Anthem e i suoi fratelli: le differenze con Destiny, The Division e Warframe

Quattro titoli tanto simili quanto estremamente diversi tra loro. Scopriamo cosa li accomuna e in cosa differiscono.

ANTHEM VS. DESTINY

Il primo confronto che viene in mente pensando ad Anthem è certamente con Destiny, anche se i punti in comune tra le due produzioni non sono poi così tanti. Sì, entrambi sono degli shooter ambientati in un mondo condiviso, ed entrambi hanno scelto di narrare un’avventura dalle tinte sci-fi in uno scenario caratterizzato da numerosi elementi fantasy, ma la realtà dei fatti è che i due prodotti non potrebbero essere più differenti.

Ciò non toglie che alcuni elementi siano effettivamente simili, con determinate caratteristiche di Destiny che hanno ispirato BioWare nello sviluppo di Anthem (e verosimilmente alcune feature di Anthem che potrebbero influenzare il futuro di Destiny).

Anthem

Anthem vs. Destiny – La trama

I primi punti in comune tra i due franchise partono dalla trama: in Anthem, così come in Destiny, il mondo in cui i protagonisti si ritrovano a vivere è caratterizzato da grandi opere plasmate da un’entità tanto misteriosa quanto maestosa (il Viaggiatore in Destiny, l’Inno in Anthem), ma che oltre ai benefici ha portato anche a una terribile decadenza: milioni di persone sono morte, e gli ultimi baluardi a difesa del pianeta si rifugiano dentro le mura di una fortezza (Fort Tarsis in Anthem, la Torre in Destiny), cercando di sopravvivere e dare vita a una nuova “età dell’oro”.

Se in Destiny la trama si basa principalmente sul dualismo tra Luce e Oscurità, in Anthem le cose sono leggermente più complesse, con le forze in gioco che paiono desiderose di controllare l’Inno per motivi differenti. È ancora presto per analizzare al microscopio la trama di Anthem, ma pare che una delle fazioni voglia rimodellare il concetto stesso di realtà sfruttando il misterioso potere dell’Inno. In ogni caso, le analogie continuano anche a livello di razze nemiche: i Metamorfici di Anthem ricordano in parte i Caduti e i Cabal di Destiny, mentre gli Scorpidi creati da BioWare sono in qualche modo assimilabili all’Alveare di Bungie (con le dovute differenze, ovviamente). In quattro anni, gli autori di Halo hanno saputo espandere il comparto narrativo di Destiny con una maggiore cura nella storia delle singole razze, ma da quanto abbiamo avuto modo di leggere nel Cortex di Anthem i presupposti per creare un background interessante per le singole razze di questo nuovo franchise ci sono tutti- In tal senso, la maestria con la quale BioWare ha dato vita a nuove razze nei suoi progetti precedenti ci fa ben sperare sulla portata del nuovo universo.

Destiny 2: Armeria Nera

Anthem vs. Destiny – Il gameplay

Qui emergono le differenze più evidenti tra i due prodotti: Anthem è infatti uno sparatutto in terza persona, con una libertà di movimento estrema e un sistema di abilità decisamente vario, che può portare a delle build estremamente personali e a stili di gioco diametralmente opposti. Destiny, dal canto suo, è uno sparatutto in prima persona che offre un gunplay incredibile, vero marchio di fabbrica della serie, e un sistema di abilità che si basa su un set prestabilito di mosse e super. Il primo episodio creato da Bungie offriva maggiore libertà di personalizzazione delle varie sottoclassi, mentre in questo sequel la software house ha optato per una semplificazione delle abilità, mettendo a disposizione tre rami differenti per ognuna delle tre sottoclassi offerte per le tre tipologie di Guardiano, con le quali definire lo stile di gioco del proprio personaggio. Il resto è gestito sostanzialmente dalle armi, con perk casuali che possono rendere più efficace un particolare stile di gioco e abilità uniche donate dalle cosiddette armi esotiche (le più prestigiose dell’universo di Destiny).

Anthem punta tutto su un sistema di combo che fa degli Inneschi e Detonatori il fulcro dell’intera esperienza di gioco. Le armi sono presenti in numero sensibilmente minore rispetto a Destiny, e sebbene in qualche modo BioWare abbia tentato di replicare il grado di rarità e l’introduzione di perk speciali per le categorie più prestigiose (mitiche e leggendarie, in particolare), Anthem non riesce a offrire gli stessi stimoli del rivale di Bungie, che può contare su una diversificazione più netta delle armi e del loro apporto sul campo di battaglia. A una minore efficacia delle armi, gli sviluppatori di BioWare hanno però risposto con una varietà sorprendente di abilità che fanno di Anthem un prodotto estremamente interessante per coloro che amano sperimentare. Con la possibilità di gestire a piacimento le abilità, gli Specialisti di Anthem possono creare una build per ogni genere di strategia, creando tattiche particolari e privilegiando il gioco di squadra. Ciò che manca, rispetto a Destiny, è una maggiore importanza dell’equipaggiamento: in Anthem, le armature hanno un ruolo prettamente estetico, mentre in Destiny contribuiscono a rendere più o meno potente il proprio personaggio, fornendo in determinati casi (come le armature esotiche) dei perk unici in grado di stravolgere l’ecosistema. C’è da sperare che in futuro anche BioWare possa scegliere di dare maggiore importanza alla personalizzazione dello Strale.

Anthem

Anthem vs. Destiny – Le classi

Un altro punto in comune tra le due produzioni è certamente la suddivisione in classi distinte: i Guardiani di Destiny sono divisi in Cacciatori, Stregoni e Titani, mentre gli Strali di Anthem sono quattro: Colosso, Guardiano, Intercettore e Tempesta. In entrambi i casi, le differenze in termini di gameplay sono notevoli: i Cacciatori sono più agili e dispongono di una serie di abilità molto varie, utili sia per i lupi solitari che per coloro che operano al servizio della squadra. Gli Stregoni di Destiny sono molto simili alla Tempesta di Anthem in termini di capacità di sfruttare la forza degli elementi a proprio favore, mentre il Titano creato da Bungie può essere visto, a seconda di quale sottoclasse si utilizza, come un punto d’incontro tra il Colosso e il Guardiano di Anthem.

In Destiny, ogni classe ha uno stile diverso di movimento, esattamente come succede in Anthem, ma in termini di abilità il franchise di Bungie è molto più rigido, non offrendo le stesse libertà viste in Anthem. Destiny compensa con la presenza di tre sottoclassi per ciascun personaggio, ma dopo quattro anni dal lancio si avverte una certa monotonia di fondo legata all’uso delle stesse tipologie di personaggi e alla mancanza di nuovi elementi in grado di diversificare l’esperienza di gioco. L’uso dell’Oscurità, che dovrebbe arrivare con le prossime espansioni o nel peggiore dei casi con Destiny 3, potrebbe in parte risolvere questo problema.

Anthem vs. Destiny – Il mondo di gioco

Al contrario di Anthem, che è ambientato in un singolo pianeta disponibile sotto forma di open-world completamente esplorabile (o quasi) senza soluzione di continuità, Destiny offre una serie di ambientazioni ispirate al nostro sistema solare, permettendoci di esplorare una parte della Terra, di Marte o di Mercurio, ma anche satelliti come Titano, Io e la Luna (o almeno nel primo episodio) e location fittizie come Nessus, l’Astrocorazzata e l’Atollo. Se nel primo episodio Bungie aveva un po’ limitato le possibilità di esplorazione degli scenari, offrendo una singola zona per l’atterraggio e abolendo qualsivoglia tipologia di viaggio rapido, nel sequel potrete sfruttare più di un punto d’atterraggio per andare alla scoperta dei segreti presenti in ciascuno scenario.

Nel caso di Destiny, il mondo di gioco è condito di eventi pubblici, pattuglie e personaggi capaci di fornire taglie e imprese per la progressione, oltre ad Avventure (missioni secondarie slegate dalla storia principale), Settori Perduti (piccoli dungeon autoconclusivi e ripetibili a piacimento) e segreti, mentre il mondo di Bastion, unica location presente in Anthem, pur essendo molto più vasta della moltitudine dei pianeti presenti in Destiny, non sembra al momento altrettanto ricca di cose da fare. Di certo, c’è da dire che Anthem consente di raggiungere ogni singolo punto della mappa volando con il proprio Strale, ma non è presente alcun sistema di viaggio rapido oppure la possibilità di piazzare un segnalatore su un punto nevralgico della mappa, al contrario di ciò che Bungie ha introdotto nel sequel di Destiny.

Anthem

Anthem vs. Destiny – Le attività

Anthem è un gioco attualmente incentrato esclusivamente sul PvE, mentre Destiny offre un più ricco ecosistema che include sia attività PvE che una serie di modalità PvP all’interno di ciò che Bungie chiama “Crogiolo”. Oltre alla campagna, Anthem offre una serie di missioni secondarie che prendono il nome di Contratti, alcune sfide legate al completamento di attività e obiettivi, la possibilità di esplorare Bastion in cerca di nemici segreti ed eventi globali, e il vero pezzo forte del pacchetto: le Roccaforti, attività più lunghe e complesse che corrispondono agli Assalti creati da Bungie per Destiny. Con il sequel di quest’ultimo, la software house di Seattle ha creato alcune nuove attività, come i succitati Settori Perduti, e una nuova modalità ibrida PvPvE che prende il nome di Azzardo, che unisce il meglio dei due mondi in una modalità competitiva per un totale di otto giocatori.

In generale, Bungie può contare su una diversificazione dell’esperienza anche in base al numero di giocatori che fanno parte del team: ci sono attività per tre giocatori (ad esempio gli Assalti, che sono disponibili anche in playlist eroiche e nella più complessa versione Cala la Notte), attività per quattro giocatori (il Crogiolo e lo stesso Azzardo) e anche contenuti end-game per sei utenti (le Incursioni, il punto più elevato dell’esperienza offerta da Destiny), mentre al contrario, con il suo Anthem BioWare ha scelto di mantenere lo stesso numero di giocatori per tutte le attività. A onor del vero, a livello di varietà non siamo di fronte a nulla di paragonabile alla complessità che Bungie ha saputo creare nel corso di quattro anni con l’universo di Destiny, aspettando però di capire come funzioneranno i Cataclismi, parte dell’end-game di Anthem che si espanderà nelle settimane a venire.

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