Moss

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La scelta di un libro da leggere è una cosa piuttosto personale: c’è chi dà fiducia a un autore più o meno noto, magari di cui aveva già letto qualcosa in precedenza, oppure chi si affida al consiglio di un amico, chi aspetta una autorevole recensione e chi si fa attrarre dalla copertina leggendone l’introduzione e scegliendo di approfondirne la lettura. Come per un libro, anche per i giochi funziona così: si può scegliere di provare il sequel di un prodotto conosciuto, di gettarsi in una nuova avventura creata dalla nostra software house preferita o da quel designer che tanto ci ha saputo catturare in passato, oppure decidere di provare qualcosa di completamente nuovo e dare così fiducia a nuove realtà che si affacciano per la prima volta al panorama videoludico.

Il paragone con un libro non è casuale perché Moss, alla fine di tutto, è un libro che finge di essere un videogioco e, lo diciamo subito, ci riesce veramente bene. Caricato il gioco infatti ci troviamo davanti a un enorme tomo che possiamo sfogliare utilizzando il normale controller, muovendo la nostra mano che apparirà su schermo come una sfera di luce luminosa. Le immagini nel libro verranno raccontate da una voce che introdurrà brevemente la storia e poco dopo una luce abbagliante ci rapirà facendoci entrare nelle pagine del grosso volume.

LA FANTASTICA AVVENTURA DI QUILL

Il passaggio dalla nostra realtà al mondo del topolino Quill stupisce da subito: si tratta di uno scenario fiabesco, incantato, una foresta popolata di creature, viva, ricca di particolari e piccole sfumature che rendono impossibile non fermarsi ad ammirare ciò che ci circonda. Stupiti dall’enorme spazio circostante, è facile non notare subito la piccola protagonista che presto impareremo a conoscere e che inizialmente ci apparirà quasi minuscola in mezzo al vasto mondo di Moss. Il visore VR di PlayStation è capace di creare intorno a noi la perfetta illusione di essere all’interno di un libro, immersi in una fiaba.

Come se ci trovassimo davanti a un diorama, possiamo guardare ovunque, avvicinarci ai particolari e ai dettagli, spostarci e alzarci per osservare meglio paesaggi, costruzioni, creature, il tutto semplicemente muovendo la testa. Una volta superato il senso di stupore e meraviglia, arriva il momento di interagire con la piccola protagonista: muovendo lo stick analogico controlleremo un piccolo roditore che poco a poco saprà creare con noi un legame unico. Proseguendo nel gioco, infatti, la presenza del giocatore verrà notata proprio dalla piccola protagonista e la nostra sfera di luce luminosa sarà la guida e l’aiuto di cui Quill necessita per proseguire nell’avventura.

L’IMPORTANZA DEL LEGAME

Moss è un puzzle game con sezioni platform e di combattimento. Il nostro scopo è quello di osservare l’ambiente che ci circonda e trovare un modo per permettere alla protagonista di proseguire nel suo cammino. Ovviamente non mancano gli ostacoli da superare arrampicandosi saltando e scalando i muri come delle novelle Lara Croft, alla stessa maniera però alcuni ostacoli saranno difficilmente superabili (o addirittura irraggiungibili) senza un intervento del giocatore, ed è qui che dovremo interagire con l’ambiente per risolvere piccoli e grandi enigmi. In un crescendo di enigmi e fasi platform, nelle fasi più avanzate della storia saremo anche chiamati a eseguire più azioni contemporaneamente: muovere Quill, controllare il movimento di un nemico e direzionare lo sparo dello stesso, il tutto sfruttando gli stick analogici e il sensore di movimento del DualShock 4.

Continuando a leggere il libro che va a comporre la storia del gioco e proseguendo quindi nell’avventura, il nostro legame con Quill si farà sempre più forte, con l’adorabile topolino che inizierà a comunicare con voi tramite gesti, esulterà per i successi ottenuti insieme e vi spiegherà persino come proseguire in caso di difficoltà. Le animazioni descrivono i movimenti di Quill come fossero raccontate in una fiaba della buonanotte: è bellissimo vedere Quill intenta a correre e camminare per i diversi paesaggi, determinata, agile e scattante. Gli stessi paesaggi sembrano poi uscire da un racconto di fantasia e materializzarsi davanti ai nostri occhi. Da osservatori, non possiamo che rimanere stupiti di fronte agli stupendi scorci di mondo realizzati da Polyarc per il suo Moss.

AVVOLTI IN UN MONDO STREPITOSO

Se poi teniamo conto che possiamo liberamente esplorarlo e guardare ogni suo angolo, il tutto assume un grado di coinvolgimento veramente unico. Questo aspetto infatti vi tornerà spesso utile per poter proseguire nel gioco: potrete alzarvi in piedi per vedere oltre un muro troppo alto o guardare dietro l’angolo di qualche costruzione per cercare una via d’uscita. Il comparto audio non è da meno: la colonna sonora del gioco descrive e accompagna le vostre azioni per tutta la durata del gioco con musiche d’atmosfera, gli effetti sonori ambientali riescono a donare ulteriore profondità e vita al paesaggio e, grazie all’effetto 3D (a patto di usare le cuffie integrate nella confezione di PlayStation VR o un headset surround) creano un effetto avvolgente capace di rendere l’idea di spazi aperti e chiusi, affascinando il giocatore con tanti piccole sfumature sonore. Il rumore dell’acqua o di un piccolo focolare andranno ad alimentare l’immaginazione e la percezione di un mondo capace di rendersi vivo e apparire agli occhi del giocatore non più come un gioco, ma come un racconto immaginato e vissuto direttamente nella sua testa.

Moss è capace di farvi chiudere gli occhi per sognare, ma in quel momento vi renderete conto che chiudendoli uscirete dallo stupendo mondo incantato nel quale siete. Il rapporto tra il lettore e Quill è il punto di forza del gioco, il legame stesso tra voi e quel piccolo roditore diventa una fiaba scritta nella pagine di un libro capace sin da subito di rapirvi non appena vi adagerete  davanti a esso in quell’enorme biblioteca. Il primo titolo di Polyarc Games riesce a centrare l’obiettivo portando nel panorama VR un nuovo modo di raccontare una storia. Moss è un gioco adatto veramente a tutti, persino ai neofiti della VR e a chi soffre di motion sickness, problema che non si presenta anche dopo lunghe sessioni di gioco. Unico fattore che potrebbe creare problemi (aspetto abbastanza comune nelle esperienze VR) è la calibrazione del DualShock 4 e del visore. Nelle fasi più concitate è facile che i controlli tendano a perdere di precisione e risultino scombinati e fuori dall’area di gioco, sarà quindi necessario ricalibrare dal menù di pausa del gioco i comandi.

La durata del vostro cammino in compagnia del piccolo topo non è proprio lunghissimo: indicativamente vi terrà occupati non più di cinque ore, questo nel caso vogliate ottenere anche tutti i trofei, scusa per cui potreste volerlo rigiocare una seconda volta alla ricerca di dettagli perduti nel primo playthrough. Per tutti gli altri invece i motivi per rimettere in testa il casco di PSVR saranno decisamente meno, tuttavia i titoli di coda lasciano sperare che nei prossimi mesi possano seguire altri libri tutti da vivere e da giocare.

Moss
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GIUDIZIO
Titoli d’esordio così non se ne vedono spesso, Polyarc stupisce in un campo difficile come quello della VR realizzando un gioco che non ha punti deboli, creando un mondo fantastico e popolandolo di personaggi a cui affezionarsi. Il legame che creerete con Quill e il suo piccolo universo rimarrà con voi così come succede dopo aver chiuso un buon libro. Se amate i videogiochi allora Moss è un titolo da non perdere assolutamente, che riesce a far confluire nello stesso contenitore più generi e a farli convivere, amalgamandoli tra di loro con una naturalezza che potete trovare solo in una favola così ben scritta.
GRAFICA
8.5
SONORO
8.5
LONGEVITÀ
7
GAMEPLAY
8
PRO
Esperienza VR degna di essere giocata
Ricco di particolari da scoprire
Coinvolgimento visivo e sonoro totale
CONTRO
Qualche problema con la calibrazione del visore
Prima o poi la storia finisce
8.3
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