brulicanti di caramelle e costumi si festeggiano gli ectoplasmi mentre qualcuno, da qualche parte, nel suo appartamento pieno di poster cinematografici mette a tutto volume la colonna sonora di Ghostbusters prima di iniziare una mega maratona (ma senza il reboot, quello meglio evitarlo). Halloween, signori e signore, è un rito ormai sacro nel panorama di noi “nerd” affezionati al pari degli infanti a stelle e strisce, nonostante in Italia non si festeggi in una maniera così plateale.

In un’occasione così tetra e spaventevole, tutti i siti di videogiochi che si rispettino propongono approfondimenti dedicati ai giochi horror più famosi. Ma, diciamocelo onestamente, è una musica già sentita diverse volte. Questa volta, noi di VGN.it abbiamo deciso di raccogliere in una personalissima classifica i 10 momenti più spaventosi vissuti in videogiochi che erano tutt’altro che appartenenti al genere horror. Vi avvisiamo però: quanto state per leggere potrebbe rievocare traumi, paure e disturbi sopiti. Continuate a vostro rischio e pericolo!

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#10 – Corridoi insanguinati (Metal Gear Solid)

Metal Gear Solid non ha certo bisogno di presentazioni, considerando come ancora oggi i fan sperino in un nuovo progetto dedicato alla saga (possibilmente non Survive). Mentre amenità e strane forze/creature non sono certo estranee alla saga, il più delle volte l’azione era prettamente militare e gli scenari seguivano lo stesso tema, portandoci in quegli scenari d’azione occidentali riplasmati dal genio di Hideo Kojima. Tuttavia, molti ricorderanno sicuramente alcuni momenti in cui l’ambiente, o le situazioni, incutevano più che un semplice timore.

In Metal Gear Solid V questa sensazione è accentuata attraverso nemici e sequenze che sembrano uscite direttamente da un incubo, perciò era inevitabile riproporre quello che viene chiamato “Corridoio demoniaco”. Si tratta di una zona specifica del gioco in cui il protagonista si ritroverà nel bel mezzo di una struttura dove sembra essere avvenuta la famosa strage di “Quella Casa nel Bosco”: sangue ovunque sulle pareti e sul pavimento, cadaveri sventrati e agonizzanti, un silenzio tombale e una minaccia nascosta. Non si tratta di un vero e proprio scenario spaventoso, considerando che siamo armati fino ai denti e che il nostro corpo è un’arma di distruzione di massa, però fa sempre il suo effetto sulla mente dell’ignaro giocatore, che un attimo prima era nell’Afghanistan e poi si ritrova proiettato all’interno di un livello di DOOM.

#9 – Manicomio Moira (Thief)

Il reboot di Thief non ha decisamente avuto fortuna, lasciando molti fan ancora vogliosi di rivedere il ladro più iconico ritornare in una caratura degna della sua immagine. Tuttavia, un livello in particolare ha sicuramente destato la curiosità dei pochi che hanno deciso di avventurarsi nei colpi del gioco più recente: il Manicomio Moira. Mentre l’atmosfera scura è sempre stata un elemento stabile nel franchise, mai e poi mai ci saremmo aspettati di ritrovarci in un survival horror dove il nostro ladro doveva fuggire da fantasmi, sedie a rotelle animate e tanti altri fenomeni paranormali che un manicomio infestato porta con sé.

Perfino guardare dal buco della serratura era un rischio, considerando come il fantasma della donna morta ci tenesse a intimarci di andare via. Forse era il caso di darle retta fin dal primo avvertimento o evitare del tutto di andare a intrufolarci in un’ospedale psichiatrico pieno zeppo di poltergeist. Si chiama Thief, non Ghost Adventures con Zack Bagans!

#8 – Cottage Invernale (Fable II)

La serie di Fable sembra ancora lontana dal tornare in pompa magna, lasciando molti fan del marchio ancora speranzosi, mentre guardano con disdegno il discutibile Fable Fortune. Però, tornando indietro a Fable II, c’è sicuramente da ricordare uno dei momenti più inaspettati all’interno del gioco. Nel bel mezzo del nulla, forse vi ricorderete di un accogliente cottage in un paesaggio invernale quasi idilliaco. Invitante come la casa di Babbo Natale di un film d’animazione, questo piccolo edificio sembrava nascondere una bellissima famiglia pronta a servirci biscotti e latte caldo intonando tutto il repertorio dei canti natalizi.

Questo fino a quando non si varca la soglia e ci si ritrova in una casa completamente distrutta, con tanto di scheletri e cadaveri sparsi sul pavimento a sostituire i canditi e i regali. Il cambiamento è così repentino da rappresentare un vero e proprio jump scare che nessuno in cuor suo si sarebbe mai aspettato. Ben fatto Lionhead, ci avete fatto sporcare i pantaloni.

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#7 – Giygas (Earthbound)

Nintendo è sempre stata un’azienda che ha posto molta attenzione sui suoi prodotti per bambini, celebrando spesso la purezza della gioventù. Earthbound è proprio un simbolo di questa filosofia, affermandosi come un RPG dove un gruppo di giovani ragazzi tentano di salvare il mondo in un turbinio di battute, combattimenti e colori. Questo rimane vero fino allo scontro finale con un’entità gigantesca dalle caratteristiche quasi incomprensibili per gli esseri che vivono nel nostro piano esistenziale.

Giygas risulta un essere alieno, un camminatore tra le dimensioni, che si manifesta attraverso uno sfondo pieno di volti contorti, colori deformi e appendici che si propagano in maniera irregolare. Non ha una vera e propria faccia, piuttosto sembra assumere dei connotati cangianti imprecisi, frutto forse del tentativo di razionalizzare l’ignoto da parte del giocatore. Come ciliegina sulla torta, lo scontro è lunghissimo e quasi privo di speranza considerando che non riceve danno da qualsiasi altra fonte se non attraverso una lunga e disperata richiesta d’aiuto che concederà ai nostri eroi il magico potere dell’amicizia. Anche distrutto, Giygas ha tormentato i nostri ricordi, almeno fino a quando non è arrivato Undertale con Flowey.

#6 – Another World

Another World è un famosissimo gioco che ha lasciato la sua impronta nella storia videoludica sia per il suo design che per lo stile artistico. Sebbene l’intera premessa sia abbastanza inquietante, l’atmosfera colorata e la “leggerezza” dell’ambientazione non lo rendono di certo un gioco dell’orrore. Eppure, al pari dei migliori titoli di questo genere, aveva alcuni momenti in cui gli abitanti “dell’altro mondo” ci piombavano addosso così ferocemente da farci correre all’impazzata.

Il costante senso di ansia e di apprensione è indiscutibilmente l’ingrediente per i migliori horror mai fatti e Another World ne ha decisamente da vendere. Inoltre, è evidente che finire in un mondo fuori dalla nostra umana comprensione sia di per sé un’esperienza traumatica, solo che magari gli enormi pixel ci hanno protetto da guardare dentro quello strano abisso.

#5 – Strutture Dunwich (Fallout 3 & 4)

La serie di Fallout è ambientata in uno scenario post-apocalittico, il che già crea uno scenario tutt’altro che paradisiaco e allegro. Gli orrori del mondo di gioco sono diversi, sebbene effettivamente non sia in tutto e per tutto un titolo che fa della paura il suo campo di battaglia. Eppure, la posizione in questa classifica non viene data per i temibili Ghoul Ferali o per i cupi nascondigli di Deathclaw, ma piuttosto sono le vicende di una compagnia chiamata Dunwich ad aver attirato la nostra attenzione.

Mentre mosti e cadaveri fanno ormai parte anche del titolo più innocente, gli orrori lovecraftiani non sono affatto sul menù di tutti, a meno che non decidiate di visitare il mondo creato da Bethesda. Sia nel terzo che nel quarto capitolo, Dunwich viene presentata come una sorta di corporazione mineraria dedita alla ricerca di poteri antichi attraverso rituali e sacrifici umani. Il nome, del resto, deriva proprio dal racconto “L’Orrore di Dunwich” del noto H.P. Lovecraft. Che sia l’antico obelisco in Fallout 3 o la miniera di Fallout 4, il giocatore si ritroverà immerso in strane storie che parlano di persone in preda alla follia, strani fenomeni paranormali e conoscenze arcane che sarebbero dovute rimanere sepolte.

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#4 – Il segreto di Milla (Psychonauts)

Psychonauts è un gioco che ricorda molto lo stile di Tim Burton, ma tralasciando la grettezza delle sue forme è ben lontano all’essere un’esperienza traumatizzante, se non si guarda affondo. Entrando nelle menti altrui, avremo accesso a una serie di livelli che nascondono alcune stanze segrete rappresentanti gli scheletri nell’armadio dell’ospite.

Il peggiore tra tutti è forse quello di Milla, la quale ha sepolto dentro di sé il terribile incendio che distrusse il suo orfanotrofio e uccise tutti i suoi piccoli occupanti. Nel caso in cui il giocatore decida di addentrarsi in questi ricordi, si ritroverà in una gabbia di fuoco accerchiata da disperate anime in pena che, tra le fiamme, gridano il nome di Milla e chiedendole come mai non fosse lì per salvarli tutti. Disturbante è un aggettivo fin troppo mite per una simile vista, ma sappiamo bene che ognuno di noi possiede cose molto oscure che non dovrebbero essere portate alla luce, o no?

#3 – Il mercante di maschere (The Legend of Zelda: Majora’s Mask)

The Legend of Zelda: Majora’s Mask è sempre stato uno degli episodi più “spaventosi” della saga di Link. Rivivendola su Nintendo 3DS, molti di noi sono tornati a visitare i luoghi che popolano il gioco, guardando quella malefica Luna dalla faccia maligna che incombe sul prode Link e su tutto il resto della Terra. Sebbene molte parti del gioco siano decisamente inquietanti, come l’evergreen “fondo del pozzo”, il Mercante di Maschere è una delle figure che più ricordiamo quasi con timore.

Il suo ghigno distorto, le maschere simil volti senza vita che lo circondano e i suoi inganni hanno reso questo personaggio un’entità infernale. Non è un caso se questo NPC sia stato più e più volte utilizzato come principale fautore delle nefandezze descritte nelle svariate Creepypasta trovabili su internet. Tra tutte le leggende, quella di Ben Drowned è stata talmente diffusa da amplificare ancora di più l’aura malvagia del Mercante di Maschere.

#2 – Mimi (Super Paper Mario)

Super Paper Mario è sicuramente un gioco molto adatto ai bambini e ai fan di vecchia data di Nintendo. Oltre a riportare la formula vincente dell’idraulico baffuto, aggiunge tutta una meccanica che mischia le pratiche 2D con quelle 3D attraverso il cambio di prospettiva. Certamente, nessuno ricorda Super Paper Mario per il suo essere dannatamente inquietante, o forse no.

La trama principale del gioco è legata al tradizionale “il mondo è di nuovo in pericolo” e all’improvvisa notizia che Bowser e Peach si siano sposati prima ancora che il malefico regnante diventasse una bomba sexy sui nostri feed Twitter. Tra la serie di personaggi classici, nel gioco incontreremo anche Mimi, una sorta di piccola entità pixellata dall’umore volubile. Dalla faccia felice e dai tratti femminili infantili, nessuno di noi poteva mai immaginarsi l’orrore di cui sarebbe stata capace.

A un certo punto della storia vedremo questa bambolina arrabbiarsi e ruotare la testa in modo innaturale, rompendosi l’osso del collo con tanto di suoni di ossa rotte. Mentre le caratteristiche del suo volto iniziano a tramutarsi in orribili muscolature facciali deformi, il resto del suo corpo si spezza in molte parti fino a diventare una sorta di aracnide infernale metà mostro e metà fanciulla. Una volta traumatizzati dalla demoniaca trasformazione, dovremo fuggire dalle sue magre e secche zampe scappando come ossessi, con una cantilena disturbante a farci da sottofondo. Il gioco in questione è etichettato come PEGI 3+, alla faccia dei traumi infantili.

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#1 – Carnage Octopus (Spider-Man 2000)

Al primo posto c’è forse l’orrore più puro che abbia mai calcato la scena PlayStation. Un mostro così terribile e agghiacciante da far impallidire perfino il leggendario Nemesis: stiamo parlando del boss finale del videogioco di Spider-Man per la prima console Sony, Carnage Octopus.

Chi ha letto almeno una volta qualcosa al riguardo, è ben conscio del fatto che Carnage sia uno dei cattivi dell’Uomo Ragno più inquietanti e spietati. E già questo di per sé dovrebbe renderlo una minaccia degna del terrore che il nome suscita. Ma gli sviluppatori del gioco in questione sono andati ben oltre e hanno deciso di fonderlo a Dottor Octo Octavius nei momenti finali del loro gioco, lasciando che questo abominio insegua Spider-Man in uno spazio ristretto e pieno di radiazioni mortali. L’aspetto è veramente orribile alla vista, ma la qualità più spaventosa e degna di nota è la sua straziante e distorta voce.

Urla di dolore, rabbia e disperazione inondavano le mura d’acciaio del condotto, mentre il suono metallico dei tentacoli robotici scandiva il suo accelerato passo, sempre più fatalmente vicino all’eroe. Nel malaugurato caso in cui ci avesse raggiunto, ad attenderci c’era un bello screen della sua faccia storpiata pronta a mangiarci. Come se non bastasse, questo incubo era maledettamente veloce, così tanto che per evitarlo era necessario avere riflessi fulminei. Ora immaginatevi uno scontro del genere vissuto da un bambino come tutti i vari possessori della PlayStation 1 e il trauma è servito a vita. Nel video incorporato all’articolo, capirete benissimo perché Carnage Octopus si trovi in prima posizione. Noi vi lasciamo così, con le sue grida di dolore ad augurarvi Buon Halloween e felice sessione di terapia dallo psichiatra.

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