La pesante eredità Nintendo: 30 anni di innovazioni racchiusi all’interno di Switch

Nintendo Switch

È innegabile che Switch sia un progetto estremamente importante per Nintendo: la console arriva in un periodo in cui l’evoluzione delle macchine da gioco corre sempre più in fretta introducendo versioni rivedute e potenziate, alla ricerca di un primato nelle vendite che, oggi più che mai, sembra passare quasi esclusivamente dalla potenza di calcolo a disposizione. La grande N, invece, sceglie saggiamente di guardare al passato, cercando di imparare da sé stessa e da tutto ciò che ha saputo creare e inventare per il mondo dei videogiochi.

Attraverso le parole di Shinya Takahashi, durante la conferenza di presentazione di Nintendo Switch è stata mostrata l’importanza del percorso che la casa di Kyoto ha intrapreso ormai da anni, introducendo di volta in volta novità talmente importanti da segnare in qualche modo un punto di svolta e infiggere, ancora una volta, un’altra pietra miliare nella lunga strada percorsa in più di trent’anni.

Switch porta con sé infatti una pesante eredità che possiamo trovare andando a scavare nella struttura a doppia elica del suo DNA. Vogliamo quindi portarvi con noi in un viaggio alla (ri)scoperta delle innovazioni che hanno portato Nintendo a essere quella che è oggi, e quello che sarà Switch domani. Cominciamo.

Nintendo Famicom

Conosciuto in Europa come Nintendo Entertainment System, NES o semplicemente “Nintendo”, Famicom è la prima home console di Nintendo capace di sfidare e vincere una crisi del mercato videoludico che, al tempo, sembrava insuperabile.

Quello che Switch prende in prestito dal Famicom sono i due controller inseriti nella console.

Sebbene le versioni vendute in Europa e in America fossero infatti totalmente differenti come aspetto, l’hardware originale giapponese presentava due controller integrati nel corpo della console. Di recente è stata realizzata la tanto ricercata versione Classic Mini, che sembra stia riscuotendo lo stesso successo del suo antenato con più di trent’anni sulle spalle. Sì, i due controller del Famicom sono esattamente al loro posto, e sono davvero minuscoli!

Game Boy

Inutile negare che quando si parla di console portatili, il primo posto assoluto spetta per forza di cose a Nintendo. Sia che si parli di Game Boy o del più recente DS, le macchine tascabili della casa di Kyoto hanno sempre avuto un incredibile successo, iniziato proprio con il piccolo mattoncino Nintendo.

Quello che Switch prende in prestito dal Game Boy è la possibilità di essere utilizzata come console portatile.

Venduto insieme a Tetris, è stato capace sin dal suo lancio nel lontano 1989 di diventare sinonimo di portabilità grazie alle dimensioni contenute e alla lunga durata delle batterie. Per anni ha saputo accompagnare in viaggio ogni giocatore incapace di staccarsi dalla TV di casa, trasportandolo in macchina, in treno, in aereo e ovviamente a scuola… Era davvero impossibile non rimanere affascinati da quel suo piccolo schermo verde e dalla capacità di connettersi a un altro Game Boy per sfidare gli amici.

Super Famicom

Conosciuto in Europa e Stati Uniti come Super Nintendo, la console 16-bit aveva le porte spalancate grazie al successo del precedente NES, ma ha dovuto comunque vedersela contro un avversario agli inizi sottovalutato e la sua velocissima mascotte blu.

Quello che Switch prende in prestito dal Super Famicom è la possibilità di utilizzare un singolo Joy-Con come fosse un controller completo, dotato di tutti i tasti principali.

Per competere contro la crescente diffusione del SEGA Mega Drive, ecco che il Super Nintendo arriva nelle nostre case con un pad a prova di qualsiasi gioco: i soli tasti A e B erano ormai troppo stretti per videogiochi sempre più complessi come quelli in uscita all’epoca… Ecco che fanno così la comparsa altri due tasti, per gli amici X e Y, che portano anche all’introduzione dei dorsali L e R.

Se sono ancora uno standard al giorno d’oggi, bisogna certamente ringraziare Nintendo.

Nintendo 64

Altro standard introdotto da Nintendo è l’immancabile stick analogico. Non esiste al giorno d’oggi un pad senza di esso. Da quando la grafica e i mondi 3D hanno imparato a ritagliarsi il loro spazio all’interno delle cartucce e dei CD, è stato fondamentale trovare un sistema di controllo capace di farci percepire quella dimensione in più degli scenari, ed è toccato a Nintendo realizzare quello strano joypad dotato del primo stick analogico al mondo.

Quello che Switch prende in prestito dal Nintendo 64 è la presenza dello stick analogico, tanto nei Joy-Con quanto nel Pro Controller venduto separatamente, e il supporto alla vibrazione.

Grazie alla porta di espansione presente nel pad, Nintendo introdusse infatti il Rumble-Pack, piccolo dispositivo capace di fornire un feedback aptico al giocatore tramite la vibrazione. Un’altra feature oggi riconosciuta come uno standard irrinunciabile.

GameCube

Shinya Takahashi ci svela che già prima del nuovo millennio, durante lo sviluppo del GameCube, Nintendo aveva preso in considerazione di realizzare una console da casa che però potesse anche essere trasportata con una certa facilità con sé.

Quello che Switch prende in prestito da GameCube è proprio la possibilità di essere trasportata facilmente.

Purtroppo, almeno per quanto riguarda la console cubica, la casa di Kyoto era un po’ troppo in anticipo rispetto ai tempi, e così Nintendo si limitò a inserire nel retro di GameCube quella piccola e curiosa maniglia nera che lo rendeva, di fatto, facilmente trasportabile (anche se non propriamente “portatile”).

Sarà anche inutile, ma noi l’adoriamo incondizionatamente.

Nintendo DS

Due schermi, di cui uno dotato di un touchscreen, ed è proprio lo schermo sensibile al tocco che ha caratterizzato il successo della console giapponese.

Quello che Switch prende in prestito da Nintendo DS è chiaramente la presenza del touchscreen, che questa volta è di tipo capacitativo e multi-touch, con tanto di pennino nascosto sul retro dell’unità principale.

Ah, quanti chilometri avranno percorso i piccoli Stylus del DS prima di essere poi riposti nel loro alloggiamento. Quanti giochi hanno tratto vantaggio da quel piccolo pennino, e quanti ancora potremmo controllarne su Switch attraverso il suo schermo, ben più ampio di quello del piccolo DS.

Wii

Così semplice da sembrare naturale, il tutto grazie al Wii Remote. Mai prima d’ora una semplice periferica era stata capace di far giocare e divertire persone di tutte le età davanti a uno schermo, insegnando loro a fare cose che avevano già fatto miliardi di volte, ma mai immaginandole sotto un profilo prettamente ludico.

Quello che Switch prende in prestito da Wii sono i sensori di movimento, il giroscopio e tante altre piccole tecnologie che permetteranno di utilizzare i due Joy-Con in modo naturale, attraverso gesti e movenze semplici.

Azzerate le curve di apprendimento: immediatezza e semplicità hanno infatti contraddistinto da subito i giochi del catalogo Wii che, grazie all’innovativo controller, ci hanno fatto alzare dal divano chissà quante volte (senza dimenticare i Wiimote lanciati accidentalmente contro le TV di casa) immaginando il nostro tappeto diventare un verde campo da golf o la rossa terra battuta del campo da tennis.

Wii U

L’ultima console di Nintendo (se escludiamo il Nintendo Classic Mini: NES) lascia al suo successore il pesante testimone dato dalla capacità di portare il gioco fuori dal contesto del televisore.

Quello che Switch prende in prestito da Wii U è la possibilità di essere indipendente, di poter fare a meno di una TV a piacimento, di diventare portatile all’occasione ma di poterci far godere dei benefici del grande schermo nella comodità del nostro divano preferito.

Il concetto di base di Wii U viene però portato agli estremi in questo caso, rompendo le limitazioni precedenti del pad legato alla sua console attraverso l’invisibile filo della portata del segnale wireless. Con Switch non ci saranno più limiti di questo tipo. Aggiungiamo inoltre il pieno supporto agli Amiibo, oramai immancabili compagni di gioco di qualsiasi periferica Nintendo.

Virtual Boy

Tuttavia, c’è un grande assente (ma giustificato) che non è stato nominato a causa dell’apparente mancanza di stimoli da parte di Nintendo verso il mondo della realtà virtuale su Nintendo Switch.

Nonostante sembri che l’interesse verso questa tecnologia sia in aumento, al momento infatti non ci sono né voci di corridoio né speculazioni sulla possibilità che la prossima console dell’azienda giapponese possa includere un qualsiasi supporto a periferiche VR. Nintendo vuole continuare a farci giocare nel modo migliore che ci sia, e sembra proprio che per i designer sia quello classico che da sempre ci hanno saputo regalare. Come dargli torto!

Concludiamo questa analisi con un piccolo ma doveroso pensiero a Satoru Iwata, vera icona (insieme a Shigeru Miyamoto) del marchio Nintendo.

Per la prima volta dopo tanti anni, Iwata non potrà accompagnarci al lancio di una nuova console Nintendo. Ci sarebbe veramente piaciuto assistere al suo unboxing di Switch, anche questa volta con quei guanti bianchi che tanto lo facevano sentire come il suo amato Mario. A noi piace ricordarlo così:

Nintendo Switch sarà disponibile dal 3 marzo in Europa, al prezzo di 329.99 euro. Visitate il nostro hub per tutti gli aggiornamenti sulla nuova console Nintendo.

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