The Time Machine – La storia di God of War

The Time Machine: God of War

Dopo anni di speculazioni su quello che sarebbe stato il futuro della saga, conclusasi con un capitolo neanche troppo entusiasmante, finalmente all’E3 del 2016 Sony Santa Monica Studios portò al pubblico il primo trailer del nuovissimo God of War.

Il titolo, che uscirà questo 20 aprile in esclusiva per le console PlayStation, stravolge il mondo e il gameplay a cui eravamo abituati, introducendoci alle fredde terre norrene e presentandoci nuovi mostri ed esseri maestosi tipici di una mitologia tutta da scoprire, e uccidere in modi completamente differenti.

In questa seconda puntata di The Time Machine vi porteremo indietro nel tempo, ripercorrendo l’epica storia di Kratos e della sua guerra contro gli déi olimpici. In attesa del nostro consueto video che sarà disponibile dalla giornata di domani, di seguito troverete tutto ciò che c’è da sapere sul terribile e sanguinario mondo del franchise God of War.

LA SERIE

La saga God of War conta un totale di ben sette capitoli, escludendo quello in arrivo. Tutti canonici, due di questi sono inizialmente usciti su console portatili, facendo in un secondo momento la loro comparsa anche su quelle da tavolo di casa Sony. Tutti gli episodi sono stati pubblicati solo per PlayStation, andando a confermarsi come una delle esclusive di punta del colosso giapponese. Uno di questi, inoltre, è stato pubblicato unicamente per mobile, passando in sordina e senza suscitare troppo clamore.

Considerando un arco di tempo che va dal lontano 2005, quando Kratos uccise Ares per la prima volta, all’ultima Remastered di God of War III uscita nel 2015, la saga videoludica più violenta di sempre ha piazzato qualcosa come 21.5 milioni di unità vendute in tutto il mondo, tra episodi più memorabili e capitoli non riuscitissimi.

GOD OF WAR

Piattaforme: PlayStation 2
Data di lancio: 8 luglio 2005

Il primo capitolo fece rimanere tutti a bocca spalancata per il suo modo di raccontare un’avventura epica. La storia narrava di un mortale, uno spartano, che per vendicarsi del torto subito decise di uccidere, grazie all’aiuto della dea Atena, il terribile Ares, signore della guerra. Questo tematica della vendetta fu poi il filo conduttore di tutta l’eptalogia ambientata nella Grecia arcaica.

Il titolo si presentava come un hack ‘n’ slash, ovvero una tipologia di gioco che prevede combattimenti basati su lunghe combo repentine e schivate al limite. Un gameplay che in quel periodo spopolava tra gli sviluppatori, basti pensare a Devil May Cry e Ninja Gaiden, due brand che, insieme al nostro God of War, posarono le basi per un genere completamente nuovo. Telecamera fissa e visuale in terza persona erano gli elementi cardine del prodotto di Sony Santa Monica, elementi che permettevano al giocatore di avere una visione d’insieme totale in un mondo dove ogni errore può essere fatale. Le armi inoltre possedevano un sistema di progressione che permetteva di aumentare i danni inflitti o sblocco determinate peculiarità. Maggiore era l’abilità del giocatore nel combinare le mosse, più il gioco premiava con sfere di sangue, salute o magia, un sistema che fece da colonna portante a tutta la saga.

La cosa che certamente attirò molti giocatori era la possibilità di confrontarsi con un numero incredibile di creature prese direttamente dalla mitologia greca. Minotauri, arpie e ciclopi componevano neanche un quarto del pantheon mostruoso utilizzato da qui fino all’ultimo capitolo. Il merito del creatore David Jaffe fu quello di essere in grado di amalgamare una storia che, pur non essendo minimamente fedele a livello storico, riusciva a stupire il giocatore, confezionando un’epica quasi al pari delle due opere omeriche. Un èpos vero e proprio che cominciava col finale per poi ripartire dall’inizio delle peripezie del Fantasma di Sparta. La battaglie, tra cui quella contro lo stesso Ares, offrirono scene davvero maestose che tutt’oggi sono ben impresse nella mente dei fan del franchise. Le battaglie potevano essere combattute in diversi modi e, solamente per questo capitolo, gli déi ricompensarono Kratos per le sue peripezie donandogli magie e oggetti. Oltre alle Lame del Caos, infatti, l’eroe aveva poteva usare la Spada di Artemide, donata dall’omonima divinità, o magie come l’Ira di Poseidone, donata dal dio del mare. Continuando a infliggere danni, Kratos poteva riempire una speciale barra che gli consentiva di attivare l’Ira degli Déi, la quale potenziava notevolmente gli attacchi.

Tuttavia God of War era ancora un campo di prova, nonostante sia il migliore della saga su Metacritic con un punteggio di 94/100. Lo dimostra il fatto che alla fine Kratos, neo-dio della guerra, è intento a osservare conflitti temporalmente molto più vicini a noi che a uno spartano. Probabile che il gioco fosse stato pensato per essere un progetto auto-conclusivo, ma col senno di poi si è visto che il successo non si fece attendere e con lui un secondo capitolo.

GOD OF WAR II

Piattaforme: PlayStation 2
Data di lancio: 2 maggio 2007

Dopo aver preso il posto di Ares, Kratos, potente delle sue nuove abilità, si scaglia contro Rodi per conquistarla in nome di Sparta. Tuttavia a mettere i bastoni tra le ruote arriva Zeus che lo debilita temporaneamente, privandolo di ogni potere. Comincia così una forsennata caccia all’uomo che porterà il nostro personaggio a recarsi dalle Parche in modo da tornare indietro nel tempo e sconfiggere Zeus.

In God of War II fanno finalmente la loro comparsa Cory Balrog e Stig Asmussen, due designer che daranno la raddrizzata finale al concept dietro alla saga, portandolo alla definitiva consacrazione. Gli scenari colossali e misteriosi qui diventano l’ambientazione base del titolo, un mondo completamente diverso dall’episodio di due anni prima, ma che comunque rimane fedele al contesto mitologico. Fanno la loro comparsa altre creature e i combattimenti contro boss unici aumentano considerevolmente, aggiungendo personaggi cardine dei racconti greci come il possente Teseo, il rapido Perseo e lo sfortunato Icaro. Compare anche l’unica creatura totalmente estranea a questo mondo, il Kraken, il quale finisce squarciato in due da un ponte mobile.

Il gameplay finalmente si consolida, introducendo combo frenetiche e armi e magie nuove. Il giocatore quindi ha nuove e terribili possibilità che gli permettono di avere la meglio su ogni nemico e per certi versi permettendo la personalizzazione dello stile di combattimento di ogni giocatore. Chi predilige un’arma pesante dai danni elevati può buttarsi sul Martello del Barbaro, chi preferisce movimenti più rapidi può utilizzare le Lame di Atena, l’arma principale che qui cambia nome pur mantenendo sia la forma che il classico moveset fatto di schiacciate in aria e terribili montanti. Da questo capitolo in poi, nessun dio avrà la grazia di donarci oggetti unici e speciali e quello che otterremo sarà solo dopo un feroce scontro, come la Testa di Euriale, staccata dal corpo della gorgone. La barra dell’ira qui cambiò definitivamente: se prima era necessario riempirla totalmente, ora si può attivare in qualsiasi circostanza. Saranno presenti inoltre molti più QTE e cambi nel combattimento, come quello durante il volo con Pegaso. Infine ai boss è stata tolta la barra della vita, un ostacolo che proibisce qualsiasi distrazione fino alla fine.

I capitoli principali tuttavia subiscono un lieve arresto e prima di scoprire come va a finire il titanico scontro con gli déi occorrerà aspettare altri tre anni. Nel mentre Sony stuzzicherà i giocatori proponendo due spin-off che arricchiranno la storia di Kratos e ripubblicando il primo e il secondo capitolo in versione rimasterizzata per PS3 nel 2009.

GOD OF WAR: BETRAYAL

Piattaforme: Mobile
Data di lancio: 20 giugno 2007

God of War: Betrayal non è certamente un titolo che tutti conoscono, questo perché la sua distribuzione è avvenuta esclusivamente su mobile. Eppure la trama di questo breve gioco non è futile, anzi introduce agli eventi di God of War II e spiega per quale motivo Zeus tradisca Kratos durante la battaglia di Rodi.

Il gameplay è vicino agli altri giochi, con moveset frenetici che si addicono al Fantasma di Sparta. Tuttavia creare un titolo mobile di un certo tenore e con grafiche 3D al tempo era abbastanza difficile. Per questo motivo il tutto si riduce a un platform sulla falsariga dei primi Prince of Persia o di un classico Castlevania. Anche in questo caso è presente un sistema di progessione e potenziamento, minato però da un esiguo numero di armi a disposizione.

GOD OF WAR: CHAINS OF OLYMPUS

Piattaforme: PlayStation Portable
Data di lancio: 28 marzo 2008

Nato dalla collaborazione tra Santa Monica Studio e Ready at Dawn, questo fu il primo capitolo a sbarcare inizialmente per la console portatile di casa Sony. Come già detto, God of War: Chains of Olympus si tratta un prequel spin-off: le gesta infatti sono ambientate persino prima del primo capitolo ed è qui che Kratos si abbellirà del titolo di uccisore di dèi. Secondo la cronologia, Ares non sarebbe il primo olimpico a essere stato sconfitto da un mortale, ma bensì Persefone, regina degli Inferi e moglie di Ade, che aveva complottato contro le divinità, rapendo Helios e tentando di oscurare per sempre il cielo in una notte eterna.

Con un gameplay ormai consolidato, le due case di sviluppo hanno voluto portare la saga su PSP: una proposta che però non ha suscitato interesse nel pubblico, se non per gli appassionati e per i possessori della piattaforma portatile, anche a causa di una longevità piuttosto breve e una scarsa differenziazione del gameplay. Questi limiti non hanno scoraggiato la critica, che ha accolto positivamente il capitolo ottenendo persino il premio da parte di IGN come “miglior titolo d’azione per PSP”, insieme a tanti altri riconoscimenti.

GOD OF WAR III

Piattaforme: PlayStation 3
Data di lancio: 17 marzo 2010

Finalmente dopo tre lunghi anni di attesa, il 17 marzo del 2010 esce il tanto agognato God of War III, il capitolo finale che avrebbe chiuso un ciclo di sangue e vendetta che andava avanti da ben cinque anni. Considerato da molti come il capitolo più violento di sempre, con morti spettacolari e brutali (non che ci si aspettasse di meno dall’ex-dio della guerra), è anche quello che ha venduto più copie in assoluto, probabilmente complice il successo che la saga ha raggiunto col tempo, ottenendo moltissime nomine da parte di diverse istituzioni. Un capolavoro globale, quello concepito dal director Stig Asmussen.

Lo scontro finale tra titani e déi dell’Olimpo si disputò su PlayStation 3. Ciò permise agli sviluppatori di spingere molto di più per quanto riguarda il comparto grafico, compiendo un immenso balzo rispetto al passato, con un sistema di ombre più nitide e contorni meno sfumati che risultarono il tassello mancante per apprezzare appieno la gloria dello spartano. Vennero introdotti anche dettagli minimi ma che nell’insieme suscitavano ammirazione e stupore: colpire le creature più grandi ora non si riduceva a far scattare un’animazione del sangue che guizzava via, ma il danno inflitto era finalmente tangibile attraverso la creazione di profonde ferite nelle carni nemiche. Furono inoltre aggiunti molte armi, talismani e oggetti speciali unici e iconici, come i Cestus di Nemea che Kratos rubò a Ercole prima di ridurre il viso di quest’ultimo a un frullato.

Altro grande particolare è che questo episodio collegò le storyline dei giochi precedenti tra di loro, con gli déi che finalmente cercavano vendetta per quanto successo in passato. Ade, poco prima del suo scontro, piangeva la sua amata Persefone, rivolgendosi a Kratos con un lamento colmo d’ira. Poco prima di essere di essere decapitato a mani nude dal Fantasma di Sparta, Elio implorava pietà, ricordando gli eventi di Chains of Olympus. Non poteva certo mancare Zeus, deciso a mettere fine a quel disordine lasciato da Kratos, salvo poi ritrovarsi privo di vita in seguito a una raffica di pugni del prode Kratos. Lo spartano poté avvalersi di tutti gli strumenti acquisiti durante l’avventura del secondo capitolo, come le ali di Icaro, che permettevano al personaggio di schivare a mezz’aria.

Dopo aver lasciato il mondo nel caos, Kratos si rende conto che tutto ciò che ha fatto è stato inutile e decide per questo motivo di sacrificarsi. God of War III si conclude misteriosamente con la dipartita dell’antieroe greco. E a quel punto la saga si ferma definitivamente, con i due episodi successivi che faranno semplicemente da filler alla storia del guerriero più brutale di sempre.

GOD OF WAR: GHOST OF SPARTA

Piattaforme: PlayStation Portable
Data di lancio: 2 novembre 2010

Di nuovo Ready at Dawn e Santa Monica tentarono di far breccia nel mercato, ormai morente, di PSP. La fetta di giocatori della console portatile di casa Sony era drasticamente diminuita e ciò non giovò al titolo. God of War: Ghost of Sparta si interpose tra God of War e Betrayal mettendo in risalto la tematica del rispetto fraterno. Il giocatore scoprì che il nostro benamato Kratos aveva un gemello, Deimos, con una voglia a spirale sulla sinistra, molto simile al tatuaggio del protagonista. Costui era prigioniero di Tanato, signore della morte, in quanto, secondo la profezia, uno spartano con una macchia a spirale avrebbe rovesciato l’Olimpo. Per paura di veder il suo regno crollare, Zeus fece rinchiudere Deimos, commettendo un errore grossolano.

Fortunatamente la regia di Cory Balrog salvò il titolo grazie a una storia completamente nuova, che per una volta non fu solo un vortice di sangue e budella, ma offrì tematiche più profonde e sentimentali. God of War: Ghost of Sparta arrivò successivamente su console da tavolo in una edizione rimasterizzata che comprendeva anche l’altro episodio per PSP.

GOD OF WAR: ASCENSION

Piattaforme: PlayStation 3
Data di lancio: 13 marzo 2013

Il franchise, ormai orfano sia di Jaffe che di Balrog e Asmussen, tentò di ritornare sulla scena sfruttando quella che era una versione leggermente migliorata del motore grafico del terzo episodio. God of War: Ascension è collocato temporalmente proprio all’inizio dell’epopea, ma sfortunatamente non riuscì a soddisfare totalmente la critica, che riscontrò in questa nuova avventura un’opera dalla scarsa originalità.

Nonostante proponesse combattimenti in linea agli episodi precedenti e una storia alquanto sentimentale (poiché avveniva subito dopo il tradimento di Ares), Ascension non riuscì a conquistare i fan della serie di Santa Monica, che provò inoltre ad aggiungere il comparto multiplayer nel tentativo di rinnovare l’interesse intorno alla saga, senza tuttavia riuscire a creare una formula interessante. A livello narrativo, quella di Ascension è un’avventura che permette finalmente di entrare nell’animo di un guerriero dilaniato dal tradimento e della perdita di moglie e figlia, con una serie di eventi che permetteranno a Kratos di trovare finalmente la pace. Da allora, il brand sparì dai radar e non si seppe più nulla su un nuovo capitolo della saga.

ASPETTANDO GOD OF WAR (2018)

Piattaforme: PlayStation 4
Data di lancio: 20 aprile 2018

Con il ritorno in pompa magna di Cory Balrog, il nuovo God of War ci conduce in un fredda e sconosciuta landa nordica, piena di troll e altri mostri della cultura norrena.

Kratos è tornato, con una barba più folta e un figlio, Atreus, e per l’occasione abbandona le sue iconiche Lame del Caos a favore di una nuova arma che meglio si sposa con la nuova visuale posizionata dietro alle spalle del nostro protagonista: si tratta del Leviatano, un’ascia magica capace di tornare nelle mani del padrone come il Mjolnir di Thor. Insieme, la coppia padre-figlio dovrà cimentarsi in un viaggio oscuro, irto di pericoli e ristabilire l’ordine in una terra caotica, di cui vi parleremo nel dettaglio nella nostra recensione di God of War in arrivo il 12 aprile alle ore 09:01! Restate sintonizzati!

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