Diciamolo subito: questo articolo potrebbe sfociare nel personale, dato che chi scrive è un fanatico della console portatile di Nintendo, che compie 30 anni proprio nel giorno di Pasqua 2019. 30 anni del suo schermo a una risoluzione di 160×144 pixel in una gloriosa scala di grigi, quattro per la precisione. Riuscite a crederci? Centosessantapercentoquarantaquattro! Il piccoletto però si faceva valere con un frame-rate vicino ai 60fps, 59.7 per la precisione, alla faccia delle attuali diatribe tra console, PC e overclock per guadagnare qualche fps in più.
Nintendo Game Boy debutta il 21 aprile 1989, disegnato dalle stesse mani che hanno dato vita ai precedenti Game & Watch e diversi titoli per Nintendo Entertainment System. La console della casa di Kyoto dovette presto scontrarsi con delle realtà ben più performanti e dalle specifiche superiori: SEGA Game Gear, Atari Lynx e NEC TurboExpress. Alla fine, tuttavia, nessuna di queste riuscì ad avere la meglio nonostante lo schermo a colori o la retroilluminazione fossero indubbiamente caratteristiche che potevano far spostare i favoritismi proprio su queste console da gioco portatili.
Il Game Boy aveva dalla sua parte la durata delle batterie, aspetto che era diventato un po’ il suo cavallo di battaglia visto che con sole quattro pile stilo potevamo giocare e dimenticarci quando le avevamo inserite la prima volta. Le console rivali avevano il difetto non trascurabile di richiedere un numero maggiore di batterie e di consumarle in tempi veramente brevi: ricordo personalmente di non essere riuscito a finire Sonic su Game Gear, perché le pile si scaricarono all’ultimo livello o i vari tentativi di disattivare la retroilluminazione di Atari Lynx per guadagnare qualche minuto di gioco in più, cosa del tutto inutile dal momento che, disattivandola, lo schermo risultava totalmente nero e praticamente inutilizzabile.
Ai tempi, le pile ricaricabili non erano ancora così diffuse e performanti come oggi e il loro costo era decisamente proibitivo, capitava quindi di rubarle in giro per casa a telecomandi e sveglie (con ovvie conseguenze per i malcapitati, che il giorno dopo non si sarebbero alzati in tempo) oppure di condividerle con la propria GIG Nikko, altro investimento molto in voga e super richiesto a Babbo Natale.
Il bundle di vendita del Game Boy prevedeva, oltre alla piccola console, quattro pile stilo (sì, quelle che vedete nella foto sono le originali incluse nella confezione), un paio di auricolari (che hanno segnato in me per sempre l’associazione Left / Blu e Right / Rosso), un cavo link per connettere due console e una cartuccia per essere pronti a giocare a… Tetris. Ci sarebbe da aprire una parentesi enorme su Tetris e sul suo valore: d’altronde, se ancora oggi ne escono versioni e conversioni per ogni macchina è anche probabilmente merito proprio della popolarità guadagnata grazie a Game Boy.
Tetris era il gioco perfetto per la macchina perfetta, avrebbe potuto essere incluso nella memoria del Game Boy come ad esempio con Hang On o Alex Kidd per SEGA Master System. La popolarità del titolo cresceva con l’aumentare delle vendite della console e il fatto che nella confezione fosse incluso un cavo link per collegarsi e sfidare un amico non era un caso. Tetris infatti permetteva di giocare collegando due Game Boy sfidando un avversario, permettendovi praticamente di sfruttare la console in ogni modo dopo averla acquistata: ogni feature era a portata di mano e non sarebbe stato troppo difficile trovare degli amici e avversari vista la popolarità della macchina e la facilità di portarla sempre con sé.
Le sfide fuori da scuola o tra i banchi erano all’ordine del giorno. Tolta la cartuccia di Tetris c’era Super Mario Land a farla da padrone, ma non mancavano conversioni da giochi per arcade, sportivi o su licenza sulla base dei film più in voga all’epoca.Terminator, Robocop, Street Fighter, Dragon’s Lair, Castlevania, Mega Man, Metroid, Kirby, Donkey Kong, Final Fantasy, Pokémon e The Legend of Zelda, giusto per citarne alcuni: dentro ai 23.040 pixel di quel piccolo schermo sono passate decine di storie e avventure, decine di saghe che ancora oggi ci accompagnano e che presto vedremo in versioni remastered (The Legend of Zelda: Link’s Awakening) per le recenti console di Nintendo, che come abbiamo analizzato qualche tempo fa, tanto devono al loro predecessore.
Oggi, 30 anni dopo il suo esordio, la piccola console di Nintendo continua a far parlare ancora di sé, e non solo per i giochi. Viene utilizzato per scrivere musica: la colonna sonora di Super Hexagon, ad esempio, è stata realizzata composta con un Game Boy da Chipzel, una musicista Irlandese che utilizza principalmente la console portatile per le sue composizioni. Oltre a questo abbiamo potuto vedere copertine di album realizzati con la Game Boy Camera, la stessa periferica con la quale noi di VGN.it abbiamo realizzato le attuali immagini profilo di ogni redattore.
Siamo sicuri che ci troveremo ancora a parlare della piccola macchina di Nintendo, certi che la stessa saprà accompagnarci ancora per tanti anni nei ricordi vista la sua oramai nota immortalità, probabilmente alla pari con quella del Nokia 3310.
Quindi tanti auguri, Game Boy! Auguri da parte di tutta la pixellata redazione di VGN.it e da tutte le persone che hai saputo fare divertire, auguri da tutte le pile che hai consumato e dalla infinità di accessori e periferiche che hai avuto collegate a te, dalla più utile alla più inutile, passando per il mitologico Handy Boy che non abbiamo ancora capito da che parte vada a schierarsi e, nel dubbio, come quando si scelgono a turni i giocatori per una partita a calcio con gli amici rimane sempre per ultimo, o lo si mette in porta… ed è una partita a Basket.