Anthem e i suoi fratelli: le differenze con Destiny, The Division e Warframe

Anthem vs Destiny vs The Division vs Warframe

Da qualche giorno disponibile sul mercato, Anthem è un nuovo franchise creato da BioWare, lo stesso team che ha dato i natali a franchise del calibro di Mass Effect e Dragon Age. Discostandosi per un attimo dal genere di appartenenza, la software house canadese ha deciso di sperimentare e affacciarsi al mondo degli sparatutto cosiddetti shared-world, tanto da essere accostato a più riprese a tutta una serie di prodotti che, per certi versi, possono essere considerati “simili” alla nuova produzione pubblicata da Electronic Arts.

Per uno degli ultimi articoli dedicati alla nostra Cover Story su Anthem, abbiamo dunque deciso di analizzare le differenze tra il titolo di BioWare e i suoi “rivali” più vicini: Destiny, The Division e Warframe. La nostra recensione su Anthem, in arrivo nel fine settimana, andrà ad analizzare pregi e difetti della nuova creatura di BioWare, senza però lasciarsi andare a riferimenti ad altri franchise. Lo scopo di questa analisi è dunque quello di fornire a chi amasse (o odiasse) uno dei titoli succitati un metro di paragone per valutare il possibile interesse nei confronti di Anthem, o ancora per aiutarvi a evitare un acquisto di cui potreste pentirvi dopo pochi giorni.

Fatta questa doverosa promessa, parliamo delle regole alla base di questa analisi. Ognuna delle pagine seguenti va ad analizzare le differenze tra Anthem e un prodotto “concorrente” secondo cinque criteri differenti: trama, gameplay, classi, mondo di gioco e attività online. Dall’indice che segue potete accedere alla pagina che più vi interessa per scoprire le differenze tra Anthem e il gioco in esame, così da rispondere a eventuali dubbi e incertezze sugli aspetti più importanti del nuovo franchise di BioWare.

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ANTHEM VS. DESTINY

Il primo confronto che viene in mente pensando ad Anthem è certamente con Destiny, anche se i punti in comune tra le due produzioni non sono poi così tanti. Sì, entrambi sono degli shooter ambientati in un mondo condiviso, ed entrambi hanno scelto di narrare un’avventura dalle tinte sci-fi in uno scenario caratterizzato da numerosi elementi fantasy, ma la realtà dei fatti è che i due prodotti non potrebbero essere più differenti.

Ciò non toglie che alcuni elementi siano effettivamente simili, con determinate caratteristiche di Destiny che hanno ispirato BioWare nello sviluppo di Anthem (e verosimilmente alcune feature di Anthem che potrebbero influenzare il futuro di Destiny).

Anthem vs. Destiny – La trama

I primi punti in comune tra i due franchise partono dalla trama: in Anthem, così come in Destiny, il mondo in cui i protagonisti si ritrovano a vivere è caratterizzato da grandi opere plasmate da un’entità tanto misteriosa quanto maestosa (il Viaggiatore in Destiny, l’Inno in Anthem), ma che oltre ai benefici ha portato anche a una terribile decadenza: milioni di persone sono morte, e gli ultimi baluardi a difesa del pianeta si rifugiano dentro le mura di una fortezza (Fort Tarsis in Anthem, la Torre in Destiny), cercando di sopravvivere e dare vita a una nuova “età dell’oro”.

Se in Destiny la trama si basa principalmente sul dualismo tra Luce e Oscurità, in Anthem le cose sono leggermente più complesse, con le forze in gioco che paiono desiderose di controllare l’Inno per motivi differenti. È ancora presto per analizzare al microscopio la trama di Anthem, ma pare che una delle fazioni voglia rimodellare il concetto stesso di realtà sfruttando il misterioso potere dell’Inno. In ogni caso, le analogie continuano anche a livello di razze nemiche: i Metamorfici di Anthem ricordano in parte i Caduti e i Cabal di Destiny, mentre gli Scorpidi creati da BioWare sono in qualche modo assimilabili all’Alveare di Bungie (con le dovute differenze, ovviamente). In quattro anni, gli autori di Halo hanno saputo espandere il comparto narrativo di Destiny con una maggiore cura nella storia delle singole razze, ma da quanto abbiamo avuto modo di leggere nel Cortex di Anthem i presupposti per creare un background interessante per le singole razze di questo nuovo franchise ci sono tutti- In tal senso, la maestria con la quale BioWare ha dato vita a nuove razze nei suoi progetti precedenti ci fa ben sperare sulla portata del nuovo universo.

Anthem vs. Destiny – Il gameplay

Qui emergono le differenze più evidenti tra i due prodotti: Anthem è infatti uno sparatutto in terza persona, con una libertà di movimento estrema e un sistema di abilità decisamente vario, che può portare a delle build estremamente personali e a stili di gioco diametralmente opposti. Destiny, dal canto suo, è uno sparatutto in prima persona che offre un gunplay incredibile, vero marchio di fabbrica della serie, e un sistema di abilità che si basa su un set prestabilito di mosse e super. Il primo episodio creato da Bungie offriva maggiore libertà di personalizzazione delle varie sottoclassi, mentre in questo sequel la software house ha optato per una semplificazione delle abilità, mettendo a disposizione tre rami differenti per ognuna delle tre sottoclassi offerte per le tre tipologie di Guardiano, con le quali definire lo stile di gioco del proprio personaggio. Il resto è gestito sostanzialmente dalle armi, con perk casuali che possono rendere più efficace un particolare stile di gioco e abilità uniche donate dalle cosiddette armi esotiche (le più prestigiose dell’universo di Destiny).

Anthem punta tutto su un sistema di combo che fa degli Inneschi e Detonatori il fulcro dell’intera esperienza di gioco. Le armi sono presenti in numero sensibilmente minore rispetto a Destiny, e sebbene in qualche modo BioWare abbia tentato di replicare il grado di rarità e l’introduzione di perk speciali per le categorie più prestigiose (mitiche e leggendarie, in particolare), Anthem non riesce a offrire gli stessi stimoli del rivale di Bungie, che può contare su una diversificazione più netta delle armi e del loro apporto sul campo di battaglia. A una minore efficacia delle armi, gli sviluppatori di BioWare hanno però risposto con una varietà sorprendente di abilità che fanno di Anthem un prodotto estremamente interessante per coloro che amano sperimentare. Con la possibilità di gestire a piacimento le abilità, gli Specialisti di Anthem possono creare una build per ogni genere di strategia, creando tattiche particolari e privilegiando il gioco di squadra. Ciò che manca, rispetto a Destiny, è una maggiore importanza dell’equipaggiamento: in Anthem, le armature hanno un ruolo prettamente estetico, mentre in Destiny contribuiscono a rendere più o meno potente il proprio personaggio, fornendo in determinati casi (come le armature esotiche) dei perk unici in grado di stravolgere l’ecosistema. C’è da sperare che in futuro anche BioWare possa scegliere di dare maggiore importanza alla personalizzazione dello Strale.

Anthem vs. Destiny – Le classi

Un altro punto in comune tra le due produzioni è certamente la suddivisione in classi distinte: i Guardiani di Destiny sono divisi in Cacciatori, Stregoni e Titani, mentre gli Strali di Anthem sono quattro: Colosso, Guardiano, Intercettore e Tempesta. In entrambi i casi, le differenze in termini di gameplay sono notevoli: i Cacciatori sono più agili e dispongono di una serie di abilità molto varie, utili sia per i lupi solitari che per coloro che operano al servizio della squadra. Gli Stregoni di Destiny sono molto simili alla Tempesta di Anthem in termini di capacità di sfruttare la forza degli elementi a proprio favore, mentre il Titano creato da Bungie può essere visto, a seconda di quale sottoclasse si utilizza, come un punto d’incontro tra il Colosso e il Guardiano di Anthem.

In Destiny, ogni classe ha uno stile diverso di movimento, esattamente come succede in Anthem, ma in termini di abilità il franchise di Bungie è molto più rigido, non offrendo le stesse libertà viste in Anthem. Destiny compensa con la presenza di tre sottoclassi per ciascun personaggio, ma dopo quattro anni dal lancio si avverte una certa monotonia di fondo legata all’uso delle stesse tipologie di personaggi e alla mancanza di nuovi elementi in grado di diversificare l’esperienza di gioco. L’uso dell’Oscurità, che dovrebbe arrivare con le prossime espansioni o nel peggiore dei casi con Destiny 3, potrebbe in parte risolvere questo problema.

Anthem vs. Destiny – Il mondo di gioco

Al contrario di Anthem, che è ambientato in un singolo pianeta disponibile sotto forma di open-world completamente esplorabile (o quasi) senza soluzione di continuità, Destiny offre una serie di ambientazioni ispirate al nostro sistema solare, permettendoci di esplorare una parte della Terra, di Marte o di Mercurio, ma anche satelliti come Titano, Io e la Luna (o almeno nel primo episodio) e location fittizie come Nessus, l’Astrocorazzata e l’Atollo. Se nel primo episodio Bungie aveva un po’ limitato le possibilità di esplorazione degli scenari, offrendo una singola zona per l’atterraggio e abolendo qualsivoglia tipologia di viaggio rapido, nel sequel potrete sfruttare più di un punto d’atterraggio per andare alla scoperta dei segreti presenti in ciascuno scenario.

Nel caso di Destiny, il mondo di gioco è condito di eventi pubblici, pattuglie e personaggi capaci di fornire taglie e imprese per la progressione, oltre ad Avventure (missioni secondarie slegate dalla storia principale), Settori Perduti (piccoli dungeon autoconclusivi e ripetibili a piacimento) e segreti, mentre il mondo di Bastion, unica location presente in Anthem, pur essendo molto più vasta della moltitudine dei pianeti presenti in Destiny, non sembra al momento altrettanto ricca di cose da fare. Di certo, c’è da dire che Anthem consente di raggiungere ogni singolo punto della mappa volando con il proprio Strale, ma non è presente alcun sistema di viaggio rapido oppure la possibilità di piazzare un segnalatore su un punto nevralgico della mappa, al contrario di ciò che Bungie ha introdotto nel sequel di Destiny.

Anthem vs. Destiny – Le attività

Anthem è un gioco attualmente incentrato esclusivamente sul PvE, mentre Destiny offre un più ricco ecosistema che include sia attività PvE che una serie di modalità PvP all’interno di ciò che Bungie chiama “Crogiolo”. Oltre alla campagna, Anthem offre una serie di missioni secondarie che prendono il nome di Contratti, alcune sfide legate al completamento di attività e obiettivi, la possibilità di esplorare Bastion in cerca di nemici segreti ed eventi globali, e il vero pezzo forte del pacchetto: le Roccaforti, attività più lunghe e complesse che corrispondono agli Assalti creati da Bungie per Destiny. Con il sequel di quest’ultimo, la software house di Seattle ha creato alcune nuove attività, come i succitati Settori Perduti, e una nuova modalità ibrida PvPvE che prende il nome di Azzardo, che unisce il meglio dei due mondi in una modalità competitiva per un totale di otto giocatori.

In generale, Bungie può contare su una diversificazione dell’esperienza anche in base al numero di giocatori che fanno parte del team: ci sono attività per tre giocatori (ad esempio gli Assalti, che sono disponibili anche in playlist eroiche e nella più complessa versione Cala la Notte), attività per quattro giocatori (il Crogiolo e lo stesso Azzardo) e anche contenuti end-game per sei utenti (le Incursioni, il punto più elevato dell’esperienza offerta da Destiny), mentre al contrario, con il suo Anthem BioWare ha scelto di mantenere lo stesso numero di giocatori per tutte le attività. A onor del vero, a livello di varietà non siamo di fronte a nulla di paragonabile alla complessità che Bungie ha saputo creare nel corso di quattro anni con l’universo di Destiny, aspettando però di capire come funzioneranno i Cataclismi, parte dell’end-game di Anthem che si espanderà nelle settimane a venire.

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ANTHEM VS. THE DIVISION

È giunto ora il momento di dedicarci a un altro titolo che ben si presta alla nostra comparazione con Anthem, soffermandoci questa volta su Tom Clancy’s The Division, il cui secondo capitolo arriverà sul mercato a distanza di sole tre settimane dall’uscita di Anthem, diventando dunque il principale competitor del third person shooter sviluppato da BioWare ed Electronic Arts.

Anche in questo caso, nonostante possano sembrare due giochi lontani anni luce sotto diversi aspetti, ci sono comunque delle similitudini, così come altrettante discordanze, che andremo ad analizzare nel dettaglio. 

Anthem vs. The Division – La trama

Nell’analisi comparativa riguardante The Division e Anthem emergono prima di tutto nette differenze tra i corrispettivi universi narrativi e come questi vengono poi sviluppati. E non solo per la diversità tra il fantasy sci-fi immaginato da BioWare e la cruda realtà della pandemia post-apocalittica messa in piedi da Ubisoft, a cambiare è anche la struttura narrativa. Le differenze con Anthem in questo caso risiedono nella cura di elementi come sceneggiatura e dialoghi, dove BioWare ha riversato l’esperienza ottenuta con Mass Effect il nuovo brand di EA. 

Chi ha giocato a The Division avrà certamente notato che gli eventi che hanno portato al collasso della società vengono narrati in maniera piacevole, ma senza spunti degni di nota. Nel secondo capitolo invece la musica sembra essere cambiata, dove un taglio più cinematografico e nuovi personaggi con un carisma più marcato dovrebbero rendere le cose decisamente interessanti. Dal canto suo, Anthem si avvale di un sistema di dialoghi a scelta che, seppur non impattando sullo sviluppo della trama, offrono un background narrativo più completo se rapportato a The Division 2, che preferisce focalizzarsi più sulla propria ambientazione, mantenendo uno stile di narrazione meno incisivo.

Anthem vs. The Division – Il gameplay

Di tutt’altro avviso sono i punti in comune che si notano afferrando il controller e volgendo le attenzioni su ciò che accade a schermo. Più che alla serie Destiny, l’aspetto prettamente ludico di Anthem presenta tutta una serie di similitudini con The Division, principalmente per quanto riguarda alcune meccaniche di gioco. Innanzitutto ci troviamo di fronte a due sparatutto in terza persona, a differenza dello shooter in soggettiva di Bungie; il gunplay, e in particolar modo tutto il sistema di shooting, offrono esperienze abbastanza simili strutturalmente, a cambiare semmai è il modo in cui il giocatore si approccia al combattimento. 

Chiaramente tra la serie di Ubisoft e Anthem vi sono comunque differenze più o meno marcate, quella più evidente è rappresentata ovviamente dall’assenza di un sistema di coperture, fiore all’occhiello dei due capitoli di The Division. Il titolo di BioWare è un inno alla dinamicità che tende a esaltare il concetto di verticalità, quello di Massive è l’esatto opposto, con scontri a fuoco che si sviluppano sul piano orizzontale, sfruttando un sistema di coperture che rendono l’azione più statica e meno frenetica.

Anthem vs. The Division – Le classi

Si è già ampiamente discusso di come gli Strali siano l’elemento ludico che rende così particolari le meccaniche di Anthem. Come riferito dal team di sviluppo, in questo caso hanno deciso di andare oltre il concetto di ruoli predefiniti come il tank o il damager rendendo l’esperienza di gioco libera da particolari vincoli, con ampia scelta data ai giocatori di approcciarsi nella maniera che preferiscono. Logicamente una buona composizione del team è fondamentali per il buon esito delle missioni, e la mancanza di paletti permette di dare sfoggio a combinazioni creative e funzionali.

Nella serie The Division più che di classi è invece opportuno di parlare di build: non vi è infatti una scelta di ruoli o personaggi con particolari stili di gioco, che può essere personalizzato usando armi ed equipaggiamenti specifici. Questa scelta presente nel primo capitolo viene poi portata avanti anche nel secondo ma con una novità importante una volta raggiunto il level cap: al raggiungimento del livello 30 entrano in scena i cosiddetti Specialisti, alcune specializzazioni che il nostro agente potrà scegliere, e che doneranno un’arma speciale e tutta una serie di abilità al proprio personaggio.

Anthem vs. The Division – Il mondo di gioco

Da qualche anno Ubisoft si è lanciata in riproduzioni digitali molto accurate di città americane, si pensi a Chicago o San Francisco nei primi due Watch Dogs, la New York innevata di The Division e la Washington D.C. in versione estiva del suo sequel. Il cambio di ambientazione ha portato ad alcune modifiche sia allo scenario di gioco che all’atmosfera anarchica che adesso si respira nella capitale statunitense, divenuta terreno fertile per gli scontri. Quello di The Division è un mondo cinico, senza regole e dove vige la legge del più forte.

Ben più selvaggia e verdeggiante la regione di Bastion, dove viene fuori un immaginario quasi epico, pieno di elementi ripresi dal filone fantasy e sci-fi, sulla falsariga di quanto proposto in Mass Effect dalla stessa BioWare. La presenza di flora e fauna dona quello spessore che in parte è mancato in Destiny ad esempio, dando così l’idea di trovarsi in un mondo “vivo” con il quale il giocatore può interagire. Se amate fantasy e fantascienza, allora Anthem saprà come certamente come intrattenervi, in caso contrario troverete ad accogliervi a braccia aperte una Washington D.C. in preda al caos, in un mondo di gioco davvero spietato.

Anthem vs. The Division – Le attività

Entrambi i titoli offrono un’esperienza cooperativa per quattro persone incentrata sul gioco di squadra, ma la serie Ubisoft non disdegna anche nel mettere i giocatori uno di fronte l’altro. In primis c’è la Zona Nera, la rinomata modalità PvEPvP che in The Division 2 si è evoluta per offrire un’esperienza ancora più bilanciata; non mancano anche modalità competitive che però non sfruttano appeino il gameplay statico del gioco. Dopo gli evidenti problemi sorti con l’end game del prequel, la serie è pronta a evitare di commettere gli errori del passato, fornendo da subito una moltitudine di contenuti come avamposti, insediamenti e una nuova fazione nemica che promette di dare filo da torcere ai fan della serie.

Non sappiamo ancora come Anthem si evolverà nel corso dei prossimi mesi e anni, ma stando alle dichiarazioni del team di sviluppo ci saranno Roccaforti, sfide giornaliere ed eventi a tempo che accompagneranno il giocatore nella fruizione dei contenuti disponibili dopo aver completato la campagna principale. Al momento BioWare sembra focalizzata unicamente sul PvE, ma non è da escludere una modalità PvP in futuro. L’idea di inserire un multiplayer competitivo potrebbe stuzzicare molti giocatori e rivelarsi incredibilmente più interessante di quella proposta in The Division 2, soprattutto se gli sviluppatori riusciranno a ricreare gli spettacoli scontri proposti nella formula di gioco originale. 

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ANTHEM VS. WARFRAME

Tra i paragoni più comuni accostati ad Anthem, oltre a Destiny, c’è il free-to-play targato Digital Extremes, Warframe. Il titolo creato dagli autori di Dark Sector ha invero diversi elementi che suggeriscono ben più di una connessione, tanto da farci scherzare su gli stessi sviluppatori in una delle consuete dirette. La ragione più evidente è il modo in cui entrambi i titoli utilizzino delle “armature” intercambiabili e dalle capacità diverse, con tanto di pilota personalizzabile dal ruolo attivo. Anche qui però, si tratta di due meccaniche completamente diverse, soprattutto per il modo in cui vengono caratterizzati i Warframe e per la struttura del gameplay.

Anthem vs. Warframe – La trama

L’esperienza cinematografica di Warframe è improntata più sul misticismo dai richiami asiatici, fondendo alcuni concetti fantascientifici con un cyberpunk molto, molto interpretato. I toni sono cupi e spesso il mistero è il pilastro principale su cui si spinge l’esperienza del giocatore, lasciato sempre appeso in un limbo di rivelazioni e mezze verità. Allo stesso tempo però, questa forte carica riflessiva crea una trama più personale e meno focalizzata sulla pura azione, lasciando che la mitologia dell’universo di Digital Extremes la faccia da padrone. Non a caso, anche Warframe ha recentemente implementato una sorta di sistema morale, atto a sottolineare la forte impronta interiorizzante della tecnica cinematografica.

Anthem invece presenta la classica campagna di pura azione meccanizzata. Sebbene ci siano una marea di sottotrame e personaggi, lungamente maggiore di Warframe, l’obiettivo di BioWare è quello di farvi sentire un novello War-Machine in grado di distruggere tutto ciò che gli si pari davanti, in un tripudio di eroismo e unione militare. Non ha troppe pretese e l’originalità risiede più nell’ambientazione che nel racconto, ma è sicuramente un tipo di esperienza più papabile per il pubblico più vasto dei titoli tripla-A, mentre Warframe rimane lieve sul palato della nicchia a cui si appella.

Anthem vs. Warframe – Il gameplay

Il gameplay di Anthem vede una struttura molto semplice, basata principalmente sulla formula looter-shooter e sul concetto di “Game as a Service”. Questo significa che il percorso di Anthem nel futuro è parte della sua idea di base e, al lancio, vediamo infatti un sistema decisamente scarno se lo paragoniamo ai suoi competitor, specialmente Warframe. Del resto, però, anche il gioco free-to-play sui ninja spaziali ha iniziato dal basso e ormai è consueto proporre batch di contenuti in maniera costante. 

Bisogna ammettere però che il gameplay di Anthem risulta ripetitivo, soprattutto se il pool del loot è focalizzato sulle proprietà randomiche di tutto l’equipaggiamento, lasciando quindi al caso e alla fortuna ogni aspetto della costruzione del proprio personaggio. In questo, Warframe si comporta meglio regalando la giusta quadra alla formula: da una parte abbiamo una serie di fattori, come le Modifiche e le Caratteristiche delle armi, che hanno statistiche ben precise e uguali per tutti, mentre dall’altro ci sono elementi randomici, come le Riven e le Reliquie, che garantiscono una valenza di ripetitività per le missioni più difficili. Quindi, nello stesso gioco è possibile puntare a degli oggetti precisi ottenibili in maniere specifiche (la maggior parte) e al contempo mirare a ottenere i pezzi più casuali per ottimizzare una build già eccellente senza la loro presenza. 

Anthem vs. Warframe – Le classi

Ogni Warframe è ben più di una semplice armatura, ma è quasi un organismo senziente dotato di poteri unici in grado di andare ben oltre le capacità dell’armamento. Li vediamo scindere lo spazio e il tempo, creare un’infestazione di parassiti, attaccare con la musica e perfino assorbire le anime dei nemici. Gli Strali di Anthem sono invece dei semplici armamenti sempre gestiti da umani, con abilità legate più alla potenza di fuoco che a intrinseche caratteristiche speciali. Perfino la Tempesta è solamente una tecnologia antica riadattata per l’uso bellico.

A livello di gameplay questa differenza comporta approcci completamente diversi, sebbene siano due TPS. Warframe ha un ambiente più ristretto e si focalizza sulla libertà di movimento basata sulle dinamiche “da ninja” tipiche del concept del gioco (più orientale). Anthem spinge l’acceleratore sulla verticalità e sulle meccaniche delle armi, cosa che si riflette anche nello stile d’equipaggiamento più “classico” e meno “bizzarro” come le Modifiche di Warframe. Allo stesso modo il concetto di classe non esiste affatto in Warframe, piuttosto si può creare solamente un’approssimativa distinzione dei classici ruoli da gioco online: DPS, Supporto e via dicendo. Anche in questo scenario, però, non si rispecchierebbe la complessità raggiunta in anni e anni di aggiornamenti da Digital Extremes.

Anthem vs. Warframe – Il mondo di gioco

Per quanto Warframe abbia aggiunto eccellenti zone open-world di recente, il mondo di gioco è indubbiamente un punto a favore di Anthem, se non la sua migliore caratteristica. Partendo dal fatto che è così vivido e ricco da creare sessioni di Gioco Libero davvero accattivanti, non si può non sottolineare come un budget enorme come quello di un titolo tripla-A sia diviso per la maggior parte proprio in questo specifico settore. Warframe è pur sempre un titolo gratuito e già le sue recenti conquiste l’hanno messo in una posizione più che favorevole, tuttavia anche al suo meglio non riuscirebbe mai a eguagliare la bellezza di Bastion.

Ciò che Digital Extremes fa meglio è diversificare enormemente i vari biomi dei pianeti, mentre Anthem rimane davvero troppo statico nella sua lussureggiante foresta fuori Fort Tarsis. Certo, le Roccaforti sono molto diverse ma è davvero un peccato vedere una sola macro zona in un mondo fantascientifico che appare così ricco, specialmente se si considera l’eccellente sistema di volo confezionato da BioWare. 

Anthem vs. Warframe – Le attività

La vera caratteristica comune è il forte focus sull’esperienza PvE, mettendo da parte (quasi) del tutto il PvP. Quest’ultimo è presente in Warframe ma non viene quasi mai utilizzato dai giocatori, segno di una ragione dietro la scelta di non includerlo in Anthem (perlomeno al lancio). Per tale ragione, nemici e fazioni ostili sono enfatizzati all’interno dell’economia di gioco, cercando di porre l’attenzione sulla narrazione contestuale al gameplay. Trattandosi di un’esperienza tripla-A, Anthem presenta una storia più coinvolgente e cinematica per una pura questione di budget. Ed è proprio questo feeling, sia d’ambientazione che narrativo, a distinguere ogni elemento tra i due.

Anthem integra la storia con il gameplay lasciando che i due elementi non siano mai nettamente separati, Warframe invece tende a distaccarli anche per via del fatto che parte dello storytelling è stata aggiunta molto dopo il suo lancio. Ciò crea una varietà di attività enorme che neanche si avvicinano alla parte narrativa, come invece avviene in Anthem. Nel prodotto di BioWare, oltre alla storia, troviamo le Roccaforti e il Gioco Libero (anche se vengono comunque utilizzati nella campagna principale in un certo senso) mentre in Warframe la varietà delle missioni è davvero pazzesca, ovviamente per via della sua vita più longeva. Tali missioni spaziano dallo Spionaggio d’infiltrazione a delle piccole “incursioni” contro mostri giganti fino ad alcune arene in cui si combatte scommettendo dei soldi. In un certo senso, è possibile affermare che Warframe sia, a tutti gli effetti, un esempio a cui Anthem dovrebbe mirare quantomeno a livello contenutistico.

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Questo articolo fa parte della nostra Cover Story di Anthem, il nuovo sparatutto di BioWare già disponibile su PC, PlayStation 4 e Xbox One.

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