Fade to Silence

Fade to Silence

Da Black Forest Games arriva un nuovo gioco di ruolo dalle tinte survival.

Quando si pensa a uno scenario post-apocalittico, spesso e volentieri si lascia spazio all’immaginazione, che si fa largo tra contaminazioni, virus, zombie e così via. Questa volta, però, lo scenario è molto più vicino a noi: provate a chiudere gli occhi e a immaginare un gelido torpore che vi attraversa il corpo, e la sensibilità che mano a mano viene a mancare fino a farvi affievolire, per poi risvegliarvi bruscamente avvolti da tentacoli corrotti.

Stiamo parlando di Fade to Silence, un gioco di ruolo dalle tinte survival (a tratti horror) sviluppato da Black Forest Games e prodotto da THQ Nordic, che pur non introducendo nulla di nuovo nel panorama videoludico, riesce a fondere vari aspetti che lo rendono interessante, ricco sia di aspetti positivi, che, purtroppo, negativi. Scopriteli nella nostra recensione.

Fade to Silence

VIVERE O SOPRAVVIVERE

Da secoli, l’uomo e le sue credenze (religiose e non), hanno portato a una costante ricerca della verità, dando luogo a scenari diversi; l’interrogativo principale, però, è sempre stato uno: esiste la vita dopo la morte? In questo caso sarà Ash a scoprirlo sulla sua pelle, in seguito a un risveglio tutt’altro che piacevole: ci ritroveremo accasciati al suolo di una cripta, circondati da piccole fiamme che non scaldano l’ambiente ma presagiscono qualcosa di tetro. Infatti, veniamo “risvegliati” da un demone, che d’ora in poi diverrà padrone della nostra vita.

Una volta ripresa coscienza, inizieremo a muovere i primi passi e a prendere familiarità coi classici comandi di movimento e direzione fino ad arrivare ai primi scontri, che essenzialmente avranno solo il fine di introdurre il sistema di combattimento, molto basico e fin troppo essenziale. Una volta terminato questa sorta di prologo, tutto inizierà ad avere un senso. Abbandonata l’atmosfera corrotta che caratterizzava questa prima fase di gioco, ci ritroveremo di fronte a una triste verità: il nostro villaggio è stato distrutto, e saremo, insieme a nostra figlia, gli unici superstiti in quel breve raggio d’azione. L’impatto all’infuori di quel che resta del villaggio, però, è molto diverso da quel che ci si aspettava, poiché ci troveremo di fronte a un’infinita e gelida distesa bianca, macchiata dalla corruzione.

Entrando più nello specifico, tutti i tasselli del puzzle iniziano subito a prendere il loro posto, poiché gli obiettivi e le circostanze non lasciano molto spazio all’immaginazione. Infatti, anche se il primo incontro con quella sorta di demone ci sembrava strano, in realtà pare essere l’unica vera spiegazione che muove il filone logico della narrazione: nel momento in cui ripuliamo il primo nido che origina i nemici (tramite QTE fin troppo semplici), ci rendiamo conto che Ash assorbe di fatto la loro stessa energia, rendendo dunque essenziale la convivenza con lo stesso demone. È chiaro, dunque, che siamo gli unici esseri in grado di ripulire gli avamposti ed estirpare i tentacoli della corruzione.

Abbandonati dunque a noi stessi, inizieremo ad immergerci subito nel vivo del gioco, mossi da un unico grande obiettivo: “sopravvivere e scoprire il passato”; per farlo, sarà ovviamente necessario partire all’esplorazione.

Fade to Silence

“TORNO SUBITO!”

Un aspetto fondamentale di Fade to Silence è il modo in cui lo si vuole vivere e affrontare, dato in primis dalla difficoltà scelta: Esplorazione o Sopravvivenza. La differenza fra le due è essenziale: se si decide di giocare in modalità Sopravvivenza, dovremo fare i conti non solo con il gelo spietato e mostri letali, ma con la tanto temuta permadeath, visto che il numero di morti è molto limitato; ad aiutarci, in questo caso, ci sarà il circolo del tormento, ovvero una serie di benedizioni e benefici, ma anche di maledizioni in caso in cui si decida di reincarnarsi (le benedizioni, nel caso, verranno azzerate).

Molto più semplice invece è la difficoltà esplorazione, poiché il freddo e le tempeste di gelo sono molto più semplici da sopportare, e il numero delle vite è infinito; per bilanciare l’esperienza di gioco, non si potrà però accedere al circolo del tormento. Questa caratteristica rende dunque chiaro il concetto che Fade to Silence goda, di fatto, della capacità di poter essere approcciato in modi completamente diversi, anche contemporaneamente, e su qualsiasi aspetto lo riguardi.

In primis, per quanto riguarda il combattimento (che è anche una delle caratteristiche che avremo modo di scoprire fin da subito), bisogna dire che, seppur sia molto basico ed essenziale, permette diverse soluzioni a seconda delle fasi di gioco. Se stiamo esplorando, ad esempio, per raccogliere del materiale, possiamo decidere di attuare un approccio stealth evitando completamente gli scontri, grazie anche ad un indicatore nella parte centrale dello schermo – molto simile a quello di Skyrim – che ci aiuterà a capire quando saremo nel mirino dei nemici, diventando rosso. Nel caso in cui si decida invece di affrontarli, il combattimento non sarà mai troppo difficile, soprattutto all’inizio (tranne che per i nemici più spietati, in difficoltà sopravvivenza); difatti, gli unici attacchi a nostra disposizione saranno il classico colpo rapido ma leggero e un attacco potente, oltre a una parata non sempre reattiva ed efficace, e una schivata.

Un altro aspetto fondamentale influenzato dalla difficoltà di gioco è sicuramente quello del crafting e dunque nella raccolta di materiali, entrambi molto intuitivi, che nella modalità Esplorazione è più uno sfizio che una vera e propria necessità, al contrario della modalità Sopravvivenza. È sufficiente pensare al fatto che, con il passare del tempo, la salute inizierà a diminuire gradualmente, e allo stesso tempo parte di essa verrà a tutti gli effetti congelata, rendendo essenziale l’uso di torce per riscaldarsi, di cibo per placare la fame, oppure la creazione di ripari d’emergenza per riposare e ripristinare la salute oppure per sopravvivere alle bufere, o la realizzazione di un determinato tipo di equipaggiamento per far fronte ai vari eventi sparsi nella mappa, e via dicendo.

Fade to Silence

CACCIA ALLA CORRUZIONE

Ritorniamo a noi: il compito del giocatore è molto chiaro, ovvero quello di sopravvivere e cercare di ricostruire il villaggio, esplorando tutto il territorio che sarà, ovviamente, ricco di insidie. Per farlo, è necessario ripulire tutti gli avamposti, il che permetterà sia di scoprire la zona circostante, che di teletrasportarsi da un avamposto all’altro, grazie a un particolare cristallo posto al loro interno. Ciò è possibile ripulendo i vari nidi che si trovano nelle più o meno immediate vicinanze, e talvolta eliminare alcuni nemici, tendenzialmente più forti di quelli normali.

Oltre al principale scopo di eliminare la corruzione, in Fade to Silence si è tentato di inserire delle attività per rendere il tutto meno pesante e ripetitivo, cosa che non sempre, nel corso del gioco, ha ottenuto l’effetto desiderato. Infatti, la mappa è molto semplice e intuitiva, anche se spesso e volentieri presenta dei bug nella selezione dell’obiettivo che non ci consente di visualizzarlo sulla barra di indicazione una volta chiusa, e la legenda ci aiuterà a individuare tutte le varie attività: dai luoghi in cui è possibile trovare altri sopravvissuti, alle zone di raccolta, caccia o riparo, alle eclissi in cui si potranno affrontare particolari nemici, eccetera.

Un aspetto piacevole, che nuovamente varia l’esperienza di gioco, è proprio la possibilità di trovare degli altri sopravvissuti che, una volta aiutati, avrete la possibilità di assoldare e inviare al vostro villaggio base; sarà possibile farli partire per diverse spedizioni o semplicemente per fargli raccogliere del materiale, oppure potrete decidere di aiutarlo in missioni coop – che sono presenti anche online. Si tratta di una delle caratteristiche fondamentali di Fade to Silence, poiché sarà proprio questa a farci godere la totalità dell’esperienza di gioco, costruendo le strutture principali o essenziali dell’accampamento che ci permetteranno di proseguire in modo più tranquillo.

L’aspetto negativo delle attività succitate, è che se in un primo momento riescono a interrompere la routine di gioco, una volta provate tutte lo rendono a tratti ancora più ripetitivo, spesso pesante, con l’unico scopo di scoprire delle nuove zone di raccolta oppure per esaminare i vari oggetti sparsi per la mappa, a volte essenziali visto la poca capacità iniziale della sacca per la raccolta oggetti. Oltre alla mappa, come già detto in precedenza, anche il menu è molto essenziale e intuitivo: dallo stesso si potrà accedere direttamente alla modalità cooperativa, al menu di crafting o all’inventario; pur essendo molto semplice, non mancano alcuni difetti nella selezione che rendendo alcune volte necessario aprire più volte lo stesso menu.

Parlando da un punto di vista tecnico, Fade to Silence risulta un titolo con un grande potenziale, che non è stato però sfruttato al meglio. Da una parte abbiamo tutta la suggestione emotiva data dal continuo contrasto fra le distese innevate e il rosso vivido nella corruzione, contrasto che però si fonde in un tutt’uno poiché quello stesso rosso non scalda, ma è tanto freddo da alimentare l’oscurità, oppure quella perenne solitudine data anche dall’assenza di un sottofondo sonoro che vuole marcare ogni falcata nella neve, o il verso dei corvi; dall’altra parte, però, la stessa suggestione viene spesso interrotta da quei numerosi piccoli difetti che sono forse troppo evidenti.

Il primo di questi è di sicuro il combat system, che è tanto basico quanto limitante: come abbiamo già detto si tratta solamente dell’alternanza di colpi leggeri, colpi pesanti, parate e schivate. Il problema nasce non dall’essenzialità dello stesso, ma nel momento in cui quei pochi comandi non reagiscono in modo reattivo e spesso non vanno a buon fine. Spesso infatti la schivata non segue la direzione indicata, e la parata non risulta sempre immediata; inoltre, se siamo nel bel mezzo di uno scontro e il nemico ci arriva alle spalle, non è possibile effettuare una parata “d’emergenza”, in quanto non ha effetto se si è girati di schiena, e le movenze del personaggio non permettono una grande agilità. Un altro difetto riscontrato nel corso del gioco riguarda i compagni, che spesso e volentieri spariscono per poi ritrovarli all’improvviso proprio davanti a noi, oppure si bloccano nel bel mezzo di uno scontro.

Per quanto riguarda il gameplay, nel complesso è anch’esso semplice, intuitivo e fluido, ma non mancano anche in questo caso alcuni aspetti negativi nei gesti più piccoli, come nella raccolta degli oggetti: la bassa reattività dei movimenti di Ash, spesso interferiscono nell’apertura delle casse o nell’esaminazione di oggetti, poiché non fermandosi in modo immediato spesso non consente di interagire in modo semplice con gli stessi, e quasi sempre bisogna tornare indietro e ripetere per l’ennesima volta l’azione.

Graficamente il gioco è lontano dagli standard più alti imposti dall’industria ma non è da buttare, sebbene nella versione PS4 Pro da noi testata non siano mancate alcune difficoltà di caricamento delle texture soprattutto al ripristino della sessione di gioco, oppure a seguito di un teletrasporto fra gli avamposti; durante il gioco, nel complesso non si sono evidenziati particolari problemi, il tutto risulta abbastanza fluido, seppur non goda di una grafica ai livelli delle triple A.

Nel complesso Fade to Silence, pur non introducendo nulla di nuovo come già detto in precedenza, è stato in grado di unire degli aspetti particolari e molto interessanti; si tratta di un’esperienza di gioco molto longeva per via delle numerose attività presenti e dei luoghi da scoprire, anche se alla lunga potrebbe risultare ripetitiva. Seppur siano presenti alcuni bug e difetti sia tecnici che grafici, l’esperienza di gioco viene apprezzata sia per la difficoltà – segno che, a differenza di molti altri titoli, non sono scesi a compromessi -, sia per la possibilità di giocare in coop, caratteristica molto importante vista la natura del gioco, che rende il tutto divertente e molto più apprezzabile.

Proprio per questo motivo, considerando infine che Fade to Silence sarà a disposizione su tutte le piattaforme a partire dal 30 aprile 2019, seppur il prezzo non sia certo dei più bassi (50,98 euro per console, 39,99 euro per quella PC), riteniamo che valga la pena dargli una possibilità, almeno per gli amanti del genere, poiché potrebbe essere un’ottima alternativa spezza-tempo da intervallare ai classici titoli del momento.

Fade to Silence
Fade to Silence
GIUDIZIO
Fade to Silence è un gioco di ruolo dalle tinte survival, a tratti definibile anche come horror, caratterizzato dal contrasto tra l’infinita solitudine e la possibilità di aiutare e soprattutto di farsi aiutare dai compagni. Seppur abbia molti difetti tecnici e grafici, e non goda di un gameplay particolarmente esaustivo, Fade to Silence racchiude tutta l’esperienza dell’esplorazione e del crafting che pochi altri titoli sono riusciti a fondere, rendendolo un buon titolo cooperativo spezza-tempo.
GRAFICA
5.5
SONORO
4.5
LONGEVITÀ
6.5
GAMEPLAY
5
PRO
Modalità coop sia online che offline
Esplorazione e crafting coesistono in modo semplice e intuitivo
Difficoltà gestibile a seconda delle esigenze
CONTRO
Combat-system e gameplay poco fluidi e a tratti goffi
Presenza di alcuni bug grafici, soprattutto nelle missioni coop
Attività ripetitive
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