Monster Hunter: World

Monster Hunter: World

Dopo un 2017 letteralmente esaltante, il 2018 si preannuncia un anno altrettanto importante per l’industria dei videogiochi, con tante uscite di rilievo in arrivo nei prossimi mesi. Ad aprire le danze ci ha pensato un titolo del calibro di Monster Hunter: World, al debutto su console da tavolo dopo essersi fatto le ossa su piattaforme portatili.

Il titolo Capcom arriva su PS4 e Xbox One aspettando l’uscita su PC, e lo fa con un gameplay rinnovato in alcune delle sue meccaniche principali al fine da essere più accessibile anche ai novizi della serie, senza però rinunciare alla sua impronta caratteristica. L’attesa sarà stata ripagata? Scopritelo nella nostra recensione della versione PS4 Pro.

LA QUINTA FLOTTA

In Monster Hunter: World vestiremo i panni di un cacciatore della Quinta Flotta, unitosi alla spedizione verso il Nuovo Mondo per far luce sulla misteriosa migrazione dei draghi anziani. Per saperne di più sulle motivazioni che spingono queste creature a migrare ogni dieci anni, la Gilda ha così istituito una commissione di ricerca ad hoc. Inizia così la nuova avventura dell’hunting game sviluppato da Capcom, che ci catapulta in nuovi territori tanto selvaggi quanto spettacolari, popolati da creature adorabili ma anche giganteschi mostri. Attraverso un corposo editor per il proprio personaggio e relativo Felyne, potremo plasmare a piacimento il nostro alter ego virtuale e personalizzare l’aspetto del nostro fidato compagno prima di lanciarci nell’avventura, in una storia che, al netto di qualche sussulto, non si può certo definire profonda, visti anche i toni decisamente allegri con cui gli sceneggiatori hanno scelto di narrare gli eventi principali della campagna. Ciò che spinge il giocatore a proseguire è dato più dalla continua ricerca dell’equipaggiamento perfetto che dallo scoprire il mistero che si cela dietro la migrazione di queste creature leggendarie, e in fin dei conti va bene così.

Purtroppo non è possibile rigiocare le missioni della storia, se non creando un nuovo personaggio, una scelta sicuramente discutibile ma che scivola velocemente in secondo piano data l’enorme mole di attività da svolgere nel Nuovo Mondo. Le missioni richiedono al giocatore di cacciare una particolare preda, raccogliere materiali e oggetti utili per il crafting, con una difficoltà sempre crescente e un ottimo tasso di sfida. Quando non si è sulle tracce del mostro di turno, potremmo dedicarci all’esplorazione libera in cerca di determinati materiali o sfidare mostri in arene con particolari impostazioni. Le missioni di contorno affidateci dai vari personaggi secondari di Astera offriranno interessanti ricompense e sbloccheranno feature extra, come la possibilità data dai biologi di coltivare piante o insetti utili per le nostre creazioni di oggetti ed equipaggiamenti.

Astera è il luogo d’insediamento della commissione di ricerca, dove tra felini addetti alla mensa e botanici dalle orecchie a punta, si pianifica nel migliore dei modi la missione che dovremo affrontare. Ed è proprio in questo luogo che viene fuori la folle creatività tipicamente giapponese del team di sviluppo, fatta di intermezzi colorati sempre capaci di scatenare nel giocatore un senso di ilarità e allegria prima di cimentarsi in epici scontri contro mostri famelici. Luoghi come la forgia o gli alloggi, tanto per citarne alcuni, dovranno essere visitati spesso per organizzare, costruire e migliorare il nostro equipaggiamento e quello del nostro Felyne. La raccolta di materiali dunque ha un ruolo centrale nell’economia del gioco e di fatto aumenta la longevità ben oltre le cinquanta ore circa necessarie per portare a termine la campagna principale.

BENVENUTI NEL NUOVO MONDO

Può un gioco come Monster Hunter essere adatto tanto ai neofiti quanto agli esperti della serie? La risposta non è semplice, ma tutto sommato affermativa. Per il debutto su console (e tra qualche mese anche su PC), Capcom ha creato quella che può essere definita un’esperienza godibile e gratificante sia per i giocatori più smaliziati che per quelli che mettono piede per la primissima volta nell’universo di Monster Hunter. Ovviamente non ci troviamo di fronte a un’esperienza hardcore come Bloodborne o la serie Dark Souls, ma l’impegno richiesto per completare le attività di gioco è comunque superiore rispetto gli standard. Monster Hunter: World è dunque un titolo godibile da entrambe le tipologie di utenti, a patto comunque di amare il genere degli hunting game ed essere predisposti verso questi: un’esperienza adatta sì a tutti, ma allo stesso tempo non per tutti.

Una delle peculiarità di Monster Hunter: World risiede nei Felyne, adorabili creature che ricoprono un ruolo più rilevante rispetto agli episodi passati. A seconda dell’equipaggiamento e delle armi selezionate, il proprio Felyne risulterà più o meno efficace contro determinati mostri fornendo al giocatore un preziosissimo supporto durante lo scontro. Oltre a distrarre e subire danni al posto nostro, i Felyne Palico vantano abilità curative e saranno in grado addirittura di convincere altri simili (divisi per tribù) o bestie a unirsi alla caccia contro il mostro di turno.

A metà tra la semplificazione e lo svecchiamento di alcune meccaniche, il gameplay di Monster Hunter: World è da subito ricco di tante sfaccettature. Se per i vecchi giocatori dei capitoli precedenti le novità potranno sembrare quasi un affronto se paragonate a quelle dei titoli per PSP e 3DS, la storia cambia completamente per i novelli del genere. Per l’occasione Capcom ha voluto rendere accessibile l’esperienza, anche se più che di semplificazioni del gameplay ci sembra più corretto parlare di comodità in alcuni suoi aspetti. Niente più combo racchiuse in pochi tasti, limitazioni hardware e schermi piccoli. Con l’arrivo su PS4 e Xbox One, Monster Hunter riesce finalmente a esprimere tutto il suo potenziale, libera da quei paletti che per ovvi motivi affliggevano i capitoli precedenti. Tra queste “comodità” citiamo l’inserimento degli insetti guida che ci condurranno verso la posizione del mostro, l’inserimento di una “cote” infinita (utile strumento per affilare le nostre armi) e un inventario dalle dimensioni generose, e non più limitato come nei precedenti capitoli. I giocatori più hardcore magari apprezzeranno meno questi accorgimenti, ma nel profondo della sua anima ruolistica Monster Hunter World resta comunque un gioco dall’alto tasso di sfida, soprattutto nella seconda parte dell’esperienza, dove gli scontri (in particolar modo contro i draghi anziani) diventano particolarmente impegnativi ma allo stesso tempo enormemente gratificanti.

Le tante sfaccettature del gameplay danno vita a un hunting game caratterizzato da forti elementi action-RPG, in grado di regalare enormi soddisfazioni soprattutto dopo aver messo al tappeto un mostro alto come un palazzo di tre piani. Fronteggiare queste bestie diventa quasi una sorta di danza guerriera fatta di schivate, attacchi e ritirate che possono protrarsi a lungo, tenendo d’occhio però il limite di cinquanta minuti per completare una missione o altri incarichi. Inevitabile associare alcune similitudini nel combattimento con i succitati titoli FromSoftware, sia per la concezione degli scontri che per la gestione della telecamera, con quella automatica che è sembrata talvolta ostica da gestire ma utile per colpire punti specifici del mostro senza correggere continuamente l’inquadratura. In ogni caso, Monster Hunter: World non prevede una vera e propria crescita del personaggio ma un potenziamento di armi ed armature, che saliranno di grado tramite le “sfer-armatura”, in grado di migliorare statistiche difensive all’aumento di ciascun livello. Ci sono poi altri accessori, come i ciondoli, che migliorano alcune delle statistiche del giocatore e di alcuni oggetti che conferiscono buff specifici.

Sono invece quattordici le armi con cui eliminare o catturare i giganteschi mostri del Nuovo Mondo. Dalle pesanti asce alla classica accoppiata spada-scudo, passando per archi, balestre (nella variante leggera e pesante) e armi fuori dagli schemi come il corno da caccia, con cui comporre melodie per potenziare il proprio personaggio e gli alleati, o addirittura bastoni in grado di lanciare insetti per colpire i punti deboli del nemico. Alcune armi inoltre possono essere equipaggiate con proiettili (balestre) o frecce rivestite (archi) per sfruttare al meglio le debolezze dei mostri. Armi che coprono un vasto range di stili di combattimento e che è possibile potenziare alla forgia con i materiali recuperati dai mostri sconfitti. Il combat system offre dunque una grande profondità, dal momento che ciascuna arma è caratterizzata da un vasto moveset con cui dare vita a spettacolari combo.

Alla base, però, World è un Monster Hunter a tutti gli effetti, un gioco che fa della caccia, del farming e di una costante ricerca dell’equipaggiamento migliore possibile la propria essenza. Ed è qui che il titolo non scende mai a compromessi, ostinando meccaniche ripetitive e derivative che però non tutti sono disposti ad accettare. Ed è proprio questo gameplay così peculiare a rendere il titolo potenzialmente infinito, impreziosito anche dalla scelta di Capcom di offrire un supporto continuo e duraturo nel corso del tempo, senza dimenticare eventi e sfide create ad hoc per gli utenti più assidui.

UN ROSTER MOSTRUOSO!

Tra new entry e vecchie conoscenze, il roster è composto da trentuno tra mostri grandi e draghi anziani, alcuni ripresi dai vecchi capitoli, mentre altri totalmente inediti. A questi si aggiungono mostri di dimensioni inferiori e altre bestiole che portano il totale a una cinquantina di creature da catturare o cacciare. Il numero è comunque destinato a crescere se si considera anche le versioni temprate (ci arriviamo tra un attimo) dei mostri disponibili. Caratterizzati da un proprio moveset, nonché resistenza e debolezza ad alcuni elementi specifici, queste macchine da guerra offrono approcci allo scontro piuttosto diversi tra loro. Ad esempio, il Barroth, un mostro che ama il fango a tal punto di rivestire la sua spessa corazza di esso e intrappolare i suoi nemici scagliandone una grande quantità contro il giocatore, è particolarmente vulnerabile all’acqua (e relativi attacchi/proiettili) nei momenti in cui è coperto da uno strato fangoso, e allo stesso tempo è resistente al medesimo quando è in condizioni normali.

Se Darwin fosse ancora vivo siamo sicuri che rimarrebbe compiaciuto nell’ammirare la sua teoria della selezione naturale essere applicata alla perfezione in un videogioco. Infatti, non di rado capiterà di vedere la nostra preda diventare l’ambito bersaglio di un mostro più grande o viceversa, offrendoci così un discreto vantaggio tattico per colpire ulteriormente il nostro obiettivo. Peccato però che questa feature non sia così marcata come ribadito da Capcom qualche tempo fa. Il tutto si trasforma in un breve scontro tra due mostri in cui uno dei due si limiterà a darsela a “zampe” levate. Per ogni mostro abbattuto o scoperto, ci verrà fornita inoltre una guida dettagliata sugli elementi a cui è debole/resistente, sulle parti del corpo che è possibile rompere per recuperare materiali, e quali di questi sarà possibile raccogliere una volta catturato o eliminato. Cacciare più volte un mostro quindi non è solo utile a costruire armi e armature, ma ci fornisce una panoramica completa su come affrontare determinati mostri per buttarli al tappeto senza troppi patemi.

LO SPETTACOLO DELLA NATURA

Il comparto artistico ci ha lasciato più di una volta a bocca aperta. Quello che si para davanti agli occhi è infatti un ecosistema assolutamente credibile e dinamico, la perfetta sintesi darwiniana applicata a una struttura costituita da macroaree, ognuna caratterizzata in maniera eccellente. La sensazione di ritrovarsi all’interno di un mondo vivo è percepibile in maniera chiara sin dai primi passi nel “nuovo mondo”, grazie a una cura nei dettagli a tratti maniacale. Che siano lande desertiche o foreste verdeggianti poco importa, ogni bioma presenta uno sviluppo su più livelli tale da impreziosire anche il gameplay del titolo, ottimo già di suo. Il pregevole lavoro svolto in sede di level design si fa notare ammirando gli spettacolari paesaggi, di notte o di giorno, che pullulano di creature di ogni razza e specie. In qualche occasione potremo sfruttare anche il terreno di caccia a nostro vantaggio, grazie a piante soporifere da attivare, rospi paralizzanti da colpire ma anche avvalendoci di rampicanti per intrappolare la nostra preda, o persino facendo cadere su di essa un masso particolarmente pesante.

Il tutto viene mosso da un comparto grafico di prim’ordine, che non fa gridare certamente al miracolo, ma che di certo si dimostra ben solido, seppur non senza qualche incertezza. La resa visiva generale è impressionante, in particolar modo per quanto riguarda animazioni, effetti particellari e modelli dei cacciatori e dei mostri. Abbiamo comunque riscontrato qualche piccolo difetto nel motore grafico, tra cui alcune texture sottotono e un frame-rate per lo più stabile, ma con alcuni picchi verso il basso in determinate situazioni di gioco. Il grande coinvolgimento durante le battute di caccia è merito anche di un buon comparto sonoro, con una piacevole colonna sonora che ci accompagna durante il nostro lunghissimo viaggio. Nota di merito infine anche per il doppiaggio in italiano, ben realizzato, con una recitazione decisamente convincente in ogni sua parte.

A livello di ottimizzazioni, i possessori di PS4 Pro potranno scegliere tra tre differenti modalità grafiche studiate per sfruttare al meglio l’hardware della versione hi-end di PlayStation 4: risoluzione, frame-rate e qualità grafica. La prima sfrutta la potenza aggiuntiva della console Sony per incrementare in maniera marcata la risoluzione; la seconda privilegia invece la stabilità del frame-rate, mentre l’ultima migliora la qualità di alcuni elementi, come le ombre e dettagli vari. Dopo aver testato a fondo le tre opzioni, la scelta è ricaduta su quella che migliora di gran lunga la risoluzione, che ci è sembrata il giusto compromesso tra grafica e frame-rate. Niente 60fps, ma in fondo  anche in modalità frame-rate il loro raggiungimento è tutt’altro che scontato e quasi mai stabile fino in fondo. Le tre opzioni offrono in ogni caso un boost nella risoluzione, raggiungendo i 4K tramite la tecnica del checkerboard rendering.

HUNTING PARTY

Su console da tavolo non poteva certo mancare il comparto multiplayer, che permette di cacciare in compagnia fino a un massimo di quattro giocatori. In Monster Hunter: World esistono diversi modi per unirsi alle sessioni di caccia di amici o giocatori casuali, e non mancano una serie di impostazioni e filtri con cui personalizzare a fondo l’esperienza di gioco a seconda delle proprie esigenze. Ad esempio, possiamo creare sessioni pubbliche o private fino a quattro giocatori con cui cimentarsi in spedizioni, taglie, incarichi e le restanti attività da svolgere nel Nuovo Mondo. Il procedimento però è talvolta un po’ macchinoso, soprattutto nella creazione di sessioni private dove, per invitare i nostri amici, bisognerà comunicare un ID composto da diverse lettere, certo non la più rapida e intuitive delle soluzioni. L’altra limitazione riguarda alcuni problemi legati al completamento delle missioni incarico in coop se uno dei cacciatori della sessione non ha ancora completato quella selezionata: i giocatori che avranno completato la missione potranno raggiungere quelli che non l’hanno fatto solo dopo aver visionato tutti i filmati relativi alla quest ed essere entrati nella partita soltanto dopo che il giocatore avrà lanciato un razzo SOS. Un sistema che fatichiamo a comprendere e al limite della follia, anche per gli eccentrici standard nipponici.

La natura cooperativa del titolo è rimarcata dalla possibilità di creare gilde, attraverso le quali invitare gli amici e prepararsi alla caccia dei mostri più disparati. Ogni gilda può ospitare fino a cinquanta giocatori ed è possibile far parte di più gilde contemporaneamente. E se volessimo dimostrare di essere i migliori cacciatori in circolazione? Niente paura: la città celeste è un luogo, rappresentato da un ponte di un veliero, in cui sedici giocatori verranno catapultati in una sorta di social hub in cui organizzarsi, pianificare e prendere parte a sessioni di caccia o sfidarli nella modalità arena facendo registrare il miglior tempi di completamento o mostrando chi è il più forte con una sfida a… braccio di ferro!

UN END-GAME… MOSTRUOSO

Completata la campagna, che ripetiamo potrebbe portarvi via fino a cinquanta ore (il numero può aumentare vertiginosamente se ci si dedica anche a tutte le altre attività secondarie), si potrà continuare a cacciare mostri e dedicarsi al farming selvaggio per costruire o migliorare armature e armi ma non è finita qui. Sì, perché come in ogni Monster Hunter che si rispetti, Capcom ha deciso di mettere alla prova i giocatori con versioni “temprate” dei mostri presenti nel mondo di gioco. Si tratta di mostri di “Alto Grado” molto più potenti, caratterizzati anche da un colore cromatico diverso, accessibili una volta terminato il gioco e/o raggiunto un determinato livello. In soldoni, attraverso le taglie, potremo dare la caccia a creature ancora più letali che metteranno a dura prova i nostri nervi e la nostra abilità come cacciatori di mostri.

Una sorta di NG+ in salsa Monster Hunter, che assicura altre centinaia di ore nello sconfiggere mostri temprati alla ricerca di materiali ancora migliori per potenziare ulteriormente l’equipaggiamento del nostro cacciatore. Il supporto post lancio da parte di Capcom inoltre si preannuncia davvero ricco e interessante grazie all’aggiunta gratuita di nuovi mostri sotto forma di DLC ed espansioni varie. Il tutto senza dimenticare eventi speciali, come quello dedicato a Horizon Zero Dawn, da affrontare di volta in volta. Nel Nuovo Mondo non ci si annoia mai!

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