Anthem e i suoi fratelli: le differenze con Destiny, The Division e Warframe

Quattro titoli tanto simili quanto estremamente diversi tra loro. Scopriamo cosa li accomuna e in cosa differiscono.

ANTHEM VS. THE DIVISION

È giunto ora il momento di dedicarci a un altro titolo che ben si presta alla nostra comparazione con Anthem, soffermandoci questa volta su Tom Clancy’s The Division, il cui secondo capitolo arriverà sul mercato a distanza di sole tre settimane dall’uscita di Anthem, diventando dunque il principale competitor del third person shooter sviluppato da BioWare ed Electronic Arts.

Anche in questo caso, nonostante possano sembrare due giochi lontani anni luce sotto diversi aspetti, ci sono comunque delle similitudini, così come altrettante discordanze, che andremo ad analizzare nel dettaglio. 

Anthem

Anthem vs. The Division – La trama

Nell’analisi comparativa riguardante The Division e Anthem emergono prima di tutto nette differenze tra i corrispettivi universi narrativi e come questi vengono poi sviluppati. E non solo per la diversità tra il fantasy sci-fi immaginato da BioWare e la cruda realtà della pandemia post-apocalittica messa in piedi da Ubisoft, a cambiare è anche la struttura narrativa. Le differenze con Anthem in questo caso risiedono nella cura di elementi come sceneggiatura e dialoghi, dove BioWare ha riversato l’esperienza ottenuta con Mass Effect il nuovo brand di EA. 

Chi ha giocato a The Division avrà certamente notato che gli eventi che hanno portato al collasso della società vengono narrati in maniera piacevole, ma senza spunti degni di nota. Nel secondo capitolo invece la musica sembra essere cambiata, dove un taglio più cinematografico e nuovi personaggi con un carisma più marcato dovrebbero rendere le cose decisamente interessanti. Dal canto suo, Anthem si avvale di un sistema di dialoghi a scelta che, seppur non impattando sullo sviluppo della trama, offrono un background narrativo più completo se rapportato a The Division 2, che preferisce focalizzarsi più sulla propria ambientazione, mantenendo uno stile di narrazione meno incisivo.

Tom Clancy's The Division 2

Anthem vs. The Division – Il gameplay

Di tutt’altro avviso sono i punti in comune che si notano afferrando il controller e volgendo le attenzioni su ciò che accade a schermo. Più che alla serie Destiny, l’aspetto prettamente ludico di Anthem presenta tutta una serie di similitudini con The Division, principalmente per quanto riguarda alcune meccaniche di gioco. Innanzitutto ci troviamo di fronte a due sparatutto in terza persona, a differenza dello shooter in soggettiva di Bungie; il gunplay, e in particolar modo tutto il sistema di shooting, offrono esperienze abbastanza simili strutturalmente, a cambiare semmai è il modo in cui il giocatore si approccia al combattimento. 

Chiaramente tra la serie di Ubisoft e Anthem vi sono comunque differenze più o meno marcate, quella più evidente è rappresentata ovviamente dall’assenza di un sistema di coperture, fiore all’occhiello dei due capitoli di The Division. Il titolo di BioWare è un inno alla dinamicità che tende a esaltare il concetto di verticalità, quello di Massive è l’esatto opposto, con scontri a fuoco che si sviluppano sul piano orizzontale, sfruttando un sistema di coperture che rendono l’azione più statica e meno frenetica.

Anthem

Anthem vs. The Division – Le classi

Si è già ampiamente discusso di come gli Strali siano l’elemento ludico che rende così particolari le meccaniche di Anthem. Come riferito dal team di sviluppo, in questo caso hanno deciso di andare oltre il concetto di ruoli predefiniti come il tank o il damager rendendo l’esperienza di gioco libera da particolari vincoli, con ampia scelta data ai giocatori di approcciarsi nella maniera che preferiscono. Logicamente una buona composizione del team è fondamentali per il buon esito delle missioni, e la mancanza di paletti permette di dare sfoggio a combinazioni creative e funzionali.

Nella serie The Division più che di classi è invece opportuno di parlare di build: non vi è infatti una scelta di ruoli o personaggi con particolari stili di gioco, che può essere personalizzato usando armi ed equipaggiamenti specifici. Questa scelta presente nel primo capitolo viene poi portata avanti anche nel secondo ma con una novità importante una volta raggiunto il level cap: al raggiungimento del livello 30 entrano in scena i cosiddetti Specialisti, alcune specializzazioni che il nostro agente potrà scegliere, e che doneranno un’arma speciale e tutta una serie di abilità al proprio personaggio.

Tom Clancy's The Division 2

Anthem vs. The Division – Il mondo di gioco

Da qualche anno Ubisoft si è lanciata in riproduzioni digitali molto accurate di città americane, si pensi a Chicago o San Francisco nei primi due Watch Dogs, la New York innevata di The Division e la Washington D.C. in versione estiva del suo sequel. Il cambio di ambientazione ha portato ad alcune modifiche sia allo scenario di gioco che all’atmosfera anarchica che adesso si respira nella capitale statunitense, divenuta terreno fertile per gli scontri. Quello di The Division è un mondo cinico, senza regole e dove vige la legge del più forte.

Ben più selvaggia e verdeggiante la regione di Bastion, dove viene fuori un immaginario quasi epico, pieno di elementi ripresi dal filone fantasy e sci-fi, sulla falsariga di quanto proposto in Mass Effect dalla stessa BioWare. La presenza di flora e fauna dona quello spessore che in parte è mancato in Destiny ad esempio, dando così l’idea di trovarsi in un mondo “vivo” con il quale il giocatore può interagire. Se amate fantasy e fantascienza, allora Anthem saprà come certamente come intrattenervi, in caso contrario troverete ad accogliervi a braccia aperte una Washington D.C. in preda al caos, in un mondo di gioco davvero spietato.

Anthem: Guida agli Strali

Anthem vs. The Division – Le attività

Entrambi i titoli offrono un’esperienza cooperativa per quattro persone incentrata sul gioco di squadra, ma la serie Ubisoft non disdegna anche nel mettere i giocatori uno di fronte l’altro. In primis c’è la Zona Nera, la rinomata modalità PvEPvP che in The Division 2 si è evoluta per offrire un’esperienza ancora più bilanciata; non mancano anche modalità competitive che però non sfruttano appeino il gameplay statico del gioco. Dopo gli evidenti problemi sorti con l’end game del prequel, la serie è pronta a evitare di commettere gli errori del passato, fornendo da subito una moltitudine di contenuti come avamposti, insediamenti e una nuova fazione nemica che promette di dare filo da torcere ai fan della serie.

Non sappiamo ancora come Anthem si evolverà nel corso dei prossimi mesi e anni, ma stando alle dichiarazioni del team di sviluppo ci saranno Roccaforti, sfide giornaliere ed eventi a tempo che accompagneranno il giocatore nella fruizione dei contenuti disponibili dopo aver completato la campagna principale. Al momento BioWare sembra focalizzata unicamente sul PvE, ma non è da escludere una modalità PvP in futuro. L’idea di inserire un multiplayer competitivo potrebbe stuzzicare molti giocatori e rivelarsi incredibilmente più interessante di quella proposta in The Division 2, soprattutto se gli sviluppatori riusciranno a ricreare gli spettacoli scontri proposti nella formula di gioco originale. 

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