Days Gone

Days Gone – Vita da biker: i centauri nella cultura pop e videoludica

Da Full Throttle a Renegade, ripercorriamo la figura del motociclista nella cultura di massa, tra videogiochi, cinema e serie TV.

Se avete seguito anche in minima parte le vicende che hanno accompagnato lo sviluppo di Days Gone, non vi sorprendete nell’apprendere che il protagonista Deacon St. John è un motociclista di quelli violenti, che prima della terribile pandemia che ha sconvolto la società tirava avanti facendo il cacciatore di taglie. In questo speciale ci soffermeremo proprio sulla figura del centauro nella cultura di massa e in quella del videogioco, prendendo in esame quelli che sono i media dell’intrattenimento che nel corso degli anni hanno dato spazio ai bikers.  

Questo articolo è parte della serie di approfondimenti dedicati a Days Gone, titolo scelto dalla redazione di VGN.it come Cover Story per il mese di marzo. Accedendo alla pagina dedicata alla prossima esclusiva Sony, in arrivo il 26 aprile su PlayStation 4, avrete accesso a tutta una serie di contenuti tematici riguardanti l’action survival sviluppato da Bend Studio

Dalla California alla Germania, gli “angeli dell’inferno” ne hanno fatta di strada.

BRUTTI, SPORCHI E CATTIVI 

Dobbiamo farcene una ragione: la società moderna è un continuo avvicendarsi di clichè, falsi miti e pregiudizi. Come nel caso dei videogiochi, spesso indicati come deleteri e accusati di istigare la violenza, nonché oggetto delle strumentalizzazioni più disparate. E i motociclisti? Bella domanda, anche qui i pregiudizi sulla categoria non si rivelano troppo lusinghieri a dir la verità. Nell’immaginario collettivo siamo stati abituati a vederli, complice soprattutto l’industria dell’intrattenimento filo-americana, come gruppi di criminali dediti al seminare dolore e distruzione lungo tutta la Route 66. Tatuati, rozzi, ubriaconi e amanti della violenza, tanto per citare alcuni degli aggettivi che li accompagnano, è appurato che i bikers non godono di una buona nomea.  

Chiaramente ci riferiamo all’immagine del centauro facente parte di un club motociclistico con proprie regole, segni distintivi e un codice etico da rispettare a ogni costo. Tra i club più famosi troviamo gli Hells Angels (esempio perfetto di ossimoro) e Outlaws MC, gang nate storicamente negli U.S.A. ma la cui diffusione ha raggiunto anche l’Europa, in alcuni casi dopo essere stati banditi dagli Stati Uniti, tanto da dar vita a un sanguinoso conflitto armato svoltosi negli anni ‘90 in Scandinavia, conosciuto come la grande guerra biker del nord. 

Ma come vedremo successivamente in questo speciale, la storia insegna che cliché e pregiudizi sono fatti per essere sovvertiti e spesso rivalutati. Lo stesso vale anche per i bikers. 

Days Gone
Deacon St. John è la perfetta rappresentazione del motociclista americano.

BIKERS, A WAY OF LIFE 

Quella sposata dai motociclisti è equiparabile a una filosofia di vita, una sottocultura nata a ridosso degli anni ’50 negli Stati Uniti, propagatasi poi in ogni parte del mondo, soprattutto in Europa e principalmente nel versante Nord del nostro paese. Libertà, fratellanza e noncuranza del pericolo sono gli ideali che alimentano i lunghi viaggi a bordo di moto Harley-Davidson, vero e proprio status symbol per ogni biker che si rispetti. Se il cane è il migliore amico dell’uomo, nel caso del biker non può che essere la sua moto. La libertà in questo caso ha due ruote, un potente cuore pulsante bicilindrico racchiuso in uno scheletro metallico e nelle sue vene scorre sangue oleastro, dall’odore intenso.

È interessante notare come la caratterizzazione di Deacon St. John sia ben più profonda di quanto sia lecito aspettarsi, che va oltre quella del biker rissoso e brutale. Il protagonista di Days Gone ci viene presentato come un ex-cacciatore di taglie, appartenente in precedenza a una gang di motociclisti. Alcuni dipendenti di Bend Studio sono motociclisti, di quelli pacati e rispettosi delle regole chiaramente, e grazie alla loro esperienza sono riusciti ricreare all’interno del gioco alcune dinamiche che non riguardano esclusivamente elementi di contorno come la trama, ma anche riversando le loro conoscenze costruendo apposite meccaniche di gameplay.  

Days Gone
Alcune delle toppe presenti sul giubbotto di Deacon raccontano molto del suo passato.

UNA SECONDA PELLE 

Maggiori dettagli sul protagonista emergono studiando con minuzia di particolari il suo giubbotto, nella fattispecie le varie toppe ricamate sopra di esso. Così come nella controparte reale, questo copricapo rappresenta a tutti gli effetti lo status sociale all’interno del gruppo di appartenenza, una vera e propria seconda pelle per tutti quelli che lo indossano. Innanzitutto appare chiaro che prima dell’avvento del virus che trasformato gli esseri viventi in Furiosi, Deacon appartenesse alla gang Mongrel Motorcycle Club con sede a Farewell, una delle regioni di cui si compone la mappa di Days Gone. Le toppe Enforced/Road Captain e Nomad indicano rispettivamente il grado del protagonista all’interno della banda e probabilmente il distaccamento da parte di Deacon dalla sede sul territorio o l’appartenenza a un ipotetico gruppo denominato Nomad. 

Quell’1% invece rappresenta lo status di outlaw, ovvero la percentuale con cui vengono indicati i motociclisti fuorilegge, mentre la croce simboleggia la perdita di una persona a lui cara, in questo caso quella della moglie Sarah. La patch Biker non ha bisogno di particolari spiegazioni, mentre l’acronimo F.T.W. potrebbe stare per Fuck The World o Forever Two Wheels. Come accennato poc’anzi, Deacon St. John non è un motociclista qualsiasi schiaffato in sella a una moto e lasciato libero di massacrare ondate di Furiosi o biker rivali, ma dietro le quinte di Days Gone c’è prima di tutto un lavoro minuzioso nel dare un certo spessore al personaggio e al contesto di cui esso è parte integrante. Sarebbe bastato mettere qualche toppa a caso e quasi nessuno avrebbe cercato il cosiddetto pelo nell’uovo ma per nostra fortuna gli sviluppatori di Bend Studio si sono spinti oltre.

Full Throttle è un’avventura grafica ideata dal geniale Tim Schafer con protagonista un motociclista.

CENTAURI VIDEOLUDICI… 

Il mondo dei videogiochi non sembra mai essersi interessato particolarmente alla figura del motociclista, fatta ovviamente eccezione per i racing game sportivi, siano essi simulativi o titoli prettamente arcade. Tra i primi videogiochi con protagonista un biker troviamo Full Throttle, un’avventura grafica pubblicata da LucasArts nel lontano 1995 (successivamente rimasterizzata nel 2017) e realizzata da Tim Schafer, vero e proprio guru del genere, nonché una delle menti creative più geniali del settore. L’anno precedente Konami, sulla scia del successo della serie animata, portava su SNES Biker Mice from Mars, un divertente gioco di moto che nel 2006 si arricchirà di un disastroso seguito pubblicato su PlayStation 2 e Nintendo DS. Chi ha qualcosa in comune con Deacon è il cacciatore di taglie Jack Wade, protagonista di Headhunter, interessante action adventure pubblicato su Dreamcast e PlayStation 2 nel 2001, salvo poi deludere le aspettative tre anni più tardi con il sequel Headhunter Redemption.  

In tempi più recenti il quarto capitolo della serie GTA si è arricchito dell’espansione The Lost and Damned, incentrata sulle vicende criminali di una gang di motociclisti. Rockstar si è poi ripetuta qualche anno più tardi, inserendo nel suo blockbuster GTA V un update gratuito dedicato a GTA Online, Bikers, con cui formare una propria gang, acquistare delle club house e dedicarsi alle attività più disparate, dalle corse a bordo di potenti chopper a occupazioni decisamente meno legali. Non tutti i centauri videoludici però sono stati protagonisti di titoli di successo, come nel caso di Jake Conway in Ride to Hell: Retribution, un titolo mal riuscito sotto ogni punto di vista. Ben più recente è invece Road Redemption (sequel spirituale di Road Rush), un gioco di moto spiccatamente arcade dove armati di tutto punto bisogna farsi strada tra gli avversari a suon di armi bianche. Molta violenza ma poca sostanza, tanto da strappare giudizi poco al limite della sufficienza e pareri non troppo esaltanti da parte del pubblico.  

Grazie al cielo ci hanno pensato alcune icone targate PlayStation a ridare lustro alla categoria, su tutti Crash Bandicoot e le sue scorrazzate in moto nel terzo capitolo, Lara Croft in Tomb Raider Legend e Cloud in Final Fantasy VII

E se al posto di Deacon St. Johnn ci fosse stato Jackson “Jax” Teller di Sons of Anarchy?

… E HOLLYWOODIANI 

Dal canto suo anche Hollywood ha portato sul grande schermo bikers e film a tema divenuti poi dei cult in ambito cinematografico. Il selvaggio ed Easy Rider rappresentano di fatto i classici che ogni appassionato di due ruote dovrebbe guardare almeno una volta nella vita. A entrare nel mito sono stati anche personaggi protagonisti di sequenze a bordo di una moto, come il leggendario Steve McQueen ne La grande fuga o il cazzuto Arnold Schwarzenegger nel secondo capitolo di Terminator. Come non citare Ghost Rider, tratto dall’omonimo fumetto Marvel, la dissacrante commedia Svalvolati on the road basata sulle (dis)avventure di quattro vecchi amici durante un viaggio in moto verso la California, o il tamarissimo Torque – Cricuiti di fuoco che è a tutti gli effetti la versione su due ruote dell’altrettanto caciarone Fast and Furious

Il fascino selvaggio di una figura così estrema è stata inoltre riproposto a più riprese anche sul piccolo schermo. Negli anni ’90 Renegade ha intrattenuto milioni di persone e fatto innamorare eserciti di ragazzine e casalinghe grazie alla presenza di Lorenzo Lamas nei panni di un biker che dà la caccia ai criminali. Belloccio, inseparabile dalla sua moto, di professione cacciatore di taglie e terribilmente incavolato per la morte dell’amata ragazza, vi ricorda qualcuno? Figure più recenti come Daryl Dixon di The Walking Dead e l’intera cricca di Sons of Anarchy hanno contribuito a rafforzare l’idea del centauro violento e pronto a tutto pur di difendere i colori della gang di appartenenza. Proprio questi due serial televisivi sembrano avere grandi attinenze con Days Gone: il primo per via del contesto post-apocalittico su cui si sviluppano i due filoni narrativi, il secondo invece per la rappresentazione accurata di alcune dinamiche riprese dal mondo dei bikers, con Deacon che non avrebbe di certo sfigurato al posto di Jackson “Jax” Teller e viceversa. 

Chiudiamo la parentesi cinematografica-televisiva prendendo in esame due serie animate che negli anni ’90 hanno intrattenuto invece un’intera generazione di bambini e adolescenti, Biker Mice from Mars e Street Sharks – Quattro pinne all’orizzonte. Se questi nomi non vi dicono niente probabilmente o siete troppo giovani o avete avuto un’infanzia poco felice: il primo cartoon era incentrato sulle adrenaliniche avventure di tre topi motociclisti provenienti da Marte, il secondo vedeva quattro adolescenti essere trasformati in squali da uno scienziato pazzo, salvo poi rifarsi con gli interessi sfrecciando tra l’altro a bordo di velocissime moto.  

Days Gone
Uno dei momenti più toccanti di Days Gone è quello incentrato sulla relazione tra Deacon e sua moglie Sarah.

PREGIUDIZI SU DUE RUOTE

In questo speciale ci siamo soffermati unicamente sullo stereotipo del biker americano ma ovviamente non tutti i club motociclistici e i centauri hanno fedine penali sporche o fanno della violenza la loro ragione di vita. Basti pensare alla toppa dell’1% di cui vi abbiamo parlato prima, che indicherebbe come il 99% dei motociclisti sia rispettoso delle leggi; difficile stimare una giusta proporzione o quantificare il numero esatto degli app ma la provocativa percentuale tirata fuori dagli Hells Angel riesce comunque a darci un’idea su quanto sia sbagliato additare tutti i bikers come incalliti criminali. Nel corso degli anni i motociclisti hanno contribuito a portare avanti anche sani valori come la fratellanza e uno stile di vita incentrato sul viaggiare, una parentesi libera e distaccata da una società moderna troppo spesso sedentaria. In tal caso anche l’industria dei videogiochi potrebbe tentare di proporre titoli in cui i motociclisti non vengano raffigurati alla solita maniera, anche se per molti potrebbe essere difficile rinunciare a storie che ritraggono personaggi violenti e abietti alle regole.

Va però sottolineato come lo storyboard dietro Days Gone non esula dal dipingere il protagonista e i suoi comprimari seguendo un certo stereotipo; d’altronde Deacon è un ex-cacciatore di taglie dedito alla violenza e poco incline al seguire le regole, ma ciò è solo una parte delle sfaccettature che fanno parte del suo carattere. In un video di poche settimane fa riguardante il matrimonio tra Deacon e la moglie Sarah, emerge anche il lato più emotivo del motociclista, restituendoci un protagonista segnato dal dolore causato dalla dipartita della moglie, verosimilmente più umano e sensibile. Ma il dualismo interiore tra bene o male è uno dei punti centrali di Days Gone, dove vedremo anche il cacciatore di taglie intento a rischiare la propria vita per salvare quella degli altri, ad esempio aiutando i vari accampamenti sparsi lungo la mappa di gioco. Che sia la figura di Deek a riscattare i pregiudizi, cliché e stereotipi che da anni aleggiano sulla figura del biker?  

Per scoprirlo non ci resta che aspettare il prossimo 26 aprile, quando Days Gone sarà disponibile sul mercato in esclusiva su PS4. Come sempre vi diamo appuntamento al prossimo articolo, e vi ricordiamo che nell’hub dedicato troverete news, filmati, approfondimenti, speciali e molto altro ancora dedicato al nuovo progetto dagli autori di Syphon Filter.