The Cosplayer #1: Intervista a Fred Props, il Jacob Frye di AC: Syndicate

The Cosplayer #1 - Jacob Frye - Fred Props

The Cosplayer è la rubrica di VGN dedicata al mondo del cosplay, dalla prospettiva di chi investe tempo e passione a portare avanti il proprio talento e progetti in giro per il mondo. Ogni mese, oltre agli scatti più belli degli ultimi costumi e oggetti di scena, troverete interviste e curiosità svelate dai cosplayer più in voga del momento.

La prima volta che mi sono imbattuto in una creazione di Fred Props è stato in occasione di un contest organizzato da Bungie per premiare i migliori fan art dedicati a Destiny. Il giovane cosplayer italiano aveva proposto un eccezionale omaggio a un Cacciatore Exo, con la fedele riproduzione di armature e armi esotiche (come la Spina del Giovane Ahamkara e il temibile Aculeo) e il fido Spettro. Da allora, ho seguito con estremo interesse tutti i suoi lavori tramite la sua pagina Facebook, e negli ultimi mesi l’artista non ha fatto che confermare un talento decisamente fuori dal comune, culminato nel recente cosplay di Jacob Frye di Assassin’s Creed: Syndicate.

Lo strepitoso Cacciatore di Destiny targato Fred Props, vincitore del contest come miglior fan-art organizzato da Bungie. (ph. Liv Rota)

Si tratta di un lavoro decisamente degno di nota, non solo per quanto riguarda l’opera di sartoria, ma anche per la cura nei particolari, per la sapiente ricreazione di armi d’epoca e oggetti storici esistenti nel gioco d’azione Ubisoft, per la qualità dei materiali utilizzati e la resa complessiva del cosplay.

La crescita artistica di Federico Monfalcon, 21enne di Trieste, non è solo frutto di un indiscutibile talento, ma anche e sopratutto della passione con cui realizza ogni singolo dettaglio, la costante voglia di migliorarsi e quel pizzico di testardaggine che a questa età di certo non guasta. Curiosi? Non vi resta che voltare pagina per leggere la nostra intervista a Federico Monfalcon, in arte Fred Props, mentre a seguire potete scoprire la galleria integrale di foto dedicate a Jacob Frye.

Ciao Federico, innanzitutto complimenti per i tuoi lavori! Parlaci un po’ di te… Com’è cominciata la tua passione per i cosplay? Da quanto tempo ti occupi di questo lavoro?

Grazie mille per i complimenti! Tutto è cominciato in occasione di una fiera cittadina nei pressi di Trieste, in cui stavo lavorando come insegnante in un tavolo dimostrativo di pittura modellistica. Stavo spiegando ai bambini come dipingere quando è cominciata la sfilata dei cosplay e, complice la pausa pranzo imminente, mi sono affacciato a osservare cosa stesse succedendo. Ho capito subito che avrei voluto unirmi anch’io a quel gruppo di persone buffe, e così, pochi giorni dopo, armato della macchina da cucire di mia nonna e di un tutorial su YouTube, ho cominciato a creare il mio costume d’esordio: Altair, dal primo Assassin’s Creed. Era il mio primo progetto in assoluto, e nonostante fossi ancora terribilmente inesperto, il risultato fu comunque positivo.

La cura nei particolari, anche quelli apparentemente irrilevanti, è il marchio di fabbrica dei lavori di Federico.
La qualità e fedeltà dei progetti Fred Props diventa di giorno in giorno sempre più elevata. Cura nei particolari, proporzioni perfette, rifiniture professionali, è davvero difficile credere che un costume come quello di Jacob Frye sia opera di un ragazzo della tua età piuttosto che un prodotto ufficiale. Hai seguito dei percorsi di studio particolari per raggiungere questi risultati?

Il mio percorso di studi è abbastanza semplice: a livello scolastico ho frequentato architettura e arredo, mentre successivamente ho seguito un corso di Autocad. Nel tempo libero mi sono sempre dilettato nel modellismo in scala 25mm: questo, insieme alla guida di alcuni professori davvero competenti, mi ha permesso di acquisire una tecnica ed esperienza utilissima per il mio lavoro. Molte delle basi studiate a scuola sono state fondamentali in ciascuno dei miei progetti, che si tratti di una semplice proiezione ortogonale o di una realizzazione di repliche in scala.

Pur non avendo mai imparato a disegnare (studiando architettura, i miei “omini stecchini” sono rimasti esattamente tali… ciò vuol dire che no, non sarò mai un fumettista, o almeno credo!), aver osservato con attenzione dei veri professionisti all’opera mi ha influenzato notevolmente nella metodologia di pensiero. Con questo non voglio dire che un percorso di studi prettamente classico sia fondamentale per il lavoro del cosplayer, anzi! Credo che per prima cosa sia molto importante avere del talento naturale, o quantomeno un punto di riferimento importante da seguire come guida. Ma è altrettanto importante sapersi adattare: come accennato prima, il mio primissimo costume fu cucito con il mero supporto di YouTube, in quanto non conoscevo alcuna sarta disposta ad aiutarmi, perciò consiglio sempre di documentarsi a dovere in rete. Quando si cerca di creare un particolare oggetto o costume, è facile che una guida o video tutorial sia già presente online. Magari in inglese, ma è anche vero che siamo nel 2016 e credo che la conoscenza della “lingua ufficiale di Internet” dovrebbe ormai essere una prerogativa indispensabile.

Come nasce la riproduzione di un costume o un oggetto, come ad esempio le armi di Destiny o i gadget di Assassin’s Creed: Syndicate? Quali sono le fasi di progettazione e sviluppo?

Solitamente si parte da uno studio preparatorio: ci si arma di santa pazienza, il maggior numero di immagini di riferimento e il classico blocknotes. Si appunta ogni dettaglio di cui tener conto, dalla presenza di alcuni elementi (quali le viti, ad esempio) fino al luogo in cui il costume dovrà essere esposto. Se devo realizzare un cosplay da portare a Lucca Comics, dove la percentuale di precipitazioni è del 130% (!), di certo non andrò a realizzare il costume in cartapesta ma in materiali che non temono l’acqua. Una volta presi gli appunti, si realizzano i cartamodelli e, conclusa questa fase (che io ho ribattezzato “mente locale”), si va alla ricerca dei materiali più adatti, in base al proprio budget, agli spazi di lavoro e mezzi a disposizione. È chiaro che in base alla materia prima in possesso, ci saranno o meno dei compromessi con cui fare i conti. Una volta che si hanno in mano i progetti e i materiali, si inizia finalmente a realizzare il lavoro vero e proprio.

Malvagio Karma e Falconotte Celestiale sono le ultime creazioni di Fred Props a tema Destiny.
Quanto tempo può richiedere la creazione di un singolo personaggio e relativi accessori?

Dipende dall’entità del progetto: un costume può richiedere 20 ore di lavoro come anche 200! Per realizzare il mio Dovahkin, ho impiegato 25 ore di lavoro, mentre per portare a termine il mio Iron Man ne ho spese più di 100. La quantità di tempo dipende molto anche dalla propria esperienza e dai mezzi che si devono maneggiare: tagliare il legno a mano o con un seghetto alternativo sono due cose molto diverse, e richiedono giocoforza tempistiche ben differenti. Poi, chiaramente, la prima volta che si sperimenta con dei nuovi materiali si tende a essere più cauti e soggetti a errori, quindi è fisiologico perdere più tempo.

Cosa pensi dell’improvvisa esplosione del fenomeno cosplay? Converrai con me che, almeno fino a pochissimi anni fa, si limitava a essere una passione decisamente di nicchia, di cui molti arrivavano addirittura a vergognarsi, salvo poi diventare un vero e proprio fenomeno di massa.

L’avvento di Internet ha chiaramente creato tanti canali per acquisire rapidamente popolarità. Prendiamo YouTube: ogni mese nascono decine di nuovi YouTuber, molti con personaggi studiati a tavolino solo per ottenere un po’ di notorietà. Allo stesso modo, il cosplay ha creato moltissime figure che puntano a diventare famigerate attraverso scatti più o meno succinti, senza impegnarsi più di tanto nella creazione di costumi e accessori, ma piuttosto commissionandoli o acquistandoli direttamente online. Ovviamente non si può fare di tutta l’erba un fascio, in quanto la maggior parte di queste persone vede il cosplay come semplice divertimento e non come arte.

Poi c’è un’altra categoria, quella dei cosplayer competitivi. Si tratta di persone che puntano esclusivamente a partecipare (e vincere) le gare, per dimostrare agli altri di essere i migliori. Per quanto mi riguarda, non è qualcosa che può necessariamente rovinare l’ambiente generale, perlomeno fino a che il loro comportamento non inizia a creare malumori nell’ambito della community. Il mio approccio è un po’ differente: in primis adoro creare e dar vita a costumi, oggetti e personaggi con le mie mani. Ho un carattere molto egocentrico che mi spinge a partecipare sì alle gare, ma solo per compiacermi nel vedere la gente stupefatta e interessata alle mie creazioni, senza pretese di dover vincere ogni singolo contest. Certo, mi rendo conto che per molti l’egocentrismo potrebbe essere visto come un difetto, ma se può essere uno stimolo per migliorarmi e superare i miei limiti giorno dopo giorno, allora perché semplicemente non accettarlo?

Poteva forse mancare un cosplay dedicato a The Elder Scrolls V: Skyrim?
Quali sono, a tuo avviso, i fattori che hanno contribuito a questo cambiamento? La crescente diffusione dei videogiochi, la maggiore concentrazione di film e serie TV legate al mondo dei fumetti (divenuti dunque più popolari), quanto ha inciso sull’accettazione e diffusione dei cosplayer?

A mio avviso, il più grande elemento ad aver fatto espandere il movimento dei cosplayer è stato Internet. L’aver sdoganato le fiere attraverso la diffusione di foto e video sui social network è stato certamente il fattore cruciale; inoltre, le VIP dell’ambiente (il cosplay è fatto prevalentemente di donne, gli uomini sono purtroppo ben pochi) sono diventate veri e propri punti di riferimento, capaci di smuovere le masse a ogni singolo evento. Non sempre si tratta di una cosa positiva, in quanto spesso e volentieri ci si trova di fronte a persone con un fisico da urlo ma senza un vero talento artistico. La maggior popolarità dei videogiochi, passati dall’essere un settore di nicchia a uno dei traini dell’intrattenimento digitale, ha portato moltissime persone a voler immedesimarsi nel proprio personaggio preferito, me in primis.

A livello internazionale il movimento del cosplay sta prendendo sempre più piede, ma com’è la situazione in Italia? Come vivi la tua professione, e qual è la ricezione da parte dei non-addetti ai lavori?

L’Italia, a mio avviso, sta facendo enormi passi falsi in questo ambito: è come se il cosplay fosse un’enorme tavola imbandita in mezzo a una piazza, in cui tutti vogliono gettarsi sopra e prendere una portata raffinata. Non è raro dover gestire due eventi in contemporanea, quando un tempo vi era a malapena una fiera al mese. Se da una parte questo contribuisce sicuramente moltissimo all’espansione del movimento, dall’altra ne aumenta anche il degrado, in quanto lo fa sembrare più una carnevalata che una vera e propria espressione artistica.

Inoltre, la mancanza di legislazioni che permettano di gestire le gare di cosplay come manifestazioni artistiche non consente a nessun organizzatore di mettere in palio montepremi di rilievo (qualora vi fosse, chiaramente, questo genere di opportunità), come invece accade in America, dove persino i contest più modesti arrivano a offrire premi che superano i mille dollari. Inutile ribadire che premi di questa portata porterebbero a un sostanziale incremento nella qualità di questo genere di eventi e competizioni, oltre che a grandi miglioramenti in tutto il movimento cosplayer italiano.

Che Fred Props abbia un debole per Destiny?! Ecco il Cimiero del Lupo Alfa del Cacciatore.
Il tuo talento ti ha permesso di essere notato da software house del calibro di Bungie, che ha apprezzato moltissimo i tuoi lavori basati sul mondo di Destiny. Cosa si prova a ricevere i complimenti di chi ha creato il materiale a cui ti ispiri?

Credo ci siano due generi di complimenti in grado di offrire realmente grandi soddisfazioni: quando a farli è un artista più talentuoso di te, o appunto quando coloro che hanno disegnato il prodotto originale a cui ti ispiri si congratulano per l’ottimo lavoro svolto. Bungie ha sempre fatto un grandissimo lavoro con la sua community, e ricevere i loro complimenti è qualcosa di davvero sublime. Anche Ubisoft si complimentò la scorsa primavera, quando pubblicai sulla mia pagina le foto del bracciale di Jacob Frye, da me realizzato appena una settimana dopo l’annuncio di Assassin’s Creed: Syndicate!

Fiere dei fumetti, eventi videoludici e shooting fotografici sono fra i momenti preferiti di ogni cosplayer, in quanto possono finalmente far prendere vita alle proprie creazioni e mostrarle al mondo. A quanti eventi hai partecipato finora? Quali sono i prossimi appuntamenti per i fan di Fred Props?

Nella mia carriera ho partecipato a un sacco di eventi nella zona del triveneto, e devo dire che posso ritenermi fortunato perché qui c’è un’ottima qualità delle location e un’organizzazione decisamente superiore a tanti altri eventi più lontani (e magari rinomati), ma sono stato anche un ospite fisso del Lucca Comics, evento cardine dove posso rivedere tanti cari amici lontani. Lo scorso ottobre sono stato alla GamesWeek di Milano per promuovere Halo 5, e vedere metà dei padiglioni bloccati da persone intente a fotografare me e il resto dei compari della 405th Italian Battalion è stato davvero emozionantissimo.

Questo mese sarò al Valecenter di Mestre per un evento organizzato da Costrive (il 31 gennaio, ndr), e porterò per la prima volta il mio nuovo Cacciatore di Destiny, mentre il prossimo mese sarò al Vicomics di Vicenza. A marzo sarà il turno del Cartoomics di Milano (dove porterò sia il Cacciatore che Jack il Bello di Borderlands 2) e al Mestre Comics appena una settimana più tardi. Ad aprile, infine, sarò al Romics per tre giorni, mentre non ho ancora programmato le fiere dopo Roma. Ma per fortuna c’è ancora tanto tempo!

Raccontaci qualche aneddoto divertente che ti è capitato mentre stavi partecipando a un evento, o durante un set fotografico delle tue creazioni. Qualcuno ti avrà preso per matto mentre ti arrampicavi sui palazzi con il costume di Jacob Frye in stile Assassin’s Creed!

Una delle cose più divertenti è il dover spiegare che non uso assolutamente stampanti 3D, ma che realizzo ogni singolo oggetto a mano. Spesso le persone dubitano della mia parola perché mi ritengono troppo giovane (e in effetti sono solo un ventunenne!), ma vi assicuro che ogni cosa è realizzata interamente a mano. Durante il primo photoset con Jacob, scalai il lato di un acquedotto non accorgendomi che la roccia era ricoperta da rovi. Ero nel bel mezzo delle riprese e non potevo di certo fermarmi, quindi aspettai di arrivare in cima per guardarmi le mani, ormai colme di spine! Lo stesso giorno rischiai abbastanza durante lo shooting di alcune foto in chiesa: inutile dire che un tipo in costume pesantemente armato non è ben visto in un luogo di culto!

Le creazioni di Fred Props dedicate ad Halo sono incredibili. Per non parlare di quelle armi…
Direi proprio di no! Tornando al tuo lavoro, pensi che il “bravo cosplayer” sia necessariamente quello con più risorse a disposizione? Quanto incide la qualità dei materiali sull’esito finale del cosplay? Un ragazzo con meno fondi a disposizione ma con più talento, può secondo te ambire a raggiungere i livelli di chi, magari con meno fantasia e abilità manuali, può però contare su più mezzi e risorse?

Secondo me, il miglior cosplayer è quello che sa arrangiarsi meglio. Chi conosce ciò che ha tra le mani è colui che meglio saprà sfruttare il materiale a propria disposizione, e spendere meno. Ho visto persone investire 3-400 euro in materiali per un’armatura che io avrei realizzato – magari – con soli 50 euro. Alla fine, come in tutti gli altri lavori manuali, è puramente un fattore di esperienza.

Che consigli puoi dare a un ragazzo che vuole entrare nel mondo dei cosplayer? Quali sono i primi passi da compiere per godersi al meglio questo nuovo e intrigante universo?

Di prenderla con leggerezza e non demordere, mai. Di non puntare esclusivamente ai premi, ma di cercare di imparare il più possibile. E per cortesia, di imparare l’inglese, che oltreoceano la gente fa tutorial persino su come allacciarsi le scarpe!

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