5 videogiochi di cui (forse) non vedremo mai un seguito

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THE ORDER 1887

“Ciò che poteva essere e poi non lo è stato”, recitava un brano di qualche anno fa. La grande occasione di Ready at Dawn, premiata da Sony dopo i buoni risultati ottenuti con i due spin-off di God of War per le console portatili PlayStation.

Eppure, nonostante una realizzazione tecnica da capogiro per quegli anni e un immaginario straordinariamente dettagliato, qualcosa è andato storto nella produzione del primo grande progetto del giovane studio statunitense. Il titolo portava con sé delle aspettative altissime, ma la scarsa longevità e il riciclo di alcune meccaniche con i Lycan, oltre a una quantità troppo consistente di cut-scene in rapporto alle (poche) fasi di gioco vere e proprie, hanno condotto The Order 1886 a una disfatta totale.

Le recensioni poco lusinghiere e la furia del pubblico abbattutasi sul gioco ancor prima del lancio, hanno portato il publisher nipponico a rivedere i piani per il brand. Il progetto, chiaramente a lungo termine considerato il suo finale aperto, è stato messo in standby e il fatto che la software house si sia messa a lavorare su altri titoli minori e soprattutto multipiattaforma, lascia intendere che non vi sono piani immediati per un ritorno di Sir Galahad e soci.

A mente fredda, date le enormi potenzialità che la narrazione e l’universo ideati da Ready at Dawn potrebbero offrire, sarebbe un vero peccato se non venisse concessa al titolo una seconda chance. Chissà che Sony un giorno non ripeschi la proprietà intellettuale, magari affidandola a un team interno di fiducia come Sony Santa Monica o Sucker Punch; per il momento, però, la Londra steampunk partorita dalla mente di Ru Weerasuriya e il nostro Andrea Pessino è ferma al 1886.

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