Assassin’s Creed Odyssey

Assassin's Creed Odyssey

Se l’anno scorso con Origins la serie di Assassin’s Creed festeggiava brillantemente i suoi dieci anni sul mercato, quest’anno lo sviluppatore ha scelto di non mettere in pausa il processo di innovazione del brand ma di perseguirlo ancora una volta con determinazione arrivando a delineare quella che è a tutti gli effetti una nuova e inedita struttura di gioco.

E per chi come il sottoscritto ha conosciuto e seguito dal 2007 a oggi con interesse le vicende dei vari protagonisti, senza mai affezionarsi in maniera particolare a qualcuno, è stata una bella sorpresa scoprire una trama e un mondo di gioco così vivace e pieno di sfaccettature. Scoprite tutto ciò che c’è da sapere nella nostra recensione completa di Assassin’s Creed Odyssey!

LA NOSTRA ODISSEA

Con un incipit strutturalmente simile a quello del precedente capitolo, ma di tutt’altra portata epica, Assassin’s Creed Odyssey ci accoglie con la bella voce del doppiatore Roberto Pedicin i nei panni di Leonida nel bel mezzo della battaglia delle Termopili del 480 a.C. Quale inizio migliore per un titolo che promette di portare il giocatore per mano alla scoperta dell’antico mondo greco, fatto di eserciti e democrazia, di mercenari e sacerdoti, di filosofi e storici, di intrighi e lotte per il potere. Cercare di rendere giustizia a uno dei momenti storici più brillanti e accattivanti della storia non dev’essere stata una scelta facile per il team di sviluppo, che ha iniziato a lavorare al gioco oltre tre anni fa al fine di riuscire a creare un’esperienza minuziosamente fedele agli scritti e ai racconti storiografici che ci sono stati tramandati nel tempo.

Da sempre il vero elemento distintivo della serie, la forte connotazione storica svolge un ruolo fondamentale anche in Assassin’s Creed Odyssey, plasmando in maniera eccezionalmente accurata il mondo di gioco, i dialoghi e replicando in modo credibile il modo di pensare e di discutere dell’epoca. Il protagonista incontrerà in abbondanza importanti figure passate alla storia nel corso del suo lungo viaggio per la Grecia, tra politici, artisti, filosofi e storici del calibro di Pericle, Socrate ed Erodoto. Il giocatore, con un continuo degli eventi del presente del precedente episodio, è chiamato a interpretare un mercenario spartano nel 431 a.C., all’inizio della Guerra del Peloponneso ovvero al principio del sanguinoso conflitto tra i due schieramenti guidati da Atene e Sparta. In questo scenario di pace instabile e politiche militari sempre più aggressive intraprendiamo la nostra avventura nei panni di Alexios (o Kassandra, come nel mio caso), per la prima volta con il protagonista selezionabile a piacimento dal giocatore.

Per una serie di motivi che chiaramente scegliamo di non riportare al fine di risparmiarvi anche il minimo spoiler, la nostra protagonista dovrà fare un lungo viaggio alla ricerca delle sue origini, della sua famiglia e non solo. Una storia di vita ben narrata che sperimenta e racconta i sentimenti più comuni di ogni essere un mano, dalla tristezza alla rabbia, dallo sconforto al desiderio di vendetta. Per la prima volta nella serie viene introdotta la possibilità di scelta nei dialoghi – ricalcando lo stile di un gioco di ruolo come The Witcher 3: Wild Hunt, che in questo senso ha fatto scuola – con opzioni che portano a conseguenze dirette ben segnalate con un’icona di fianco alla riga di testo e altre opzioni pensate agli utenti che intendono scoprire maggiori dettagli su un determinato evento, un personaggio o una missione in particolare.

Abbiamo giocato un po’ con questa nuova possibilità al fine di comprendere quanto effettivamente vi sia presente una effettiva varietà in questo senso del racconto e siamo arrivati alla conclusione che alcuni cambiamenti dati da risposte differenti portano a righe di dialogo differenti, che però si riconducono alla stessa azione nell’immediato e non mentre poche altre scelte portano a varianti della storia che non riusciamo ad apprezzare subito ma che sono destinati a cambiare in maniera preminente la narrazione. Per intenderci: difficilmente il manifestare scontrosità o violenza con un personaggio si tradurrà in qualcosa di più oltre a righe di dialogo scritte ad hoc ma invece la nostra libera scelta di appoggiare un personaggio piuttosto che l’altro, un esercito invece di quello nemico o di uccidere un personaggio rilevante avrà un suo peso nelle fasi successive dell’avventura.

Al netto di ciò però, l’esperienza di gioco complessiva che ne deriva è piuttosto lunga e complessa: per completare soltanto la trama principale saranno necessarie decine e decine di ore di gioco e di esplorazione. Nel nostro caso particolare, con una buona dose di attività secondarie (specie nelle primi fasi del gioco, ndr) e una costante attenzione alla Setta e ai suoi membri possiamo dirvi che difficilmente riuscirete a concludere la trama principale prima di 40-50 ore di gioco.

Siamo dei mercenari e abbiamo un nostro obiettivo: non abbiamo giurato fedeltà a niente e a nessuno pertanto saremo sempre liberi di schierarci con chi ci aggrada di più o con chi pensiamo possa portarci a vantaggi migliori. In ogni istante di gioco e in ogni centimetro che calpestiamo percepiamo il conflitto tra Atene e Sparta e i rispettivi alleati; e in questo senso, in termini di realizzazione e coinvolgimento il lavoro svolto da Ubisoft Quebec appare maestoso in quanto il mondo di gioco che è stato messo in piedi è veramente ricolmo di possibilità da scoprire. La guerra non si combatte soltanto sui campi di battaglia ma anche in politica, con intrighi e giochi di potere che sono risultati paradossalmente tra le cose più divertenti e appaganti da tenere sotto controllo con le nostre azioni.

UNA, CENTO, MILLE STORIE

Essendo il nuovo Assassin’s Creed Odyssey un gioco di ruolo a tutti gli effetti, per arricchire l’offerta narrativa e contenutistica gli sviluppatori hanno scelto di far procedere la narrazione in più direzioni contemporaneamente, senza ancorare il racconto alle sole missioni principali ma creando piuttosto un continuum di eventi con risvolti necessari alla crescita del protagonista. La storia principale si dirama in maniera sempre più fitta man mano che ci avventuriamo ed esploriamo, per terra o per mare, nuove regioni del mondo di gioco per poi ricondursi in base alle nostre azioni a uno dei nove finali pensati e scritti dagli sviluppatori. Da questo punto di vista il gioco non risparmia colpi di scena e riesce a mantenere sempre elevato il livello di attenzione del giocatore, merito anche di una ottima caratterizzazione del protagonista che talvolta però non pare spingersi troppo oltre, probabilmente per via dei limiti imposti dalla scelta iniziale tra protagonista maschile e femminile.

Un mondo di gioco però così vivo e variegato non può reggersi soltanto su di una narrazione incentrata sul protagonista e infatti il gioco è stato così rimpinzato di una miriade di racconti, missioni secondarie e eventi da svolgere in maniera opzionale che danno colore e spessore alla Grecia di Assassin’s Creed. In particolare, un paio di capitoli dopo l’inizio dell’avventura, il giocatore scopre dell’esistenza di un’organizzazione segreta di potenti che cerca di controllare e influenzare la vita pubblica e politica dell’intera Grecia. Sarà dunque compito dell’utente distruggere ed eliminare i membri della cosiddetta Setta di Cosmos, che conta su un gran numero di affiliati e uomini di potere a cui dovremo dare la caccia.

Purtroppo per il giocatore non sarà per niente facile arrivare a scoprire i nomi dei vari componenti di questo culto segreto; per farlo, sarà necessario seguire i pochi indizi a nostra disposizione ed esplorare zone come fortini, accampamenti e così via alla ricerca di nuove informazioni. Una volta ottenuto tutto il necessario, tramite l’apposita interfaccia sarà possibile rivelare l’identità del personaggio e dargli la caccia per eliminarlo dalla circolazione. Una volta sterminate le cinque persone di ogni ‘ramo operativo’ della setta, si potrà allo stesso modo rivelare il membro anziano corrispondente a capo di quella sezione al fine di rintracciarlo sulla mappa e metterlo anch’esso fuori gioco.

Una nota estremamente positiva di questo arco narrativo è che, nonostante sia possibile trascurarlo per concentrarsi esclusivamente sulla trama principale, gli intrecci e le complicazioni che scoprirete man mano che le personalità dietro il culto saranno svelate, difficilmente avrete voglia di mettere da parte la vostra sete di verità o di vendetta. Questo perché, ancora una volta, la narrazione messa in piedi da Ubisoft è capace di coinvolgere fin dall’inizio il giocatore poiché riesce a giocare su elementi ed emozioni che prescindono da ogni tempo e momento storico, partendo dunque da quanto successo a una mercenaria del 430 a.C. e arrivando fino a quello che potremmo provare noi nel 2018.

QUESTA È SPARTA!

Per noi, semplici osservatori del “futuro” che guardiamo al passato, la storia di Atene e Sparta è sicuramente più facile da giudicare e da snocciolare in un susseguirsi di causa ed effetto ma vivere il conflitto nel presente è una sensazione di tutt’altro spessore che il nuovo Assassin’s Creed riesce bene a trasmettere e spiegare in immagini e momenti di gioco. Gli eventi sono giustamente narrati come in un presente qualsiasi e pertanto è assente qualsiasi forma di giudizio storico: così anche per il nostro protagonista, non esiste un giusto o uno sbagliato a priori ma ogni momento viene valutato per quello che è e secondo la nostra percezione. Al giocatore viene lasciata dunque la grande libertà di poter decidere per il proprio futuro, non soltanto con le scelte di cui vi abbiamo parlato prima ma anche in termini più pratici, come a chi offrire la propria spada in battaglia.

Ogni nazione è inizialmente contrassegnata dal confine di colore blu o rosso che ne indica rispettivamente il dominio ateniese o quello spartano. Spostandosi per terra e per mare la mappa viene “scoperta” e si riescono a intravedere così maggiori punti d’interesse, zone da scoprire, accampamenti, punti di sincronizzazione, forti nemici e così via. Man mano che prenderete confidenza con questo sistema di esplorazione, noterete diversi simboli viola in ogni nazione che indicano le differenti fonti di potere e d’influenza del territorio circostante. Ognuna di queste zone può essere conquistata e per fare ciò è necessario ridurre l’influenza ateniese o spartana sul territorio. I suddetti simboli viola indicano delle scorte di guerra che possono essere bruciate per ridurre l’influenza sul territorio, i tesori della nazione che si possono derubare e i soldati più importati della fazione nemica.

Un simbolo speciale è presente anche per indicare il capo di quel territorio lì (nel caso in cui lo abbiate scoperto, ndr), capo che può essere messo fuori gioco in ogni momento per mandare nel caos la fazione che detiene il potere. Tuttavia non è per niente facile arrivare a far fuori chi comanda se il dominio è ancora forte e intaccato pertanto è necessario compiere alcune delle azioni che vi abbiamo detto per far sì che l’uomo diventi più vulnerabile. Con una bassa influenza sul territorio infatti, il capo lascerà i suoi palazzi e verrà anche abbandonato dalle guardie del corpo per isolarsi in qualche posto sperduto tra le montagne e diventando così un bersaglio decisamente più facile.

Una volta fatto ciò, sulla mappa appariranno una bandiera rossa e una azzurra per indicare la missione di conquista della Nazione: anche in questo caso, prima di approcciare questo sanguinoso scontro per terra o per mare sarà data al giocatore la possibilità di scegliere da che parte schierarsi. A meno di una vostra preferenza o morale di qualche tipo, sappiate che schierarsi con l’esercito invasore significa intraprendere un combattimento più difficile ma anche più remunerativo in termini di oggetti e ricompense che si ottengono in caso di vittoria.

In ogni caso, che vogliate o meno stravolgere i già instabili equilibri del mondo di gioco conquistando forti o accampamenti, per darvi una dimensione di quanto è rilevante questo tipo di esplorazione e conquista in termini di avanzamento, vi basti sapere che il gioco è come il precedente basato su livelli e non regala assolutamente niente al giocatore per cui è bene fare più attività possibili per raccogliere punti esperienza, oltre alle consuete taglie e contratti che si possono raccogliere in città. Inoltre, conquistare i forti più grandi e potenti sconfiggendo opliti, polemarchi e liberando prigionieri potrebbe condurvi, oltre che a graditi tesori, anche a nuovi e importanti indizi per rivelare le identità dei membri della setta di Cosmos.

IL BELLO DELL’ESPLORAZIONE

Panorami suggestivi, città piene di vita e luoghi storici hanno da sempre contraddistinto la serie di Assassin’s Creed ma in questo episodio, con un mondo di gioco così vasto come quello ellenico del 400 a.C., che cosa si poteva fare per restituire al giocatore il piacere della scoperta? Ecco dunque che Ubisoft se n’è uscita con una nuova modalità di gioco davvero piacevole e che consiglio di selezionare a chiunque voglia approcciarsi al titolo. Si chiama modalità esplorazione e si affianca alla consueta modalità di gioco che ha da sempre contraddistinto i capitoli della saga; si seleziona all’inizio dell’avventura o può essere scelta in ogni momento dal menu di gioco.

Si tratta di un nuovo modo di vivere l’avventura, basato sull’intuito e sulla ricerca da parte del giocatore. Anziché mostrare fin da subito in maniera chiara e visibile l’indicatore dell’obiettivo, l’interfaccia suggerisce con alcuni riferimenti la zona nella quale si trova il punto d’interesse. I punti di riferimento utilizzati sono chiaramente città, regioni, catene montuose e così via e ogni luogo che dobbiamo esplorare ci viene descritto in virtù di questi punti di riferimento. Pertanto, anziché dire “Uccidi il mercante che si trova nel punto X” con tanto di segnalino sulla mappa e distanza residua ben mostrati nell’interfaccia, il gioco ci dirà che “l’uomo è stato avvistato nella zona sud-orientale della Valle X, vicino al Forte Y” lasciando dunque al giocatore e a Icaro, la fidata aquila, il gusto di seguire gli indizi.

Il mondo di gioco è veramente immenso e ricco di segreti, riprodotto nelle sue architetture più celebri e iconiche in maniera così accurata da sembrare quasi un museo interattivo. Il meglio lo offrono chiaramente gli ambienti cittadini con la città di Atene, vero fiore all’occhiello dell’intera produzione e le città di Sparta e Corinto. Molto belli anche gli ambienti rurali, spesso rappresentati in maniera piuttosto simile tra loro e assimilabili al classico tòpos della campagna bucolica bagnata da un mare azzurro come il cielo. Parlando invece di esplorazione, in Assassin’s Creed Odyssey si viaggia tanto e di continuo per terra e per mare: pertanto ogni giocatore nel corso della sua avventura trascorrerà tantissime ore girovagando liberamente per la Grecia, navigando per mari, combattendo contro navi di pirati e abbordando mercantili ricchi di tesori e materiali utili.

Ebbene sì, essendo la mappa costituita da tante isole e penisole, l’esplorazione navale non poteva che assumere un ruolo importante nell’economia del gioco. E per questo motivo, in un modo che ricorda e non poco Skull & Bones, sarà possibile comandare il proprio vascello, reclutare degli speciali luogotenenti, migliorare l’arsenale e la resistenza sia della nave che dell’equipaggio oppure modificare esteticamente l’aspetto di ciurma e vascello. I combattimenti per mare consisteranno in lancio di frecce e giavellotti (anche nella variante infuocata, ndr) e coraggiosi speronamenti grazie ai quali sarà possibile abbordare la nave nemica e sterminare l’equipaggio.

Sebbene dunque la vita per mare non si possa certo definire tranquilla, anche la nostra esistenza sulla terraferma non ci darà un attimo di tregua; è stato infatti migliorato il sistema di mercenari e cacciatori di taglie, introdotto per la prima volta in Origins, che ci potranno dare la caccia a seguito delle nostre azioni. È presente l’indicatore da 1 a 5 in base alla gravità della nostra situazione, indicatore che può essere rimosso pagando la taglia in dracme – valuta del gioco, ndr – oppure uccidendo il nemico che si è offerto di pagare per la nostra testa.

Essendo anche noi dei mercenari, tra i menu di gioco è stato introdotto l’elenco completo dei “soldati di professione” divisi per rango, nel quale figuriamo anche noi, per darci una dimensione della nostra fama nel mondo ellenico. Man mano che uccideremo coloro che sono stati pagati per darci la caccia, saliremo di grado e ci avvicineremo sempre di più al mercenario di livello 50, il più temibile di tutta la Grecia.

Per quanto questa trovata sia molto divertente e renda più frizzante l’eventuale monotonia dell’esplorazione – i mercenari verranno sempre a cercarci nell’ultima posizione nota per cui sarà molto facile incrociarli – c’è da sottolineare come più volte ci sia capitato di scontrarci con uno o più mercenari nel corso di un combattimento in una quest principale, rendendo talvolta quasi impossibile uscire vittoriosi. Sarebbe assolutamente necessario che il gioco, nel caso in cui si stia affrontando uno scontro in una missione, lasciasse da parte queste variabili da mondo aperto evitando così interferiscano ed eventualmente sciupino il divertimento del giocatore.

RIALZATI E COMBATTI

Rivoluzionato più volte nel corso degli anni ma per la prima volta in maniera sostanziale con Origins, Assassin’s Creed Odyssey porta ulteriori novità a quello che ormai è un sistema di combattimento da gioco di ruolo in particolare grazie all’introduzione di tutta una serie di armi come spade, mazze, daghe e lance che risultano più divertenti e peculiari da utilizzare. Inoltre, in maniera simile rispetto all’avventura egiziana, ogni arma e oggetto d’equipaggiamento possiede bonus di danno che può essere di tre tipi ovvero cacciatore, guerriero e assassino e che corrisponde alla tripartizione delle abilità sbloccabili salendo di livello.

Un aspetto molto positivo e che è riuscito in maniera egregia al team di sviluppo è l’estrema flessibilità e personalizzazione a cui lo stile di combattimento può essere sottoposto in modo da adattarsi al meglio a quelli che sono i gusti del giocatore. Le abilità sono molteplici e piuttosto diverse tra loro: nel nostro caso abbiamo preferito puntare sulle abilità da guerriero e quelle da assassino sbloccando danni critici importanti per i colpi dalle spalle e una serie di mosse come il calcio, la cura, il colpo per spezzare la guardia e il controllo del fuoco.

In combattimento sono presenti due menù rapidi che si richiamano con L1 e L2 e che riguardano rispettivamente le abilità cacciatore e quelle guerriero. Le prime, dalla distanza, sono proprie dell’arco e consentono di impiegare diversi tipi di frecce o combinazioni più o meno letali mentre le altre sono proprie del combattimento corpo a corpo. A ognuno dei due menù possiamo assegnare fino a un massimo di quattro abilità, utilizzabili poi con i tasti frontali. In questo modo è possibile alternare ai colpi rapidi e lenti che si eseguono sempre con R1 e R2 anche qualche mossa particolare semplicemente tenendo premuto il dorsale sinistro e schiacciando il rispettivo tasto.

Si tratta veramente di uno strumento fondamentale per la nostra sopravvivenza in battaglia in quanto non esiste rigenerazione della vita e pertanto, spesso e volentieri, si renderà necessario l’utilizzo dell’abilità di cura o di altre mosse particolari per indebolire i nemici privandoli dello scudo o infliggendo danni nel tempo da fuoco o da veleno o più semplicemente scaraventandoli giù da un dirupo con un bel calcione. Procedendo poi nell’avventura saranno sbloccate in automatico altre abilità definite ‘di base’ e che renderanno più agevole la nostra sopravvivenza come l’eliminazione dei danni da caduta e non solo. Meno riuscito è invece l’utilizzo del lock dei nemici, fondamentale in diverse occasioni per prendere di mira magari il boss o un nemico per volta. Si utilizza sempre con la pressione dell’analogico destro ma ancora una volta appare troppo delicato e subordinato alla telecamera, con cambi repentini della visuale che si susseguono anche solo sfiorando l’analogico.

Un’altra peculiarità dello stile di combattimento è data dalla presenza costante della lancia di Leonida, un vero e proprio asso nella manica che il protagonista impiegherà spesso e volentieri in battaglia. Per potenziare quest’arma speciale, sempre equipaggiata e sfoderata nelle combo più rapide, sarà necessario uccidere i membri della Setta, ennesimo motivo per cui qualche paragrafo sopra parlavamo di una fitta intersezione tra le varie trame di gioco che vi spingerà a procedere di pari passo con tutte, così da non perdervi vantaggi o segreti riguardo i personaggi dell’avventura.

È IL MOMENTO DI UNA NUOVA GENERAZIONE?

A livello grafico il passo avanti con l’episodio precedente si sente, non tanto per la qualità delle texture quanto per degli effetti di luce che appaiono più gradevoli e realistici. In particolare il gioco sembra generalmente più luminoso, con colori abbastanza saturi e tonalità piuttosto chiare per l’erba, i fiori e l’acqua del mare. Il colpo d’occhio è quindi ottimo anche se, osservando i paesaggi o spostandosi per il mare con la navigazione veloce c’è una forte predominanza di un effetto di luce soffusa come a smorzare e ad alleggerire il rendering degli oggetti più distanti.

In compenso, il gioco ne guadagna in fluidità, assolutamente necessaria affinché i combattimenti siano godibili e che per fortuna non si è mai spostata in maniera sensibile dal suo valore generalmente stabile di 30fps, giocando su PlayStation 4 standard. Il titolo gode anche di un buon sistema di salvataggio automatico – affiancato a quello manuale del menu e a quello rapido direttamente dalla mappa – che però non è riuscito a soddisfare in pieno le nostre aspettative: in un gioco di ruolo può risultare generalmente frustrante dover ripetere missioni o azioni per problemi di questo tipo ma nel nostro caso abbiamo riscontrato addirittura il problema opposto, con il gioco che riprendeva dopo la morte direttamente davanti al nemico senza darci la possibilità di dirigerci altrove per fare esperienza o per dare la priorità ad altre missioni.

I caricamenti di gioco invece, dopo la morte o in seguito ad alcuni filmati sono spesso belli lunghi e anche nel corso dell’esplorazione, spostandoci da una regione all’altra o in prossimità di grandi centri urbani ci è capitato che il gioco si fermasse per una manciata di secondi per caricare la zona nella quale ci stavamo dirigendo. Nulla di particolarmente fastidioso ma comunque qualcosa che ci fa domandare se forse non sia effettivamente giunto, per un titolo open world di questo calibro, il momento della nuova generazione di console. Non tanto per il ,solo miglioramento della qualità grafica, come detto già ottima, quanto piuttosto per la possibilità di gestire un maggior numero di processi contemporaneamente, evitando caricamenti di questo genere o effetti grafici studiati per alleggerire il render del mondo di gioco.

Inoltre, con dei processori più performanti e delle schede grafiche di nuova generazione sarebbe possibile lavorare ancora meglio alla realizzazione di sistemi di intelligenza artificiale più raffinati, settore nel quale invece i videogiochi moderni continuano a ristagnare da un bel po’ di tempo ormai. Una produzione del genere avrebbe meritato infatti un livello di IA più rifinito e maggiormente votata alla strategia piuttosto che i soliti soldati che si scagliano frontalmente sul nemico e con tempi di reazione notoriamente lenti quando individuano ad esempio il corpo di un alleato. Per quanto riguarda bug o problemi grafici invece, nella nostra prova non abbiamo riscontrato niente di particolarmente eclatante se non qualche piccolo problema che spesso i prodotti di questo calibro si portano dietro.

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